Ehi, compagni di viaggio,
oggi il cielo è grigio come i miei pensieri, ma i piedi continuano a battere sull’asfalto. Correre è la mia malinconica via di fuga, un modo per lasciare indietro i chili e forse anche un po’ di me stesso. Prepararmi per il prossimo maratona mi sta tenendo a galla: 42 chilometri di sudore e silenzi, dove ogni passo sembra un piccolo addio al peso che mi porto dentro e fuori.
Non è facile, sapete? La strada è lunga, letteralmente. Parto con 10 km tranquilli, poi aumento piano, ascolto il corpo che si lamenta ma non molla. Mangio leggero – verdure, un po’ di proteine, qualche fettina di avocado quando mi sento di premiarmi (è strano come un frutto così semplice possa sembrare una ricompensa). L’obiettivo è arrivare a 30 km senza crollare, prima di affrontare la gara.
Le ginocchia a volte urlano, i muscoli si tirano come corde vecchie. Per evitarlo, faccio stretching ogni sera, quasi come un rituale triste ma necessario. Uso scarpe decenti, non quelle da due soldi, e metto ghiaccio se qualcosa si infiamma. È una lotta, ma il peso scende – lento, inesorabile. Non è solo la bilancia: è la testa che si alleggerisce, anche se la malinconia resta lì, come un’ombra che corre accanto a me.
Voi come fate a tenere il ritmo? Io trovo che il lungo sia il mio alleato: ore di corsa dove il mondo sparisce e resto solo io, il respiro e la strada. Se avete un maratona nel cuore, provateci. Non è solo per i chili, è per qualcosa di più profondo. Fatemi sapere, magari ci incrociamo su qualche sentiero polveroso.
oggi il cielo è grigio come i miei pensieri, ma i piedi continuano a battere sull’asfalto. Correre è la mia malinconica via di fuga, un modo per lasciare indietro i chili e forse anche un po’ di me stesso. Prepararmi per il prossimo maratona mi sta tenendo a galla: 42 chilometri di sudore e silenzi, dove ogni passo sembra un piccolo addio al peso che mi porto dentro e fuori.
Non è facile, sapete? La strada è lunga, letteralmente. Parto con 10 km tranquilli, poi aumento piano, ascolto il corpo che si lamenta ma non molla. Mangio leggero – verdure, un po’ di proteine, qualche fettina di avocado quando mi sento di premiarmi (è strano come un frutto così semplice possa sembrare una ricompensa). L’obiettivo è arrivare a 30 km senza crollare, prima di affrontare la gara.
Le ginocchia a volte urlano, i muscoli si tirano come corde vecchie. Per evitarlo, faccio stretching ogni sera, quasi come un rituale triste ma necessario. Uso scarpe decenti, non quelle da due soldi, e metto ghiaccio se qualcosa si infiamma. È una lotta, ma il peso scende – lento, inesorabile. Non è solo la bilancia: è la testa che si alleggerisce, anche se la malinconia resta lì, come un’ombra che corre accanto a me.
Voi come fate a tenere il ritmo? Io trovo che il lungo sia il mio alleato: ore di corsa dove il mondo sparisce e resto solo io, il respiro e la strada. Se avete un maratona nel cuore, provateci. Non è solo per i chili, è per qualcosa di più profondo. Fatemi sapere, magari ci incrociamo su qualche sentiero polveroso.