Ragazzi, sapete qual è la vera libertà? Decidere cosa mangiare solo quando ne ho voglia, ma con il mio coach online che mi tiene d’occhio. Sono nel mezzo di questo programma da un po’ ormai, e vi dico com’è andata finora con la pianificazione dei pasti. Spoiler: funziona, ma solo perché sono io a dettare le regole.
Il coach mi manda questi piani dettagliati ogni settimana: tipo “colazione con yogurt greco e frutta”, “pranzo con riso integrale e pollo”, “cena leggera con verdure”. Carino, no? Ma io, onestamente, li seguo solo se mi gira. Se ho voglia di una carbonara, me la faccio, e poi gli scrivo “ops, oggi ho sgarrato”. Lui non si arrabbia, mi risponde con robe tipo “ok, aggiustiamo il tiro domani” o “fai 20 minuti di corsa per bilanciare”. È come avere un babysitter, ma uno che non rompe troppo le scatole.
Il lato positivo? Non devo pensare a niente. Mi arriva tutto pronto: lista della spesa, calorie contate, persino i tempi di cottura. La mia testa è libera per cose più importanti, tipo scegliere quale playlist mettere mentre corro. E sì, sto vedendo risultati: i jeans mi entrano meglio, e le gambe sono più toniche. Il dietologo poi è un genio, mi ha fatto scoprire che posso mangiare cose buone senza sentirmi in colpa, tipo avocado con un po’ di sale – chi lo sapeva che era così semplice?
Ma ci sono anche i contro, eh. A volte mi stufo di sentirmi dire “bevi più acqua” o “non saltare la colazione”. Cioè, lo so, ma se voglio un caffè e basta alle 7 di mattina, non mi va di sentirmi giudicata da uno schermo. E poi le videochiamate: ok, sono comode, non devo uscire di casa, ma ogni tanto mi scoccia accendere la webcam e fare la brava mentre mi controllano il diario alimentare. L’ultima volta gli ho detto “guarda, questa settimana ho mangiato quello che mi pareva, analizza questo!” e lui, tranquillo, mi ha risposto con un piano per “recuperare”. Mitico.
Comunque, l’altro giorno mi ha mandato un’idea per una bowl post-allenamento: quinoa, salmone affumicato, un po’ di hummus e spinaci. L’ho provata, più che altro perché avevo fame dopo una corsa, e devo dire: non male. M
Il coach mi manda questi piani dettagliati ogni settimana: tipo “colazione con yogurt greco e frutta”, “pranzo con riso integrale e pollo”, “cena leggera con verdure”. Carino, no? Ma io, onestamente, li seguo solo se mi gira. Se ho voglia di una carbonara, me la faccio, e poi gli scrivo “ops, oggi ho sgarrato”. Lui non si arrabbia, mi risponde con robe tipo “ok, aggiustiamo il tiro domani” o “fai 20 minuti di corsa per bilanciare”. È come avere un babysitter, ma uno che non rompe troppo le scatole.
Il lato positivo? Non devo pensare a niente. Mi arriva tutto pronto: lista della spesa, calorie contate, persino i tempi di cottura. La mia testa è libera per cose più importanti, tipo scegliere quale playlist mettere mentre corro. E sì, sto vedendo risultati: i jeans mi entrano meglio, e le gambe sono più toniche. Il dietologo poi è un genio, mi ha fatto scoprire che posso mangiare cose buone senza sentirmi in colpa, tipo avocado con un po’ di sale – chi lo sapeva che era così semplice?
Ma ci sono anche i contro, eh. A volte mi stufo di sentirmi dire “bevi più acqua” o “non saltare la colazione”. Cioè, lo so, ma se voglio un caffè e basta alle 7 di mattina, non mi va di sentirmi giudicata da uno schermo. E poi le videochiamate: ok, sono comode, non devo uscire di casa, ma ogni tanto mi scoccia accendere la webcam e fare la brava mentre mi controllano il diario alimentare. L’ultima volta gli ho detto “guarda, questa settimana ho mangiato quello che mi pareva, analizza questo!” e lui, tranquillo, mi ha risposto con un piano per “recuperare”. Mitico.
Comunque, l’altro giorno mi ha mandato un’idea per una bowl post-allenamento: quinoa, salmone affumicato, un po’ di hummus e spinaci. L’ho provata, più che altro perché avevo fame dopo una corsa, e devo dire: non male. M