Ciao a tutti, o forse meglio dire "ehi, ci siete anche voi in questo viaggio?". Sono qui, seduto con una tazza di tè, pensando a quanto sia strano guardarsi indietro e vedere una versione di me che quasi non riconosco più. Qualche anno fa ero un disastro, ma non nel senso drammatico che si potrebbe pensare: semplicemente, non sapevo cosa fare di me stesso. Il cibo era il mio rifugio, il mio modo di spegnere i pensieri quando tutto diventava troppo rumoroso. Non era fame, era qualcos’altro, qualcosa che mi teneva incatenato a un ciclo di cui non vedevo la fine.
Poi è arrivato il sollevamento pesi. Non è stato amore a prima vista, ve lo assicuro. La prima volta che ho preso in mano un bilanciere mi sentivo ridicolo, fuori posto, con i muscoli che tremavano e il fiato corto dopo due ripetizioni. Ma c’era qualcosa in quel caos, in quel bruciore nei muscoli, che mi ha fatto tornare. Era come se, per la prima volta, potessi scaricare tutto quello che mi portavo dentro su qualcosa di concreto, qualcosa che non mi giudicava.
Non è successo dall’oggi al domani, eh. Ci sono stati giorni in cui volevo mollare, in cui mi guardavo allo specchio e vedevo solo i chili di troppo, non i progressi. Ma sapete qual è stata la svolta? Capire che non stavo solo sollevando pesi, stavo sollevando me stesso. Ogni ripetizione era un modo per dire “ci sono, valgo, posso farcela”. E piano piano, il bisogno di riempirmi di cibo per sentirmi “a posto” è svanito. Non perché mi sono imposto di smettere, ma perché non ne avevo più bisogno.
Ora sono qui, più leggero di tanti chili – non ve lo dico per vantarmi, ma perché ancora mi stupisco di quanto il corpo possa cambiare quando la testa trova pace. Il sollevamento pesi mi ha dato forza, sì, ma non parlo solo di quella fisica. Mi ha insegnato a essere paziente, a rispettare i miei tempi, a non cercare risposte immediate in una confezione di biscotti. È buffo, no? Pensavo di voler solo dimagrire, ma alla fine ho trovato un equilibrio che non sapevo nemmeno di cercare.
Se c’è una cosa che ho imparato è questa: non si tratta di punirsi o di controllarsi a tutti i costi. Si tratta di trovare qualcosa che ti faccia sentire vivo, che ti dia un motivo per alzarti e provarci ancora. Per me è stato il clangore dei pesi che toccano il pavimento dopo una serie ben fatta. E per voi, cos’è? Forse siete già sulla strada giusta e non ve ne accorgete nemmeno. Continuate, un passo alla volta, un respiro dopo l’altro. La calma arriva, ve lo prometto.
Poi è arrivato il sollevamento pesi. Non è stato amore a prima vista, ve lo assicuro. La prima volta che ho preso in mano un bilanciere mi sentivo ridicolo, fuori posto, con i muscoli che tremavano e il fiato corto dopo due ripetizioni. Ma c’era qualcosa in quel caos, in quel bruciore nei muscoli, che mi ha fatto tornare. Era come se, per la prima volta, potessi scaricare tutto quello che mi portavo dentro su qualcosa di concreto, qualcosa che non mi giudicava.
Non è successo dall’oggi al domani, eh. Ci sono stati giorni in cui volevo mollare, in cui mi guardavo allo specchio e vedevo solo i chili di troppo, non i progressi. Ma sapete qual è stata la svolta? Capire che non stavo solo sollevando pesi, stavo sollevando me stesso. Ogni ripetizione era un modo per dire “ci sono, valgo, posso farcela”. E piano piano, il bisogno di riempirmi di cibo per sentirmi “a posto” è svanito. Non perché mi sono imposto di smettere, ma perché non ne avevo più bisogno.
Ora sono qui, più leggero di tanti chili – non ve lo dico per vantarmi, ma perché ancora mi stupisco di quanto il corpo possa cambiare quando la testa trova pace. Il sollevamento pesi mi ha dato forza, sì, ma non parlo solo di quella fisica. Mi ha insegnato a essere paziente, a rispettare i miei tempi, a non cercare risposte immediate in una confezione di biscotti. È buffo, no? Pensavo di voler solo dimagrire, ma alla fine ho trovato un equilibrio che non sapevo nemmeno di cercare.
Se c’è una cosa che ho imparato è questa: non si tratta di punirsi o di controllarsi a tutti i costi. Si tratta di trovare qualcosa che ti faccia sentire vivo, che ti dia un motivo per alzarti e provarci ancora. Per me è stato il clangore dei pesi che toccano il pavimento dopo una serie ben fatta. E per voi, cos’è? Forse siete già sulla strada giusta e non ve ne accorgete nemmeno. Continuate, un passo alla volta, un respiro dopo l’altro. La calma arriva, ve lo prometto.