Dall'abisso alla rinascita: come l'acqua e un piccolo alleato al polso mi hanno salvato

zachpom

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non importa, tanto qui siamo tutti anime in cerca di riscatto, no? Vi scrivo con il cuore ancora pesante, ma con un corpo che finalmente respira. Ero intrappolata, sommersa da chili che mi trascinavano giù, come un’ancora che non vuole mollare la presa. La bilancia era il mio incubo, lo specchio un nemico che non smetteva di giudicarmi. Ma poi, dall’abisso, è arrivata l’acqua. Non una dieta rigida, non un conteggio ossessivo di calorie, ma l’acqua, viva, che mi ha accolta e mi ha salvato.
Ho iniziato con l’acquafitness quasi per caso. Non credevo di potercela fare, sapete? Le prime volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, goffa, con il fiato corto. Ma c’era qualcosa di magico in quel movimento fluido, in quella resistenza gentile che l’acqua opponeva ad ogni mio gesto. Non era una lotta contro me stessa, ma un dialogo. Ogni bracciata, ogni passo sul fondo della piscina, era come scrollarmi di dosso un pezzo di quel peso che mi opprimeva, dentro e fuori.
E poi c’era lui, il mio piccolo alleato al polso. Non so nemmeno come chiamarlo senza sembrare una fanatica, ma quel cosino mi ha tenuta in riga. Mi diceva quanto mi muovevo, quanto bruciavo, quanto stavo tornando a vivere. Non era solo un numero, era una voce che mi sussurrava: "Ce la stai facendo". E io, che non ci credevo più, ho iniziato a crederci. L’acqua mi sosteneva, e quel piccolo aggeggio mi ricordava che ogni giorno era una conquista.
In un anno ho perso 25 chili. Non è stato facile, ve lo giuro. C’erano giorni in cui volevo mollare, in cui il riflesso nell’acqua mi sembrava ancora quello di prima. Ma l’acquafitness non è solo esercizio, è una rinascita. Ti senti leggera, anche quando i chili sono ancora lì. Ti muovi senza dolore, senza quel peso che ti schiaccia le ginocchia o la schiena. E poi, piano piano, il corpo cambia. La pelle si tende, i muscoli si disegnano, e un giorno ti guardi e pensi: "Sono io questa?".
Non vi dirò che è la soluzione per tutti, non sono qui a fare prediche. Ma per me, che ero caduta così in basso, l’acqua è stata la mano che mi ha tirata su. E quel piccolo compagno al polso? Beh, è stato il mio faro, una luce che mi guidava quando tutto sembrava buio. Se state cercando un modo per risalire, provate. Non serve essere perfetti, serve solo buttarsi. L’acqua non giudica, accoglie. E forse, come me, troverete la vostra rinascita.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa, tanto qui siamo tutti anime in cerca di riscatto, no? Vi scrivo con il cuore ancora pesante, ma con un corpo che finalmente respira. Ero intrappolata, sommersa da chili che mi trascinavano giù, come un’ancora che non vuole mollare la presa. La bilancia era il mio incubo, lo specchio un nemico che non smetteva di giudicarmi. Ma poi, dall’abisso, è arrivata l’acqua. Non una dieta rigida, non un conteggio ossessivo di calorie, ma l’acqua, viva, che mi ha accolta e mi ha salvato.
Ho iniziato con l’acquafitness quasi per caso. Non credevo di potercela fare, sapete? Le prime volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, goffa, con il fiato corto. Ma c’era qualcosa di magico in quel movimento fluido, in quella resistenza gentile che l’acqua opponeva ad ogni mio gesto. Non era una lotta contro me stessa, ma un dialogo. Ogni bracciata, ogni passo sul fondo della piscina, era come scrollarmi di dosso un pezzo di quel peso che mi opprimeva, dentro e fuori.
E poi c’era lui, il mio piccolo alleato al polso. Non so nemmeno come chiamarlo senza sembrare una fanatica, ma quel cosino mi ha tenuta in riga. Mi diceva quanto mi muovevo, quanto bruciavo, quanto stavo tornando a vivere. Non era solo un numero, era una voce che mi sussurrava: "Ce la stai facendo". E io, che non ci credevo più, ho iniziato a crederci. L’acqua mi sosteneva, e quel piccolo aggeggio mi ricordava che ogni giorno era una conquista.
In un anno ho perso 25 chili. Non è stato facile, ve lo giuro. C’erano giorni in cui volevo mollare, in cui il riflesso nell’acqua mi sembrava ancora quello di prima. Ma l’acquafitness non è solo esercizio, è una rinascita. Ti senti leggera, anche quando i chili sono ancora lì. Ti muovi senza dolore, senza quel peso che ti schiaccia le ginocchia o la schiena. E poi, piano piano, il corpo cambia. La pelle si tende, i muscoli si disegnano, e un giorno ti guardi e pensi: "Sono io questa?".
Non vi dirò che è la soluzione per tutti, non sono qui a fare prediche. Ma per me, che ero caduta così in basso, l’acqua è stata la mano che mi ha tirata su. E quel piccolo compagno al polso? Beh, è stato il mio faro, una luce che mi guidava quando tutto sembrava buio. Se state cercando un modo per risalire, provate. Non serve essere perfetti, serve solo buttarsi. L’acqua non giudica, accoglie. E forse, come me, troverete la vostra rinascita.
Ciao! O forse un bel “ehi, ci sono anch’io!” 😊 Mi sono imbattuto nel tuo messaggio e… wow, mi hai proprio colpita! Sai, sono nuova qui, una di quelle che hanno deciso che “basta, ora si cambia!” proprio in questi giorni. Non so ancora bene da dove partire, ma leggendo la tua storia mi sono sentita tipo… ispirata, ecco. Hai presente quando leggi qualcosa e ti viene voglia di provarci subito?

L’acqua, dici? Non ci avevo mai pensato così, come a una specie di amica che ti abbraccia e ti aiuta a risalire. Io sono una di quelle che con lo specchio ci litiga ogni mattina, e la bilancia… beh, quella la evito come la peste! 😂 Però l’idea dell’acquafitness mi stuzzica. Mi immagino già lì, a muovermi senza sentirmi un elefante che pesta tutto, sai? È vero che non serve essere già in forma per iniziare? Perché io mi sento proprio fuori allenamento, e l’ultima volta che ho provato a fare sport mi sono fermata dopo cinque minuti con il fiatone!

E quel “cosino al polso” di cui parli… intendi uno di quei braccialetti che contano i passi e le calorie? Io ne ho visto uno l’altro giorno al negozio, ma non ero sicura se valesse la pena. Tu dici che ti ha aiutato davvero? Tipo, ti dava una spinta in più nei giorni no? Perché io di giorni no ne ho un sacco, e vorrei tanto qualcosa che mi dicesse “dai, muoviti, ce la fai!” 😅

25 chili in un anno… cavolo, è tantissimo! Complimenti, davvero! 🎉 Mi sa che mi hai convinta a fare un tentativo. Magari non punto subito a perdere così tanto, ma se riuscissi a sentirmi un po’ più leggera per Capodanno sarebbe già una vittoria. Tu come hai fatto a non mollare? Cioè, immagino che non sia stato sempre facile, no? Io ho paura di iniziare e poi lasciar perdere dopo una settimana… qualche trucco per tenere duro?

Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una bella carica! 💪 Ora vado a cercare qualche corso di acquafitness qui vicino… chissà, magari tra un po’ scriverò anch’io di come l’acqua mi sta aiutando a rinascere! 🌊
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa, tanto qui siamo tutti anime in cerca di riscatto, no? Vi scrivo con il cuore ancora pesante, ma con un corpo che finalmente respira. Ero intrappolata, sommersa da chili che mi trascinavano giù, come un’ancora che non vuole mollare la presa. La bilancia era il mio incubo, lo specchio un nemico che non smetteva di giudicarmi. Ma poi, dall’abisso, è arrivata l’acqua. Non una dieta rigida, non un conteggio ossessivo di calorie, ma l’acqua, viva, che mi ha accolta e mi ha salvato.
Ho iniziato con l’acquafitness quasi per caso. Non credevo di potercela fare, sapete? Le prime volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, goffa, con il fiato corto. Ma c’era qualcosa di magico in quel movimento fluido, in quella resistenza gentile che l’acqua opponeva ad ogni mio gesto. Non era una lotta contro me stessa, ma un dialogo. Ogni bracciata, ogni passo sul fondo della piscina, era come scrollarmi di dosso un pezzo di quel peso che mi opprimeva, dentro e fuori.
E poi c’era lui, il mio piccolo alleato al polso. Non so nemmeno come chiamarlo senza sembrare una fanatica, ma quel cosino mi ha tenuta in riga. Mi diceva quanto mi muovevo, quanto bruciavo, quanto stavo tornando a vivere. Non era solo un numero, era una voce che mi sussurrava: "Ce la stai facendo". E io, che non ci credevo più, ho iniziato a crederci. L’acqua mi sosteneva, e quel piccolo aggeggio mi ricordava che ogni giorno era una conquista.
In un anno ho perso 25 chili. Non è stato facile, ve lo giuro. C’erano giorni in cui volevo mollare, in cui il riflesso nell’acqua mi sembrava ancora quello di prima. Ma l’acquafitness non è solo esercizio, è una rinascita. Ti senti leggera, anche quando i chili sono ancora lì. Ti muovi senza dolore, senza quel peso che ti schiaccia le ginocchia o la schiena. E poi, piano piano, il corpo cambia. La pelle si tende, i muscoli si disegnano, e un giorno ti guardi e pensi: "Sono io questa?".
Non vi dirò che è la soluzione per tutti, non sono qui a fare prediche. Ma per me, che ero caduta così in basso, l’acqua è stata la mano che mi ha tirata su. E quel piccolo compagno al polso? Beh, è stato il mio faro, una luce che mi guidava quando tutto sembrava buio. Se state cercando un modo per risalire, provate. Non serve essere perfetti, serve solo buttarsi. L’acqua non giudica, accoglie. E forse, come me, troverete la vostra rinascita.
Ehi, guarda un po’ chi si tuffa nel discorso! La tua storia mi ha preso, sai? Quel tuo parlare di acqua che accoglie, di pesi che si sciolgono come niente… mi ci ritrovo, ma lasciami dire che ci vuole fegato a buttarsi in piscina quando ti senti un relitto. Io, come te, ho trovato nell’acqua una specie di complice, ma il mio viaggio è stato tutto sul nuoto, bracciata dopo bracciata, senza fronzoli.

All’inizio? Un disastro. Mi buttavo in vasca pensando di essere una sirenetta, ma sembravo più un tronco che galleggia. Fiato corto, muscoli che urlavano, e la testa che mi diceva “ma chi te lo fa fare?”. Però, sai com’è, il nuoto non ti molla. L’acqua ti spinge, ti sfida, ma senza farti male. Non è come correre sull’asfalto, che ogni passo ti ricorda quanto pesi. In acqua sei quasi senza gravità, le ginocchia non si lamentano, la schiena smette di fare i capricci. È come se il corpo dicesse: “Ok, ci sto, fammi vedere che sai fare”.

Io non avevo il tuo aggeggio al polso, niente tecnologia a darmi pacche sulla spalla. Ma avevo un piano, di quelli semplici: tre volte a settimana, vasche su vasche, aumentando un po’ ogni mese. Non so nemmeno come, ma a un certo punto ho smesso di contare i chili e ho iniziato a sentire il corpo cambiare. Non parlo solo di bilancia, parlo di fiato, di forza, di come ti senti quando esci dalla piscina e ti sembra di poter spaccare il mondo. In un anno e mezzo ho detto ciao a 30 chili, e non è stata una passeggiata, credimi. C’erano giorni che mi trascinavo in vasca solo per orgoglio, per non darmi per vinta.

Il nuoto per me è stato una scuola. Ti insegna a respirare, a muoverti con calma, a non strafare. Ogni stile ha il suo trucco: il crawl ti fa sfogare, la rana è una coccola per le articolazioni, il dorso ti fa sentire un po’ acrobata. E poi c’è quella sensazione, quando scivoli nell’acqua e tutto il resto del mondo sparisce. Non c’è bilancia, non c’è specchio, solo tu e la vasca. È una specie di meditazione, ma senza stare fermo a fissare il nulla.

Non sto qui a dirti che il nuoto è meglio del tuo acquafitness, sia chiaro. Ognuno trova la sua strada. Ma se qualcuno legge e si sente ancora incastrato in quel “non ce la faccio”, beh, provate a nuotare. Non serve essere campioni, basta entrare in acqua e lasciarsi andare. L’acqua non fa sconti, ma non ti giudica. E magari, un giorno, vi guarderete indietro e vi chiederete come avete fatto a risalire. Io l’ho fatto, e non sono mica speciale.
 
Ehi, guarda un po’ chi si tuffa nel discorso! La tua storia mi ha preso, sai? Quel tuo parlare di acqua che accoglie, di pesi che si sciolgono come niente… mi ci ritrovo, ma lasciami dire che ci vuole fegato a buttarsi in piscina quando ti senti un relitto. Io, come te, ho trovato nell’acqua una specie di complice, ma il mio viaggio è stato tutto sul nuoto, bracciata dopo bracciata, senza fronzoli.

All’inizio? Un disastro. Mi buttavo in vasca pensando di essere una sirenetta, ma sembravo più un tronco che galleggia. Fiato corto, muscoli che urlavano, e la testa che mi diceva “ma chi te lo fa fare?”. Però, sai com’è, il nuoto non ti molla. L’acqua ti spinge, ti sfida, ma senza farti male. Non è come correre sull’asfalto, che ogni passo ti ricorda quanto pesi. In acqua sei quasi senza gravità, le ginocchia non si lamentano, la schiena smette di fare i capricci. È come se il corpo dicesse: “Ok, ci sto, fammi vedere che sai fare”.

Io non avevo il tuo aggeggio al polso, niente tecnologia a darmi pacche sulla spalla. Ma avevo un piano, di quelli semplici: tre volte a settimana, vasche su vasche, aumentando un po’ ogni mese. Non so nemmeno come, ma a un certo punto ho smesso di contare i chili e ho iniziato a sentire il corpo cambiare. Non parlo solo di bilancia, parlo di fiato, di forza, di come ti senti quando esci dalla piscina e ti sembra di poter spaccare il mondo. In un anno e mezzo ho detto ciao a 30 chili, e non è stata una passeggiata, credimi. C’erano giorni che mi trascinavo in vasca solo per orgoglio, per non darmi per vinta.

Il nuoto per me è stato una scuola. Ti insegna a respirare, a muoverti con calma, a non strafare. Ogni stile ha il suo trucco: il crawl ti fa sfogare, la rana è una coccola per le articolazioni, il dorso ti fa sentire un po’ acrobata. E poi c’è quella sensazione, quando scivoli nell’acqua e tutto il resto del mondo sparisce. Non c’è bilancia, non c’è specchio, solo tu e la vasca. È una specie di meditazione, ma senza stare fermo a fissare il nulla.

Non sto qui a dirti che il nuoto è meglio del tuo acquafitness, sia chiaro. Ognuno trova la sua strada. Ma se qualcuno legge e si sente ancora incastrato in quel “non ce la faccio”, beh, provate a nuotare. Non serve essere campioni, basta entrare in acqua e lasciarsi andare. L’acqua non fa sconti, ma non ti giudica. E magari, un giorno, vi guarderete indietro e vi chiederete come avete fatto a risalire. Io l’ho fatto, e non sono mica speciale.
Ehi, zachpom, che storia che hai buttato giù! Mi hai fatto quasi venire la pelle d’oca con quel tuo racconto di acqua che ti abbraccia e ti tira su dall’abisso. Sembra una poesia, ma di quelle vere, che senti nelle ossa. Io mi ci specchio un po’, anche se il mio percorso è stato più… diciamo, a bracciate rabbiose contro il mondo, ma sempre con l’acqua come complice.

Sai, anch’io ero in quel buco nero, dove la bilancia è un tiranno e lo specchio ti sputa in faccia ogni insicurezza. Pesavo troppo, mi muovevo a fatica, e ogni passo era una sentenza. Poi, un giorno, quasi per sfinimento, ho provato il nuoto. Non perché fossi ispirata o chissà che, ma perché camminare mi distruggeva le ginocchia e la palestra mi faceva sentire un’aliena. L’acqua? È stata una rivelazione. Non ti pesta, non ti giudica, ti lascia essere goffa e ti sostiene lo stesso. Le prime volte ero un disastro totale: due vasche e sembrava che i polmoni mi scoppiassero. Pensavo “ma chi me lo fa fare?”, eppure tornavo. Ogni. Santa. Volta.

Il nuoto è diventato la mia terapia, il mio ring, il mio rifugio. Non è solo esercizio, è come litigare con te stessa e uscirne vincitrice. Il crawl mi faceva sfogare tutta la rabbia, la rana era gentile con le mie articolazioni che urlavano, il dorso… beh, quello mi faceva sentire una che ce l’ha fatta, anche solo per un attimo. E la cosa bella? In acqua non conti calorie, non ti ossessioni con i numeri. Conti le vasche, conti i respiri, conti i momenti in cui ti senti viva. All’inizio era una guerra: tre volte a settimana, anche solo 20 minuti, poi 30, poi 40. Non so nemmeno quando è successo, ma il corpo ha iniziato a rispondere. Non parlo solo di chili persi, parlo di fiato, di muscoli che si fanno sentire, di una leggerezza che non è solo fisica.

Non avevo uno di quei gingilli al polso come il tuo, niente tecnologia a darmi la carica. Però avevo una specie di rituale: dopo ogni allenamento, mi facevo un frullato proteico, di quelli semplici, con frutta e un po’ di polvere magica che mi faceva sentire di stare costruendo qualcosa, non solo distruggendo il vecchio me. Non era per la dieta, era per dire al mio corpo: “Ehi, stai lavorando sodo, ti do una mano”. In due anni ho lasciato per strada 28 chili. Non è stato un viaggio lineare, credimi. C’erano giorni in cui volevo mandare tutto all’aria, in cui mi sembrava di non vedere progressi. Ma poi uscivo dalla piscina, con i capelli bagnati e le gambe molli, e mi sentivo una guerriera.

Il nuoto mi ha insegnato a non correre, a non strafare. Ogni bracciata è un passo, ogni vasca un traguardo. E l’acqua… l’acqua è una maestra paziente. Non ti urla contro, non ti fa sentire sbagliata. Ti sfida, sì, ma con una dolcezza che non trovi da nessun’altra parte. Non sto dicendo che sia la cura per tutti, ognuno ha il suo cammino. Ma se qualcuno sta leggendo e si sente ancora incastrato, con quel peso che lo schiaccia dentro e fuori, provate a buttarvi in vasca. Non serve essere fenomeni, serve solo iniziare. L’acqua vi terrà a galla, e magari, un giorno, vi guarderete e penserete: “Cavolo, ce l’ho fatta davvero”. Io l’ho pensato, e non sono mica Wonder Woman.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa, tanto qui siamo tutti anime in cerca di riscatto, no? Vi scrivo con il cuore ancora pesante, ma con un corpo che finalmente respira. Ero intrappolata, sommersa da chili che mi trascinavano giù, come un’ancora che non vuole mollare la presa. La bilancia era il mio incubo, lo specchio un nemico che non smetteva di giudicarmi. Ma poi, dall’abisso, è arrivata l’acqua. Non una dieta rigida, non un conteggio ossessivo di calorie, ma l’acqua, viva, che mi ha accolta e mi ha salvato.
Ho iniziato con l’acquafitness quasi per caso. Non credevo di potercela fare, sapete? Le prime volte mi sentivo un pesce fuor d’acqua, goffa, con il fiato corto. Ma c’era qualcosa di magico in quel movimento fluido, in quella resistenza gentile che l’acqua opponeva ad ogni mio gesto. Non era una lotta contro me stessa, ma un dialogo. Ogni bracciata, ogni passo sul fondo della piscina, era come scrollarmi di dosso un pezzo di quel peso che mi opprimeva, dentro e fuori.
E poi c’era lui, il mio piccolo alleato al polso. Non so nemmeno come chiamarlo senza sembrare una fanatica, ma quel cosino mi ha tenuta in riga. Mi diceva quanto mi muovevo, quanto bruciavo, quanto stavo tornando a vivere. Non era solo un numero, era una voce che mi sussurrava: "Ce la stai facendo". E io, che non ci credevo più, ho iniziato a crederci. L’acqua mi sosteneva, e quel piccolo aggeggio mi ricordava che ogni giorno era una conquista.
In un anno ho perso 25 chili. Non è stato facile, ve lo giuro. C’erano giorni in cui volevo mollare, in cui il riflesso nell’acqua mi sembrava ancora quello di prima. Ma l’acquafitness non è solo esercizio, è una rinascita. Ti senti leggera, anche quando i chili sono ancora lì. Ti muovi senza dolore, senza quel peso che ti schiaccia le ginocchia o la schiena. E poi, piano piano, il corpo cambia. La pelle si tende, i muscoli si disegnano, e un giorno ti guardi e pensi: "Sono io questa?".
Non vi dirò che è la soluzione per tutti, non sono qui a fare prediche. Ma per me, che ero caduta così in basso, l’acqua è stata la mano che mi ha tirata su. E quel piccolo compagno al polso? Beh, è stato il mio faro, una luce che mi guidava quando tutto sembrava buio. Se state cercando un modo per risalire, provate. Non serve essere perfetti, serve solo buttarsi. L’acqua non giudica, accoglie. E forse, come me, troverete la vostra rinascita.
Ehi, anime in cerca di luce, che storia la tua! Mi hai fatto quasi sentire il freddo dell’acqua sulla pelle mentre leggevo. La tua rinascita è di quelle che scaldano il cuore, e non posso fare a meno di buttarmi in questo thread con un po’ di entusiasmo, perché, diciamocelo, la tua energia mi ha contagiato.

Io sono quel tipo strano che gira per il forum parlando di respiri profondi e bagni gelati, sì, proprio il metodo Wim Hof. Non so se ne hai mai sentito parlare, ma è una combo di respirazione potente e immersioni in acqua fredda che ti fanno sentire come se avessi un fuoco dentro, anche quando sei circondato dal gelo. Leggendo di te e della tua piscina, mi è venuta voglia di raccontarti come questo approccio potrebbe essere un alleato pazzesco per chi, come te, ha trovato nell’acqua una chiave per rinascere.

La tua storia mi ha colpito perché parli di dialogo con l’acqua, e io ci vedo un parallelo con quello che faccio. Le sessioni di Wim Hof sono come una danza con il tuo corpo e il tuo respiro. Inspiri forte, espiri piano, e in quei momenti è come se il mondo si fermasse. Poi, quando ti immergi nell’acqua fredda – sì, fredda, tipo “ma chi me lo fa fare” – succede qualcosa di magico. Il tuo metabolismo si sveglia, come se qualcuno avesse premuto un interruttore. Gli studi dicono che l’esposizione al freddo aumenta la produzione di calore del corpo, bruciando calorie anche a riposo. Non è una dieta, è il tuo corpo che si trasforma in una piccola fornace.

Ma non è solo questione di chili. Quello che mi fa innamorare di questo metodo è come ti fa sentire vivo. Lo stress, quel macigno che ti porti dietro, si scioglie. La respirazione ti centra, ti calma, ti fa sentire che hai il controllo. E l’acqua fredda? È una sfida, ma ogni volta che esci da quel bagno gelato, ti senti un guerriero. È come se dicessi al tuo corpo: “Ehi, ce la possiamo fare, insieme”. Per me, che come te ho avuto i miei momenti di abisso, questo è stato un modo per ricordarmi che il mio corpo non è un nemico, ma un compagno.

Leggendo del tuo alleato al polso, mi è venuto da sorridere. Io non sono tanto da gadget, ma capisco quel bisogno di un “promemoria” che ti dica che stai andando avanti. Nel mio caso, è il brivido dell’acqua fredda che mi ricorda che sono qui, che sto lottando, che sto vivendo. E sai una cosa? Credo che il tuo acquafitness e il mio Wim Hof abbiano qualcosa in comune: l’acqua non ti giudica, come dici tu, ma ti spinge a tirar fuori una versione di te che magari non sapevi nemmeno di avere.

Non sto dicendo di correre a buttarti in una vasca di ghiaccio, tranquilla! Ma se mai ti venisse voglia di aggiungere un pizzico di avventura alla tua routine, prova a giocare con il respiro e magari una doccia un po’ più fresca del solito. Potrebbe essere un modo per dare ancora più carica alla tua rinascita. La tua storia è già un fuoco che brucia, e io sono qui a fare il tifo per te. Continua a nuotare, continua a risorgere. E chissà, magari un giorno ci incontriamo in una piscina gelata a ridere di quanto siamo matti!