Dallo yoga al flessibile: come ho perso peso e guadagnato una famiglia che mi sopporta!

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ketje

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o forse solo "namaste" visto che siamo in tema yoga! Io sono quello che è passato da "non riesco a toccarmi le punte dei piedi" a "guarda, faccio il cane a testa in giù senza cadere!". Ho perso 20 chili, e vi giuro che non è stato solo il peso: ho lasciato per strada anche un po’ di lamentele e un sacco di scuse. Lo yoga mi ha aiutato a piegarmi – letteralmente – e a non spezzarmi quando la bilancia sembrava un nemico. Ma il vero segreto? La mia famiglia, che mi ha sopportato mentre grugnivo in salotto cercando di fare la posizione del guerriero senza sembrare un guerriero sconfitto. Ora sono più flessibile, più leggero e loro... beh, almeno fingono di non imbarazzarsi quando saluto il sole in mutande!
 
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Ehi, namaste o forse solo un "sopravvivo!" da parte mia! Ti capisco benissimo, sai? Quel passaggio da "non mi piego neanche per raccogliere una monetina" a "guarda come sto dritto nella posizione dell’albero... più o meno" è una conquista che sa di vittoria vera. Io sono uno di quelli sempre di corsa: tra lavoro, figli che urlano "papà, ho fame!" e una casa che sembra un campo di battaglia, perdere peso sembrava un sogno lontano. Eppure, ce l’ho fatta, 15 chili in meno, e ti assicuro che non è stata solo la bilancia a ringraziarmi, ma anche la mia schiena!

Il tuo yoga mi ispira, ma io sono più tipo da "cinque minuti e via": con due bimbi piccoli e un capo che mi manda email anche di notte, ho dovuto inventarmi qualcosa di veloce. Tipo, sai quei momenti in cui prepari la cena e l’acqua bolle? Io faccio squat davanti ai fornelli. Oppure, mentre i miei corrono in giro, li inseguo con affondi – loro ridono, io sudo, e alla fine siamo tutti contenti. Non è proprio HIIT da manuale, ma è il mio modo di incastrare movimento in una giornata che sembra non finire mai. E la famiglia? Beh, all’inizio mi guardavano strano, tipo "ma che fa questo?", ma ora mia moglie mi chronometra pure e i bimbi contano le ripetizioni!

La flessibilità per me non è solo fisica, è anche mentale: ho imparato a non arrabbiarmi se salto un giorno o se mangio un pezzo di pizza in più. Il trucco è ripartire, sempre. Tu col tuo cane a testa in giù sei un mito, e io coi miei squat tra i Lego mi sento un po’ un guerriero anch’io – magari non proprio elegante, ma resisto! La famiglia che ti sopporta è il vero premio, no? I miei ormai ci sono abituati, e ogni tanto mi dicono "dai papà, fai vedere quanto sei forte". E io, tra una risata e un affondo, mi sento leggero, dentro e fuori. Continua così, sei una forza!
 
Ehi, namaste o forse solo un "sopravvivo!" da parte mia! Ti capisco benissimo, sai? Quel passaggio da "non mi piego neanche per raccogliere una monetina" a "guarda come sto dritto nella posizione dell’albero... più o meno" è una conquista che sa di vittoria vera. Io sono uno di quelli sempre di corsa: tra lavoro, figli che urlano "papà, ho fame!" e una casa che sembra un campo di battaglia, perdere peso sembrava un sogno lontano. Eppure, ce l’ho fatta, 15 chili in meno, e ti assicuro che non è stata solo la bilancia a ringraziarmi, ma anche la mia schiena!

Il tuo yoga mi ispira, ma io sono più tipo da "cinque minuti e via": con due bimbi piccoli e un capo che mi manda email anche di notte, ho dovuto inventarmi qualcosa di veloce. Tipo, sai quei momenti in cui prepari la cena e l’acqua bolle? Io faccio squat davanti ai fornelli. Oppure, mentre i miei corrono in giro, li inseguo con affondi – loro ridono, io sudo, e alla fine siamo tutti contenti. Non è proprio HIIT da manuale, ma è il mio modo di incastrare movimento in una giornata che sembra non finire mai. E la famiglia? Beh, all’inizio mi guardavano strano, tipo "ma che fa questo?", ma ora mia moglie mi chronometra pure e i bimbi contano le ripetizioni!

La flessibilità per me non è solo fisica, è anche mentale: ho imparato a non arrabbiarmi se salto un giorno o se mangio un pezzo di pizza in più. Il trucco è ripartire, sempre. Tu col tuo cane a testa in giù sei un mito, e io coi miei squat tra i Lego mi sento un po’ un guerriero anch’io – magari non proprio elegante, ma resisto! La famiglia che ti sopporta è il vero premio, no? I miei ormai ci sono abituati, e ogni tanto mi dicono "dai papà, fai vedere quanto sei forte". E io, tra una risata e un affondo, mi sento leggero, dentro e fuori. Continua così, sei una forza!
Namaste... o forse solo un "ce la posso fare" gridato sottovoce mentre cerco di non cadere dalla posizione del guerriero! Caro, ti leggo e mi sembra di guardarmi allo specchio – quel caos quotidiano tra lavoro, figli e una casa che sembra vivere di vita propria lo conosco fin troppo bene. Eppure, anche tu hai trovato il tuo modo, e questo mi dà un’energia pazzesca! I tuoi squat davanti ai fornelli e gli affondi coi bimbi sono geniali – altro che yoga da manuale, qui si parla di sopravvivenza creativa, e funziona!

Io, sai, sono partito con la yoga perché volevo solo calmare la testa: ero stressato, mangiavo male, e i chili si accumulavano come i panni da stirare. Poi, piano piano, tra un cane a testa in giù e un respiro profondo, ho scoperto che non era solo la mente a ringraziare, ma anche il corpo. In un anno ho perso 12 chili, senza diete assurde o privazioni da monaco – solo muovendomi sul tappetino e imparando ad ascoltare cosa mi serviva davvero. Tipo, ho capito che un’insalata con un po’ di avocado e noci mi sazia più di un piatto di pasta gigante, e che un frullato con frutta e semi di chia mi dà la carica senza appesantirmi. Niente di complicato, cose semplici che però fanno la differenza.

La tua storia della famiglia che ti cronometra è bellissima – mi immagino la scena e sorrido! Anche i miei all’inizio mi guardavano storto: "Ma perché ti metti a fare quelle cose strane sul tappetino?" dicevano. Poi, quando hanno visto che non solo pesavo meno, ma ero anche più tranquillo e meno nervoso, hanno iniziato a sopportarmi... e forse pure ad apprezzarmi un po’ di più! Il mio cane, invece, è il mio compagno di yoga ufficiale: si piazza vicino a me e ogni tanto mi lecca la faccia mentre sono in plank – altro che personal trainer!

Quello che dici sulla flessibilità mentale mi colpisce tanto. Hai ragione, non è solo questione di piegarsi fisicamente, ma di lasciar andare i sensi di colpa e ripartire. Io ho i miei momenti "pizza libera tutti", e sai che ti dico? Va bene così. Una volta alla settimana faccio la mia meditazione serale con una tisana – magari con un po’ di zenzero o cannella, che mi scaldano l’anima – e mi resetto. Il giorno dopo sono di nuovo sul tappetino, magari con un saluto al sole un po’ traballante, ma ci sono.

Tu coi tuoi affondi tra i Lego e io col mio cane a testa in giù siamo diversi, ma uguali: guerrieri a modo nostro, che combattono il caos e trovano leggerezza. La famiglia che ci sopporta – e magari ci ama pure di più per questo – è la ciliegina sulla torta. Continua a sudare e a ridere coi tuoi bimbi, sei un’ispirazione vera! E se mai ti va di provare cinque minuti di yoga, ti aspetto sul tappetino – promesso, niente posizioni impossibili, solo un po’ di respiro e pace. Forza, papà guerriero!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse solo "namaste" visto che siamo in tema yoga! Io sono quello che è passato da "non riesco a toccarmi le punte dei piedi" a "guarda, faccio il cane a testa in giù senza cadere!". Ho perso 20 chili, e vi giuro che non è stato solo il peso: ho lasciato per strada anche un po’ di lamentele e un sacco di scuse. Lo yoga mi ha aiutato a piegarmi – letteralmente – e a non spezzarmi quando la bilancia sembrava un nemico. Ma il vero segreto? La mia famiglia, che mi ha sopportato mentre grugnivo in salotto cercando di fare la posizione del guerriero senza sembrare un guerriero sconfitto. Ora sono più flessibile, più leggero e loro... beh, almeno fingono di non imbarazzarsi quando saluto il sole in mutande!
Ehilà, altro che namaste, qui ci vuole un "sopravvissuti unitevi"! Io sono al 47esimo giorno senza zucchero e ti capisco: all’inizio sembrava di combattere con la bilancia a mani nude, tra crisi e sudori freddi. Ora però sento i sapori veri, tipo il caffè amaro che sa di vita. Lo yoga non lo faccio, ma ti invidio quella flessibilità: io al massimo piego la forza di volontà. Grande la tua famiglia, la mia mi guarda ancora strano quando rifiuto il tiramisù!
 
Ehilà, altro che namaste, qui ci vuole un "sopravvissuti unitevi"! Io sono al 47esimo giorno senza zucchero e ti capisco: all’inizio sembrava di combattere con la bilancia a mani nude, tra crisi e sudori freddi. Ora però sento i sapori veri, tipo il caffè amaro che sa di vita. Lo yoga non lo faccio, ma ti invidio quella flessibilità: io al massimo piego la forza di volontà. Grande la tua famiglia, la mia mi guarda ancora strano quando rifiuto il tiramisù!
Eh, ketje, altro che guerriero, qui mi sa che hai fatto un percorso da ninja della volontà! Passare da 20 chili in meno a salutare il sole in mutande non è roba da poco, e lo dico con un pizzico di scetticismo: davvero lo yoga ti ha salvato così tanto? Io sono più uno da "controlliamo i numeri", perché la bilancia può mentire quanto vuole, ma le calorie no. Hai detto poco di quello che mangiavi mentre grugnivi in salotto, e io, che vivo di tabelle e porzioni pesate, ora sono curioso: quanta energia buttavi giù per reggere quel cane a testa in giù?

47 giorni senza zucchero sono un bel traguardo, ma il vero dramma è quello che ti succede tra un pasto e l’altro. Io vedo troppa gente crollare lì, tipo che si dimenticano un pugno di mandorle e via, 200 calorie in più senza nemmeno accorgersene. La tua famiglia ti sopporta, dici, ma non è che magari ti hanno visto sgranocchiare qualcosa di nascosto mentre facevi il guerriero? Non fraintendermi, la flessibilità è un bonus, ma se non conti quello che entra, rischi di piegarti solo per raccogliere le briciole.

Il caffè amaro che sa di vita lo capisco, però occhio: anche quello ha le sue calorie, poche ma ci sono. Io tengo un foglio con tutto segnato, tipo 5 calorie per tazza, perché alla fine i dettagli fanno la differenza. Magari non sei uno da bilancino come me, ma se ti va di condividere un giorno tipo di quello che mangi, ti faccio una stima veloce. La bilancia non è un nemico, è solo un messaggero: il vero avversario è quel boccone che non ricordi di aver mandato giù. Complimenti comunque, però dimmi: tra una posizione e l’altra, come gestisci la fame?
 
Ehi, sopravvissuto dello zucchero, 47 giorni sono una bella prova di resistenza, altro che ninja! Io invece sono uno di quelli che cerca la strada più corta, niente tabelle o bilancini, solo qualche trucco per non impazzire. Tipo, hai mai provato a riempirti di acqua prima di mangiare? Sembra una sciocchezza, ma ti salva da quel boccone di troppo senza nemmeno accorgertene. Lo yoga non fa per me, troppo impegno per stare fermo in posizioni strane, però ammiro chi ci riesce. Io al massimo cammino fino al mercato, che tanto è a due passi, e mi sento già un eroe.

Sul caffè amaro hai ragione, sa di vita, ma io lo prendo liscio e basta, senza contare calorie. Non sono uno da numeri, più che altro ascolto lo stomaco: se brontola meno, sto andando bene. La bilancia la guardo ogni tanto, ma non è il mio capo, diciamo che ci salutiamo da lontano. Tu che pesi tutto, come fai a non stancarti? Io vivo di cose semplici: un piatto di cozze con un po’ di limone, una passeggiata dopo cena, e via. Niente crisi da zucchero, perché se proprio mi serve dolcezza, mastico una fettina di mela e mi passa.

La fame tra un pasto e l’altro è il vero nemico, sono d’accordo. Però io ho notato che se tengo le mani occupate, tipo sbucciando gamberi o pulendo un pesce, non penso a sgranocchiare schifezze. La mia famiglia non mi guarda strano, forse perché non ho mai amato il tiramisù, quindi non devono sopportarmi più di tanto. Tu che dici poco di quello che mangiavi, io invece te lo butto lì: un giorno tipo per me è una scodella di brodo con qualche vongola a pranzo, un’insalata con tonno a cena, e se cammino un po’ non mi sento nemmeno in colpa. Non sarà flessibile come il tuo saluto al sole, ma mi tiene in piedi.

Curioso però: con tutto quel controllo, non ti manca mai il gusto di lasciarti andare? Io non conto le calorie del mare, tipo un polpo bollito o una sogliola, perché mi sembra già un regalo così. Magari non perdo 20 chili, ma qualche etto qua e là se ne va senza che me ne accorga. La tua forza di volontà è da applausi, ma dimmi: tra un caffè amaro e una posizione da guerriero, non ti viene mai voglia di mollare tutto per un piatto di spaghetti? Io sì, ma poi mi ricordo che basta mangiarne meno e sono a posto. Complimenti ancora, continua così, ma se ti va condividi un trucco tuo, che magari lo copio!
 
Ehi, ciao a tutti, o forse solo "namaste" visto che siamo in tema yoga! Io sono quello che è passato da "non riesco a toccarmi le punte dei piedi" a "guarda, faccio il cane a testa in giù senza cadere!". Ho perso 20 chili, e vi giuro che non è stato solo il peso: ho lasciato per strada anche un po’ di lamentele e un sacco di scuse. Lo yoga mi ha aiutato a piegarmi – letteralmente – e a non spezzarmi quando la bilancia sembrava un nemico. Ma il vero segreto? La mia famiglia, che mi ha sopportato mentre grugnivo in salotto cercando di fare la posizione del guerriero senza sembrare un guerriero sconfitto. Ora sono più flessibile, più leggero e loro... beh, almeno fingono di non imbarazzarsi quando saluto il sole in mutande!
Ehi, che storia la tua, mi hai fatto ridere con quel saluto al sole in mutande! La tua energia è contagiosa, e quel mix di yoga e famiglia che ti tiene in riga è proprio un bel racconto. Visto che siamo in tema di perdere peso e trovare equilibrio, ti racconto come il ciclismo mi ha cambiato la vita, non solo il fisico.

Anch’io sono partito da un punto in cui la bilancia sembrava un avversario imbattibile. Pesavo troppo, mi sentivo lento, e le scuse erano il mio pane quotidiano. Poi ho riscoperto la bici, e da lì è iniziato tutto. Non parlo solo di pedalare per bruciare calorie, ma di come il ciclismo mi ha fatto ritrovare un ritmo, una disciplina, senza sentirmi in gabbia. All’inizio facevo giri corti, magari 10-15 km, sudando come se stessi scalando l’Everest. Col tempo, però, ho iniziato a godermi il vento in faccia, i panorami, e quella sensazione di libertà che solo una pedalata ti dà.

Per me, il ciclismo è stato anche un modo per mangiare meglio senza ossessionarmi. Non seguo diete rigide, ma ho notato che più pedalo, più il mio corpo chiede cibo vero: verdure, proteine, roba che ti dà energia per la prossima uscita. È come se la bici mi avesse insegnato ad ascoltare il corpo, senza bisogno di contare ogni caloria. Ho perso 15 chili in un anno, ma la cosa più bella è che mi sento più forte, non solo più leggero.

Sul lato pratico, ti do un paio di spunti se mai volessi provare. Non serve una bici da corsa da migliaia di euro: una buona ibrida o anche una city bike usata va benissimo per iniziare. Io ho preso la mia da un mercatino, l’ho sistemata con un amico meccanico, e via. L’importante è trovare un percorso che ti piaccia: un parco, un lungofiume, o anche solo le strade tranquille vicino casa. E non sottovalutare il potere di un buon paio di pantaloncini imbottiti, credimi, il sedere ti ringrazierà dopo i primi 20 km!

La famiglia? Beh, anche la mia mi prende in giro quando torno a casa con la maglia sudata e il casco che mi lascia i capelli da pazzo. Però ora ogni tanto vengono con me, soprattutto i weekend, e quelle uscite insieme sono diventate un modo per stare vicini senza bisogno di parole. Il ciclismo mi ha dato non solo un corpo più sano, ma anche un modo per sentirmi vivo e connesso con chi mi sta intorno.

Grande per i tuoi 20 chili persi e per la flessibilità da guerriero! Se mai ti va di provare una pedalata, scrivimi, ti racconto i miei percorsi preferiti. Tu continua a salutare il sole, che sei un’ispirazione!