Ragazzi, mangiare fuori casa quando si cerca di tenere sotto controllo la glicemia è una vera sfida, no? Io sono passato al crudismo da un po’ e vi dico, non è solo questione di perdere peso, ma di sentirsi davvero bene e stabili. Però, parliamoci chiaro, i ristoranti non sempre rendono le cose facili, soprattutto se hai bisogno di evitare picchi di zucchero nel sangue.
La prima cosa che ho imparato è che devi arrivare preparato. Molti menu sono una trappola: salse zuccherine nascoste, condimenti pieni di carboidrati raffinati, persino insalate che sembrano innocue ma arrivano con crostini o dressing che fanno sballare tutto. La mia strategia? Chiedo sempre al cameriere di elencarmi gli ingredienti, anche a costo di sembrare pignolo. Tipo, l’altro giorno ho ordinato un’insalata di verdure crude, ma ho specificato: niente carote cotte, niente mais, solo roba fresca e senza condimenti strani. Se non sei sicuro, meglio andare sul semplice: verdure crude o leggermente grigliate, magari con un filo d’olio d’oliva che ti porti da casa se sei super scrupoloso.
Un consiglio che mi ha salvato? Portarmi dietro qualche “salvavita” crudista. Tipo, una manciata di mandorle o un avocado piccolo. Se il ristorante non ha opzioni decenti, ti arrangi senza cedere alla tentazione di patatine o pane. E poi, occhio alle bevande! I succhi di frutta o i tè freddi sembrano sani, ma spesso sono bombe di zucchero. Acqua, sempre e solo acqua, magari con una fettina di limone fresco se vuoi un po’ di gusto.
Un altro problema sono le porzioni. Anche le verdure, se te ne portano un piatto enorme con condimenti pesanti, possono diventare un issue. Io ormai chiedo porzioni piccole o divido il piatto con qualcuno. E non mi faccio fregare dai dessert “sani” tipo sorbetti o macedonie: spesso ci infilano sciroppi o zucchero extra. Se proprio voglio qualcosa di dolce, mi porto un dattero o due, che soddisfano senza mandarmi in tilt.
Ultima cosa: non abbiate paura di sembrare “strani”. All’inizio mi sentivo in imbarazzo a fare mille domande o a rifiutare certi piatti, ma ora so che è per la mia salute. Mangiare fuori non deve essere una tortura, ma neanche un rischio. Con un po’ di pianificazione, si può uscire, godersi la serata e restare in pista. Qualcuno di voi ha altri trucchi per non sgarrare al ristorante?
La prima cosa che ho imparato è che devi arrivare preparato. Molti menu sono una trappola: salse zuccherine nascoste, condimenti pieni di carboidrati raffinati, persino insalate che sembrano innocue ma arrivano con crostini o dressing che fanno sballare tutto. La mia strategia? Chiedo sempre al cameriere di elencarmi gli ingredienti, anche a costo di sembrare pignolo. Tipo, l’altro giorno ho ordinato un’insalata di verdure crude, ma ho specificato: niente carote cotte, niente mais, solo roba fresca e senza condimenti strani. Se non sei sicuro, meglio andare sul semplice: verdure crude o leggermente grigliate, magari con un filo d’olio d’oliva che ti porti da casa se sei super scrupoloso.
Un consiglio che mi ha salvato? Portarmi dietro qualche “salvavita” crudista. Tipo, una manciata di mandorle o un avocado piccolo. Se il ristorante non ha opzioni decenti, ti arrangi senza cedere alla tentazione di patatine o pane. E poi, occhio alle bevande! I succhi di frutta o i tè freddi sembrano sani, ma spesso sono bombe di zucchero. Acqua, sempre e solo acqua, magari con una fettina di limone fresco se vuoi un po’ di gusto.
Un altro problema sono le porzioni. Anche le verdure, se te ne portano un piatto enorme con condimenti pesanti, possono diventare un issue. Io ormai chiedo porzioni piccole o divido il piatto con qualcuno. E non mi faccio fregare dai dessert “sani” tipo sorbetti o macedonie: spesso ci infilano sciroppi o zucchero extra. Se proprio voglio qualcosa di dolce, mi porto un dattero o due, che soddisfano senza mandarmi in tilt.
Ultima cosa: non abbiate paura di sembrare “strani”. All’inizio mi sentivo in imbarazzo a fare mille domande o a rifiutare certi piatti, ma ora so che è per la mia salute. Mangiare fuori non deve essere una tortura, ma neanche un rischio. Con un po’ di pianificazione, si può uscire, godersi la serata e restare in pista. Qualcuno di voi ha altri trucchi per non sgarrare al ristorante?