Esami da fare prima di iniziare una dieta post-infortunio

Switek

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, dopo l’infortunio che mi ha bloccato per mesi, ho messo su parecchi chili. Muovermi era un casino, e il mangiare era l’unica cosa che mi dava un po’ di conforto. Ora che sto riprendendo in mano la situazione, sto cercando di fare le cose per bene. Prima di buttarmi su una dieta seria e sulle mie nuove routine di allenamento adattate, ho deciso di fare degli esami per capire da dove partire. Non voglio rischiare di fare danni, soprattutto dopo tutto quello che ho passato.
Il mio fisiatra mi ha consigliato di controllare almeno glicemia, colesterolo e funzionalità tiroidea, perché l’immobilità può aver sballato qualcosa. Io ho aggiunto anche un check su ferro e vitamina D, visto che ero sempre stanco e non capivo se fosse solo la poca attività o altro. I risultati li ritiro tra qualche giorno, e da lì penso di farmi seguire da un nutrizionista per mettere giù un piano che non mi massacri, ma mi aiuti a tornare in forma. Qualcuno di voi ha fatto esami particolari prima di iniziare? Tipo, cose che magari non ti aspetti ma che poi ti cambiano il modo di impostare la dieta?
Con la gamba ancora non al 100%, sto puntando su esercizi a basso impatto e una dieta che non mi lasci senza energie. Per ora sto tagliando zuccheri e schifezze, ma senza esagerare, perché il corpo deve ancora reggere la riabilitazione. Se avete consigli su come bilanciare il tutto, soprattutto con analisi in mano, mi farebbe comodo leggere le vostre esperienze. Grazie!
 
Ehi, capisco benissimo la tua situazione, ci sono passato anch’io con un infortunio che mi ha tenuto fermo un sacco. Sul discorso esami, hai fatto bene a muoverti in anticipo, ma secondo me stai già coprendo le basi principali con glicemia, colesterolo, tiroide, ferro e vitamina D. Forse, se proprio vuoi scavare, potresti aggiungere un controllo sui livelli di cortisolo, perché lo stress da immobilità e recupero può sballare il metabolismo e farti accumulare peso senza motivo. Però, onestamente, non esagererei con mille analisi: già con questi hai un quadro decente per partire.

Sul piano alimentare, visto che sei in riabilitazione, ti direi di non complicarti la vita con diete super rigide. Io, per esempio, ho iniziato semplicemente mangiando porzioni più piccole e tagliando il “di più” tipo snack e bibite. Non serve fare il matematico con le calorie, basta essere un po’ più attento. Per le energie, invece di puntare su chissà quali integratori, prova a inserire più proteine naturali: uova, pesce, legumi. Ti saziano e ti aiutano con i muscoli senza dover per forza buttarti su polveri o robe simili, che spesso sono più marketing che sostanza. Con la gamba ancora in recupero, pure io punto su camminate leggere e poco altro, e funziona se sei costante ma non ti massacri. Aspetta i risultati, parla col nutrizionista, ma non farti fregare da piani troppo complicati: meno ti stressi, meglio è. Facci sapere come va!
 
Ciao, grazie per il tuo messaggio, mi ritrovo un sacco in quello che dici! Anche io sto affrontando il percorso post-infortunio, e ti dico, non è proprio una passeggiata, soprattutto quando il corpo sembra fare i capricci. Sul tema esami, hai ragione, meglio non esagerare, ma coprire le basi è stata la mia priorità. Io e la mia compagna, che mi sta seguendo in questo percorso di dimagrimento, abbiamo deciso di fare un check completo: glicemia, colesterolo, tiroide, ferro, vitamina D, e sì, abbiamo aggiunto anche il cortisolo come suggerisci tu. Non tanto per ossessionarci, ma perché il recupero mi ha messo sotto stress, e il peso accumulato sembrava non spiegarsi solo con l’immobilità. I risultati sono stati utili: il cortisolo era un po’ altino, ma niente di drammatico, e la vitamina D bassa, quindi ora sto integrando quella.

Sul piano alimentare, stiamo cercando di muoverci in coppia, che devo dire aiuta tantissimo. Non seguiamo diete super complicate, perché, come dici tu, il rischio è stressarsi e mollare tutto. Abbiamo iniziato con un approccio semplice: meno zuccheri, porzioni più controllate, e più piatti fatti in casa. La mia compagna è bravissima a sperimentare ricette con legumi e verdure, e questo mi sta aiutando a non sentire la “fame nervosa” che ogni tanto mi prendeva. Per le proteine, stiamo puntando su pesce, uova e qualche volta carne magra, ma senza esagerare. La cosa bella di farlo in due è che ci motiviamo a vicenda: se uno dei due vuole sgarrare, l’altro lo tiene a bada, ma senza drammi.

Per l’attività fisica, con la gamba ancora in fase di recupero, sto seguendo un piano di riabilitazione leggero: camminate brevi, qualche esercizio di mobilità e stretching che mi ha dato il fisioterapista. La mia compagna, che è più in forma, a volte si allena con me a ritmo lento, oppure facciamo esercizi a corpo libero insieme, tipo quelli per il core che non sovraccaricano le articolazioni. Non è tanto il “quanto” ci alleniamo, ma il fatto di essere costanti e non strafare. In coppia, anche questo sembra meno pesante: ci facciamo due risate, ci prendiamo in giro se uno fa gli esercizi storti, e alla fine ci sentiamo più uniti.

Il nutrizionista ci ha dato qualche dritta, ma niente di troppo rigido: ci ha detto di puntare su un deficit calorico leggero e di non ossessionarci con la bilancia, perché il peso può variare per mille motivi, specie in fase di recupero. Per ora, sto perdendo lentamente, ma la cosa che mi piace di più è che mi sento meno gonfio e con più energie. Fare questo percorso in due sta facendo la differenza: non è solo questione di dieta o allenamento, ma di avere qualcuno che ti capisce e ti sprona senza giudicarti. Tu come stai andando avanti? Hai qualche trucco che ti sta aiutando in questa fase? Fammi sapere!
 
Ehi, che bello leggerti! La tua storia mi ha proprio colpito, soprattutto il fatto di affrontare questo percorso in coppia: sembra davvero una marcia in più. Anche io, come te, sto cercando di rimettermi in carreggiata dopo un infortunio, e ti capisco quando dici che il corpo a volte fa i capricci. Nel mio caso, è stato un problema alla schiena che mi ha tenuto fermo per un po’, e il peso accumulato in quel periodo è stato un bel ostacolo da superare.

Sul tema esami, hai fatto benissimo a coprire le basi. Io all’inizio ero un po’ scettico, pensavo “ma sì, faccio la dieta e via”, ma poi ho capito che partire con un check medico è fondamentale, soprattutto post-infortunio. Ho fatto esami simili ai tuoi: glicemia, colesterolo, tiroide, vitamina D e anche il cortisolo, perché pure io avevo quella sensazione di stress accumulato che sembrava influire sul peso. Risultato? Vitamina D bassissima, come te, e un po’ di squilibrio nella tiroide, niente di grave, ma sto prendendo integratori e tenendo tutto sotto controllo. Questo mi ha aiutato a sentirmi meno “perso” e a capire che il corpo aveva bisogno di un supporto extra per ripartire.

Per quanto riguarda il mio percorso, la mia passione per i fitness marathon online è stata una svolta. Non so se hai mai provato, ma questi programmi di gruppo, anche a distanza, mi danno una carica pazzesca. Non sono il tipo da palestra super seriosa, ma l’idea di seguire un challenge con altre persone, con obiettivi chiari e un po’ di competizione sana, mi motiva un sacco. Dopo l’infortunio, però, ho dovuto adattarmi: niente salti o movimenti troppo intensi per la schiena. Così mi sono buttato su challenge che includono workout leggeri, tipo sessioni di mobilità, yoga flow o esercizi di rinforzo muscolare a basso impatto. Ultimamente, sto seguendo un marathon che ha anche una componente di “movimento ritmico”, una specie di workout che mixa stretching e passi base di danza, senza forzare le articolazioni. Non è proprio ballare, ma quel ritmo mi fa sentire vivo e mi distrae dalla fatica.

Per la dieta, anche io punto sulla semplicità. Niente schemi complicati, perché so che se mi stresso troppo, mollo. Ho ridotto i carboidrati raffinati, tipo pane bianco o dolci, e sto cercando di mangiare più verdure e proteine magre. La mia scoperta recente sono le zuppe: facili da preparare, super versatili e mi tengono sazio senza appesantirmi. Le faccio con lenticchie, ceci o verdure di stagione, e ci aggiungo un po’ di spezie per dare sapore. Per gli spuntini, sto andando di frutta fresca o yogurt greco con qualche noce, che mi salva quando mi viene voglia di sgranocchiare qualcosa. Non vivo con la bilancia in mano, ma come te, noto che mi sento meno gonfio e con più energia, e questo mi basta per andare avanti.

L’attività fisica è dove i marathon mi stanno aiutando di più. Seguo le sessioni online, che di solito durano 20-30 minuti, e mi piace che ci sia sempre un coach che spiega come adattare gli esercizi se hai limitazioni. Per esempio, faccio molti movimenti a corpo libero per rafforzare il core e migliorare la postura, che per la mia schiena è essenziale. Poi, due volte a settimana, aggiungo una camminata di 30-40 minuti, a passo tranquillo, ascoltando musica che mi carica. La parte bella dei marathon è l’atmosfera: c’è un gruppo su Telegram dove ci scambiamo progressi, ci lamentiamo se siamo stanchi, ma ci sproniamo a non mollare. Anche se siamo tutti virtuali, sembra di avere una squadra che tifa per te.

Un trucco che mi sta aiutando? Mettere della musica che mi piace durante gli allenamenti leggeri o anche quando preparo i pasti. Non so perché, ma avere un sottofondo ritmato mi rende tutto più divertente, come se stessi seguendo un passo di danza anche solo mentre taglio le verdure. Non è una cosa super strutturata, ma mi mette di buon umore e mi fa sentire meno “a dieta”.

Tu e la tua compagna come vi organizzate per i pasti? E con gli allenamenti leggeri, hai trovato qualche esercizio che ti piace particolarmente? Mi incuriosisce sapere come vi motivate a vicenda, perché sembra davvero una bella dinamica. Fammi sapere come procedi, e se ti va, magari ti racconto del prossimo marathon che sto per iniziare!