Ehi, ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, miei compagni di bilancia digitale"! Insomma, eccomi qua, uno che fino a qualche mese fa considerava "attività fisica" il tragitto dal divano al frigo. Poi è arrivato lui, il mio fitness tracker, un aggeggio che all’inizio ho preso più per curiosità che per altro. Pensavo: "Figo, mi dice quante volte respiro mentre guardo la serie TV". E invece, sorpresa, mi ha tirato fuori da quel buco nero di cuscini e patatine.
Non sto scherzando, questo coso è un ficcanaso tecnologico. Ti conta i passi, ti misura il battito, ti dice pure se hai dormito come un ghiro o se hai russato come un trattore. All’inizio lo ignoravo, ma poi ha iniziato a darmi quei colpetti virtuali tipo "ehi, amico, hai fatto 200 passi oggi, forse è ora di alzarti?". E niente, mi sono ritrovato a camminare per casa come un ossesso solo per far tacere quella vocina digitale. Da lì è stato un escalation: prima il giro dell’isolato, poi il parco, e ora sono quello che si vanta di fare 10.000 passi senza nemmeno accorgersene.
Le vere star, però, sono le app collegate. Ti fanno vedere grafici, curve, statistiche... roba che neanche un matematico capirebbe, ma ti senti un genio quando il tuo "trend calorico" va giù. E poi ci sono le bilance smart: ti pesano, ti analizzano, ti dicono quanta acqua hai nel corpo e quanta pizza di troppo. La mia mi ha fatto quasi paura la prima volta, sembrava sapesse più cose di me di mia madre. Però, devo dirlo, vedere quei numerini scendere settimana dopo settimana è una botta di adrenalina che nemmeno il caffè doppio.
La parte buffa? Questo aggeggio mi ha evitato un sacco di prediche. Prima mi vedevo già nello studio di un dottore, con lui che mi guardava storto mentre mi diceva "lei deve muoversi di più". Ora invece ho i dati dalla mia: "Guardi, dottore, ho fatto 8 km ieri, non mi serve il suo stetoscopio per sapere che sto bene!". Certo, non è che sono diventato un atleta olimpico, ma almeno il divano non ha più la mia forma incisa sopra. E tutto grazie a un braccialetto che sembra uscito da un film di fantascienza. Chi l’avrebbe mai detto?
Non sto scherzando, questo coso è un ficcanaso tecnologico. Ti conta i passi, ti misura il battito, ti dice pure se hai dormito come un ghiro o se hai russato come un trattore. All’inizio lo ignoravo, ma poi ha iniziato a darmi quei colpetti virtuali tipo "ehi, amico, hai fatto 200 passi oggi, forse è ora di alzarti?". E niente, mi sono ritrovato a camminare per casa come un ossesso solo per far tacere quella vocina digitale. Da lì è stato un escalation: prima il giro dell’isolato, poi il parco, e ora sono quello che si vanta di fare 10.000 passi senza nemmeno accorgersene.
Le vere star, però, sono le app collegate. Ti fanno vedere grafici, curve, statistiche... roba che neanche un matematico capirebbe, ma ti senti un genio quando il tuo "trend calorico" va giù. E poi ci sono le bilance smart: ti pesano, ti analizzano, ti dicono quanta acqua hai nel corpo e quanta pizza di troppo. La mia mi ha fatto quasi paura la prima volta, sembrava sapesse più cose di me di mia madre. Però, devo dirlo, vedere quei numerini scendere settimana dopo settimana è una botta di adrenalina che nemmeno il caffè doppio.
La parte buffa? Questo aggeggio mi ha evitato un sacco di prediche. Prima mi vedevo già nello studio di un dottore, con lui che mi guardava storto mentre mi diceva "lei deve muoversi di più". Ora invece ho i dati dalla mia: "Guardi, dottore, ho fatto 8 km ieri, non mi serve il suo stetoscopio per sapere che sto bene!". Certo, non è che sono diventato un atleta olimpico, ma almeno il divano non ha più la mia forma incisa sopra. E tutto grazie a un braccialetto che sembra uscito da un film di fantascienza. Chi l’avrebbe mai detto?