Ragazzi, vi scrivo mentre sorseggio un tè verde, che ormai è il mio migliore amico dopo aver detto addio a 20 kg. Vi giuro, se me l’avessero detto qualche anno fa, avrei riso forte, probabilmente con un cornetto in mano. La domanda che mi fanno tutti è: “Ma come hai fatto?”. Beh, ve lo racconto, ma preparatevi, perché c’entra pure Instagram, ma non nel modo che pensate.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.
Tutto è iniziato quando ho capito che i filtri di Instagram potevano snellirmi solo sullo schermo, ma non nella vita reale. Scorri, scorri, e vedevo queste influencer con frullati verdi e vite perfette. All’inizio ci sono cascato: ho comprato un “piano detox” da una tipa con 100k follower. Risultato? Due giorni di fame e un frullatore che mi guardava male. Ho capito che i social possono ispirare, ma anche confonderti. Così ho deciso di spegnere il telefono e accendere il cervello.
La prima cosa che ho fatto è stata informarmi. Non parlo di diete lampo o di “mangia solo ananas per una settimana”. Ho letto, chiesto a nutrizionisti, e scoperto che il segreto non è un segreto: mangia meno di quello che bruci, ma fallo con criterio. Ho iniziato a contare le calorie, non come un ossesso, ma per capire cosa mettevo in bocca. Scoperta shock: un cappuccino e brioche ogni mattina erano tipo metà del mio fabbisogno giornaliero. Chi l’avrebbe mai detto?
Le difficoltà? Tante. La fame emotiva era la mia nemesi. Stress? Divoravo patatine. Tristezza? Cioccolata. Gioia? Pizza. Ho dovuto imparare a gestire le emozioni senza aprire il frigo. E poi c’era la pressione sociale: “Ma dai, un pezzetto di torta non ti uccide!”. No, ma 20 pezzetti sì. Ho imparato a dire di no, con un sorriso, e a portare le mie alternative sane alle cene. Zucchine al forno al posto delle lasagne? Non proprio, ma ci siamo capiti.
Cosa mi ha aiutato? Prima di tutto, trovare un equilibrio. Non ho eliminato nulla, nemmeno la pizza (santa margherita, ti amo). Ho solo ridotto le porzioni e aggiunto verdure ovunque. Poi, ho smesso di vedere il cibo come nemico. Mangiare bene è un regalo che fai al tuo corpo, non una punizione. E, sorpresa, fare movimento è stato fondamentale. Non palestra da bodybuilder, ma camminate, scale invece dell’ascensore, qualche video di workout su YouTube. Instagram mi è tornato utile qui: ci sono account che condividono esercizi fattibili, non solo pose da yoga impossibili.
Il vero cambio di mentalità è stato smettere di cercare la perfezione. I social ci fanno credere che devi essere magro, scolpito e felice 24/7. Ma la vita vera è un’altra cosa. Ci sono giorni in cui mangi troppo, e va bene. L’importante è rialzarsi e continuare. Quei 20 kg non sono spariti in un mese, ma in un anno e mezzo, con pazienza e qualche scivolone.
Ora, quando apro Instagram, non mi lascio fregare dai filtri o dalle vite perfette. Uso i social per ispirarmi, non per confrontarmi. E la bilancia? Beh, ora è solo un numero, non il mio valore. Se avete domande o volete consigli, scrivetemi pure. E ricordate: il vostro corpo non ha bisogno di un filtro, ma di cura e un po’ di ironia.