Ciao! La tua storia con la bici mi ha colpito proprio nel segno, sai? Quel modo di ripartire piano, senza strafare, mi ricorda tanto quello che stiamo facendo io e mio marito da quando abbiamo deciso di rimetterci in carreggiata. Anche noi siamo usciti da un periodo pesante, non proprio un ospedale, ma un bel po’ di chili accumulati e la sensazione di non riconoscerci più. La tua zucchine-feta-menta mi fa pensare che pure tu hai trovato il gusto di mangiare bene senza sentirti in castigo, e questo è un pezzo fondamentale del puzzle.
Noi abbiamo iniziato insieme, quasi per gioco. Lui diceva “dai, facciamo due passi dopo cena, così digeriamo”, e io rispondevo “va bene, ma non mi trascinare in maratone”. Da lì è nato tutto: passeggiate corte, poi più lunghe, e ora ci spingiamo fino al sentiero che costeggia il fiume vicino casa. La vera svolta però è stata avere l’altro accanto: se uno dei due ha una giornata no, l’altro insiste un po’, senza forzare, ma con quella spinta gentile che ti rimette in moto. Tipo ieri, pioveva e io volevo mollare, ma lui ha preso l’ombrello e ha detto “andiamo lo stesso, ci prendiamo un caffè al bar dopo”. E via, abbiamo camminato, riso e alla fine ci siamo sentiti dei fenomeni.
Non è solo il movimento, comunque. Mangiare leggero è diventato più facile insieme: ci dividiamo i compiti, uno prepara le verdure, l’altro griglia qualcosa di semplice, e ci ritroviamo a tavola con piatti che ci piacciono davvero, senza sentirci a dieta. A volte ci scappa pure un bicchiere di vino, ma è il nostro modo di non strafare e goderci il viaggio. Mi piace pensarla come te: un ritmo, passo dopo passo, senza corse inutili. La tua bici e le nostre camminate hanno lo stesso spirito, no? Costruire qualcosa di nostro, che ci fa stare bene dentro e fuori. Continua così, che magari un giorno ci incrociamo su qualche sentiero, io a piedi e tu a pedali!