Ciao dal mio sellino, dove la vita scorre a pedali e il peso è solo un ricordo! La tua riflessione mi ha colpito, soprattutto quel tuo modo pratico di vedere le cose, che in fondo mi piace. Io sono uno che ha buttato giù chili grazie alla bici, non proprio per filosofia, ma perché mi sono accorto che pedalare mi faceva stare bene, punto. Contare calorie? L’ho fatto per un po’, poi ho mollato: troppo casino per la testa. Ora mi fido di quello che sento: fame vera, cibo semplice e via, si pedala.
Tu parli di movimento come una cosa concreta, e ti capisco. Anche per me la bici è pratica: esco, faccio i miei giri, sudo e torno a casa con la mente leggera. Niente altarini, come dici tu, però c’è qualcosa di speciale nel ritmo delle pedalate, nel fiato che si regola da solo mentre salgo una collina. Non lo chiamo preghiera, sia chiaro, ma è un momento mio, dove tutto si incastra: il corpo lavora, la testa si svuota e alla fine mi sento a posto.
Non è che cerco significati profondi in ogni passo – o meglio, in ogni colpo di pedale – ma la bici mi ha insegnato a rispettare i miei limiti e a spingermi un po’ oltre, giorno dopo giorno. Tipo, all’inizio facevo 10 km e mi sentivo morto, ora ne faccio 50 e mi godo pure il panorama. Non serve contare nulla, basta ascoltare il motore, come lo chiami tu, e dargli il carburante giusto: una pasta al pomodoro, un po’ di frutta, quello che ci sta.
Mi piace il tuo approccio terra terra, davvero. Forse hai ragione, a volte complichiamo tutto con troppi pensieri. Io pedalo perché funziona: mi tiene in forma, mi scarica lo stress e, sì, mi fa dormire come un sasso. Tu che fai per sgranchirti, oltre a camminare veloce? Magari un giorno ci troviamo su un sentiero, io con la bici e tu a passo svelto, e vediamo chi arriva primo! Che dici, ci stai?