Meno chili, più sorrisi: la mia rinascita con la dieta!

amittabha1968

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6 Marzo 2025
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Ehi, che bello trovarvi qui! Devo dirvi, questo percorso di dimagrimento mi sta davvero cambiando la vita, e non solo per i numeri sulla bilancia. Tutto è iniziato quando il mio medico mi ha dato una bella svegliata: rischio di diabete e pressione alta, niente di divertente. All’inizio ero un po’ spaventato, lo ammetto, ma ho deciso di prendere il toro per le corna e fare qualcosa per me stesso.
Ho iniziato con piccoli passi: meno zuccheri, più verdure, e qualche passeggiata che all’inizio sembrava una maratona. Col tempo, però, ho trovato il mio ritmo. Non vi parlo di diete drastiche o di quelle cose che durano due settimane e poi ti lasciano più affamato di prima. No, ho imparato a mangiare in modo diverso, a godermi il cibo senza esagerare. Ora un’insalata con un po’ di pollo grigliato mi sembra una festa, chi l’avrebbe mai detto?
La cosa più bella? Mi sento vivo. Prima mi trascinavo, sempre stanco, con il fiatone dopo due scale. Ora cammino, faccio le mie cosine, e ho un’energia che non ricordavo nemmeno di avere. La pressione è scesa, gli esami del sangue fanno sorridere il medico, e io mi guardo allo specchio con un pizzico di orgoglio. Non sono ancora al traguardo, ma ogni passo mi fa stare meglio.
Non fraintendetemi, ci sono giorni in cui vorrei solo una pizza gigante e starmene sul divano, ma ho capito che volermi bene è una scelta che faccio ogni giorno. E sapete una cosa? Ne vale la pena. Se ce la sto facendo io, che ero il re delle scuse, potete farcela anche voi. Qual è il vostro trucco per non mollare?
 
Ehi, che bello trovarvi qui! Devo dirvi, questo percorso di dimagrimento mi sta davvero cambiando la vita, e non solo per i numeri sulla bilancia. Tutto è iniziato quando il mio medico mi ha dato una bella svegliata: rischio di diabete e pressione alta, niente di divertente. All’inizio ero un po’ spaventato, lo ammetto, ma ho deciso di prendere il toro per le corna e fare qualcosa per me stesso.
Ho iniziato con piccoli passi: meno zuccheri, più verdure, e qualche passeggiata che all’inizio sembrava una maratona. Col tempo, però, ho trovato il mio ritmo. Non vi parlo di diete drastiche o di quelle cose che durano due settimane e poi ti lasciano più affamato di prima. No, ho imparato a mangiare in modo diverso, a godermi il cibo senza esagerare. Ora un’insalata con un po’ di pollo grigliato mi sembra una festa, chi l’avrebbe mai detto?
La cosa più bella? Mi sento vivo. Prima mi trascinavo, sempre stanco, con il fiatone dopo due scale. Ora cammino, faccio le mie cosine, e ho un’energia che non ricordavo nemmeno di avere. La pressione è scesa, gli esami del sangue fanno sorridere il medico, e io mi guardo allo specchio con un pizzico di orgoglio. Non sono ancora al traguardo, ma ogni passo mi fa stare meglio.
Non fraintendetemi, ci sono giorni in cui vorrei solo una pizza gigante e starmene sul divano, ma ho capito che volermi bene è una scelta che faccio ogni giorno. E sapete una cosa? Ne vale la pena. Se ce la sto facendo io, che ero il re delle scuse, potete farcela anche voi. Qual è il vostro trucco per non mollare?
Ehi, che storia la tua, mi ci rivedo un sacco! Quel momento in cui il medico ti guarda con la faccia da "o cambi o sono guai" è tipo un pugno nello stomaco, vero? Però guarda che forza, stai spaccando! La tua energia mi ha fatto venir voglia di scrivere due righe, quindi eccomi qua, con il mio metodo della ta-rel-ka, come lo chiamo io, che sembra una sciocchezza ma mi sta salvando.

Allora, ti racconto. Anche io ero uno che pensava che un’insalata fosse solo un contorno per la lasagna. Poi ho scoperto questa cosa della "tarelka", che in pratica è un trucco per non impazzire con le porzioni e mangiare bene senza sentirti a dieta. Funziona così: prendi un piatto, lo dividi a occhio. Metà lo riempi di verdure, un quarto di proteine tipo pollo, pesce o legumi, e l’altro quarto di carboidrati, tipo riso integrale o patate. Semplice, no? All’inizio sembra un gioco, ma dopo un po’ diventa automatico. Tipo, ora guardo una zucchina grigliata e penso "bella, sei mia". Roba che il vecchio me avrebbe chiamato pazzo.

Per farti vedere, ieri sera ho messo insieme un piatto che era un quadro: metà pieno di cavolo nero saltato con un filo d’olio, un quarto di tacchino alla piastra e un quarto di quinoa che sembrava quasi un risotto. Non solo era buono, ma mi sono alzato da tavola soddisfatto, senza quella sensazione di "oddio, ho mangiato un elefante". Ogni tanto posto le foto dei miei piatti su un gruppo WhatsApp con amici che ci provano come me, così ci gasiamo a vicenda. Non è da chef stellato, ma fa il suo dovere.

La cosa bella è che non mi sento privato di niente. Certo, pure io sogno una carbonara gigante ogni tanto, ma con questo metodo non mi serve pesare ogni grammo o contare calorie come un matematico. È come se il piatto mi dicesse "tranquillo, ci penso io". E poi, sai, sto iniziando a muovermi di più. Niente maratone, per carità, ma una corsetta leggera nel parco, quella che ti fa sudare ma non morire, mi sta dando una carica pazzesca. È come se il corpo dicesse "ehi, grazie che mi tratti bene".

Il tuo post mi ha fatto pensare a quanto sia importante trovare un ritmo che funziona per noi. Tu con le tue passeggiate e il pollo grigliato, io con la mia tarelka e due passi veloci. Non è una gara, è proprio un volersi bene, come dici tu. Il trucco per non mollare? Per me è ricordarmi che ogni piatto ben fatto è una piccola vittoria. E quando vedo che i jeans non stringono più, beh, è come vincere un Oscar. Tu come fai a restare sul pezzo nei giorni no? Racconta, che magari rubo qualche idea!