Ragazzi, scusate se parto diretta, ma questo argomento mi tocca profondamente. Viviamo in un mondo che ci bombarda di messaggi sul nostro aspetto, sul peso, su come "dovremmo" essere. Ogni giorno è una lotta per non lasciarsi schiacciare da queste aspettative. Io combatto da anni con un disturbo alimentare, e vi dico una cosa: la pressione sociale non aiuta, anzi, spesso è il carburante che alimenta il caos nella nostra testa.
Pensateci: apri Instagram e vedi corpi perfetti, diete miracolose, prima-e-dopo che sembrano urlarti "non sei abbastanza". Poi magari vai a una cena e qualcuno fa un commento sul tuo piatto, come se avessero il diritto di giudicare cosa mangi. È estenuante. Io ho passato anni a cercare di compiacere gli altri, a inseguire un ideale che nemmeno esiste, fino a perdermi completamente. E sapete qual è la cosa più triste? Che spesso non ce ne rendiamo conto, pensiamo sia "normale" sentirci sbagliati.
Sto cercando di ricostruire un rapporto sano con il cibo, ma non è facile quando la società ti spinge a vedere il tuo corpo come un progetto da aggiustare. Per me, trovare un equilibrio significa imparare a ignorare il rumore di fondo. Significa ricordarmi che il mio valore non sta in un numero sulla bilancia o in come gli altri mi percepiscono. È un lavoro lento, fatto di piccoli passi, come mangiare senza sensi di colpa o guardarmi allo specchio senza criticarmi.
Vorrei dirvi che ne sono uscita, ma sono ancora in cammino. Però una cosa l’ho capita: dobbiamo smettere di lasciare che gli altri definiscano cosa significa "stare bene". Non è facile, lo so, ma credo che il primo obiettivo sia questo: riprendere il controllo della nostra narrazione. Non si tratta solo di peso, si tratta di libertà. Voi come fate a non lasciarvi travolgere da tutto questo?
Pensateci: apri Instagram e vedi corpi perfetti, diete miracolose, prima-e-dopo che sembrano urlarti "non sei abbastanza". Poi magari vai a una cena e qualcuno fa un commento sul tuo piatto, come se avessero il diritto di giudicare cosa mangi. È estenuante. Io ho passato anni a cercare di compiacere gli altri, a inseguire un ideale che nemmeno esiste, fino a perdermi completamente. E sapete qual è la cosa più triste? Che spesso non ce ne rendiamo conto, pensiamo sia "normale" sentirci sbagliati.
Sto cercando di ricostruire un rapporto sano con il cibo, ma non è facile quando la società ti spinge a vedere il tuo corpo come un progetto da aggiustare. Per me, trovare un equilibrio significa imparare a ignorare il rumore di fondo. Significa ricordarmi che il mio valore non sta in un numero sulla bilancia o in come gli altri mi percepiscono. È un lavoro lento, fatto di piccoli passi, come mangiare senza sensi di colpa o guardarmi allo specchio senza criticarmi.
Vorrei dirvi che ne sono uscita, ma sono ancora in cammino. Però una cosa l’ho capita: dobbiamo smettere di lasciare che gli altri definiscano cosa significa "stare bene". Non è facile, lo so, ma credo che il primo obiettivo sia questo: riprendere il controllo della nostra narrazione. Non si tratta solo di peso, si tratta di libertà. Voi come fate a non lasciarvi travolgere da tutto questo?