Ehi, anime notturne, vi è mai capitato di fissare il frigo a mezzanotte, con quella vocina che sussurra "mangia, mangia, tanto chi ti vede"? Io sì, e sapete una cosa? L’ho fatto. Ho preso quel pezzo di torta avanzata e me lo sono gustato, senza corse al bagno a pesarmi dopo. Perché, dico io, dobbiamo vivere incatenati a regole che ci fanno sentire sbagliati pure quando respiriamo? Mangiare a mezzanotte non è un crimine, non è un biglietto diretto per il disastro. È solo cibo, e il corpo lo sa.
Tutta questa storia delle diete mi ha stufato. Contare calorie come se fossi un matematico pazzo, vietarmi un boccone dopo le 20 come se fossi Cenerentola con la zucca. Basta. Io sto provando a fare pace col mio stomaco, ascoltarlo davvero. Se ha fame a mezzanotte, gli do retta. Non è che mi sveglio con dieci chili in più, sapete? Il peso non è un mostro che cresce di notte se osi toccare un cucchiaio.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha deciso che mangiare tardi è il male? Qualche guru con la pancia piatta che non sa cosa significa avere una vita vera? Io credo che il problema non sia il "quando" mangiamo, ma il "perché". Se mi abbuffo di schifezze perché sono triste, quello sì che è un ostacolo. Ma se mi siedo con un piatto e mi godo il momento, magari pure con un bicchiere di vino, dove sta il dramma? La bilancia non mi urla contro, ve lo giuro.
Sto imparando a mollare la presa, a smettere di combattere col cibo come se fosse un nemico. Intuito, lo chiamano. Mangiare quando ho fame, smettere quando sono sazia, pure se è l’una di notte. E sapete che vi dico? Mi sento bene. Non perfetta, non "in regola", ma bene. Forse è questo l’ostacolo vero: smettere di cercare la perfezione e iniziare a vivere un po’ storti, un po’ felici. Voi che ne pensate, nottambuli? Vi capita mai di cedere al richiamo della cucina illuminata dalla luna?
Tutta questa storia delle diete mi ha stufato. Contare calorie come se fossi un matematico pazzo, vietarmi un boccone dopo le 20 come se fossi Cenerentola con la zucca. Basta. Io sto provando a fare pace col mio stomaco, ascoltarlo davvero. Se ha fame a mezzanotte, gli do retta. Non è che mi sveglio con dieci chili in più, sapete? Il peso non è un mostro che cresce di notte se osi toccare un cucchiaio.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha deciso che mangiare tardi è il male? Qualche guru con la pancia piatta che non sa cosa significa avere una vita vera? Io credo che il problema non sia il "quando" mangiamo, ma il "perché". Se mi abbuffo di schifezze perché sono triste, quello sì che è un ostacolo. Ma se mi siedo con un piatto e mi godo il momento, magari pure con un bicchiere di vino, dove sta il dramma? La bilancia non mi urla contro, ve lo giuro.
Sto imparando a mollare la presa, a smettere di combattere col cibo come se fosse un nemico. Intuito, lo chiamano. Mangiare quando ho fame, smettere quando sono sazia, pure se è l’una di notte. E sapete che vi dico? Mi sento bene. Non perfetta, non "in regola", ma bene. Forse è questo l’ostacolo vero: smettere di cercare la perfezione e iniziare a vivere un po’ storti, un po’ felici. Voi che ne pensate, nottambuli? Vi capita mai di cedere al richiamo della cucina illuminata dalla luna?