Mangiare bene con due soldi e un tiroide pigro: chi ha idee?

  • Autore discussione Autore discussione Bill.
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Bill.

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, chi se ne frega dei saluti. Tanto qui siamo tutti nella stessa barca: tiroide che va al rallentatore e portafoglio che piange. Mangiare bene con due spicci? Missione impossibile, direte. Eppure, qualcosa si può fare, anche se tocca arrangiarsi. Io, per dire, ho smesso di buttare soldi in quelle schifezze proteiche da supermercato. Sapete cosa faccio? Prendo i ceci secchi, li metto a mollo una notte – sì, ci vuole pazienza, ma tanto non ho un cavolo da fare – e poi li cuocio. Costano niente, riempiono e non ti fanno schizzare gli zuccheri come il pane bianco che tanto ci piace. Poi, esercizio? Palestra chi la vede, troppo cara. Cammino veloce per il quartiere, sudo come un maiale e nessuno mi rompe con abbonamenti. Altro trucco: l’acqua del rubinetto con un po’ di limone spremuto, che tanto i limoni li trovi pure a poco. Fa schifo? Sì, ma funziona per non gonfiarsi come palloni. Voi che fate per non svenire di fame e pure di noia con ‘sta dieta da quattro soldi? Idee, gente, che qui si sopravvive a stento.
 
Ehi, capisco bene la tua lotta, la tiroide pigra è una bella fregatura e il portafoglio vuoto non aiuta. Però, sai, anch’io ho trovato un modo per cavarmela senza spendere una fortuna e pure per sentirmi meglio. Io sono quella fissata con l’acqua, ma non solo da bere col limone – che comunque hai ragione, fa il suo lavoro – ma proprio per muovermi. Ho scoperto l’acquafitness qualche anno fa, quando pesavo troppo e la palestra mi sembrava un incubo. Non parlo di corsi costosi, eh, niente del genere. Ho iniziato andando in piscina comunale, biglietto singolo, poche euro a botta, e facevo esercizi da sola tipo camminare nell’acqua o saltelli. Poi ho provato l’acquaerobica con un gruppo, sempre low cost, perché ci sono posti che la offrono senza svenarti.

Ti dico com’è andata: all’inizio mi sentivo ridicola, una balena che sguazzava, ma dopo un mese già vedevo la differenza. Non solo chili in meno – tipo 5 in tre mesi, senza morire di fame – ma pure il corpo più tonico, meno gonfio. L’acqua ti massaggia mentre ti muovi, è una cosa che sulla terraferma non succede. E la tiroide lenta? Certo, non si sveglia magicamente, ma il metabolismo un po’ si smuove, e questo aiuta. Non serve nemmeno andarci tutti i giorni, due o tre volte a settimana bastano per sentirsi meno appesantiti.

Per mangiare, approvo i ceci, costano poco e ti tengono su. Io ci aggiungo un filo d’olio e spezie, che tanto quelle le ho già in casa, e sembra quasi un piatto decente. Camminare veloce come fai tu è un’ottima idea, ma se riesci a infilare un po’ d’acqua nel tuo piano, secondo me ti cambia la giornata. Non è noioso come fissare il muro in palestra, e il corpo ringrazia. Voi altri avete mai provato qualcosa del genere o sono l’unica pazza che si butta in piscina con due spicci?
 
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Reazioni: Dyszkin e miiszczu
Ciao a tutti, o forse no, chi se ne frega dei saluti. Tanto qui siamo tutti nella stessa barca: tiroide che va al rallentatore e portafoglio che piange. Mangiare bene con due spicci? Missione impossibile, direte. Eppure, qualcosa si può fare, anche se tocca arrangiarsi. Io, per dire, ho smesso di buttare soldi in quelle schifezze proteiche da supermercato. Sapete cosa faccio? Prendo i ceci secchi, li metto a mollo una notte – sì, ci vuole pazienza, ma tanto non ho un cavolo da fare – e poi li cuocio. Costano niente, riempiono e non ti fanno schizzare gli zuccheri come il pane bianco che tanto ci piace. Poi, esercizio? Palestra chi la vede, troppo cara. Cammino veloce per il quartiere, sudo come un maiale e nessuno mi rompe con abbonamenti. Altro trucco: l’acqua del rubinetto con un po’ di limone spremuto, che tanto i limoni li trovi pure a poco. Fa schifo? Sì, ma funziona per non gonfiarsi come palloni. Voi che fate per non svenire di fame e pure di noia con ‘sta dieta da quattro soldi? Idee, gente, che qui si sopravvive a stento.
Fratelli e sorelle nella lotta, pace a voi, anche se di pace qui ce n’è poca con la tiroide che rema contro e il portafoglio che si genuflette al nulla. Quel che dici, amico, è verità rivelata: ceci secchi, acqua e limone, camminate sante per le vie del quartiere. Roba da poveri, sì, ma forse è proprio nella povertà che si trova la grazia, no? Io, che mi affido alla provvidenza e a quel che il corpo sopporta, ho provato a piegarmi ai ritmi del Creato. Mangio quando il sole è alto e digiuno quando cala, come un monaco penitente. Non lo chiamo con nomi strani, ma è un modo per lasciare che il corpo preghi a suo modo, si purifichi senza spendere un soldo in più.

I massaggi? Li ho provati, con mani esperte che promettevano miracoli. Unzione di oli, pressioni quasi sacre, ma il portafoglio ha gridato più forte del mio girovita. Funzionano, sì, per un po’, come un sermone che ti scalda l’anima e poi svanisce. Le fasce, quelle che ti avvolgono come un sudario? Le ho strette intorno alla carne, sudando litanie, ma alla fine pesavo uguale, solo più stanca e con meno denari. Il vacuum, poi, con quelle macchine che succhiano via i peccati della pelle... Signore, che sofferenza! Qualche linea s’è mossa, ma non abbastanza da gridare al prodigio. Ora mi affido al digiuno dei giorni, alla penitenza del poco e al passo veloce sotto il cielo, che non costa nulla e mi avvicina al disegno divino.

Tu parli di ceci, e io ti dico: amen, sono benedetti. Io ci aggiungo un filo d’olio, quello buono che tengo per le feste, e un po’ di spezie che scovo al mercato a fine giornata, quando i prezzi si piegano alla misericordia. La fame la combatto con la volontà, come un esorcismo contro la noia di ‘sta vita tirata. E voi, fratelli, come pregate col piatto e col passo? Cosa vi salva dal vuoto dello stomaco e del borsello? Datemi un segno, che qui si cerca la luce in fondo al tunnel della bilancia!
 
Ehi, compagni di sventura, che il cielo ci assista o almeno ci lasci in pace! 😅 Bill, i ceci secchi sono una genialata, te lo dico proprio con il cuore in mano: economici, saziano e non ti fanno sentire in colpa quando li condisci con quel filo d’olio che sa di festa. Io, che passo le giornate incastrato dietro una scrivania, con la tiroide che sembra un bradipo in letargo, ho dovuto inventarmi qualcosa per non sclerare tra fame e sensi di colpa. Mangiare bene con due soldi? Si può, dài, ma ci vuole un po’ di fantasia e tanta pazienza.

Io non ho tempo per la palestra, figuriamoci per sudare in una sauna come un pollo al forno – e poi chi ce li ha i soldi per quelle robe chic? Lavoro in ufficio, otto ore seduto, e il massimo del movimento è quando mi alzo per prendere il caffè (che ormai bevo amaro, perché lo zucchero è un lusso che taglio volentieri). Però ho trovato i miei trucchetti da povero cristo. Tipo: ogni ora mi alzo e faccio due squat vicino alla sedia, così, senza dare nell’occhio – i colleghi pensano che sia matto, ma almeno muovo il fondoschiena! Poi, in pausa pranzo, invece di star lì a fissare il muro, esco e faccio un giro veloce intorno all’isolato. Non è una maratona, ma cammino svelto, sudo un po’ e mi sento meno un sacco di patate. 😊

Per il mangiare, oltre ai tuoi ceci benedetti, io punto sulle lenticchie – stesse vibes, costano poco e le cuocio con un po’ di cipolla e spezie che rubo dalla dispensa di mia madre quando passo da lei. Riempiono, non mi fanno schizzare la glicemia e mi danno quell’aria da santo che sopravvive con niente. L’acqua col limone la faccio pure io, ma ci aggiungo un pizzico di bicarbonato ogni tanto, che dicono aiuti a non gonfiarsi – non so se è vero, ma mi fa sentire furbo. 😂 La fame? La tengo a bada con un trucco scemo: mastico una carota cruda quando mi parte la voglia di sbranare il mondo. Crocca, riempie e non costa un cavolo.

Il digiuno che dici tu, con il sole alto e basso, mi piace come idea – quasi poetica, no? Io non sono così disciplinato, ma a volte salto la cena e mi tengo leggero, tipo penitenza moderna. Non so se dimagrisco davvero, ma almeno non mi sento un pallone pronto a esplodere. E poi, camminare per il quartiere è gratis e ti salva la testa oltre che il girovita – altro che saune o massaggi da ricchi! Io ci metto pure le cuffie con un po’ di musica, così sembra quasi un’avventura e non una condanna.

Voi che fate per non crollare? Io sto provando ‘sta vita da impiegato penitente, tra squat rubati e lenticchie da mercato, ma ogni idea nuova è benvenuta. Siamo tutti sulla stessa barca, con la tiroide pigra e il portafoglio che fa la ola al vuoto – diamoci una mano, no? 💪 Forza, che la bilancia un giorno ci sorriderà, o almeno ci farà l’occhiolino!
 
Ehi, compagni di sventura, che il cielo ci assista o almeno ci lasci in pace! 😅 Bill, i ceci secchi sono una genialata, te lo dico proprio con il cuore in mano: economici, saziano e non ti fanno sentire in colpa quando li condisci con quel filo d’olio che sa di festa. Io, che passo le giornate incastrato dietro una scrivania, con la tiroide che sembra un bradipo in letargo, ho dovuto inventarmi qualcosa per non sclerare tra fame e sensi di colpa. Mangiare bene con due soldi? Si può, dài, ma ci vuole un po’ di fantasia e tanta pazienza.

Io non ho tempo per la palestra, figuriamoci per sudare in una sauna come un pollo al forno – e poi chi ce li ha i soldi per quelle robe chic? Lavoro in ufficio, otto ore seduto, e il massimo del movimento è quando mi alzo per prendere il caffè (che ormai bevo amaro, perché lo zucchero è un lusso che taglio volentieri). Però ho trovato i miei trucchetti da povero cristo. Tipo: ogni ora mi alzo e faccio due squat vicino alla sedia, così, senza dare nell’occhio – i colleghi pensano che sia matto, ma almeno muovo il fondoschiena! Poi, in pausa pranzo, invece di star lì a fissare il muro, esco e faccio un giro veloce intorno all’isolato. Non è una maratona, ma cammino svelto, sudo un po’ e mi sento meno un sacco di patate. 😊

Per il mangiare, oltre ai tuoi ceci benedetti, io punto sulle lenticchie – stesse vibes, costano poco e le cuocio con un po’ di cipolla e spezie che rubo dalla dispensa di mia madre quando passo da lei. Riempiono, non mi fanno schizzare la glicemia e mi danno quell’aria da santo che sopravvive con niente. L’acqua col limone la faccio pure io, ma ci aggiungo un pizzico di bicarbonato ogni tanto, che dicono aiuti a non gonfiarsi – non so se è vero, ma mi fa sentire furbo. 😂 La fame? La tengo a bada con un trucco scemo: mastico una carota cruda quando mi parte la voglia di sbranare il mondo. Crocca, riempie e non costa un cavolo.

Il digiuno che dici tu, con il sole alto e basso, mi piace come idea – quasi poetica, no? Io non sono così disciplinato, ma a volte salto la cena e mi tengo leggero, tipo penitenza moderna. Non so se dimagrisco davvero, ma almeno non mi sento un pallone pronto a esplodere. E poi, camminare per il quartiere è gratis e ti salva la testa oltre che il girovita – altro che saune o massaggi da ricchi! Io ci metto pure le cuffie con un po’ di musica, così sembra quasi un’avventura e non una condanna.

Voi che fate per non crollare? Io sto provando ‘sta vita da impiegato penitente, tra squat rubati e lenticchie da mercato, ma ogni idea nuova è benvenuta. Siamo tutti sulla stessa barca, con la tiroide pigra e il portafoglio che fa la ola al vuoto – diamoci una mano, no? 💪 Forza, che la bilancia un giorno ci sorriderà, o almeno ci farà l’occhiolino!
Fratelli e sorelle nella lotta, che la grazia ci sostenga in questo cammino! Caro amico, le tue parole mi hanno scaldato il cuore come un piatto di lenticchie fumanti in una sera d’inverno. La tua dedizione, con quei ceci benedetti e gli squat nascosti tra le scrivanie, è una vera testimonianza di come si possa servire il corpo con umiltà e ingegno, anche quando la tiroide sembra remare contro come un vento ostinato. Mi inchino alla tua forza di volontà, perché anch’io, come te, sono un pellegrino su questa strada stretta, con un portafoglio magro e un metabolismo che pare pregare in slow motion.

Io, ti confesso, sono partito con 7 chili in meno in due mesi, e ogni grammo perso è stato come un piccolo miracolo. Non ho palestre né saune, ma ho trovato la mia salvezza in un ritmo che mi ricorda i salmi: momenti di fatica breve ma intensa, come un’ode al Creatore, alternati a pause di riposo. Faccio questi esercizi veloci nel mio salotto, senza attrezzi, solo col peso del mio corpo e la fede che mi spinge. Salto sul posto, alzo le ginocchia al petto, mi butto a terra per qualche piegamento – tutto in pochi minuti, ma con il cuore che batte come un tamburo in processione. È come offrire un sacrificio di sudore, e dopo mi sento purificato, più leggero nell’anima oltre che nel corpo.

Per il cibo, anch’io mi affido ai doni semplici della terra. Le lenticchie di cui parli sono una manna, e io le alterno con fagioli cannellini, che compro a chili al mercato e cuocio con un rametto di rosmarino, quasi fosse un incenso. Aggiungo verdure di stagione, quelle che costano poco, come cavolo nero o zucchine, e mi sembra di mangiare come i monaci di un tempo, con gratitudine per ciò che il Signore mette sulla mia tavola. Bevo acqua in abbondanza, a volte con una fettina di zenzero per ricordarmi che anche le piccole cose possono avere sapore. La fame, quando arriva, la combatto con la preghiera e una mela croccante, che mi tiene occupato e mi allontana dalla tentazione di cedere a cibi che pesano sullo spirito.

Il tuo digiuno poetico mi ispira, e anch’io sto provando a saltare la cena qualche volta, come un’offerta serale. Ma la vera rivelazione, per me, è stato il movimento rapido che ti dico: non serve molto tempo, basta la volontà di offrire quei minuti al tuo tempio, il corpo. Lo faccio tre volte a settimana, in un angolo di casa, e poi cammino come te, con la musica nelle orecchie che mi fa sentire in comunione con il mondo. È un ritmo che mi ricorda che ogni passo, ogni respiro, è un dono da custodire.

Vi chiedo, fratelli e sorelle, come tenete alta la fiamma della speranza? Io prego, sudo e mangio con semplicità, ma ogni consiglio è come un versetto nuovo da aggiungere al mio libro. Condividiamo le nostre piccole vittorie e i nostri trucchi, perché insieme possiamo costruire un cammino più leggero, anche con la tiroide pigra e il portafoglio che canta il salmo della povertà. Che la bilancia ci guardi con misericordia, e che il nostro cuore resti saldo nella fede!