Flessibilità primaverile: come lo yoga mi salva dalle abbuffate di Pasqua!

Lorenzo_87

Membro
6 Marzo 2025
81
10
8
Ragazzi, la primavera è arrivata e con lei il mio solito dramma: le uova di Pasqua mi chiamano come sirene e io, povero atleta amatoriale, rischio di naufragare tra cioccolato e colombe. Ma quest’anno ho un’arma segreta: lo yoga! Non sto scherzando, mi sta salvando da me stesso. Tra una corsa e una pedalata, infilo qualche sessione di downward dog e warrior pose, e vi giuro che mi sento meno incline a saccheggiare il frigo.
La mia routine ultimamente è un mix di sport e zen: al mattino 10 km di corsa per bruciare i peccati del weekend, poi una mezz’ora di yoga per stirare i muscoli e ricordarmi che non sono fatto solo per mangiare. A volte, mentre sono in plank, penso alle lasagne della nonna e mi dico “resisti, che poi tocca risalire in bici con 2 kg in più”. Funziona, eh! La flessibilità che sto guadagnando mi fa sentire leggero, non solo nel corpo ma anche nella testa. Sarà che respirare profondo mi distrae dal pensiero fisso della cioccolata?
Per il mangiare, sto tenendo un piano semplice: proteine magre, verdure ovunque e carboidrati solo quando so che devo spingere sui pedali o in piscina. Ma il trucco vero è lo yoga dopo cena: mi tiene lontano dal divano e da quel pacchetto di taralli che mi fissa dall’armadietto. Insomma, mentre fuori sbocciano i fiori, io provo a sbocciare come atleta senza trasformarmi in un uovo di Pasqua ambulante. Qualcuno di voi sta provando qualcosa di simile o sono l’unico pazzo che saluta il sole per non salutare la dieta?
 
Ragazzi, la primavera è arrivata e con lei il mio solito dramma: le uova di Pasqua mi chiamano come sirene e io, povero atleta amatoriale, rischio di naufragare tra cioccolato e colombe. Ma quest’anno ho un’arma segreta: lo yoga! Non sto scherzando, mi sta salvando da me stesso. Tra una corsa e una pedalata, infilo qualche sessione di downward dog e warrior pose, e vi giuro che mi sento meno incline a saccheggiare il frigo.
La mia routine ultimamente è un mix di sport e zen: al mattino 10 km di corsa per bruciare i peccati del weekend, poi una mezz’ora di yoga per stirare i muscoli e ricordarmi che non sono fatto solo per mangiare. A volte, mentre sono in plank, penso alle lasagne della nonna e mi dico “resisti, che poi tocca risalire in bici con 2 kg in più”. Funziona, eh! La flessibilità che sto guadagnando mi fa sentire leggero, non solo nel corpo ma anche nella testa. Sarà che respirare profondo mi distrae dal pensiero fisso della cioccolata?
Per il mangiare, sto tenendo un piano semplice: proteine magre, verdure ovunque e carboidrati solo quando so che devo spingere sui pedali o in piscina. Ma il trucco vero è lo yoga dopo cena: mi tiene lontano dal divano e da quel pacchetto di taralli che mi fissa dall’armadietto. Insomma, mentre fuori sbocciano i fiori, io provo a sbocciare come atleta senza trasformarmi in un uovo di Pasqua ambulante. Qualcuno di voi sta provando qualcosa di simile o sono l’unico pazzo che saluta il sole per non salutare la dieta?
Ciao a tutti, devo dire che leggerti mi ha fatto sorridere, perché capisco benissimo quel richiamo irresistibile delle uova di Pasqua e delle colombe! La primavera porta sempre quella voglia di rinnovarsi, ma anche il rischio di cedere a qualche tentazione di troppo. La tua idea di usare lo yoga come "arma segreta" mi sembra geniale, e mi piace come stai mescolando sport e un po’ di calma interiore per tenere tutto sotto controllo.

Io invece sono uno di quelli che si è buttato a capofitto nel crossfit, e ti assicuro che anche questo può essere un salvavita quando si parla di non esagerare a tavola. Non so se hai mai provato un WOD – quei workout brevi ma intensissimi che ti fanno sudare sette camicie in venti minuti – ma per me sono diventati la chiave per sentirmi forte e leggero allo stesso tempo. Tipo ieri: dopo una giornata in cui ho rischiato di cedere a un pezzo di pastiera, sono andato al box e ho fatto un circuito di burpees, kettlebell swing e box jump. Risultato? Non solo ho bruciato calorie, ma mi sono sentito così bene che la voglia di dolce è sparita.

La mia routine ultimamente è abbastanza semplice: mi alleno 4-5 volte a settimana, con sessioni che non durano mai più di un’ora, ma ti spingono al limite. Tra un giorno e l’altro, cerco di muovermi comunque – una camminata veloce o qualche squat a casa – perché ho notato che stare fermo mi fa venire più fame. E poi, c’è quella soddisfazione assurda quando ti rendi conto che riesci a sollevare più peso o a fare una ripetizione in più rispetto alla settimana prima. La forza e la resistenza che sto guadagnando mi danno una carica pazzesca, e mi aiutano a non vedere il cibo come un nemico, ma come carburante per spingermi oltre.

Per l’alimentazione, sto cercando di tenere un equilibrio: proteine a ogni pasto, un sacco di verdure e qualche carboidrato prima delle giornate toste in palestra. Però ti confesso che lo yoga di cui parli mi incuriosisce, soprattutto per quella sensazione di leggerezza mentale che descrivi. Magari potrei provare a infilarlo dopo un WOD, per sciogliere i muscoli e magari anche per distrarmi da quel pacchetto di biscotti che ogni tanto mi chiama dalla dispensa! Tu che dici, crossfit e yoga potrebbero convivere? Intanto continuo a macinare allenamenti e a godermi questo senso di energia che mi sta tenendo lontano dal trasformarmi in una colomba pasquale umana. Se qualcuno vuole unirsi a un circuito ad alta intensità, fate un fischio!
 
Ehi Lorenzo, sai che ti dico? Leggerti mi ha fatto quasi arrabbiare, ma non con te, con me stesso! Perché ogni primavera è la stessa storia: arrivano le feste, i tavoli si riempiono di cioccolato e dolci, e io mi ritrovo a combattere con quella vocina che mi dice "mangia, tanto poi recuperi". Il tuo yoga sembra una manna dal cielo, ma io sono più il tipo che ha bisogno di sfogarsi per non cedere, e ti giuro che sto iniziando a perdere la pazienza con queste tentazioni ovunque.

Da un po’ mi sono messo in testa di controllare quello che mangio puntando tutto su quello che coltivo io. Non so se hai mai provato a tirar su pomodori o zucchine sul balcone, ma per me è diventata una specie di missione. Non è solo che so esattamente cosa finisce nel mio piatto, senza schifezze o zuccheri nascosti, ma è anche che quando preparo un’insalata con le mie mani mi sento... non so, più legato a quello che mangio. Mi dà una soddisfazione che mi tiene lontano dalle schifezze industriali. Però, cavolo, non è facile! Pasqua mi ha messo alla prova: mia madre ha fatto una torta di grano che profumava di paradiso, e io lì a pensare ai miei cetrioli e alle mie melanzane per non crollare.

La mia routine adesso è tutta basata su questo: verdure fresche a ogni pasto, qualche proteina magra tipo pollo o legumi che faccio crescere pure quelli, e carboidrati contati, perché sennò mi sento subito gonfio. Non sono un atleta come te, ma cammino tanto, faccio qualche esercizio a casa con dei pesi improvvisati – tipo bottiglie d’acqua, non ridere – e cerco di muovermi il più possibile. Il punto è che coltivare le mie cose mi dà una disciplina che prima non avevo. Se pianto, annaffio e aspetto settimane per un pomodoro, non posso mica rovinare tutto con una colomba in dieci minuti, no? Eppure, ti confesso che a volte è una lotta. Dopo cena, quando sono stanco, quel pacchetto di taralli di cui parli sembra gridarmi pure a me.

Il tuo yoga mi incuriosisce, però. Non sono mai stato uno da posizioni strane, ma se dici che aiuta a non pensare al frigo, quasi quasi ci faccio un pensiero. Magari potrei provare a fare due allungamenti mentre controllo le mie piantine, chissà. Intanto, continuo a sudare per tenere il mio orto e il mio stomaco sotto controllo. Non voglio mica finire l’estate a sentirmi pesante solo perché non ho resistito a un uovo di Pasqua di troppo. Qualcun altro qui si sta facendo il mazzo per non cedere o sono solo io che parlo con le mie zucchine per motivarmi?
 
Ehi, che bella la tua passione per l’orto, mi ha fatto quasi vedere i tuoi pomodori crescere sotto il sole! Sai, leggerti mi ha portato a pensare a come anche io, in un modo diverso, cerco di costruire qualcosa di duraturo, passo dopo passo, con i miei gadget a tenermi la mano. Non sono uno da yoga come Lorenzo, né da piantine come te, ma ti capisco quando parli di quella lotta contro le tentazioni che profumano di casa e tradizione. Pasqua è un campo minato, con tutte quelle torte che sembrano sussurrarti poesie d’amore.

Io mi affido alla tecnologia per non perdermi. Ho un fitness tracker che conta ogni passo, ogni battito, e delle bilance intelligenti che mi mostrano non solo il peso, ma anche come il mio corpo cambia nel tempo. Non è solo una questione di numeri, sai? È come se questi aggeggi mi raccontassero una storia: quella di me che, un giorno alla volta, scelgo di non cedere. Quando il mio braccialetto vibra per dirmi che ho fatto 10.000 passi, è come un applauso silenzioso. E quando l’app mi mostra che sto mangiando più proteine e meno zuccheri, mi sento un po’ come te con le tue zucchine: fiero di qualcosa che sto coltivando, anche se il mio “orto” è fatto di grafici e notifiche.

La mia routine è semplice ma costante. Colazione con fiocchi d’avena misurati dall’app, pranzo con verdure e pollo, cena leggera per non appesantirmi. E poi cammino, tanto, ovunque. Il tracker mi spinge a fare un giro in più, a scegliere le scale invece dell’ascensore. Non è una gara, non voglio diventare un atleta. Voglio solo guardarmi allo specchio fra mesi, magari anni, e sapere che non ho lasciato che un uovo di cioccolato scrivesse la mia storia al posto mio. Certo, non è sempre facile. Dopo una giornata lunga, anche a me quei taralli sembrano cantare. Ma poi guardo il grafico dei miei progressi, vedo la linea che scende lenta ma sicura, e mi dico: “Non ora, non oggi.”

Il tuo parlare di yoga e piantine mi fa pensare che magari potrei provare qualcosa di nuovo, tipo meditare per cinque minuti con un’app mentre controllo i miei dati. Chissà, forse un giorno ci scambieremo consigli: tu mi parli di melanzane, io ti racconto del mio ultimo traguardo di passi. Intanto, continua a parlare con le tue zucchine, che a quanto pare ti ascoltano bene. E no, non sei solo: siamo in tanti a costruire, un pomodoro o un passo alla volta, qualcosa che duri oltre l’estate.