Digiuno intermittente 16/8: come ho perso peso senza stressarmi in palestra o a casa

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bric35

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non importa. Voglio raccontarvi come ho perso peso senza impazzire dietro a pesi o tapis roulant, né a casa né in palestra. Il digiuno intermittente 16/8 è stato la mia strada, e no, non serve pregare qualche dio per farlo funzionare – basta un po’ di disciplina e capire cosa si sta facendo.
Io mangiavo in una finestra di 8 ore, tipo dalle 12 alle 20, e per le altre 16 niente, solo acqua, tè o caffè amaro. All’inizio pensavo “impossibile, crollerò”, ma dopo qualche giorno il corpo si abitua. La fame non è un mostro, è solo un segnale che puoi ignorare se sai gestirlo. Ho perso 10 chili in 4 mesi, senza stressarmi a contare calorie o a sudare in una stanza piena di specchi.
Il trucco? Non esagerare con le aspettative. Non è magia, è fisiologia: mangi meno spesso, il corpo usa le riserve di grasso. Punto. Ma ci sono errori da evitare. Primo, non riempirti di schifezze nella finestra alimentare – se ti butti su pizza e gelato ogni giorno, non funziona. Io puntavo su proteine, verdure, roba che sazia. Secondo, non saltare la fase di adattamento: i primi giorni sei nervoso, magari hai mal di testa, ma passa. Terzo, non ossessionarti con la bilancia – il peso fluttua, è normale.
Per me il bello è stato liberarmi dal dover “allenarmi per forza”. A casa o in palestra, il problema è lo stesso: se ti stressi per muoverti, molli. Con il 16/8 ho tagliato il cibo in eccesso senza sentirmi in gabbia. Certo, se vuoi muscoli da bodybuilder, forse non è abbastanza, ma per dimagrire senza dannarti l’anima funziona. E no, non ho mai corso un chilometro né sollevato un bilanciere.
Adattarlo è semplice: trova la tua finestra. Se sei un tipo da colazione, spostala e salta la cena. Se vivi di notte, mangia tardi. L’importante è essere costante, non serve complicarsi la vita con regole assurde. Qualcuno mi chiede “ma non ti senti debole?”. No, dopo l’adattamento avevo più energia di prima, forse perché non ero sempre pieno come un sacco.
Insomma, il digiuno intermittente non è la soluzione a tutto, ma è un modo per perdere peso senza trasformarti in uno schiavo dello sport o della cucina. Se lo provate, dategli tempo e non fate i furbi. Funziona, ma non è un miracolo – i miracoli non esistono, no?
 
Ehi, ciao, o forse no, chi lo sa, mi scuso se rompo il flusso del thread! La tua storia col 16/8 mi ha colpito, sai? Mi ci ritrovo un sacco, anche se io sto portando avanti una sfida diversa, quella dei “100 giorni senza zucchero”. Scusa se devio un po’ dal digiuno, ma credo che ci sia un filo che ci lega, no? Tipo il voler riprendere il controllo su quello che mangiamo, senza stressarci troppo.

Io lo zucchero l’ho tagliato proprio, niente dolci, bibite, roba confezionata con quel sapore finto che ti frega. Le prime due settimane? Un disastro, scusate il termine. Nervosismo, mal di testa, una voglia assurda di buttarmi su una torta intera. Pensavo di non farcela, mi dicevo “ma chi me lo fa fare?”. Però, come dici tu col digiuno, dopo un po’ il corpo si abitua. La “lomka” – scusate, mi scappa qualche parola strana ogni tanto – è passata, e ora sto scoprendo cose che non immaginavo.

Tipo i sapori veri. Hai ragione quando dici che gestendo i segnali del corpo tutto cambia. Io, senza zucchero, ho iniziato a sentire il dolce delle carote, il gusto pieno della frutta matura, persino il caffè amaro che prima schifavo ora mi piace. Scusate se sembro esagerato, ma è come se il palato si fosse svegliato dopo anni di anestesia. E il benessere? Dopo un mese senza quel veleno bianco mi sento più leggero, meno gonfio, con la testa più lucida. Niente palestra, niente corse, solo questa scelta che mi sta cambiando piano piano.

Col tuo 16/8 vedo un sacco di punti in comune: la disciplina, il non esagerare con le schifezze, il dare tempo al corpo. Io nella mia finestra alimentare – che per me è più libera, niente orari fissi – cerco di puntare su cose sane, come te con proteine e verdure. Scusa se lo dico, ma forse il digiuno e il mio “no sugar” potrebbero pure andare a braccetto, no? Magari ci provo un giorno, chissà.

Mi piace che non ti ossessioni con la bilancia, pure io ho smesso di guardarla ogni giorno – scusate, all’inizio ero fissato, ma ora capisco che è inutile. Il peso va giù, sì, ma è l’energia che conta. E pure io, come te, non ho toccato un bilanciere né corso un metro. Scusate se lo ripeto, ma è liberatorio non sentirsi obbligati a sudare per forza.

Insomma, scusate il papiro, ma il tuo post mi ha fatto venir voglia di condividere. Il 16/8 sembra una strada semplice ma tosta, e mi sa che il mio “100 giorni” segue un po’ lo stesso spirito: meno stress, più consapevolezza. Grazie per aver scritto, davvero, e scusate se ho divagato troppo! Tu hai avuto “effetti collaterali” tipo i miei, tipo riscoprire i sapori o robe così?
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Voglio raccontarvi come ho perso peso senza impazzire dietro a pesi o tapis roulant, né a casa né in palestra. Il digiuno intermittente 16/8 è stato la mia strada, e no, non serve pregare qualche dio per farlo funzionare – basta un po’ di disciplina e capire cosa si sta facendo.
Io mangiavo in una finestra di 8 ore, tipo dalle 12 alle 20, e per le altre 16 niente, solo acqua, tè o caffè amaro. All’inizio pensavo “impossibile, crollerò”, ma dopo qualche giorno il corpo si abitua. La fame non è un mostro, è solo un segnale che puoi ignorare se sai gestirlo. Ho perso 10 chili in 4 mesi, senza stressarmi a contare calorie o a sudare in una stanza piena di specchi.
Il trucco? Non esagerare con le aspettative. Non è magia, è fisiologia: mangi meno spesso, il corpo usa le riserve di grasso. Punto. Ma ci sono errori da evitare. Primo, non riempirti di schifezze nella finestra alimentare – se ti butti su pizza e gelato ogni giorno, non funziona. Io puntavo su proteine, verdure, roba che sazia. Secondo, non saltare la fase di adattamento: i primi giorni sei nervoso, magari hai mal di testa, ma passa. Terzo, non ossessionarti con la bilancia – il peso fluttua, è normale.
Per me il bello è stato liberarmi dal dover “allenarmi per forza”. A casa o in palestra, il problema è lo stesso: se ti stressi per muoverti, molli. Con il 16/8 ho tagliato il cibo in eccesso senza sentirmi in gabbia. Certo, se vuoi muscoli da bodybuilder, forse non è abbastanza, ma per dimagrire senza dannarti l’anima funziona. E no, non ho mai corso un chilometro né sollevato un bilanciere.
Adattarlo è semplice: trova la tua finestra. Se sei un tipo da colazione, spostala e salta la cena. Se vivi di notte, mangia tardi. L’importante è essere costante, non serve complicarsi la vita con regole assurde. Qualcuno mi chiede “ma non ti senti debole?”. No, dopo l’adattamento avevo più energia di prima, forse perché non ero sempre pieno come un sacco.
Insomma, il digiuno intermittente non è la soluzione a tutto, ma è un modo per perdere peso senza trasformarti in uno schiavo dello sport o della cucina. Se lo provate, dategli tempo e non fate i furbi. Funziona, ma non è un miracolo – i miracoli non esistono, no?
Ehi, capisco bene il tuo punto! Anch’io ho provato il 16/8 e ti dico, trasferirmi in un posto umido e caldo mi ha fatto sudare già abbastanza, altro che palestra! La finestra 12-20 funziona, ma qui ho dovuto spingere su acqua e robe leggere tipo pesce e verdure – con ‘sto clima, la pizza mi ammazzava. I primi giorni? Un disastro, mal di testa e nervi a fior di pelle, ma poi è andata. Ho perso 7 chili in 3 mesi, senza morire dietro a un tapis roulant sotto il sole. La costanza è tutto, hai ragione, e adattarlo al clima è stato il mio trucco. Niente stress, solo testa!
 
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Ehi, sai che ti capisco fin troppo bene? Il tuo racconto mi ha colpito, perché anch’io ho avuto i miei demoni da affrontare, e non parlo solo della bilancia. Il digiuno intermittente 16/8 è arrivato nella mia vita come un’ancora di salvezza, quando mi sentivo soffocare tra il bisogno di controllarmi e il caos di giornate in cui il cibo era più un rifugio che un nutrimento. Niente ciao allegri, qui c’è solo la verità nuda e cruda: anch’io ho perso peso, 8 chili in 5 mesi, senza toccare un manubrio o sfinirmi su un tappeto di gomma.

La mia finestra? Dalle 13 alle 21, perché la mattina è sempre stata un campo di battaglia tra me e il desiderio di affogare i pensieri in una tazza di latte e biscotti. Le prime due settimane sono state un inferno: fame che mi artigliava lo stomaco, giramenti di testa, e una rabbia che mi faceva quasi tremare. Ma poi, come dici tu, il corpo si arrende, o forse capisce. Non è solo questione di resistere: è imparare a sentire quel vuoto e non lasciarci sopraffare. Acqua, tè nero, un caffè che sa di castigo – quelli erano i miei compagni nelle 16 ore di nulla.

Non mentirò, all’inizio mi sembrava di tradire me stessa. Mangiare solo in quelle 8 ore mi faceva sentire in colpa, come se stessi rompendo un patto con quelle serate dove aprivo il frigo per noia, per ansia, per tutto tranne che per fame vera. Però hai ragione: non serve strafare con le schifezze. Io mi sono aggrappata a pollo, zucchine, un po’ di riso – cose che mi tenevano piena senza farmi sentire un disastro. Qualche volta ho ceduto, una fetta di torta che mi guardava con quegli occhi dolci, ma ho imparato a non lasciarmi travolgere.

Il dramma vero è stato il peso che oscillava. Un giorno giù di mezzo chilo, il giorno dopo su di uno – mi veniva da piangere, da urlare, da mollare tutto. Ma poi ho capito che non era una gara, era un viaggio. Niente palestra, niente corse sotto la pioggia per espiare chissà quale peccato. Solo io, il mio corpo e un timer sul telefono. La libertà di non sentirmi incatenata a un’ellittica o a un’insalata triste è stata la mia vittoria.

Adattarlo è stato un gioco di equilibri. Vivo da sola, il lavoro mi sfinisce, e spesso la cena era il mio momento di crollo emotivo. Spostare tutto più avanti mi ha salvato, anche se a volte mi manca quel rito di sedermi con un piatto caldo alle 19. Eppure, dopo un po’, mi sono accorta che l’energia arrivava lo stesso, forse più chiara, più leggera. Non sono debole, non sono crollata – sono ancora qui, e questo vale più di qualsiasi numero sulla bilancia.

Il tuo consiglio sulla costanza mi ha fatto riflettere. È vero, non è un miracolo, è una scelta. E per chi come me ha passato anni a combattere col cibo non per fame, ma per altro, il 16/8 è stato un modo per riprendermi un pezzo di controllo senza sentirmi in prigione. Non so se lo consiglierei a tutti, ma a chi si sente perso tra un boccone e l’altro sì, direi di provarci. Basta non cedere alla tentazione di riempire quel vuoto con altro, perché il vuoto, a volte, è proprio ciò che ci serve per ricominciare.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Voglio raccontarvi come ho perso peso senza impazzire dietro a pesi o tapis roulant, né a casa né in palestra. Il digiuno intermittente 16/8 è stato la mia strada, e no, non serve pregare qualche dio per farlo funzionare – basta un po’ di disciplina e capire cosa si sta facendo.
Io mangiavo in una finestra di 8 ore, tipo dalle 12 alle 20, e per le altre 16 niente, solo acqua, tè o caffè amaro. All’inizio pensavo “impossibile, crollerò”, ma dopo qualche giorno il corpo si abitua. La fame non è un mostro, è solo un segnale che puoi ignorare se sai gestirlo. Ho perso 10 chili in 4 mesi, senza stressarmi a contare calorie o a sudare in una stanza piena di specchi.
Il trucco? Non esagerare con le aspettative. Non è magia, è fisiologia: mangi meno spesso, il corpo usa le riserve di grasso. Punto. Ma ci sono errori da evitare. Primo, non riempirti di schifezze nella finestra alimentare – se ti butti su pizza e gelato ogni giorno, non funziona. Io puntavo su proteine, verdure, roba che sazia. Secondo, non saltare la fase di adattamento: i primi giorni sei nervoso, magari hai mal di testa, ma passa. Terzo, non ossessionarti con la bilancia – il peso fluttua, è normale.
Per me il bello è stato liberarmi dal dover “allenarmi per forza”. A casa o in palestra, il problema è lo stesso: se ti stressi per muoverti, molli. Con il 16/8 ho tagliato il cibo in eccesso senza sentirmi in gabbia. Certo, se vuoi muscoli da bodybuilder, forse non è abbastanza, ma per dimagrire senza dannarti l’anima funziona. E no, non ho mai corso un chilometro né sollevato un bilanciere.
Adattarlo è semplice: trova la tua finestra. Se sei un tipo da colazione, spostala e salta la cena. Se vivi di notte, mangia tardi. L’importante è essere costante, non serve complicarsi la vita con regole assurde. Qualcuno mi chiede “ma non ti senti debole?”. No, dopo l’adattamento avevo più energia di prima, forse perché non ero sempre pieno come un sacco.
Insomma, il digiuno intermittente non è la soluzione a tutto, ma è un modo per perdere peso senza trasformarti in uno schiavo dello sport o della cucina. Se lo provate, dategli tempo e non fate i furbi. Funziona, ma non è un miracolo – i miracoli non esistono, no?
Ehi, o magari no, chi lo sa. La tua storia con il 16/8 mi ha fatto pensare, perché anch’io ho trovato un mio equilibrio senza impazzire dietro a palestra o diete da contorsionista. Il digiuno intermittente è una base interessante, ma io ci ho messo sopra un po’ di yoga per dare una spinta in più alla questione calorie – senza stress, chiaro, perché altrimenti che senso ha?

Faccio una finestra simile alla tua, dalle 11 alle 19, e nelle ore di digiuno sto su acqua e tè come te. Però, per non annoiarmi e tenere il corpo attivo, infilo yoga con qualche twist che brucia. Non parlo di chissà quali acrobazie: una sequenza di saluti al sole un po’ più veloci, magari con un paio di plank tenuti qualche secondo in più, e il gioco è fatto. Non è cardio da maratona, ma scalda e ti fa sentire che stai facendo qualcosa. Poi, se ho voglia, aggiungo un po’ di pesi leggeri – niente bilancieri da palestra, solo un paio di bottiglie d’acqua o cose che ho in casa. Non serve esagerare, l’importante è muovere il sangue.

La tua idea di non riempirsi di schifezze è sacrosanta. Io punto su roba semplice: uova, verdure, un po’ di riso integrale o pollo. Sazia e non ti fa sentire un monaco in penitenza. Lo yoga aiuta anche qui, perché dopo una pratica decente non hai voglia di rovinarti con un pacco di patatine – è come se il corpo ti dicesse “ok, stiamo bene così”. E hai ragione sui primi giorni: all’inizio ero irritabile, con quel mal di testa che ti fa dubitare di tutto. Poi passa, e ti senti quasi più leggero, anche mentalmente.

Per me il bello è stato incastrare tutto in una settimana senza farmi venire l’ansia da piano militare. Tipo, lunedì e mercoledì yoga un po’ più intenso, con qualche posizione dinamica per spingere sul fiato; altri giorni solo stretching tranquillo per sciogliere. Non conto i minuti, vado a sensazione. Il digiuno lo tengo fisso, ma se una sera c’è un’uscita con amici, sposto la finestra – flessibilità batte rigidità, sempre. Non miro a muscoli scolpiti, ma a stare bene e perdere quel paio di chili che mi davano fastidio. In due mesi sono scesa di 4, niente di folle, ma senza sentirmi in trappola.

Il tuo punto sul non ossessionarsi con la bilancia lo condivido al 100%. Con lo yoga e il 16/8 ho notato che il corpo cambia anche se il numero non crolla subito – ti vedi più tonico, meno gonfio. E l’energia? Dopo l’adattamento, mi sento meno appesantita di quando mangiavo a tutte le ore. Non è un miracolo, come dici tu, ma una questione di testa e costanza. Se qualcuno vuole provarci, direi: partite con una settimana, testate una finestra che vi piace e buttateci dentro un po’ di movimento leggero – yoga o altro, basta che non sia una punizione. Funziona, ma solo se non vi complicate la vita da soli.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Voglio raccontarvi come ho perso peso senza impazzire dietro a pesi o tapis roulant, né a casa né in palestra. Il digiuno intermittente 16/8 è stato la mia strada, e no, non serve pregare qualche dio per farlo funzionare – basta un po’ di disciplina e capire cosa si sta facendo.
Io mangiavo in una finestra di 8 ore, tipo dalle 12 alle 20, e per le altre 16 niente, solo acqua, tè o caffè amaro. All’inizio pensavo “impossibile, crollerò”, ma dopo qualche giorno il corpo si abitua. La fame non è un mostro, è solo un segnale che puoi ignorare se sai gestirlo. Ho perso 10 chili in 4 mesi, senza stressarmi a contare calorie o a sudare in una stanza piena di specchi.
Il trucco? Non esagerare con le aspettative. Non è magia, è fisiologia: mangi meno spesso, il corpo usa le riserve di grasso. Punto. Ma ci sono errori da evitare. Primo, non riempirti di schifezze nella finestra alimentare – se ti butti su pizza e gelato ogni giorno, non funziona. Io puntavo su proteine, verdure, roba che sazia. Secondo, non saltare la fase di adattamento: i primi giorni sei nervoso, magari hai mal di testa, ma passa. Terzo, non ossessionarti con la bilancia – il peso fluttua, è normale.
Per me il bello è stato liberarmi dal dover “allenarmi per forza”. A casa o in palestra, il problema è lo stesso: se ti stressi per muoverti, molli. Con il 16/8 ho tagliato il cibo in eccesso senza sentirmi in gabbia. Certo, se vuoi muscoli da bodybuilder, forse non è abbastanza, ma per dimagrire senza dannarti l’anima funziona. E no, non ho mai corso un chilometro né sollevato un bilanciere.
Adattarlo è semplice: trova la tua finestra. Se sei un tipo da colazione, spostala e salta la cena. Se vivi di notte, mangia tardi. L’importante è essere costante, non serve complicarsi la vita con regole assurde. Qualcuno mi chiede “ma non ti senti debole?”. No, dopo l’adattamento avevo più energia di prima, forse perché non ero sempre pieno come un sacco.
Insomma, il digiuno intermittente non è la soluzione a tutto, ma è un modo per perdere peso senza trasformarti in uno schiavo dello sport o della cucina. Se lo provate, dategli tempo e non fate i furbi. Funziona, ma non è un miracolo – i miracoli non esistono, no?
Ehi, forse non proprio un "ciao" pimpante oggi, ma ci siamo capiti. La tua storia sul 16/8 mi ha colpito, sai? Anch’io sto cercando di perdere peso senza farmi prendere dall’ansia di bilance o attrezzi, e devo dire che il digiuno intermittente sembra una via sensata, almeno per come lo racconti tu. Però, visto che siamo qui a condividere, ti racconto un po’ come sto facendo io, con il mio amore per la dieta mediterranea – che, tra l’altro, si sposa benissimo con questa cosa delle finestre alimentari.

Io sono uno di quelli che non riesce a rinunciare al sapore, quindi nella mia fascia, che per me è tipo dalle 11 alle 19, mi butto su piatti che mi fanno felice ma non mi appesantiscono. Ultimamente sto andando avanti con pesce, verdure e un filo d’olio extravergine d’oliva – roba semplice ma che ti riempie senza gonfiarti. Per esempio, ieri ho fatto un’orata al forno con pomodorini, zucchine grigliate e una spolverata di origano. Niente di complicato, cuoce da sola mentre fai altro, e ti senti sazio senza quella sensazione di “oddio, ho esagerato”. L’olio d’oliva lo uso con la testa, non esagero, ma dà quel gusto che ti fa dimenticare la fame dopo.

La parte delle 16 ore senza cibo mi spaventa ancora un po’, lo ammetto. Tipo, i primi giorni che ho provato, verso le 9 di sera mi sentivo un lupo affamato, pronto a mangiarmi il divano. Però hai ragione, dopo un po’ passa, il corpo si adatta. Io mi aiuto con il tè verde – amaro, certo, ma mi tiene la mente occupata. E poi, sapere che a pranzo mi aspetta qualcosa di buono, come una insalata di polpo con sedano e olive, mi dà la spinta per resistere.

Quello che mi piace della mediterranea con il 16/8 è che non devo contare niente. Non sono uno da calorie, mi stressa solo pensarci. Pesce, verdure, magari un po’ di legumi ogni tanto – ceci o lenticchie, per dire – e sto a posto. Non mi sento in colpa se ogni tanto ci scappa un pezzo di pane integrale, tanto è tutta roba che il corpo usa bene. E, come dici tu, niente schifezze: se sgarro con una pizza, cerco di farla leggera, con tante verdure sopra, non la bomba di formaggio che ti lascia ko.

Il tuo discorso sullo stress dell’allenamento mi risuona tanto. Io non ho mai avuto la forza di volontà per palestra o corse, mi annoio e basta. Con questo approccio, invece, mi sento più leggero senza dover sudare per forza. Certo, non avrò i muscoli di Schwarzenegger, ma non è quello che cerco. Voglio solo guardarmi allo specchio e non sentirmi a disagio, e piano piano ci sto arrivando – perso 6 chili in due mesi, non male per uno che ama mangiare, no?

La finestra la sto ancora aggiustando. All’inizio facevo dalle 12 alle 20 come te, ma sto provando a spostarla un po’ prima perché la sera cedo più facilmente. Magari un giorno ti chiederò consiglio su come gestire le voglie notturne! Per ora, mi sto godendo il fatto che con un piatto di sgombro alla griglia e un’insalata di finocchi posso dimagrire senza sentirmi un martire. Grazie per il racconto, mi ha dato una bella carica per andare avanti – e magari domani provo a condividere la mia ricetta di melanzane ripiene, che ne dici?
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Voglio raccontarvi come ho perso peso senza impazzire dietro a pesi o tapis roulant, né a casa né in palestra. Il digiuno intermittente 16/8 è stato la mia strada, e no, non serve pregare qualche dio per farlo funzionare – basta un po’ di disciplina e capire cosa si sta facendo.
Io mangiavo in una finestra di 8 ore, tipo dalle 12 alle 20, e per le altre 16 niente, solo acqua, tè o caffè amaro. All’inizio pensavo “impossibile, crollerò”, ma dopo qualche giorno il corpo si abitua. La fame non è un mostro, è solo un segnale che puoi ignorare se sai gestirlo. Ho perso 10 chili in 4 mesi, senza stressarmi a contare calorie o a sudare in una stanza piena di specchi.
Il trucco? Non esagerare con le aspettative. Non è magia, è fisiologia: mangi meno spesso, il corpo usa le riserve di grasso. Punto. Ma ci sono errori da evitare. Primo, non riempirti di schifezze nella finestra alimentare – se ti butti su pizza e gelato ogni giorno, non funziona. Io puntavo su proteine, verdure, roba che sazia. Secondo, non saltare la fase di adattamento: i primi giorni sei nervoso, magari hai mal di testa, ma passa. Terzo, non ossessionarti con la bilancia – il peso fluttua, è normale.
Per me il bello è stato liberarmi dal dover “allenarmi per forza”. A casa o in palestra, il problema è lo stesso: se ti stressi per muoverti, molli. Con il 16/8 ho tagliato il cibo in eccesso senza sentirmi in gabbia. Certo, se vuoi muscoli da bodybuilder, forse non è abbastanza, ma per dimagrire senza dannarti l’anima funziona. E no, non ho mai corso un chilometro né sollevato un bilanciere.
Adattarlo è semplice: trova la tua finestra. Se sei un tipo da colazione, spostala e salta la cena. Se vivi di notte, mangia tardi. L’importante è essere costante, non serve complicarsi la vita con regole assurde. Qualcuno mi chiede “ma non ti senti debole?”. No, dopo l’adattamento avevo più energia di prima, forse perché non ero sempre pieno come un sacco.
Insomma, il digiuno intermittente non è la soluzione a tutto, ma è un modo per perdere peso senza trasformarti in uno schiavo dello sport o della cucina. Se lo provate, dategli tempo e non fate i furbi. Funziona, ma non è un miracolo – i miracoli non esistono, no?
Ehi, che bella storia! Il 16/8 è una strada interessante, e mi piace come lo hai spiegato: niente stress, solo costanza. Io invece sono andato sul crudo, tutto raw, e ti dico: anche senza palestra i risultati arrivano. Mangio frutta, verdura, noci, magari un’insalata gigante con avocado e semi, e il corpo ringrazia. La fame? Dopo un po’ non la senti neanche. Ho perso 8 chili così, e mi sento leggero come non mai. Se ti va, prova a mixare il tuo digiuno con qualcosa di crudo nella finestra: sazia da matti e ti dà energia pulita. Grande comunque, continua così!