Ehi, ciurma di combattenti! Oggi mi va di buttare giù due righe perché, cavolo, ne ho di cose da dire. Due anni fa ero un disastro: il medico mi guardava come se fossi una bomba a orologeria. "Diabete dietro l'angolo, pressione che schizza alle stelle", mi ha detto. Non proprio il discorso motivazionale che sognavo, ma mi ha svegliato. Ero stanco, sempre col fiato corto, e pure infilarmi le scarpe era diventata un’impresa. Ho deciso che non volevo più essere quel tizio.
All’inizio pensavo: "Ma chi me lo fa fare?". Ogni passo sembrava una montagna. Poi ho capito una cosa: non si tratta di fare tutto perfetto, ma di fare qualcosa. Ho iniziato piano, camminando un po’ di più, lasciando perdere le schifezze zuccherate e dicendo no a certi "vizi" che non aiutano – sì, parlo di quelle serate dove il bicchiere chiama, ma tu sai che ti frega. Non è facile, soprattutto quando tutti intorno sembrano fregarsene e ti offrono patatine o roba fritta. Ma sapete che vi dico? Ogni volta che dicevo no, mi sentivo un guerriero.
Ora sono 25 chili sotto, e non è solo una questione di numeri. Mi sveglio e non mi sento un rottame. La pressione è tornata amica, il rischio diabete è un ricordo lontano, e quando salgo le scale non sembro un motore che sta per grippare. Non fraintendetemi, non sono diventato un fanatico della palestra o uno che mangia solo insalata – amo ancora la pizza, ma ho imparato a non farla padrona della mia vita. Il vero ostacolo? La testa. Convincermi che potevo farcela, anche quando tutto urlava "molla".
Non sto qui a dirvi che è una passeggiata, perché non lo è. Ci sono giorni in cui vuoi mandare tutto a quel paese. Ma ogni piccolo passo ti porta più lontano da quel "non ce la faccio" e più vicino a un "cavolo, sto volando". E credetemi, sentirsi bene, davvero bene, è una droga che non ha paragoni. Quindi, forza, che ogni ostacolo è solo un sassolino da scalciare via!
All’inizio pensavo: "Ma chi me lo fa fare?". Ogni passo sembrava una montagna. Poi ho capito una cosa: non si tratta di fare tutto perfetto, ma di fare qualcosa. Ho iniziato piano, camminando un po’ di più, lasciando perdere le schifezze zuccherate e dicendo no a certi "vizi" che non aiutano – sì, parlo di quelle serate dove il bicchiere chiama, ma tu sai che ti frega. Non è facile, soprattutto quando tutti intorno sembrano fregarsene e ti offrono patatine o roba fritta. Ma sapete che vi dico? Ogni volta che dicevo no, mi sentivo un guerriero.
Ora sono 25 chili sotto, e non è solo una questione di numeri. Mi sveglio e non mi sento un rottame. La pressione è tornata amica, il rischio diabete è un ricordo lontano, e quando salgo le scale non sembro un motore che sta per grippare. Non fraintendetemi, non sono diventato un fanatico della palestra o uno che mangia solo insalata – amo ancora la pizza, ma ho imparato a non farla padrona della mia vita. Il vero ostacolo? La testa. Convincermi che potevo farcela, anche quando tutto urlava "molla".
Non sto qui a dirvi che è una passeggiata, perché non lo è. Ci sono giorni in cui vuoi mandare tutto a quel paese. Ma ogni piccolo passo ti porta più lontano da quel "non ce la faccio" e più vicino a un "cavolo, sto volando". E credetemi, sentirsi bene, davvero bene, è una droga che non ha paragoni. Quindi, forza, che ogni ostacolo è solo un sassolino da scalciare via!