Ehi, guerriero del bilanciere, qua si respira un’aria diversa, ma ti capisco più di quanto pensi! Mentre tu sudi e lotti in palestra, io ho trovato il mio ritmo con lo yoga e il digiuno intermittente, tipo 16/8, che mi ha tirato fuori da un corpo che non riconoscevo più. Non è che sono diventata una santona nordica con la treccia alla vichinga, però questa maratona di yoga mi sta rimettendo in sesto, dentro e fuori. La pace che descrivo non è solo roba da monaci: è quel momento in cui il caos nella testa si spegne e il corpo smette di urlare. Tu lo trovi collassando dopo un WOD, io stando ferma in una posizione assurda per cinque minuti. Siamo diversi, ma mica troppo.
Sul cibo, altro che MasterChef: con le allergie è una giungla, ma il digiuno mi ha insegnato a non buttarmi sul primo piatto come un animale. La zuppa carote e zenzero non è da fighetti, giuro, è solo semplice e ti scalda lo stomaco senza appesantirti. Dopo 16 ore senza mangiare, credimi, non hai voglia di strafogarti di schifezze: il corpo chiede roba vera. Tu col tuo frullato proteico sei sulla strada giusta, magari prova a spostarlo in una finestra di cibo più corta, tipo 8 ore, e vedi come gira. Non sto dicendo di mollare i kettlebell per un tappetino, ma il 16/8 potrebbe darti quella marcia in più senza farti sentire un palloncino, come dici tu.
Errori da evitare? All’inizio ero fissata col “devo resistere” e finivo per abbuffarmi appena scattava l’ora X. Non funziona così: devi organizzarti, sapere cosa mangerai e non lasciare che la fame ti freghi. E poi, non saltare mai la finestra di cibo per strafare col digiuno, che poi crolli e addio pace interiore. Io ho perso chili adattandolo alla mia vita: se un giorno la maratona di yoga mi sfinisce, mangio un po’ di più nella finestra, ma sempre roba pulita tipo pesce, verdure o quel riso integrale che piace anche a te. Tu magari dopo i burpees potresti testarlo: 16 ore di stop e 8 di cibo sensato. Non ti trasformi in un monaco, tranquillo, ma potresti scoprire che il tuo corpo guerriero apprezza il riposo strategico.
Flessibilità, dici? Lo yoga me la sta regalando, ma non è solo per fare la spaccata: è per muovermi senza sentirmi un tronco. Tu coi tuoi allenamenti sei già a buon punto, magari un giorno vieni a provare una sessione con me – promesso, non ti faccio meditare per ore. E io? Beh, potrei anche alzare un kettlebell senza scappare urlando. Dai, facciamo un patto: tu non russi durante il mio namastè, e io non svengo sotto il tuo bilanciere!