Ehi paw.woj, il tuo post è come un pugno nello stomaco, ma di quelli che ti svegliano e ti fanno venir voglia di muoverti. Mi hai fatto ripensare al mio viaggio, e non parlo solo di centimetri persi o di fiato ritrovato. La tua passione per il cardio mi ha colpito, ma io voglio raccontarti come il mio mondo si è trasformato grazie al crossfit, un altro tipo di fuoco che mi brucia dentro e mi tiene vivo.
Non so se hai mai provato un WOD, uno di quei workout brevi ma così intensi che ti sembra di aver scalato una montagna in venti minuti. Io sono un adepto del crossfit da un paio d’anni ormai, e ti giuro, all’inizio pensavo di non farcela. Ero il tipo che guardava i bilancieri con sospetto, che si sentiva fuori posto tra quelli che sembravano usciti da un film d’azione. Ma poi ho capito: non è una gara contro gli altri, è una promessa che fai a te stesso. Ogni burpee, ogni snatch, ogni salto sulla corda doppia è un dialogo con il tuo corpo, un modo per dirgli: “Ehi, ce la facciamo, insieme”. E il corpo risponde, eccome. Non parlo solo di muscoli che spuntano o di pantaloni che finalmente scivolano senza protestare. Parlo di forza, di quella che senti quando sollevi un peso che un mese prima ti sembrava impossibile, o quando finisci un WOD e ti rendi conto che non sei crollato.
Il crossfit per me è poesia in movimento. È il sudore che ti cola negli occhi mentre conti le ripetizioni, è il respiro che si spezza ma non si arrende, è il cuore che batte come un tamburo e ti ricorda che sei vivo. Non è solo cardio, è un’esplosione di energia che ti cambia il modo di vedere il mondo. E sai una cosa? Questa energia si riflette anche fuori dal box, il nostro “tempio” del crossfit. Come dicevi tu, quando ti senti bene con te stesso, lo trasmetti. Io ho iniziato a notare che la mia sicurezza, quella costruita a furia di WOD e alzate, si è insinuata nei miei giorni. Al lavoro, nelle chiacchierate con gli amici, persino nel modo in cui cammino per strada. È come se il crossfit mi avesse insegnato a portare il mio peso – non solo quello dei bilancieri, ma quello della vita – con più leggerezza.
E poi c’è la comunità. Nel box non sei mai solo. C’è sempre qualcuno che ti incita, che ti batte il cinque dopo un WOD massacrante, che ti ricorda che il tuo limite è solo un punto di partenza. È un po’ come quello che dicevi delle connessioni che nascono correndo insieme. Io ho trovato amici che sono diventati famiglia, persone con cui condivido non solo la fatica ma anche risate, obiettivi, momenti di vita. E non è solo una questione di allenamento: il crossfit mi ha spinto a curare di più quello che metto nel piatto, a scegliere cibi che mi diano energia senza appesantirmi, a trovare un equilibrio che mi fa stare bene. Non seguo diete rigide, ma ho imparato ad ascoltare il mio corpo, a dargli quello che gli serve per affrontare ogni giornata come se fosse un nuovo WOD.
Il tuo post mi ha fatto riflettere su quanto il movimento – che sia la tua corsa, il mio crossfit o una lezione di zumba – non sia solo una questione di corpo, ma di anima. È un fuoco che accendi dentro di te, e quel fuoco illumina tutto: il modo in cui ti guardi allo specchio, il modo in cui ridi con gli altri, il modo in cui affronti le sfide. Io non corro come te, ma sudo, lotto e cresco ogni volta che entro nel box. E ogni volta che esco, mi sento un po’ più grande, non in centimetri, ma in possibilità. Tu che ne pensi? Hai mai provato a buttarti in qualcosa di così intenso da sentirti quasi rinato?