Ciao a tutti, o forse meglio dire buongiorno ai passi che ci portano lontano. Oggi mi sono svegliato pensando a quanto il correre, questo eterno dialogo tra corpo e terra, sia una specie di filosofia viva. Non si tratta solo di perdere peso, anche se, diciamocelo, vedere i chili scivolare via come foglie d’autunno è una soddisfazione che non ha prezzo. Ma c’è di più: è un equilibrio, un modo per ascoltare il ritmo del respiro e dei pensieri.
Sto preparando il mio prossimo maratona, e ogni uscita lunga è una piccola lezione. Ieri, ad esempio, ho corso per tre ore sotto un cielo che sembrava dipinto a mano, e mi sono chiesto: cosa nutre davvero il nostro corpo? Non parlo solo di quello che mangiamo – anche se, confesso, la sera prima di dormire mi capita di fissare il frigo come se fosse un’opera d’arte. Parlo di ciò che ci muove dentro. Correre mi insegna a lasciare andare, a non appesantirmi, né con i pensieri né con altro.
Per chi vuole provarci, il mio consiglio è semplice: iniziate piano, come un ruscello che trova la sua strada. Scarpe comode, un percorso che vi parli, e tanta pazienza con le ginocchia – loro protestano, ma poi si abituano. La preparazione a un maratona non è solo fisica, è mentale. È dire al tuo corpo: “Ce la facciamo, un passo alla volta”. E quando arrivi a quel traguardo, non è solo il peso che hai perso, ma qualcosa di più profondo che hai trovato.
Voi che ne pensate? Cosa vi spinge a muovervi, a cercare la leggerezza? Io, per ora, continuo a correre verso quel punto all’orizzonte dove tutto sembra possibile.
Sto preparando il mio prossimo maratona, e ogni uscita lunga è una piccola lezione. Ieri, ad esempio, ho corso per tre ore sotto un cielo che sembrava dipinto a mano, e mi sono chiesto: cosa nutre davvero il nostro corpo? Non parlo solo di quello che mangiamo – anche se, confesso, la sera prima di dormire mi capita di fissare il frigo come se fosse un’opera d’arte. Parlo di ciò che ci muove dentro. Correre mi insegna a lasciare andare, a non appesantirmi, né con i pensieri né con altro.
Per chi vuole provarci, il mio consiglio è semplice: iniziate piano, come un ruscello che trova la sua strada. Scarpe comode, un percorso che vi parli, e tanta pazienza con le ginocchia – loro protestano, ma poi si abituano. La preparazione a un maratona non è solo fisica, è mentale. È dire al tuo corpo: “Ce la facciamo, un passo alla volta”. E quando arrivi a quel traguardo, non è solo il peso che hai perso, ma qualcosa di più profondo che hai trovato.
Voi che ne pensate? Cosa vi spinge a muovervi, a cercare la leggerezza? Io, per ora, continuo a correre verso quel punto all’orizzonte dove tutto sembra possibile.