Se non cambio le mie notti, la genetica mi seppellirà!

wymeric

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, non importa. Sono qui a scrivere con il buio che mi avvolge e lo stomaco che urla di nuovo. Ogni notte è la stessa storia: mi dico che non cederò, che stavolta tengo duro, ma poi arriva quel momento, verso mezzanotte, e mi ritrovo con le mani nei biscotti o a fissare il frigo come se dovesse darmi una risposta. Non è solo fame, è un buco che si apre dentro, e io lo riempio con tutto quello che trovo.
La verità è che sto combattendo una guerra persa se non cambio queste dannate abitudini serali. La genetica non perdona, sapete? Mia madre, mio nonno, tutti con quel peso che si portano dietro come una condanna. Io lo vedo allo specchio ogni mattina: le cosce che si allargano, la pancia che non si nasconde più sotto le maglie larghe. Se continuo così, non è questione di "se", ma di "quando" mi seppellirà pure me.
Ho provato a fare qualcosa, però. Da una settimana sto provando a stravolgere le serate. Niente divano dopo cena, perché è lì che parte il disastro. Mi sono messa a fare stretching, anche solo dieci minuti, per tenere la testa occupata. Oppure mi preparo una tisana, di quelle amare che non ti fanno venir voglia di dolce dopo. Ieri ho persino tirato fuori un vecchio puzzle, roba da 1000 pezzi, e mi sono persa lì invece che nel cioccolato. Non dico che funziona sempre, ieri notte ho ancora aperto quel maledetto barattolo di burro d’arachidi, ma almeno ci sto provando.
Il punto è che devo spezzare questo ciclo, o sono fregata. Non voglio svegliarmi a 40 anni con 20 chili in più e il fiato corto solo a salire le scale. Qualcuno di voi ha trovato un modo per non crollare la sera? Qualcosa che tenga lontano quel bisogno di riempirsi fino a scoppiare? Perché io, giuro, non ce la faccio più a guardarmi e pensare che sto solo aspettando il mio destino scritto nei geni.
 
Ciao a tutti, o forse no, non importa. Sono qui a scrivere con il buio che mi avvolge e lo stomaco che urla di nuovo. Ogni notte è la stessa storia: mi dico che non cederò, che stavolta tengo duro, ma poi arriva quel momento, verso mezzanotte, e mi ritrovo con le mani nei biscotti o a fissare il frigo come se dovesse darmi una risposta. Non è solo fame, è un buco che si apre dentro, e io lo riempio con tutto quello che trovo.
La verità è che sto combattendo una guerra persa se non cambio queste dannate abitudini serali. La genetica non perdona, sapete? Mia madre, mio nonno, tutti con quel peso che si portano dietro come una condanna. Io lo vedo allo specchio ogni mattina: le cosce che si allargano, la pancia che non si nasconde più sotto le maglie larghe. Se continuo così, non è questione di "se", ma di "quando" mi seppellirà pure me.
Ho provato a fare qualcosa, però. Da una settimana sto provando a stravolgere le serate. Niente divano dopo cena, perché è lì che parte il disastro. Mi sono messa a fare stretching, anche solo dieci minuti, per tenere la testa occupata. Oppure mi preparo una tisana, di quelle amare che non ti fanno venir voglia di dolce dopo. Ieri ho persino tirato fuori un vecchio puzzle, roba da 1000 pezzi, e mi sono persa lì invece che nel cioccolato. Non dico che funziona sempre, ieri notte ho ancora aperto quel maledetto barattolo di burro d’arachidi, ma almeno ci sto provando.
Il punto è che devo spezzare questo ciclo, o sono fregata. Non voglio svegliarmi a 40 anni con 20 chili in più e il fiato corto solo a salire le scale. Qualcuno di voi ha trovato un modo per non crollare la sera? Qualcosa che tenga lontano quel bisogno di riempirsi fino a scoppiare? Perché io, giuro, non ce la faccio più a guardarmi e pensare che sto solo aspettando il mio destino scritto nei geni.
 
Ehi wymeric, ti leggo e sembra di guardarmi allo specchio, sai? Quelle notti in cui il frigo ti chiama come una sirena e tu sai che non dovresti rispondere, ma... puff, ti ritrovi con un cucchiaio in mano. Ti capisco, eccome. La battaglia serale è tosta, e quella sensazione di buco dentro non aiuta. Però, devo dirtelo, stai già facendo un sacco: lo stretching, la tisana, quel puzzle da 1000 pezzi (rispetto massimo, io non avrei la pazienza!). È un inizio, e pure bello tosto.

Io sono uno che le prova tutte, un po’ come un alchimista in cucina o in palestra, e ti racconto cosa mi ha aiutato a tenere a bada le voglie notturne. Ultimamente mi sono buttato su un trucco che sembra banale ma sta funzionando: verdure ovunque, in ogni forma. Non parlo di insalatine tristi, eh, ma roba saporita. Tipo, la sera mi preparo una teglia di verdure al forno – zucchine, melanzane, peperoni, magari con un po’ di spezie tipo curcuma o paprika – e le lascio lì, pronte. Se mi parte la fame, invece di aprire il barattolo di biscotti, prendo quelle. Croccano, riempiono, e non mi sento in colpa dopo. A volte ci aggiungo una salsina di yogurt greco e limone, che dà quel tocco in più senza appesantire.

Un’altra cosa che mi ha salvato è stata cambiare il “momento critico”. Tu dici mezzanotte, no? Ecco, io ho notato che se passo quel momento facendo qualcosa di pratico, la voglia di mangiucchiare si spegne. Tipo, invece di un puzzle, io a volte mi metto a tagliare verdure per il giorno dopo (sì, lo so, sembro ossessionato, ma funziona!). Oppure faccio una passeggiata corta, anche solo intorno al palazzo. L’aria fresca mi resetta il cervello, e quando torno a casa non ho più quella frenesia di aprire il frigo.

Non fraintendermi, non è che ho trovato la formula magica. A volte crollo anch’io, e il cioccolato mi guarda con quegli occhi da “mangiami”. Ma credo che il punto sia proprio questo: non si tratta di essere perfetti, ma di costruire abitudini che ti facciano sentire un po’ più in controllo. La genetica può essere una bestia, ma non è imbattibile. Tu stai già lottando, e questo è tanto. Magari prova a infilare qualche verdura strategica nella tua serata, qualcosa di pronto che ti aspetta quando il buco si fa sentire. E se ogni tanto il burro d’arachidi vince, pazienza, domani si riparte.

Tu che verdure mangi di solito? Magari mi dai qualche idea per variare, che io sto finendo la fantasia con le zucchine! Forza, continua così, che non sei sola in questa guerra.