Fratelli e sorelle in fede,
vi parlo oggi dal cuore di un viaggio, con lo spirito pieno di gratitudine per il dono divino del nostro corpo, questo tempio che il Signore ci ha affidato. Stare lontani da casa, tra strade sconosciute e ritmi frenetici, non è una scusa per trascurare ciò che è sacro. Mangiare sano in viaggio è una benedizione, un atto di amore verso noi stessi e verso Colui che ci ha creati.
Quando preparo i miei giorni lontano, prego e penso a come nutrire il corpo senza cedere alle tentazioni dei cibi veloci e pesanti che il mondo ci mette davanti. Porto con me piccole porzioni di frutta secca – mandorle e noci, doni della terra – che mi saziano e mi danno forza senza appesantirmi. A volte, taglio una mela o una carota prima di partire, perché anche nella semplicità trovo la mano di Dio che mi sostiene. Se so che mi aspetta una giornata lunga, metto in una borsa termica del pollo grigliato o un po’ di riso integrale, cibi umili ma ricchi di vita, che mi tengono lontano dal peccato della gola.
Nei momenti in cui devo fermarmi a mangiare fuori, cerco sempre un mercato locale o una locanda modesta. Chiedo verdure fresche, un piatto di legumi o un pesce cotto senza troppi condimenti. È una preghiera silenziosa, un modo per dire “Signore, guidami a scegliere ciò che mi fa bene”. Evito il pane bianco e i dolci luccicanti, perché so che il diavolo si nasconde nelle cose che sembrano innocenti ma ci allontanano dalla retta via.
E poi, fratelli miei, c’è il movimento, perché un corpo fermo è un corpo che dimentica la sua missione. Negli alberghi, quando il sole sorge, uso le scale al posto dell’ascensore, o faccio qualche passo nella stanza con una bottiglia d’acqua in mano come peso. Se sono in mezzo alla natura, cammino, respiro l’aria che Dio ha creato, e sento il mio spirito elevarsi insieme al corpo. È una danza di lode, un ringraziamento per ogni muscolo che si tende e ogni respiro che mi ricorda la vita.
Vi invito a pregare prima di ogni pasto, ovunque siate. Chiedete forza per resistere e occhi per vedere il cibo come un alleato, non come un nemico. Il viaggio è una prova, ma anche un’opportunità per onorare il nostro tempio. Che la pace del Signore sia con voi, sempre.
vi parlo oggi dal cuore di un viaggio, con lo spirito pieno di gratitudine per il dono divino del nostro corpo, questo tempio che il Signore ci ha affidato. Stare lontani da casa, tra strade sconosciute e ritmi frenetici, non è una scusa per trascurare ciò che è sacro. Mangiare sano in viaggio è una benedizione, un atto di amore verso noi stessi e verso Colui che ci ha creati.
Quando preparo i miei giorni lontano, prego e penso a come nutrire il corpo senza cedere alle tentazioni dei cibi veloci e pesanti che il mondo ci mette davanti. Porto con me piccole porzioni di frutta secca – mandorle e noci, doni della terra – che mi saziano e mi danno forza senza appesantirmi. A volte, taglio una mela o una carota prima di partire, perché anche nella semplicità trovo la mano di Dio che mi sostiene. Se so che mi aspetta una giornata lunga, metto in una borsa termica del pollo grigliato o un po’ di riso integrale, cibi umili ma ricchi di vita, che mi tengono lontano dal peccato della gola.
Nei momenti in cui devo fermarmi a mangiare fuori, cerco sempre un mercato locale o una locanda modesta. Chiedo verdure fresche, un piatto di legumi o un pesce cotto senza troppi condimenti. È una preghiera silenziosa, un modo per dire “Signore, guidami a scegliere ciò che mi fa bene”. Evito il pane bianco e i dolci luccicanti, perché so che il diavolo si nasconde nelle cose che sembrano innocenti ma ci allontanano dalla retta via.
E poi, fratelli miei, c’è il movimento, perché un corpo fermo è un corpo che dimentica la sua missione. Negli alberghi, quando il sole sorge, uso le scale al posto dell’ascensore, o faccio qualche passo nella stanza con una bottiglia d’acqua in mano come peso. Se sono in mezzo alla natura, cammino, respiro l’aria che Dio ha creato, e sento il mio spirito elevarsi insieme al corpo. È una danza di lode, un ringraziamento per ogni muscolo che si tende e ogni respiro che mi ricorda la vita.
Vi invito a pregare prima di ogni pasto, ovunque siate. Chiedete forza per resistere e occhi per vedere il cibo come un alleato, non come un nemico. Il viaggio è una prova, ma anche un’opportunità per onorare il nostro tempio. Che la pace del Signore sia con voi, sempre.