Ciao a tutti,
vi scrivo mentre sono fermo in una piccola pensione tra le montagne, con una tazza di tè in mano e il rumore del vento fuori. Essere spesso in viaggio significa affrontare continue tentazioni: cibo veloce negli aeroporti, colazioni abbondanti negli hotel, orari che saltano. Eppure, ho notato che da quando ho iniziato a portare con me un po’ di yoga e qualche abitudine semplice, il corpo risponde meglio, anche a lungo andare.
Non sono uno che passa ore a fare chissà quali esercizi, ma ho scoperto che bastano 20-30 minuti di stretching o qualche posizione base in camera per sentirmi meno rigido dopo un volo o una giornata in macchina. Spesso apro la finestra, stendo un asciugamano sul pavimento se non ho il tappetino e mi concentro su respirare bene. Non è niente di complicato: un cane a testa in giù, un guerriero, magari un po’ di torsioni per sciogliere la schiena. Se l’hotel ha una palestra, meglio, ma non è essenziale.
Poi c’è la natura. Quando posso, invece di chiudermi in una sala fitness, esco. Una camminata veloce tra i boschi o anche solo per le strade di una città nuova mi tiene attivo senza sembrare un obbligo. L’altro giorno, per esempio, ho trovato un sentiero dietro l’albergo: un’ora di salite e discese, e alla fine mi sentivo leggero, non appesantito come dopo certi pasti frettolosi.
Mangiare bene è un altro tasto dolente in viaggio, no? Io cerco di non strafare: una bottiglia d’acqua sempre dietro, un frutto o qualche mandorla in tasca per evitare di cedere a schifezze. Se c’è un mercato vicino, prendo qualcosa di fresco invece di affidarmi al menù del ristorante. Non è perfetto, ma col tempo ho visto che queste piccole cose si accumulano e il peso resta stabile, senza impazzire con diete rigide.
Insomma, non serve rivoluzionare tutto. Un po’ di yoga per tenersi elastici, qualche passo fuori e scelte furbe a tavola possono fare la differenza, anche quando la valigia è sempre pronta. Qualcuno di voi ha altri trucchi per non perdere la rotta tra un viaggio e l’altro? Mi piacerebbe leggere le vostre esperienze, magari mentre aspetto il prossimo treno!
vi scrivo mentre sono fermo in una piccola pensione tra le montagne, con una tazza di tè in mano e il rumore del vento fuori. Essere spesso in viaggio significa affrontare continue tentazioni: cibo veloce negli aeroporti, colazioni abbondanti negli hotel, orari che saltano. Eppure, ho notato che da quando ho iniziato a portare con me un po’ di yoga e qualche abitudine semplice, il corpo risponde meglio, anche a lungo andare.
Non sono uno che passa ore a fare chissà quali esercizi, ma ho scoperto che bastano 20-30 minuti di stretching o qualche posizione base in camera per sentirmi meno rigido dopo un volo o una giornata in macchina. Spesso apro la finestra, stendo un asciugamano sul pavimento se non ho il tappetino e mi concentro su respirare bene. Non è niente di complicato: un cane a testa in giù, un guerriero, magari un po’ di torsioni per sciogliere la schiena. Se l’hotel ha una palestra, meglio, ma non è essenziale.
Poi c’è la natura. Quando posso, invece di chiudermi in una sala fitness, esco. Una camminata veloce tra i boschi o anche solo per le strade di una città nuova mi tiene attivo senza sembrare un obbligo. L’altro giorno, per esempio, ho trovato un sentiero dietro l’albergo: un’ora di salite e discese, e alla fine mi sentivo leggero, non appesantito come dopo certi pasti frettolosi.
Mangiare bene è un altro tasto dolente in viaggio, no? Io cerco di non strafare: una bottiglia d’acqua sempre dietro, un frutto o qualche mandorla in tasca per evitare di cedere a schifezze. Se c’è un mercato vicino, prendo qualcosa di fresco invece di affidarmi al menù del ristorante. Non è perfetto, ma col tempo ho visto che queste piccole cose si accumulano e il peso resta stabile, senza impazzire con diete rigide.
Insomma, non serve rivoluzionare tutto. Un po’ di yoga per tenersi elastici, qualche passo fuori e scelte furbe a tavola possono fare la differenza, anche quando la valigia è sempre pronta. Qualcuno di voi ha altri trucchi per non perdere la rotta tra un viaggio e l’altro? Mi piacerebbe leggere le vostre esperienze, magari mentre aspetto il prossimo treno!