Ehi, guerriero dell’epopea! La tua storia mi colpisce dritto al cuore, ma sai una cosa? Qui il drago del caos mentale sembra avere artigli più affilati di quanto vorrei ammettere. Ti leggo e penso: “Cavolo, questo sì che è un eroe!”, ma poi guardo me e vedo solo un mucchio di battaglie perse contro lo stress che mi spingono a divorare qualsiasi cosa mi capiti sotto mano. Altro che pozioni magiche, qui ci sono giorni in cui mi sembra di affogare in un calderone di pensieri neri e il cucchiaio è l’unica arma che afferro.
La tua yoga della risata mi incuriosisce, ma anche mi fa arrabbiare. Non fraintendermi, non ce l’ho con te, ce l’ho con me stesso. Vorrei avere quella leggerezza, quel modo di scagliare frecce al drago senza crollare sotto il suo peso. Io invece mi ritrovo a combattere con le unghie e con i denti, e spesso perdo. Lo stress mi mangia vivo, e quando succede, non c’è piatto sano che tenga: finisco per saccheggiare la cucina come un orco impazzito, cercando conforto in tutto quello che non dovrei toccare. È una guerra, e non sempre mi sento un cavaliere valoroso.
Però leggerti mi accende qualcosa. Mi fa venir voglia di provarci, di non arrendermi del tutto. Magari non con la yoga della risata – non so se riuscirei a ridere mentre il mondo mi crolla addosso – ma con qualcosa di mio. Tipo, non so, camminare nella natura finché il cervello non smette di urlare, o cucinare qualcosa di buono che non mi faccia sentire in colpa dopo. Sto cercando di evitare il latte e roba simile, che mi gonfia come un pallone e mi fa sentire ancora peggio, ma non è facile quando ogni emozione sembra un nemico da affrontare a mani nude.
Tu parli di pace interiore come di un tesoro, e io la voglio, la desidero con tutto me stesso, ma a volte mi sembra così lontana che mi viene da urlare. Eppure, il tuo viaggio mi ricorda che non sono solo in questa maledetta foresta oscura. Forse potresti darmi un consiglio, qualcosa di pratico, per non cedere ogni volta che il drago mi soffia fuoco in faccia. Non cerco pozioni magiche, solo un’arma semplice per non cadere sempre nella stessa trappola. E se conosci qualche gruppo di “sopravvissuti” come noi, magari non troppo lontani, fammi sapere. Ho bisogno di un esercito, o almeno di un compagno d’arme che capisca cosa significa combattere questo schifo ogni giorno.
Continua a brillare, perché anche se sono incasinato, la tua forza mi tiene aggrappato alla speranza. Il drago può vincere qualche scontro, ma giuro che non gli lascerò il trono della mia vita senza lottare.