Mangio quando sono a pezzi: come smettere di annegare le emozioni nel cibo?

m.f.ventu

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Sono qui, seduta sul divano con il cuore che batte forte e una voglia matta di aprire quella dannata scatola di biscotti che mi guarda dallo scaffale. È sempre così, lo sapete? Quando tutto va storto, quando il capo mi urla contro o quando litigo con mia sorella, è come se il cibo fosse l’unica cosa che mi capisce. Mangio e per un attimo sto bene, ma poi mi guardo allo specchio e mi odio. Voglio smettere, davvero, voglio perdere questi chili che mi porto dietro come un peso non solo sul corpo, ma anche nell’anima.
Oggi è stata una giornata schifosa. Sono tornata a casa con le lacrime agli occhi, ho aperto il frigo e ho fissato quella torta al cioccolato per tipo dieci minuti. Non l’ho mangiata, ok? È già qualcosa, no? Ma mi sento comunque una fallita perché so che domani potrei crollare di nuovo. Come fate voi a non cedere? Come si fa a dire “basta” a quel bisogno di riempirsi quando dentro ti senti vuota? Io ci provo, giuro, ma è come se le emozioni mi mangiassero viva prima ancora che io mangi qualcosa.
Ho provato a scrivere quello che sento, dicono che aiuta. Ho un quaderno pieno di scarabocchi e frasi tipo “perché sono così debole?”. Ma non funziona sempre. A volte mi metto a camminare, esco di casa e faccio un giro, però poi torno e la testa è ancora un casino. Qualcuno ha un trucco, un segreto, qualcosa che non sia la solita frase “bevi acqua e passa”? Perché io l’acqua la bevo, ma le mie emozioni non se ne vanno, restano lì a urlarmi di aprire il pacco di patatine.
Non so se sto andando avanti o indietro. La bilancia dice che ho perso un chilo, ma mi sembra una bugia, perché dentro mi sento sempre pesante. Forse devo solo urlare più forte delle mie emozioni, o forse devo smettere di ascoltarle. Non lo so. Voi come fate a non annegare? Scrivetemi qualcosa, qualsiasi cosa, perché stasera sono a pezzi e non voglio cedere di nuovo.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Sono qui, seduta sul divano con il cuore che batte forte e una voglia matta di aprire quella dannata scatola di biscotti che mi guarda dallo scaffale. È sempre così, lo sapete? Quando tutto va storto, quando il capo mi urla contro o quando litigo con mia sorella, è come se il cibo fosse l’unica cosa che mi capisce. Mangio e per un attimo sto bene, ma poi mi guardo allo specchio e mi odio. Voglio smettere, davvero, voglio perdere questi chili che mi porto dietro come un peso non solo sul corpo, ma anche nell’anima.
Oggi è stata una giornata schifosa. Sono tornata a casa con le lacrime agli occhi, ho aperto il frigo e ho fissato quella torta al cioccolato per tipo dieci minuti. Non l’ho mangiata, ok? È già qualcosa, no? Ma mi sento comunque una fallita perché so che domani potrei crollare di nuovo. Come fate voi a non cedere? Come si fa a dire “basta” a quel bisogno di riempirsi quando dentro ti senti vuota? Io ci provo, giuro, ma è come se le emozioni mi mangiassero viva prima ancora che io mangi qualcosa.
Ho provato a scrivere quello che sento, dicono che aiuta. Ho un quaderno pieno di scarabocchi e frasi tipo “perché sono così debole?”. Ma non funziona sempre. A volte mi metto a camminare, esco di casa e faccio un giro, però poi torno e la testa è ancora un casino. Qualcuno ha un trucco, un segreto, qualcosa che non sia la solita frase “bevi acqua e passa”? Perché io l’acqua la bevo, ma le mie emozioni non se ne vanno, restano lì a urlarmi di aprire il pacco di patatine.
Non so se sto andando avanti o indietro. La bilancia dice che ho perso un chilo, ma mi sembra una bugia, perché dentro mi sento sempre pesante. Forse devo solo urlare più forte delle mie emozioni, o forse devo smettere di ascoltarle. Non lo so. Voi come fate a non annegare? Scrivetemi qualcosa, qualsiasi cosa, perché stasera sono a pezzi e non voglio cedere di nuovo.
Ehi, capisco quel battito forte e quella scatola di biscotti che ti fissa come un nemico silenzioso. Anche io ho i miei giorni no, quelli in cui il mondo sembra crollarmi addosso e il frigo diventa il mio migliore amico. Però sai una cosa? Oggi non hai toccato quella torta, e questo non è "già qualcosa", è tantissimo. È un passo, anche se piccolo, e io ti vedo, davvero.

Quando sento quel vuoto che mi divora, ultimamente provo a riempirlo diversamente. Non sempre funziona, te lo dico onesto, ma a volte sì. Tipo, l’altro giorno ero a pezzi dopo una discussione e invece di buttarmi sulla pasta al burro, ho preso delle zucchine e del petto di pollo. Ho fatto una specie di "finta lasagna" leggera: zucchine grigliate al posto della pasta, un po’ di pomodoro fresco e qualche spezia per dargli vita. Non sarà la lasagna della nonna, ma mentre la preparavo, con le mani occupate e il profumo che saliva, per un attimo la testa ha smesso di urlare. Forse è questo il trucco: tenersi impegnati, trasformare quel bisogno di cibo in qualcosa di creativo.

Non ho segreti magici, eh. A volte cedo anch’io, e poi mi sento come te, pesante dentro più che fuori. Ma sto imparando che cucinare sano non è solo per la bilancia, è un modo per volermi bene senza punirmi. Magari prova, la prossima volta che senti quel casino dentro: prendi una padella, mettici due ingredienti semplici, e vedi che succede. Non dico che le emozioni spariscono, ma almeno per un po’ le metti a tacere con qualcosa che non ti fa odiare lo specchio dopo.

Forza, un giorno alla volta. Sei più forte di quel pacco di patatine, credimi.
 
Ciao a tutti, o forse no, non so nemmeno come iniziare. Sono qui, seduta sul divano con il cuore che batte forte e una voglia matta di aprire quella dannata scatola di biscotti che mi guarda dallo scaffale. È sempre così, lo sapete? Quando tutto va storto, quando il capo mi urla contro o quando litigo con mia sorella, è come se il cibo fosse l’unica cosa che mi capisce. Mangio e per un attimo sto bene, ma poi mi guardo allo specchio e mi odio. Voglio smettere, davvero, voglio perdere questi chili che mi porto dietro come un peso non solo sul corpo, ma anche nell’anima.
Oggi è stata una giornata schifosa. Sono tornata a casa con le lacrime agli occhi, ho aperto il frigo e ho fissato quella torta al cioccolato per tipo dieci minuti. Non l’ho mangiata, ok? È già qualcosa, no? Ma mi sento comunque una fallita perché so che domani potrei crollare di nuovo. Come fate voi a non cedere? Come si fa a dire “basta” a quel bisogno di riempirsi quando dentro ti senti vuota? Io ci provo, giuro, ma è come se le emozioni mi mangiassero viva prima ancora che io mangi qualcosa.
Ho provato a scrivere quello che sento, dicono che aiuta. Ho un quaderno pieno di scarabocchi e frasi tipo “perché sono così debole?”. Ma non funziona sempre. A volte mi metto a camminare, esco di casa e faccio un giro, però poi torno e la testa è ancora un casino. Qualcuno ha un trucco, un segreto, qualcosa che non sia la solita frase “bevi acqua e passa”? Perché io l’acqua la bevo, ma le mie emozioni non se ne vanno, restano lì a urlarmi di aprire il pacco di patatine.
Non so se sto andando avanti o indietro. La bilancia dice che ho perso un chilo, ma mi sembra una bugia, perché dentro mi sento sempre pesante. Forse devo solo urlare più forte delle mie emozioni, o forse devo smettere di ascoltarle. Non lo so. Voi come fate a non annegare? Scrivetemi qualcosa, qualsiasi cosa, perché stasera sono a pezzi e non voglio cedere di nuovo.
Ciao, o forse solo un respiro profondo prima di scrivere. Ti capisco, sai? Quel momento in cui il mondo sembra crollarti addosso e il cibo diventa l’unica cosa che ti tende una mano. Anche io sono stata lì, con il cuore che pesava e le mani che tremavano vicino a una scatola di biscotti o a un pezzo di cioccolato. Però voglio dirti una cosa: non sei debole, non sei un fallimento. Sei solo umana, e quelle emozioni che ti urlano dentro le abbiamo provate tutti, in un modo o nell’altro.

Io ho trovato una specie di ancora nella camminata nordica, quella con i bastoncini, hai presente? Non è stato un miracolo dall’oggi al domani, te lo dico subito. All’inizio uscivo di casa quasi per rabbia, come se volessi dimostrare a me stessa che potevo fare qualcosa di diverso invece di aprire il frigo. Mi mettevo le scarpe, prendevo i bastoncini e via, senza pensarci troppo. La tecnica è semplice: si cammina spingendo con le braccia, come se stessi sciando ma senza neve. All’inizio magari ti senti un po’ goffa, ma poi trovi il ritmo. E il bello è che non serve chissà quale attrezzatura: un paio di bastoncini decenti, scarpe comode e sei a posto.

Non ti mentirò, le prime volte la testa continuava a girare come un vortice. Pensavo al capo che mi aveva fatto sentire piccola, alle discussioni in famiglia, a tutto quello che mi faceva venir voglia di mangiarmi una torta intera. Ma passo dopo passo, con il rumore dei bastoncini che battono per terra, qualcosa cambiava. Non era che le emozioni sparivano, ma diventavano meno forti, meno rumorose. È come se il movimento mi aiutasse a sfogarle, a farle uscire senza bisogno di riempirmi di cibo. E poi, a forza di camminare, ho iniziato a perdere peso. Non tanto all’inizio, ma con il tempo quei chili che mi portavo dietro, come dici tu, sull’anima e sul corpo, hanno iniziato ad andarsene.

Non sto dicendo che sia facile o che funzioni sempre. Ci sono giorni in cui torno a casa e la tentazione è ancora lì, che mi guarda dallo scaffale. Ma sai cosa faccio? Mi dico che ho già fatto un pezzo di strada, che non sono più quella che cedeva ogni volta. E se proprio sento che sto per crollare, esco di nuovo, anche solo per dieci minuti. Non serve strafare, basta muoversi un po’. Il trucco, se così si può chiamare, è non pensare troppo: prendi i bastoncini e vai. La testa si calma da sola, almeno un pochino.

Quello che hai scritto sul tuo quaderno, quegli scarabocchi, non sono un segno di debolezza. Sono un grido, e va bene così. Io a volte parlo da sola mentre cammino, mi sfogo con l’aria. E sai una cosa? Quel chilo che hai perso non è una bugia, è un passo. Piccolo, magari, ma è tuo. Non devi urlare più forte delle emozioni, forse basta solo ascoltarle un attimo e poi lasciarle andare, un passo alla volta.

Se vuoi, prova a venire con me, anche solo con il pensiero. Immagina di camminare, di spingere con i bastoncini, di sentire il terreno sotto i piedi. Non anneghi, non stasera. E se domani è un altro giorno schifoso, scrivimi, ok? Magari ti racconto di quella volta che ho quasi perso un bastoncino in un fosso, giusto per farti sorridere. Forza, un passo alla volta, ce la fai.
 
Ciao, o forse solo un respiro profondo prima di scrivere. Ti capisco, sai? Quel momento in cui il mondo sembra crollarti addosso e il cibo diventa l’unica cosa che ti tende una mano. Anche io sono stata lì, con il cuore che pesava e le mani che tremavano vicino a una scatola di biscotti o a un pezzo di cioccolato. Però voglio dirti una cosa: non sei debole, non sei un fallimento. Sei solo umana, e quelle emozioni che ti urlano dentro le abbiamo provate tutti, in un modo o nell’altro.

Io ho trovato una specie di ancora nella camminata nordica, quella con i bastoncini, hai presente? Non è stato un miracolo dall’oggi al domani, te lo dico subito. All’inizio uscivo di casa quasi per rabbia, come se volessi dimostrare a me stessa che potevo fare qualcosa di diverso invece di aprire il frigo. Mi mettevo le scarpe, prendevo i bastoncini e via, senza pensarci troppo. La tecnica è semplice: si cammina spingendo con le braccia, come se stessi sciando ma senza neve. All’inizio magari ti senti un po’ goffa, ma poi trovi il ritmo. E il bello è che non serve chissà quale attrezzatura: un paio di bastoncini decenti, scarpe comode e sei a posto.

Non ti mentirò, le prime volte la testa continuava a girare come un vortice. Pensavo al capo che mi aveva fatto sentire piccola, alle discussioni in famiglia, a tutto quello che mi faceva venir voglia di mangiarmi una torta intera. Ma passo dopo passo, con il rumore dei bastoncini che battono per terra, qualcosa cambiava. Non era che le emozioni sparivano, ma diventavano meno forti, meno rumorose. È come se il movimento mi aiutasse a sfogarle, a farle uscire senza bisogno di riempirmi di cibo. E poi, a forza di camminare, ho iniziato a perdere peso. Non tanto all’inizio, ma con il tempo quei chili che mi portavo dietro, come dici tu, sull’anima e sul corpo, hanno iniziato ad andarsene.

Non sto dicendo che sia facile o che funzioni sempre. Ci sono giorni in cui torno a casa e la tentazione è ancora lì, che mi guarda dallo scaffale. Ma sai cosa faccio? Mi dico che ho già fatto un pezzo di strada, che non sono più quella che cedeva ogni volta. E se proprio sento che sto per crollare, esco di nuovo, anche solo per dieci minuti. Non serve strafare, basta muoversi un po’. Il trucco, se così si può chiamare, è non pensare troppo: prendi i bastoncini e vai. La testa si calma da sola, almeno un pochino.

Quello che hai scritto sul tuo quaderno, quegli scarabocchi, non sono un segno di debolezza. Sono un grido, e va bene così. Io a volte parlo da sola mentre cammino, mi sfogo con l’aria. E sai una cosa? Quel chilo che hai perso non è una bugia, è un passo. Piccolo, magari, ma è tuo. Non devi urlare più forte delle emozioni, forse basta solo ascoltarle un attimo e poi lasciarle andare, un passo alla volta.

Se vuoi, prova a venire con me, anche solo con il pensiero. Immagina di camminare, di spingere con i bastoncini, di sentire il terreno sotto i piedi. Non anneghi, non stasera. E se domani è un altro giorno schifoso, scrivimi, ok? Magari ti racconto di quella volta che ho quasi perso un bastoncino in un fosso, giusto per farti sorridere. Forza, un passo alla volta, ce la fai.
Ehi, un saluto veloce mentre mi allaccio le scarpe, oppure no, lasciamo stare i convenevoli. Ti leggo e mi sembra di rivedere me qualche tempo fa, seduta con quel groppo in gola e il pacchetto di biscotti che mi fissava come un vecchio amico traditore. Quelle giornate schifose, quando tutto ti crolla addosso e il cibo sembra l’unico che non ti giudica, le conosco bene. Ma sai una cosa? Non sei sola, e quel chilo che hai perso non è una bugia, è una vittoria, anche se piccola.

Io ho trovato il mio “basta” nei movimenti, ma non quelli forzati tipo palestra che mi facevano sentire in punizione. Parlo di danza: salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto quando mi sentivo coraggiosa. All’inizio era solo un modo per scappare da casa, da quel frigo che mi chiamava. Mettevo la musica, chiudevo gli occhi e via, mi muovevo. Non ero brava, eh, inciampavo nei miei stessi piedi, ma non importava. Ogni passo, ogni giro, era come dire alle emozioni “ok, ci siete, ma non vincete voi”. E sai che c’è? Più ballavo, più mi accorgevo che non era solo il corpo a sentirsi più leggero, ma anche la testa.

Non fraintendermi, non è che ora sono una ballerina provetta o che non ho mai più toccato un dolce. Ci sono giorni in cui torno a casa distrutta e quel pacchetto di patatine mi fa l’occhiolino. Ma invece di cedere, metto una canzone e faccio due mosse, anche solo in cucina. Non serve essere perfetti, basta iniziare. La danza per me è diventata un piacere, non una regola: muovermi mi fa sentire viva, non vuota. E i chili? Sono scesi piano, senza che me ne accorgessi quasi, perché non era più una lotta contro la bilancia, ma un regalo che facevo a me stessa.

Il tuo quaderno pieno di scarabocchi è già un passo, credimi. Io a volte ballo su quelle emozioni, le lascio uscire con un giro di salsa invece di soffocarle con la torta al cioccolato. Non devi urlare più forte di loro, magari prova a ballarci sopra, anche solo nella tua testa. Se domani ti senti di nuovo a pezzi, accendi una canzone, una qualunque, e muoviti un po’. Non serve tanto, solo quel tanto che basta per ricordarti che non stai annegando, stai nuotando.

Scrivimi se vuoi, magari ti racconto di quella volta che ho provato un passo di hip-hop e sono finita contro il divano. Un passo alla volta, ce la fai. Stasera non cedi, promesso?
 
Ehi, un saluto veloce mentre mi allaccio le scarpe, oppure no, lasciamo stare i convenevoli. Ti leggo e mi sembra di rivedere me qualche tempo fa, seduta con quel groppo in gola e il pacchetto di biscotti che mi fissava come un vecchio amico traditore. Quelle giornate schifose, quando tutto ti crolla addosso e il cibo sembra l’unico che non ti giudica, le conosco bene. Ma sai una cosa? Non sei sola, e quel chilo che hai perso non è una bugia, è una vittoria, anche se piccola.

Io ho trovato il mio “basta” nei movimenti, ma non quelli forzati tipo palestra che mi facevano sentire in punizione. Parlo di danza: salsa, hip-hop, persino un po’ di balletto quando mi sentivo coraggiosa. All’inizio era solo un modo per scappare da casa, da quel frigo che mi chiamava. Mettevo la musica, chiudevo gli occhi e via, mi muovevo. Non ero brava, eh, inciampavo nei miei stessi piedi, ma non importava. Ogni passo, ogni giro, era come dire alle emozioni “ok, ci siete, ma non vincete voi”. E sai che c’è? Più ballavo, più mi accorgevo che non era solo il corpo a sentirsi più leggero, ma anche la testa.

Non fraintendermi, non è che ora sono una ballerina provetta o che non ho mai più toccato un dolce. Ci sono giorni in cui torno a casa distrutta e quel pacchetto di patatine mi fa l’occhiolino. Ma invece di cedere, metto una canzone e faccio due mosse, anche solo in cucina. Non serve essere perfetti, basta iniziare. La danza per me è diventata un piacere, non una regola: muovermi mi fa sentire viva, non vuota. E i chili? Sono scesi piano, senza che me ne accorgessi quasi, perché non era più una lotta contro la bilancia, ma un regalo che facevo a me stessa.

Il tuo quaderno pieno di scarabocchi è già un passo, credimi. Io a volte ballo su quelle emozioni, le lascio uscire con un giro di salsa invece di soffocarle con la torta al cioccolato. Non devi urlare più forte di loro, magari prova a ballarci sopra, anche solo nella tua testa. Se domani ti senti di nuovo a pezzi, accendi una canzone, una qualunque, e muoviti un po’. Non serve tanto, solo quel tanto che basta per ricordarti che non stai annegando, stai nuotando.

Scrivimi se vuoi, magari ti racconto di quella volta che ho provato un passo di hip-hop e sono finita contro il divano. Un passo alla volta, ce la fai. Stasera non cedi, promesso?
Ehi, un battito di mani prima di scriverti, come se stessi iniziando una nuova canzone! 😊 Leggerti, Tazor, è stato come guardarmi allo specchio in quei giorni in cui il mondo pesa troppo e il frigo sembra l’unico che ti capisce. Quel groppo in gola, le mani che tremano vicino a una scatola di biscotti… ci sono passata, e so quanto è dura quando le emozioni ti spingono a cercare conforto nel cibo. Ma quel chilo che hai perso? È un segno che stai già combattendo, anche se magari non lo senti ancora. 💪

Io sono quella che conta ogni caloria, sai? Non perché sia ossessionata, ma perché mi aiuta a tenere il timone quando la tempesta emotiva arriva. Però, oltre alle tabelle e ai numeri, ho trovato un altro modo per non annegare: la danza. Non parlo di coreografie da professionista o di palchi, no, parlo di mettere una canzone e muovermi, anche solo in salotto. 🎶 Salsa, hip-hop, a volte persino un goffo tentativo di balletto quando mi sento ispirata. All’inizio era solo un modo per distrarmi, per non aprire quella busta di patatine che mi chiamava. Mettevo la musica, chiudevo gli occhi e lasciavo che il corpo facesse il resto. Non ero brava, inciampavo, ma ogni passo era come un piccolo “no” a quelle emozioni che volevano vincere.

La danza per me è diventata una specie di terapia. Non cancella i problemi, ma li rende meno pesanti. Quando ballo, sento il cuore che batte, il respiro che si fa più profondo, e piano piano la testa smette di urlare. Non è magia, eh, ci vuole tempo. Ma più mi muovevo, più mi accorgevo che non stavo solo bruciando calorie (anche se, ehi, quelle se ne vanno eccome! 😜), stavo regalando a me stessa un momento di libertà. E i chili? Sono scesi, non in un lampo, ma con costanza, perché non era più una guerra contro la bilancia, ma un modo per sentirmi meglio, dentro e fuori.

Ti do un consiglio pratico, da “Znatok caloriй” 😄: quando senti che stai per crollare, prova a fare una cosa piccola. Non serve iscriversi a un corso di danza o avere chissà quale attrezzatura. Scegli una canzone che ti piace, magari una che ti fa venire voglia di muoverti, e prova a fare due passi in casa. Anche solo cinque minuti, senza pensare troppo. Io a volte ballo mentre preparo la cena, con una playlist che mi fa sorridere. È un modo per dire alle emozioni: “Ok, vi vedo, ma non mi controllate”. E se proprio vuoi tenere d’occhio le calorie, ti posso passare una tabella con cibi leggeri ma gustosi che non ti fanno sentire in punizione. Tipo, sapevi che 100 g di popcorn fatti in casa (senza burro) sono solo 375 kcal? Perfetti per uno spuntino davanti a una serie senza sensi di colpa! 🍿

Quegli scarabocchi sul tuo quaderno non sono un segno di debolezza, sono la tua voce che prova a farsi sentire. Magari prova a ballarci sopra, anche solo con l’immaginazione. Non devi essere perfetta, non devi urlare più forte delle emozioni. Basta un passo, un movimento, un respiro. E se domani è un altro giorno schifoso, accendi una canzone e prova. Non stai annegando, stai imparando a nuotare, un po’ alla volta. 🌟

Scrivimi se ti va, magari ti racconto di quella volta che ho provato un passo di hip-hop e ho quasi fatto volare il gatto dal divano! 😅 Un passo alla volta, Tazor, ce la fai. Stasera balli, non cedi, ok?
 
Ehi, un battito di mani prima di scriverti, come se stessi iniziando una nuova canzone! 😊 Leggerti, Tazor, è stato come guardarmi allo specchio in quei giorni in cui il mondo pesa troppo e il frigo sembra l’unico che ti capisce. Quel groppo in gola, le mani che tremano vicino a una scatola di biscotti… ci sono passata, e so quanto è dura quando le emozioni ti spingono a cercare conforto nel cibo. Ma quel chilo che hai perso? È un segno che stai già combattendo, anche se magari non lo senti ancora. 💪

Io sono quella che conta ogni caloria, sai? Non perché sia ossessionata, ma perché mi aiuta a tenere il timone quando la tempesta emotiva arriva. Però, oltre alle tabelle e ai numeri, ho trovato un altro modo per non annegare: la danza. Non parlo di coreografie da professionista o di palchi, no, parlo di mettere una canzone e muovermi, anche solo in salotto. 🎶 Salsa, hip-hop, a volte persino un goffo tentativo di balletto quando mi sento ispirata. All’inizio era solo un modo per distrarmi, per non aprire quella busta di patatine che mi chiamava. Mettevo la musica, chiudevo gli occhi e lasciavo che il corpo facesse il resto. Non ero brava, inciampavo, ma ogni passo era come un piccolo “no” a quelle emozioni che volevano vincere.

La danza per me è diventata una specie di terapia. Non cancella i problemi, ma li rende meno pesanti. Quando ballo, sento il cuore che batte, il respiro che si fa più profondo, e piano piano la testa smette di urlare. Non è magia, eh, ci vuole tempo. Ma più mi muovevo, più mi accorgevo che non stavo solo bruciando calorie (anche se, ehi, quelle se ne vanno eccome! 😜), stavo regalando a me stessa un momento di libertà. E i chili? Sono scesi, non in un lampo, ma con costanza, perché non era più una guerra contro la bilancia, ma un modo per sentirmi meglio, dentro e fuori.

Ti do un consiglio pratico, da “Znatok caloriй” 😄: quando senti che stai per crollare, prova a fare una cosa piccola. Non serve iscriversi a un corso di danza o avere chissà quale attrezzatura. Scegli una canzone che ti piace, magari una che ti fa venire voglia di muoverti, e prova a fare due passi in casa. Anche solo cinque minuti, senza pensare troppo. Io a volte ballo mentre preparo la cena, con una playlist che mi fa sorridere. È un modo per dire alle emozioni: “Ok, vi vedo, ma non mi controllate”. E se proprio vuoi tenere d’occhio le calorie, ti posso passare una tabella con cibi leggeri ma gustosi che non ti fanno sentire in punizione. Tipo, sapevi che 100 g di popcorn fatti in casa (senza burro) sono solo 375 kcal? Perfetti per uno spuntino davanti a una serie senza sensi di colpa! 🍿

Quegli scarabocchi sul tuo quaderno non sono un segno di debolezza, sono la tua voce che prova a farsi sentire. Magari prova a ballarci sopra, anche solo con l’immaginazione. Non devi essere perfetta, non devi urlare più forte delle emozioni. Basta un passo, un movimento, un respiro. E se domani è un altro giorno schifoso, accendi una canzone e prova. Non stai annegando, stai imparando a nuotare, un po’ alla volta. 🌟

Scrivimi se ti va, magari ti racconto di quella volta che ho provato un passo di hip-hop e ho quasi fatto volare il gatto dal divano! 😅 Un passo alla volta, Tazor, ce la fai. Stasera balli, non cedi, ok?
Ehi, un respiro profondo prima di buttarmi a scrivere, come se stessi cercando di non farmi travolgere! Tazor, leggerti è stato come rivivere quelle sere in cui mi sento schiacciata, con il cuore che batte troppo forte e il bisogno di aprire il frigo per zittire tutto. Quel groppo in gola, le mani che quasi senza pensarci afferrano qualcosa da sgranocchiare… conosco quella sensazione, e so quanto è difficile fermarsi quando le emozioni sembrano più grandi di te. Ma quel chilo che hai perso? È un passo vero, anche se ora magari ti sembra solo un caso. Fidati, è la prova che ce la puoi fare.

Io sono quella che combatte con il diabetino, come lo chiamo io, e un ginocchio che si lamenta se esagero. Non è facile, sai? I medici mi hanno messo paletti: niente zuccheri a caso, niente movimenti troppo pesanti per non stressare le articolazioni. All’inizio mi sentivo in trappola, come se il mondo mi dicesse “mangia poco, muoviti, ma senza strafare”. E in quei momenti, quando la giornata è un disastro e tutto quello che vuoi è affogare la rabbia in un pacco di biscotti, è dura non cedere. Però ho trovato un modo per non lasciarmi andare, e non parlo di diete ferree o di contare calorie come un’ossessione. Parlo di piccoli trucchi per distrarmi e di muovermi in modo che non sembri una punizione.

La danza è stata la mia ancora di salvezza. Non fraintendermi, non sono una che volteggia come in un video musicale. Parlo di mettere una canzone allegra, tipo un po’ di salsa o qualcosa di ritmato, e muovermi in cucina o in salotto. All’inizio lo facevo per non pensare al cibo, per tenere le mani occupate e la testa altrove. Magari ballavo cinque minuti, goffa come un pinguino, ma quei minuti erano miei, non delle emozioni che cercavano di buttarmi giù. Col tempo ho capito che non era solo un modo per bruciare qualche caloria (che con il diabete è un aiuto, credimi), ma un modo per sentirmi viva, per ricordarmi che non sono solo i miei problemi di salute o il numero sulla bilancia.

Non sto dicendo che la danza sia la cura per tutto, eh. Ci sono giorni in cui il ginocchio mi fa vedere le stelle e il pensiero di muovermi mi sembra una follia. In quei momenti, il mio trucco è preparare uno spuntino che non mi faccia deragliare. Tipo, invece di buttarmi su un pacchetto di patatine, mi faccio una ciotolina di carote crude con un po’ di hummus. Sembra una sciocchezza, ma sgranocchiare qualcosa di croccante mi calma, e non mi sento in colpa dopo. Oppure, se ho proprio voglia di dolce, prendo un quadratino di cioccolato fondente, di quello amaro, che con il diabete è ok in piccole dosi. Non è come una torta, ma mi dà quel momento di conforto senza mandare all’aria tutto.

Il tuo quaderno pieno di scarabocchi mi ha fatto sorridere, sai? È come il mio diario alimentare, dove segno cosa mangio e come mi sento. Non è perfetto, ci sono giorni in cui scrivo “perso la testa, mangiato schifezze”, ma è un modo per guardarmi in faccia e ripartire. Ti do un consiglio da una che ci è passata: quando senti che stai per crollare, prova a fare una cosa piccola. Non serve ballare come una professionista o fare chissà cosa. Magari metti una canzone che ti piace e muovi le spalle, anche solo seduta. Oppure prepara uno spuntino leggero, tipo una manciata di mandorle o una mela tagliata a fettine con un pizzico di cannella. Sono piccole armi, ma ti aiutano a combattere le emozioni senza lasciarti travolgere.

Non fraintendermi, non sono diventata una guru del benessere. Ci sono giorni in cui il frigo mi chiama e io rispondo, eccome. Ma sto imparando a non odiare me stessa per questo. Con il diabete e le articolazioni che fanno i capricci, ho capito che non posso combattere contro il mio corpo, devo lavorarci insieme. La danza mi aiuta a sentirmi meno pesante, gli spuntini sani mi tengono in pista, e il mio diario mi ricorda che ogni giorno è una nuova possibilità. Non devi essere perfetta, Tazor. Non devi zittire le emozioni o urlare più forte di loro. Prova a muoverti un po’, a prepararti qualcosa di buono che non ti faccia sentire in colpa, a scrivere due righe su quel quaderno. È un passo, e i passi contano.

Se ti va, scrivimi. Magari ti racconto di quella volta che ho provato a fare un passo di salsa e il mio ginocchio ha deciso di scioperare! Un respiro alla volta, un movimento alla volta, ce la fai. Stasera prova a non cedere, ok? Magari metti una canzone e fai due passi, anche solo per te stessa.