La mia danza con pesce e olio d’oliva: la famiglia mi applaude mentre dimagrisco!

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sjoep

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di forchetta e bilancia"! Oggi mi sento un po’ poeta, un po’ cuoco e soprattutto un trionfatore in ciabatte! La mia avventura con la dieta mediterranea è diventata una specie di spettacolo casalingo: immaginatevi me, in cucina, che volteggio tra padelle di pesce e cascate di olio d’oliva, mentre la mia famiglia – sì, proprio loro, i miei critici più severi – mi guarda con occhi sgranati e finisce per battere le mani come se fossi sul palco di un teatro!
Tutto è iniziato qualche mese fa, quando ho deciso di dire "basta" ai chili di troppo e "benvenuto" a un piatto di sgombro grigliato con pomodorini che esplodono di sapore. La mia ricetta del cuore? Prendete un bel filetto di orata – fresca, mi raccomando, che profumi di mare – spalmatelo con un filo d’olio extravergine (il mio è quello buono, della zia Teresa, che sembra oro liquido), un pizzico di sale, un po’ di origano e una spruzzata di limone. Accanto, una montagna di zucchine e melanzane tagliate a cubetti, saltate in padella con aglio e un altro goccio d’olio – perché, diciamocelo, l’olio d’oliva è il re della festa! Dieci minuti in forno e voilà: un piatto che sembra un dipinto e che mi fa sentire leggero come una brezza estiva.
La bilancia ormai è mia amica: meno 8 chili in tre mesi, e non ho nemmeno dovuto rinunciare al gusto! Ma il vero premio? La mia famiglia. Mio marito, che prima storceva il naso davanti al pesce, ora mi chiede “quando fai quel tuo branzino magico?”. I miei figli, che di solito vivono di pasta al burro, hanno iniziato a rubarmi i pomodorini dal piatto gridando “mamma, sembra un ristorante!”. E mia suocera – oh, la suocera! – mi ha persino detto “brava, hai portato il sole in tavola”. Vi rendete conto? È come vincere un Oscar!
Non fraintendetemi, non è sempre una passeggiata: ci sono giorni in cui sogno una lasagna alta tre piani, ma poi penso al profumo del rosmarino sulle mie verdure e al fatto che i miei jeans preferiti non solo mi entrano, ma mi stanno pure larghi! E poi c’è quel momento magico, la sera, quando ci sediamo tutti insieme a tavola e il pesce sparisce dai piatti in un lampo. Non è solo dimagrire, è sentirsi vivi, amati e – lasciatemelo dire – un po’ divi della cucina!
Voi che ne dite? Qual è il vostro piatto mediterraneo del cuore? Io sono qui, pronta a prendere appunti tra un applauso e l’altro!
 
Ciao a tutti, o forse dovrei dire "salve, compagni di forchetta e bilancia"! Oggi mi sento un po’ poeta, un po’ cuoco e soprattutto un trionfatore in ciabatte! La mia avventura con la dieta mediterranea è diventata una specie di spettacolo casalingo: immaginatevi me, in cucina, che volteggio tra padelle di pesce e cascate di olio d’oliva, mentre la mia famiglia – sì, proprio loro, i miei critici più severi – mi guarda con occhi sgranati e finisce per battere le mani come se fossi sul palco di un teatro!
Tutto è iniziato qualche mese fa, quando ho deciso di dire "basta" ai chili di troppo e "benvenuto" a un piatto di sgombro grigliato con pomodorini che esplodono di sapore. La mia ricetta del cuore? Prendete un bel filetto di orata – fresca, mi raccomando, che profumi di mare – spalmatelo con un filo d’olio extravergine (il mio è quello buono, della zia Teresa, che sembra oro liquido), un pizzico di sale, un po’ di origano e una spruzzata di limone. Accanto, una montagna di zucchine e melanzane tagliate a cubetti, saltate in padella con aglio e un altro goccio d’olio – perché, diciamocelo, l’olio d’oliva è il re della festa! Dieci minuti in forno e voilà: un piatto che sembra un dipinto e che mi fa sentire leggero come una brezza estiva.
La bilancia ormai è mia amica: meno 8 chili in tre mesi, e non ho nemmeno dovuto rinunciare al gusto! Ma il vero premio? La mia famiglia. Mio marito, che prima storceva il naso davanti al pesce, ora mi chiede “quando fai quel tuo branzino magico?”. I miei figli, che di solito vivono di pasta al burro, hanno iniziato a rubarmi i pomodorini dal piatto gridando “mamma, sembra un ristorante!”. E mia suocera – oh, la suocera! – mi ha persino detto “brava, hai portato il sole in tavola”. Vi rendete conto? È come vincere un Oscar!
Non fraintendetemi, non è sempre una passeggiata: ci sono giorni in cui sogno una lasagna alta tre piani, ma poi penso al profumo del rosmarino sulle mie verdure e al fatto che i miei jeans preferiti non solo mi entrano, ma mi stanno pure larghi! E poi c’è quel momento magico, la sera, quando ci sediamo tutti insieme a tavola e il pesce sparisce dai piatti in un lampo. Non è solo dimagrire, è sentirsi vivi, amati e – lasciatemelo dire – un po’ divi della cucina!
Voi che ne dite? Qual è il vostro piatto mediterraneo del cuore? Io sono qui, pronta a prendere appunti tra un applauso e l’altro!
Ehi, che bello leggerti! La tua energia mi ha fatto quasi venir voglia di alzarmi e mettermi a cucinare subito, altro che ciabatte! Sai, anche io sono un’appassionata della buona tavola, ma da quando seguo il metodo Montignac ho scoperto che si può mangiare da re senza pentirsi dopo sulla bilancia. Altro che solo pesce e olio d’oliva – qui si parla di scegliere i carboidrati giusti, quelli che non ti fanno impennare la glicemia e ti tengono sazio più a lungo.

La tua orata con pomodorini sembra un sogno, e l’olio della zia Teresa dev’essere una poesia – lo immagino già profumare di ulivi e sole. Però, se mi permetti, ti consiglio di provarla con un contorno di verdure a basso indice glicemico, tipo i tuoi cubetti di zucchine, ma magari senza mischiare troppi grassi e carboidrati nello stesso pasto. Montignac direbbe che così il corpo lavora meglio e brucia di più – e fidati, funziona! Io, per dire, ieri ho fatto un’insalata di ceci (pochi, eh, che hanno un IG medio) con rucola, finocchi e un filo d’olio extravergine. Semplice, ma mi ha fatto sentire leggera e piena di energia per tutto il giorno.

Perdere 8 chili in tre mesi è un trionfo, altro che spettacolo casalingo – qui sei da standing ovation! E capisco benissimo quel momento in cui la famiglia ti guarda con occhi nuovi: anche il mio compagno, che all’inizio mi prendeva in giro per le mie “tabelle strane”, ora aspetta la mia zuppa di lenticchie come se fosse un evento. Il trucco di Montignac è che non conti calorie come un matematico impazzito, ma impari a conoscere i cibi. Tipo: via libera a pesce, verdure e legumi con IG sotto il 50, e giù le mani da patate e pane bianco che mandano la glicemia alle stelle.

Il mio piatto mediterraneo del cuore? Direi un bel filetto di salmone grigliato con erbette, accompagnato da cicoria ripassata in padella con aglio e un goccio d’olio. È il mio “premio” dopo una giornata di corse, e giuro che mi fa sentire come te: viva, leggera e pure un po’ diva! Tu che ne pensi, hai mai provato a guardare l’indice glicemico dei tuoi ingredienti? Fammi sapere, sono curiosa dei tuoi prossimi piatti da applauso!
 
Ehi, che bello leggerti! La tua energia mi ha fatto quasi venir voglia di alzarmi e mettermi a cucinare subito, altro che ciabatte! Sai, anche io sono un’appassionata della buona tavola, ma da quando seguo il metodo Montignac ho scoperto che si può mangiare da re senza pentirsi dopo sulla bilancia. Altro che solo pesce e olio d’oliva – qui si parla di scegliere i carboidrati giusti, quelli che non ti fanno impennare la glicemia e ti tengono sazio più a lungo.

La tua orata con pomodorini sembra un sogno, e l’olio della zia Teresa dev’essere una poesia – lo immagino già profumare di ulivi e sole. Però, se mi permetti, ti consiglio di provarla con un contorno di verdure a basso indice glicemico, tipo i tuoi cubetti di zucchine, ma magari senza mischiare troppi grassi e carboidrati nello stesso pasto. Montignac direbbe che così il corpo lavora meglio e brucia di più – e fidati, funziona! Io, per dire, ieri ho fatto un’insalata di ceci (pochi, eh, che hanno un IG medio) con rucola, finocchi e un filo d’olio extravergine. Semplice, ma mi ha fatto sentire leggera e piena di energia per tutto il giorno.

Perdere 8 chili in tre mesi è un trionfo, altro che spettacolo casalingo – qui sei da standing ovation! E capisco benissimo quel momento in cui la famiglia ti guarda con occhi nuovi: anche il mio compagno, che all’inizio mi prendeva in giro per le mie “tabelle strane”, ora aspetta la mia zuppa di lenticchie come se fosse un evento. Il trucco di Montignac è che non conti calorie come un matematico impazzito, ma impari a conoscere i cibi. Tipo: via libera a pesce, verdure e legumi con IG sotto il 50, e giù le mani da patate e pane bianco che mandano la glicemia alle stelle.

Il mio piatto mediterraneo del cuore? Direi un bel filetto di salmone grigliato con erbette, accompagnato da cicoria ripassata in padella con aglio e un goccio d’olio. È il mio “premio” dopo una giornata di corse, e giuro che mi fa sentire come te: viva, leggera e pure un po’ diva! Tu che ne pensi, hai mai provato a guardare l’indice glicemico dei tuoi ingredienti? Fammi sapere, sono curiosa dei tuoi prossimi piatti da applauso!
Ehi, sjoep, mi hai fatto quasi venir fame con quel tuo racconto da chef ballerina! Altro che pesce e olio d’oliva, qui c’è profumo di vittoria e applausi meritati. Io invece sono quella fissata col metodo della ta-rel-la – sì, proprio così, la divido come fosse un’opera d’arte: metà verdure croccanti, un quarto di proteine che sanno di casa e un quarto di carboidrati che non mi fanno litigare con la bilancia. Niente di complicato, ma ti giuro che funziona, e pure la mia famiglia ha smesso di guardarmi storto.

La tua orata con pomodorini e l’olio della zia Teresa mi ha ispirato, sai? Oggi ho provato a fare qualcosa di simile, ma seguendo le mie regolette. Ho preso un piatto bello grande – perché l’occhio vuole la sua parte – e l’ho riempito così: metà con finocchi e cavolo nero saltati in padella con un filo d’olio (giusto per non tradire il re della cucina mediterranea), un quarto con un filetto di merluzzo cotto al vapore con limone e prezzemolo, e l’altro quarto con un po’ di quinoa, che è leggera e non mi appesantisce. Risultato? Sembra un quadro, profuma di mare e campagna insieme, e quando l’ho messo in tavola mio fratello ha detto “ma che, siamo al ristorante?”. Mica male per una che fino a un anno fa viveva di pizza surgelata!

Il bello di questo metodo è che mi sta insegnando a domare le porzioni senza sentirmi una martire. All’inizio facevo fatica, lo ammetto: guardavo quella metà di verdure e pensavo “ma dove sono finiti i miei spaghetti?”. Poi, piano piano, ho capito che se riempio il piatto di colori – zucchine, peperoni, spinaci – mi sazio prima e non ho voglia di buttarmi sul divano con sensi di colpa. La bilancia ringrazia: meno 6 chili in quattro mesi, non un record da Oscar come il tuo, ma per me è già un film a lieto fine. E il trucco è che non mi sembra nemmeno una dieta, ma più un gioco per vedere quanta roba buona riesco a infilare in quel cerchio di ceramica.

Il tuo branzino magico e i pomodorini rubati dai figli mi hanno fatto sorridere – capisco bene quella soddisfazione di vedere i piatti vuoti e le facce contente. Io punto molto sulle verdure per conquistare i miei: ieri ho fatto una teglia di carote e cipolle al forno con un po’ di timo, e mia madre, che di solito vive di pasta al pomodoro, ha detto “beh, quasi quasi ci fai vedere un’altra di queste magie”. Piccole vittorie, no? Certo, ogni tanto sogno un tiramisù grande come la mia testa, ma poi mi ricordo che con una bella insalata di rucola e un pezzo di pollo grigliato sto bene lo stesso, e i jeans non mentono.

Dimmi un po’, hai mai provato a dividere la tua ta-rel-la così? Magari con quel tuo pesce da standing ovation ci starebbe benissimo una montagna di verdure colorate e un pugnetto di riso integrale. Io sono qui con la forchetta pronta, aspetto di sapere com’è andata – e magari ti rubo qualche idea per il mio prossimo piatto da applauso! Qual è la tua verdura preferita da mettere in scena?
 
Ma ciao, messinese35, ti leggo e mi viene un nervoso che non ti dico! Tutti questi racconti di piatti perfetti, orate da sogno e bilance che scendono come per magia… e io qui, ancora a combattere con la mia pigrizia che mi tiene incollata al divano. “Come заставить себя начать?” me lo chiedo ogni santo giorno, e poi vedo te con i tuoi 8 chili giù in tre mesi e mi sale il sangue al cervello. Non fraintendermi, sono contenta per te, ma io sono stufa di partire con mille buoni propositi e ritrovarmi dopo due settimane con la solita pancia e zero energia.

La tua storia del salmone con cicoria e del Montignac che ti fa sentire una diva mi fa quasi invidia. Io ci provo, eh, a mettermi in riga. Tipo ieri: mi sono detta “basta, oggi si cambia musica”. Ho preso una padella, ci ho buttato dentro un po’ di zucchine tagliate a cubetti – sì, quelle che dici tu – con un goccio d’olio della zia Teresa (beh, non proprio, il mio è del supermercato, ma fa lo stesso), e poi ho aggiunto un pezzo di petto di pollo alla griglia. Niente carboidrati, che quelli mi fanno gonfiare come un pallone e poi mi ritrovo a pesare di più di prima. Ho mangiato, mi sono sentita bene per tipo cinque minuti, e poi? La tentazione di aprire il frigo e cercare qualcosa di dolce mi ha fregata di nuovo. È sempre così, un passo avanti e due indietro.

Tu parli di indice glicemico, di verdure che saziano, e io annuisco davanti allo schermo, ma poi nella pratica è un disastro. La mia piccola vittoria di oggi è stata non ordinare la pizza, ma non so quanto durerà. Mi irrita questa cosa di sapere cosa dovrei fare – pesce, verdure, poca roba pesante – e non riuscire a metterla in pratica. La tua ta-rel-la divisa mi sembra una genialata, ma quando ci provo io finisce che il quarto di proteine diventa mezzo piatto e le verdure spariscono sotto una montagna di scuse. “Domani faccio meglio”, mi dico, e invece domani è uguale a ieri.

Il tuo filetto di merluzzo con finocchi e quinoa mi ha fatto venire un’idea, però. Magari potrei provarci sul serio, ma con qualcosa che mi piace davvero, tipo un bel pezzo di sgombro – che adoro quel sapore forte – con un mucchio di spinaci saltati e un po’ di riso integrale, giusto per non sentirmi a dieta punitiva. Però mi serve un trucco per non mollare dopo tre giorni, perché questa storia di dimagrire e poi riprendere tutto con gli interessi mi ha stufata. Tu come fai a non cedere? La famiglia che applaude aiuta, lo capisco, ma qui i miei al massimo mi chiedono “dov’è il pane?”.

La mia verdura del cuore è il cavolo nero, mi piace quel gusto un po’ amaro che si sposa col pesce, ma devo ancora imparare a farne un protagonista, non una comparsa. Tu hai qualche segreto per non stancarti di queste cose? Perché io parto gasata e poi mi ritrovo a fissare il piatto con la faccia di chi preferirebbe una lasagna. Fammi sapere, magari mi dai la spinta che mi serve per non arrendermi stavolta.
 
Ma ciao, messinese35, ti leggo e mi viene un nervoso che non ti dico! Tutti questi racconti di piatti perfetti, orate da sogno e bilance che scendono come per magia… e io qui, ancora a combattere con la mia pigrizia che mi tiene incollata al divano. “Come заставить себя начать?” me lo chiedo ogni santo giorno, e poi vedo te con i tuoi 8 chili giù in tre mesi e mi sale il sangue al cervello. Non fraintendermi, sono contenta per te, ma io sono stufa di partire con mille buoni propositi e ritrovarmi dopo due settimane con la solita pancia e zero energia.

La tua storia del salmone con cicoria e del Montignac che ti fa sentire una diva mi fa quasi invidia. Io ci provo, eh, a mettermi in riga. Tipo ieri: mi sono detta “basta, oggi si cambia musica”. Ho preso una padella, ci ho buttato dentro un po’ di zucchine tagliate a cubetti – sì, quelle che dici tu – con un goccio d’olio della zia Teresa (beh, non proprio, il mio è del supermercato, ma fa lo stesso), e poi ho aggiunto un pezzo di petto di pollo alla griglia. Niente carboidrati, che quelli mi fanno gonfiare come un pallone e poi mi ritrovo a pesare di più di prima. Ho mangiato, mi sono sentita bene per tipo cinque minuti, e poi? La tentazione di aprire il frigo e cercare qualcosa di dolce mi ha fregata di nuovo. È sempre così, un passo avanti e due indietro.

Tu parli di indice glicemico, di verdure che saziano, e io annuisco davanti allo schermo, ma poi nella pratica è un disastro. La mia piccola vittoria di oggi è stata non ordinare la pizza, ma non so quanto durerà. Mi irrita questa cosa di sapere cosa dovrei fare – pesce, verdure, poca roba pesante – e non riuscire a metterla in pratica. La tua ta-rel-la divisa mi sembra una genialata, ma quando ci provo io finisce che il quarto di proteine diventa mezzo piatto e le verdure spariscono sotto una montagna di scuse. “Domani faccio meglio”, mi dico, e invece domani è uguale a ieri.

Il tuo filetto di merluzzo con finocchi e quinoa mi ha fatto venire un’idea, però. Magari potrei provarci sul serio, ma con qualcosa che mi piace davvero, tipo un bel pezzo di sgombro – che adoro quel sapore forte – con un mucchio di spinaci saltati e un po’ di riso integrale, giusto per non sentirmi a dieta punitiva. Però mi serve un trucco per non mollare dopo tre giorni, perché questa storia di dimagrire e poi riprendere tutto con gli interessi mi ha stufata. Tu come fai a non cedere? La famiglia che applaude aiuta, lo capisco, ma qui i miei al massimo mi chiedono “dov’è il pane?”.

La mia verdura del cuore è il cavolo nero, mi piace quel gusto un po’ amaro che si sposa col pesce, ma devo ancora imparare a farne un protagonista, non una comparsa. Tu hai qualche segreto per non stancarti di queste cose? Perché io parto gasata e poi mi ritrovo a fissare il piatto con la faccia di chi preferirebbe una lasagna. Fammi sapere, magari mi dai la spinta che mi serve per non arrendermi stavolta.
Ehi, capisco quel mix di invidia e frustrazione, ci sono passato anch’io! Il trucco per non mollare? Per me è il running: fissare un obiettivo, tipo una 10 km, e usare il pulsometro per tenere il ritmo mi dà la carica. Sul cibo, prova a rendere il cavolo nero il tuo alleato: io lo salto con sgombro e un po’ di limone, così non mi sembra “dieta”. Parti con porzioni piccole, ma gustose, e segnati i progressi, anche minimi. La famiglia può non capire, ma tu punta al tuo traguardo!