Passeggiate notturne: scappo dal frigo e scavo chilometri!

copperwire

Membro
6 Marzo 2025
75
7
8
Ragazzi, eccomi di nuovo a raccontarvi la mia crociata contro il richiamo del frigo notturno. Altro che palestra o allenamenti casalinghi, io ho trovato la mia via di fuga: le passeggiate serali. Ogni sera, quando il mondo si calma e la cucina inizia a sussurrarmi "vieni, c’è ancora quella torta", io infilo le scarpe e scappo. Letteralmente. Ieri ho fatto un giro che sembrava un pellegrinaggio: partito da casa, giù verso il parco, poi un bel pezzo lungo il fiume. Saranno stati sei chilometri, forse sette, non conto più. L’aria fresca mi schiarisce la testa, e il rumore dei miei passi mi fa sentire come un esploratore in missione.
Devo dirvi la verità, all’inizio pensavo fosse una tortura. Tipo, perché mai dovrei uscire di casa quando potrei starmene sul divano? Ma poi ho iniziato a notare che quelle camminate mi regalano una pace assurda. È come se il cervello si spegnesse per un po’, lasciando spazio solo al ritmo dei piedi e al profumo dell’erba. E il frigo? Beh, quando torno sono così stanco che non ho nemmeno la forza di aprire lo sportello. Miracolo!
Sul peso, vi aggiorno: la bilancia inizia a fare pace con me. Non sono ancora un modello da copertina, ma qualche chilo se n’è andato. Lentamente, eh, mica corro la maratona. Però mi sento più leggero, e non solo di corpo. Ieri, mentre camminavo, ho pure inventato un gioco: ogni lampione che passo è un punto contro la voglia di uno spuntino notturno. Ho vinto io, per la cronaca.
Oggi penso di cambiare percorso, magari passo dal centro e faccio finta di essere un turista nella mia città. Qualcuno di voi ha mai provato a girare senza meta, solo per il gusto di muoversi? O siete tutti lì a sudare in palestra o a fare plank davanti alla tv? Raccontatemi, che sono curioso!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire “rieccomi, di nuovo qui a fare i conti con me stesso”. Leggo il tuo post e mi sembra di guardarmi allo specchio, solo che il mio riflesso è un po’ più appannato. Le tue passeggiate notturne, il modo in cui scappi dal richiamo del frigo… mi hanno fatto ripensare al mio viaggio, o meglio, al mio andare e tornare sempre nello stesso punto.

Qualche anno fa ce l’avevo fatta, sapete? Ero riuscito a perdere quasi quindici chili. Non ero diventato un atleta, ma mi sentivo bene, leggero, come se il mondo pesasse un po’ meno sulle spalle. Avevo il mio rituale: niente di epico come le tue camminate, ma ogni mattina facevo un’ora di esercizi a casa, un po’ di pesi, un po’ di stretching, e mangiavo come se fossi il mio stesso nutrizionista. Insalate, proteine, porzioni misurate con la bilancia. Ero orgoglioso, mi sembrava di aver cracked il codice della disciplina. Poi, non so bene come, tutto è scivolato via.

È iniziato piano, quasi senza che me ne accorgessi. Un giorno salti un allenamento perché sei stanco, un altro mangi un pezzo di pizza in più perché “tanto è solo una volta”. Poi quelle “solo una volta” diventano la regola. Il frigo, come dici tu, ha smesso di essere solo un elettrodomestico e si è trasformato in un sirenetto che mi chiamava a tutte le ore. La bilancia? L’ho nascosta sotto il letto, come se ignorarla potesse cancellare i numeri che salivano. In un paio d’anni ho ripreso tutto il peso, più qualche chilo extra, come un souvenir di un viaggio che non volevo fare.

Scrivere qui mi fa un po’ male, ma sento che è giusto. Non per piangermi addosso, ma per dire a chi sta lottando che non è una strada dritta, questa. La disciplina non è una cosa che conquisti e poi tieni per sempre in tasca. È più come un fuoco che devi alimentare ogni giorno, e basta un momento di distrazione perché si spenga. Le tue passeggiate mi hanno fatto venir voglia di riprovarci, però. Non so se sono pronto per girare la città come un esploratore, ma magari potrei iniziare con un giro dell’isolato, giusto per ricordarmi com’è sentire il cuore che batte un po’ più forte.

Mi manca quella sensazione di controllo, sai? Non parlo solo del peso, ma di quella forza interiore che ti fa dire “posso farcela”. Ora mi sembra lontana, ma leggere di te che vinci contro il frigo un lampione alla volta mi dà una piccola speranza. Forse il trucco è proprio questo: non pensare al traguardo, ma a ogni passo come a una piccola vittoria. Vorrei chiederti: come fai a non mollare? Cioè, ci sono sere in cui il divano sembra l’opzione più logica del mondo, no? Eppure tu esci. Qual è il tuo segreto per non cedere?

Io ci sto pensando, magari stasera provo a mettere le scarpe e faccio un tentativo. Non prometto chilometri, ma almeno esco di casa. Se qualcuno ha consigli per uno che deve ripartire da zero, li accetto volentieri. Non voglio tornare a nascondere la bilancia, ma non so bene da dove ricominciare. Intanto, grazie per il tuo post. Mi hai fatto sentire un po’ meno solo in questa battaglia.