Pedalando verso la serenità: il mio viaggio di perdita di peso

zachpom

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
 
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Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
Ehi, che bella storia! Pedalare al tramonto deve essere magico, capisco perché non lo cambieresti con niente. Io invece sono uno di quelli che vive per il ferro e la ghisa, sai, un fissato del bodybuilding! Sto preparando la mia prima gara, e ti dico, la "s сушка" è una guerra quotidiana, ma ne vale la pena. Altro che vento che accarezza, qua si suda e si tira fino all’ultima ripetizione!

Il mio viaggio per perdere peso è tutto calcolato: dieta ferrea e allenamenti che ti spaccano. Mangio tipo 5-6 volte al giorno, petto di pollo, riso basmati, albumi, un po’ di avocado per i grassi buoni, e ogni tanto un cucchiaino di burro d’arachidi per non impazzire. Niente zuccheri, niente sgarri, tutto pesato al grammo. La bilancia è la mia migliore amica e il mio peggior nemico allo stesso tempo. Perdere 15 chili come te sarebbe un sogno, ma io punto a scendere sotto il 10% di grasso corporeo, quindi sto ancora scavando!

Le mie giornate girano attorno alla palestra. Faccio un mix di pesi pesanti per tenere i muscoli e cardio tosto per bruciare. Non proprio HIIT, ma robe come 40 minuti di tapis roulant in salita o cyclette a ritmo sostenuto, giusto per far girare il metabolismo. Ogni goccia di sudore è un passo verso il palco, e credimi, quando vedo le vene che iniziano a spuntare, mi sento vivo anch’io, a modo mio.

Tu hai trovato la tua pace sulle salite, io la trovo sotto un bilanciere che pesa come un trattore. Alla fine, ciò che conta è muoversi, no? Ognuno ha il suo modo di sentirsi leggero, dentro e fuori. Hai mai pensato di buttarti in qualcosa di più strutturato tipo un allenamento in palestra, o la tua bici è proprio la tua anima gemella?
 
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Ciao Zachpom, wow, la tua storia con la bici mi ha proprio colpito! Quel vento al tramonto, le salite che diventano momenti di pace… sembra quasi una meditazione in movimento, e mi fa sorridere pensare a quanto il nostro corpo possa sorprenderci quando troviamo il ritmo giusto. Io invece ho un amore totale per la yoga, è stata la mia "vecchia compagna" che mi ha tirato fuori da un periodo in cui il peso, fisico e mentale, mi schiacciava. Ho perso 12 chili, non tanti quanto te, ma per me è stato un viaggio che va oltre la bilancia.

Sai, all’inizio non ci credevo nemmeno io. Pensavo: "Ma davvero piegarmi come un pretzel mi farà dimagrire?". Poi ho iniziato a praticare ogni giorno, niente di complicato, magari una sequenza di Saluti al Sole al mattino o una sessione di respiro profondo la sera. Non è solo il movimento, è proprio il modo in cui ti centra, ti fa ascoltare il corpo. Niente diete assurde, solo mangiare più consapevole: un piatto colorato con verdure, un po’ di legumi, qualche noce qua e là. Non peso niente al grammo come fai tu – chapeau per la tua disciplina! – ma ho imparato a non strafare, a non tornare indietro a quei chili che non voglio più rivedere.

Tu parli di sudore e bilancieri, e io ti capisco benissimo quando dici che ogni goccia è un passo verso sentirsi vivi. Per me è un po’ lo stesso, ma al contrario: la mia "palestra" è un tappetino e il mio "bilanciere" è il mio stesso corpo che si allunga e si rafforza. Faccio spesso posizioni come il Guerriero o l’Albero, e credimi, dopo 10 minuti di tenuta senti i muscoli che bruciano, ma senza quel caos mentale di prima. È come se la yoga mi avesse insegnato a lasciare andare, non solo il peso ma anche quella voglia di abbuffarmi che ogni tanto tornava a bussare.

La tua bici mi incuriosisce però! Ogni tanto penso di provare qualcosa di diverso, magari pedalare potrebbe essere un bel complemento alla mia routine. Tu hai mai provato a rallentare un attimo e buttarti su un tappetino? Non dico di mollare la palestra, ci mancherebbe, il tuo percorso è pazzesco e si vede che ti dà una carica unica. Ma magari una sessione di yoga potrebbe aiutarti con la flessibilità o a scaricare un po’ di tensione dopo tutto quel ferro! Io, per dire, ho notato che più sono costante, più il mio corpo resta stabile, senza quei sali e scendi che mi facevano impazzire anni fa.

Alla fine hai ragione, ognuno trova la sua leggerezza a modo suo. Tu pedali verso la serenità, io mi stendo e respiro, e in qualche modo arriviamo tutti e due a quel punto in cui ci sentiamo bene, no? Magari un giorno ci incontriamo: tu con la tua bici, io con il mio tappetino, e ci facciamo una chiacchierata su quanto è bello muoversi, ognuno a suo ritmo!
 
Ehi, che bello leggerti! La tua storia con lo yoga mi ha davvero fatto brillare gli occhi, sai? Quel modo in cui descrivi il tappetino come una specie di rifugio, un posto dove lasci andare tutto… mi ci ritrovo tantissimo, anche se il mio “rifugio” è più fatto di sudore e adrenalina! I tuoi 12 chili sono una conquista pazzesca, altroché, non è mica una gara a chi perde di più, ma a chi si sente finalmente sé stesso, no? Mi piace un sacco quel tuo approccio di mangiare consapevole, senza ossessioni da bilancia – io invece sono un fissato con le porzioni, lo ammetto, ma ognuno ha il suo trucco per tenere il ritmo!

Io sono proprio quel tipo che vive per i fitness marathon online, quei challenge dove ti buttano in mezzo a un gruppo di matti come te, tutti a spingere e motivarsi a vicenda. Tipo, l’ultimo che ho fatto era un mese di allenamenti tosti: un giorno pesi, un giorno cardio, e poi via con le classifiche per vedere chi aveva dato di più. La competizione mi accende, mi dà quella scarica che mi fa alzare dal letto anche quando vorrei solo poltrire. Non so se hai mai provato qualcosa del genere, ma per me è come una droga buona: ogni squat, ogni pedalata, ogni goccia di sudore è un “ehi, ce la stai facendo!” che mi urlo da solo.

La bici, poi, è il mio grande amore, come avrai capito. Quelle salite che bruciano le gambe, il vento che ti scompiglia i pensieri… è vero, è una specie di meditazione, ma con il cuore che batte a mille. Però leggerti mi ha fatto pensare: forse rallentare un attimo e provare lo yoga non sarebbe una cattiva idea. Flessibilità, dici? Ecco, quella mi manca proprio! Dopo mesi a pompare ferro e macinare chilometri, sento i muscoli belli tosti ma un po’ rigidi. Magari una sequenza di quelle che dici tu, tipo il Guerriero o l’Albero, potrebbe sciogliermi un po’. Tu che dici, da dove potrei iniziare? Niente di troppo complicato, eh, che sono un disastro con l’equilibrio!

E sai che ti dico? La tua idea di pedalare potrebbe funzionare eccome per te! Non serve essere un ciclista da Tour de France, basta una bici qualunque e un parco vicino casa. È un modo diverso di muoverti, di sentire il corpo che lavora senza quel peso mentale di dover “performare” per forza. Potresti anche combinare: un po’ di yoga al mattino per svegliarti piano, e poi una pedalata tranquilla per chiudere la giornata. Io, per dire, dopo i marathon più intensi mi capita di fare giri più leggeri, giusto per godermi il momento e lasciare che il corpo recuperi.

Alla fine, hai ragione tu: ognuno pedala – o si stende! – verso la sua serenità. Mi piace l’immagine di noi due che ci incrociamo, io con la mia bici e tu con il tappetino sottobraccio, a ridere di quanto ci fa bene muoverci, ognuno a modo suo. Dai, buttati su una pedata ogni tanto, e magari io provo a non cadere tentando un Saluto al Sole. Facciamo un patto: ci raccontiamo com’è andata!
 
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Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
Ehi, che bello leggerti! Pedalare al tramonto sembra poesia in movimento, e quel vento che accarezza… capisco perché non lo scambieresti con nulla. Io invece sono uno che ha iniziato a muovere i primi passi – o meglio, a srotolare il tappetino – per colpa del medico che mi ha messo davanti uno specchio un po’ troppo sincero: diabete e pressione alta in agguato. Non proprio una prospettiva da sogno, no? Così ho preso la via del "muoviti o peggiori", e devo dire che mi sta cambiando la vita, un respiro alla volta.

Non sono tipo da bici, anche se mi hai quasi convinto a provarci. Io ho trovato il mio ritmo con lo yoga, niente di complicato, qualche posizione che mi fa sentire meno un blocco di cemento e più un essere umano. All’inizio arrancavo, col fiatone pure a stare fermo, ma piano piano il corpo ha iniziato a rispondere. La bilancia dice meno 8 chili finora, ma la vera vittoria è che non mi sveglio più con quella stanchezza che ti schiaccia. La pressione è scesa, il medico sorride di più, e io mi sento… non so, più leggero dentro, non solo fuori.

Ogni tanto, mentre sono lì a cercare di non cadere in un "cane a testa in giù", penso a come il movimento mi stia regalando qualcosa che non cercavo nemmeno: una specie di calma. Tu parli di salite come momenti di pace, e io ti capisco, anche se le mie "salite" sono più che altro allungarmi senza imprecare. Forse è questo il trucco, trovare qualcosa che ti fa stare bene mentre lo fai, senza guardare troppo il numero sulla bilancia. Tu che dici, ci vediamo su una strada o su un tappetino, a inseguire questa serenità che ci stiamo costruendo?
 
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Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
Ehi, che bello leggerti! Pedalare al tramonto deve essere magico, capisco perché non lo cambieresti con niente. Io invece trovo la mia pace mettendo uno zaino in spalla e partendo per le montagne. Non c’è palestra che tenga: giorni interi a camminare, respirare l’aria fresca, sentire i muscoli che lavorano mentre salgo un sentiero ripido. Il peso scende quasi senza che me ne accorga, ma soprattutto mi sento più forte, dentro e fuori. Ogni passo è un modo per lasciarmi tutto alle spalle e ritrovarmi. Anche tu hai ragione, non serve strafare, basta trovare quel ritmo che ti fa stare bene. Qualcun altro ama perdersi nella natura per sentirsi così?
 
Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
Ehilà, pedalare al tramonto sembra proprio una poesia, e capisco bene quel vento che accarezza mentre ti porta via i pensieri. Io invece sto lottando per arrivare al mio obiettivo, la mia serenità per ora è più sudata che pedalata. Mi sto preparando per il matrimonio, mancano pochi mesi e voglio entrarci con un corpo che mi faccia sentire leggero, dentro e fuori. Ho iniziato con un piano semplice: mangio meno schifezze, cammino tanto e mi muovo ogni giorno, anche solo per mezz’ora. Non sono uno da bici, lo ammetto, preferisco pestare i piedi per terra, tipo con qualche scatto o saltello qua e là, roba che mi fa sentire il cuore che pompa. Finora ho perso 8 chili, non è tanto quanto te, ma ogni chilo in meno mi sembra una conquista. Le salite di cui parli le vivo a modo mio, magari non su due ruote, ma quando supero la pigrizia e mi muovo è come se scalassi qualcosa di mio. La tua storia mi dà una spinta, sai? Non so se la serenità la troverò proprio nel movimento, ma di sicuro sto imparando a non mollare. Tu come hai fatto a non perdere la voglia di salire in sella ogni volta?
 
Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
Ehi, che bello leggerti! La tua storia con la bici mi ha fatto ripensare a come il movimento possa davvero cambiare prospettiva. Io sono nel mezzo del mio "100 giorni senza zucchero" e, credimi, all’inizio è stata dura. Le prime due settimane ero un disastro: mal di testa, nervosismo, sembrava che il mio corpo urlasse per una caramella. Però poi è cambiato tutto. Ora mi sento più leggero, non solo fisicamente, ma anche mentalmente, come se avessi tolto un velo che mi offuscava. La cosa assurda? Ho scoperto che il cibo ha sapori che non avevo mai notato: una zucchina grigliata adesso mi sembra quasi dolce, e il caffè amaro è diventato un rito che mi piace davvero. Muovermi aiuta, anche solo una camminata veloce, ma niente di paragonabile alla tua pace in salita. Hai ragione, non serve strafare, basta trovare quel ritmo che ti fa stare bene. La serenità, per me, sta arrivando piano piano così, tra un passo e un gusto nuovo. Tu come hai iniziato con la bici?
 
Ciao! La tua pedalata al tramonto mi ha fatto quasi invidia, sai? Quel vento che accarezza mentre il mondo si tinge di arancione... sembra un sogno. E poi perdere 15 chili così, quasi senza pensarci, è una di quelle cose che ti fanno capire quanto il corpo possa sorprenderci quando lo trattiamo con un po’ di cura. Io invece sono uno di quelli che si è buttato a capofitto nel mondo di Wim Hof, hai presente? Respiro profondo e bagni freddi, roba che all’inizio ti fa chiedere perché ti stai infliggendo tutto questo, ma poi ti cambia dentro.

Quando ho iniziato, pensavo fosse solo un modo per dare una scossa al metabolismo. Sai, si dice che il freddo e quelle respirazioni particolari ti facciano bruciare calorie come niente, e in effetti qualcosa succede: dopo una sessione mi sento come se avessi corso per un’ora, ma senza muovere un muscolo. Però non è solo quello. È come se il mio appetito si fosse calmato da solo. Prima ero uno che apriva il frigo ogni mezz’ora, cercando qualcosa da sgranocchiare senza nemmeno accorgermene. Ora, dopo un bel respiro profondo e qualche minuto sotto l’acqua gelata, mi passa pure la voglia di abbuffarmi. Non so se è perché il freddo mi distrae o perché lo stress si scioglie come neve al sole, ma funziona.

E poi c’è l’immunità, che per me è stato un bonus inaspettato. Prima bastava un colpo d’aria e mi ritrovavo con il naso che colava, ora mi sento più forte, come se il mio corpo avesse imparato a difendersi meglio. Certo, non è una passeggiata: i primi giorni sotto la doccia fredda tremavo come una foglia e contavo i secondi per uscire. Però col tempo ti abitui, e diventa quasi una sfida personale. Ogni tanto mi immagino in sella alla tua bici, con il vento in faccia e i polmoni pieni di aria fresca dopo una sessione di Wim Hof... magari un giorno provo a unire le due cose!

La tua serenità sulle salite mi ha fatto riflettere. Io la trovo quando esco dall’acqua e sento il cuore che batte forte, ma tranquillo, come se tutto il caos della giornata fosse rimasto lì, sotto il getto freddo. Non è proprio pedalare, ma è il mio modo di muovermi verso qualcosa di più leggero, dentro e fuori. Tu come hai fatto a capire che la bici era la tua strada? È stato un caso o ci sei arrivato piano piano?
 
Ehi, il tuo racconto mi ha fatto quasi sentire il gelo di quella doccia! Quel momento in cui il cuore batte forte ma calmo, come dici tu, è pura magia. La bici per me è stata un incontro casuale, sai? Un giorno ho preso una vecchia due ruote arrugginita, più per noia che per altro, e pedalando ho sentito il mondo rallentare. Ogni salita era un respiro, ogni discesa un lasciar andare. Non ho mai pensato a diete o regole ferree, solo a muovermi con calma, mangiando cose semplici che non pesano sul cuore. È come se il corpo trovasse da solo la sua strada, no? Dimmi, tu che trucchi hai per non cedere alla tentazione del frigo?
 
Ciao a tutti, pedalare al tramonto con il vento che ti accarezza è una sensazione che non scambierei con nulla. Ho perso 15 chili così, senza accorgermene quasi, semplicemente godendomi la strada. La mia bici non è niente di speciale, una vecchia compagna che mi ha portato lontano, dentro e fuori. Scegliete un ritmo che vi faccia sentire vivi, non serve strafare. Ora, ogni salita è un piccolo momento di pace, e il peso in meno è solo un bonus. Qualcuno di voi ha trovato la sua serenità in movimento?
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zachpom, la tua storia mi ha colpito. Pedalare al tramonto sembra poesia in movimento. Io, con i miei mezzi limitati, ho trovato pace correndo nei parchi cittadini. Scarpe vecchie, sentieri gratis e il ritmo del respiro che mi guida. Ogni passo è un piccolo trionfo, e i chili persi sono solo la ciliegina. Muoversi è libertà, no?