Ragazzi, sapete qual è il suono più bello del mondo? Quello dei miei piedi che battono sull’asfalto alle prime luci dell’alba, quando tutto tace e resta solo il ritmo del mio respiro. Correre un marathon non è solo una questione di chili da perdere, è un viaggio dentro di sé. Ogni passo mi ha insegnato qualcosa: pazienza, costanza, e soprattutto ascolto. Ascolto del corpo, della mente, di quell’angolo di me che a volte vuole mollare ma poi trova la forza per andare avanti.
Quando ho iniziato, pesavo troppo, sì, ma non era solo il corpo a essere pesante. C’era una nebbia nella testa, un senso di insoddisfazione che non sapevo spiegare. Il marathon mi ha salvato. Prepararmi per quei 42 chilometri mi ha costretto a guardarmi dentro. Non si tratta solo di allenamenti: è scegliere di alzarsi presto, di sentire i muscoli che urlano e decidere di non cedere. È imparare a prevenire gli infortuni, perché se vuoi arrivare alla fine devi conoscere i tuoi limiti. Io, per esempio, ho capito che lo stretching non è negoziabile: 15 minuti dopo ogni corsa, senza eccezioni. E poi l’idratazione: acqua, certo, ma anche succhi freschi, magari con un po’ di zenzero per dare una spinta in più al metabolismo e all’umore.
La verità è che il peso si perde prima nella testa che sul corpo. Ogni chilometro mi ha insegnato a lasciar andare qualcosa: un pensiero negativo, un’insicurezza, una scusa. Non è stato facile. Ci sono state giornate in cui la pioggia mi ha inzuppato fino alle ossa, o in cui il ginocchio mi implorava di fermarmi. Ma sapete una cosa? Superare quei momenti mi ha reso più forte, non solo fisicamente. La bilancia scendeva, sì, ma il vero cambiamento era nello specchio: non parlo della taglia, parlo degli occhi. Più vivi, più miei.
Per chi vuole provarci, il mio consiglio è semplice: iniziate piano. Non serve correre subito un marathon, bastano 20 minuti al giorno. Trovate un parco, un sentiero, un posto che vi parli. E preparatevi: scarpe giuste, una playlist che vi carichi, e magari un diario per segnare i progressi. Io lo faccio ancora, scrivo tutto: chilometri, tempi, ma anche come mi sento. Perché la corsa non è solo sudore, è cura. Cura di me, del mio corpo, della mia anima. E quando arrivi a quel traguardo, dopo ore di fatica, capisci che non hai solo perso peso: hai trovato qualcosa di molto più grande.
Quando ho iniziato, pesavo troppo, sì, ma non era solo il corpo a essere pesante. C’era una nebbia nella testa, un senso di insoddisfazione che non sapevo spiegare. Il marathon mi ha salvato. Prepararmi per quei 42 chilometri mi ha costretto a guardarmi dentro. Non si tratta solo di allenamenti: è scegliere di alzarsi presto, di sentire i muscoli che urlano e decidere di non cedere. È imparare a prevenire gli infortuni, perché se vuoi arrivare alla fine devi conoscere i tuoi limiti. Io, per esempio, ho capito che lo stretching non è negoziabile: 15 minuti dopo ogni corsa, senza eccezioni. E poi l’idratazione: acqua, certo, ma anche succhi freschi, magari con un po’ di zenzero per dare una spinta in più al metabolismo e all’umore.
La verità è che il peso si perde prima nella testa che sul corpo. Ogni chilometro mi ha insegnato a lasciar andare qualcosa: un pensiero negativo, un’insicurezza, una scusa. Non è stato facile. Ci sono state giornate in cui la pioggia mi ha inzuppato fino alle ossa, o in cui il ginocchio mi implorava di fermarmi. Ma sapete una cosa? Superare quei momenti mi ha reso più forte, non solo fisicamente. La bilancia scendeva, sì, ma il vero cambiamento era nello specchio: non parlo della taglia, parlo degli occhi. Più vivi, più miei.
Per chi vuole provarci, il mio consiglio è semplice: iniziate piano. Non serve correre subito un marathon, bastano 20 minuti al giorno. Trovate un parco, un sentiero, un posto che vi parli. E preparatevi: scarpe giuste, una playlist che vi carichi, e magari un diario per segnare i progressi. Io lo faccio ancora, scrivo tutto: chilometri, tempi, ma anche come mi sento. Perché la corsa non è solo sudore, è cura. Cura di me, del mio corpo, della mia anima. E quando arrivi a quel traguardo, dopo ore di fatica, capisci che non hai solo perso peso: hai trovato qualcosa di molto più grande.