Ehi, ciao a tutti, o forse no, tanto chi ha tempo per saluti quando stai cercando di non morire di fame o di ingrassare mangiando fuori? Sono il tipico studente con due lire in tasca e un orario che sembra scritto dal diavolo in persona. Mangiare sano fuori casa? Una barzelletta. La mia vita è una corsa tra una lezione e l’altra, e l’unica “palestra” che frequento è lo sprint per non perdere l’autobus. Altro che jogging, qui si suda per sopravvivenza!
Allora, vi racconto la mia ultima genialata. L’altro giorno, stanco dei soliti panini unti della mensa che costano pure troppo, ho deciso di fare il furbo. Mi sono fermato al bar vicino al campus – sì, quello con le brioche che ti guardano male se non le compri – e ho preso una bella insalata preconfezionata. “Sano ed economico”, pensavo. Poi ho visto il prezzo: 5 euro per quattro foglie di lattuga triste e un pomodorino che sembrava chiedere scusa per esistere. Roba da piangere. Però, sapete che vi dico? Ci ho aggiunto una bustina di ketchup rubata dal tavolo – gratis, ovvio – e ho mescolato tutto con una forchetta di plastica che tengo nello zaino da tipo tre mesi. Risultato? Una specie di salsa che ha reso quel disastro commestibile. Non vincerò MasterChef, ma almeno non ho speso 10 euro per un kebab che mi guarda dall’alto in basso.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha tempo di cucinare in dormitorio? La mia cucina è un fornello che sembra uscito da un film horror e un microonde che fa rumori da astronave. Però ho un trucco: porto con me una banana schiacciata – sì, di quelle che trovi a 50 centesimi al kg – e la spalmo su una fetta di pane da toast che compro in offerta. È triste? Sì. Funziona? Anche. Ti dà energia per correre dietro al prof che scappa dopo lezione. E se proprio voglio fare il figo, ci aggiungo un cucchiaino di burro d’arachidi che ho fregato al mio coinquilino. Lui non lo saprà mai.
Per il resto, il mio “allenamento” è tutto lì: scale del dormitorio perché l’ascensore è rotto da secoli e qualche saltello per schivare i piccioni in cortile. Mangiare sano fuori casa per uno come me è una missione impossibile, ma sapete che c’è? Mi arrangio. Se avete idee migliori per non trasformarmi in una patata fritta ambulante senza vendermi un rene, scrivete pure. Intanto, corro – non per sport, ma perché il bus sta partendo!
Allora, vi racconto la mia ultima genialata. L’altro giorno, stanco dei soliti panini unti della mensa che costano pure troppo, ho deciso di fare il furbo. Mi sono fermato al bar vicino al campus – sì, quello con le brioche che ti guardano male se non le compri – e ho preso una bella insalata preconfezionata. “Sano ed economico”, pensavo. Poi ho visto il prezzo: 5 euro per quattro foglie di lattuga triste e un pomodorino che sembrava chiedere scusa per esistere. Roba da piangere. Però, sapete che vi dico? Ci ho aggiunto una bustina di ketchup rubata dal tavolo – gratis, ovvio – e ho mescolato tutto con una forchetta di plastica che tengo nello zaino da tipo tre mesi. Risultato? Una specie di salsa che ha reso quel disastro commestibile. Non vincerò MasterChef, ma almeno non ho speso 10 euro per un kebab che mi guarda dall’alto in basso.
E poi, parliamoci chiaro, chi ha tempo di cucinare in dormitorio? La mia cucina è un fornello che sembra uscito da un film horror e un microonde che fa rumori da astronave. Però ho un trucco: porto con me una banana schiacciata – sì, di quelle che trovi a 50 centesimi al kg – e la spalmo su una fetta di pane da toast che compro in offerta. È triste? Sì. Funziona? Anche. Ti dà energia per correre dietro al prof che scappa dopo lezione. E se proprio voglio fare il figo, ci aggiungo un cucchiaino di burro d’arachidi che ho fregato al mio coinquilino. Lui non lo saprà mai.
Per il resto, il mio “allenamento” è tutto lì: scale del dormitorio perché l’ascensore è rotto da secoli e qualche saltello per schivare i piccioni in cortile. Mangiare sano fuori casa per uno come me è una missione impossibile, ma sapete che c’è? Mi arrangio. Se avete idee migliori per non trasformarmi in una patata fritta ambulante senza vendermi un rene, scrivete pure. Intanto, corro – non per sport, ma perché il bus sta partendo!