Ragazzi, ascoltate bene, perché questa è la verità nuda e cruda: se non iniziate a pedalare, il peso vi schiaccerà come un macigno. Non sto scherzando. Ero uno di voi, intrappolato in un corpo che non riconoscevo più, con il fiato corto solo a salire le scale. Poi ho preso una bici, una vecchia carcassa arrugginita che avevo in garage, e ho deciso che ne avevo abbastanza di sentirmi uno straccio.
All’inizio è stato un inferno. Le gambe bruciavano, i polmoni urlavano, e ogni salita sembrava una montagna insormontabile. Ma sapete una cosa? Ogni pedalata era un pugno in faccia a quel peso che mi stava soffocando. Ho perso i primi chili quasi senza accorgermene, sudando sulle stradine di campagna vicino casa. Non era solo il grasso che se ne andava, era la sensazione di essere prigioniero della mia stessa vita.
La bici non è solo un mezzo, è una scelta. Non vi serve una roba da corsa super tecnologica, anche se poi ho preso una gravel perché mi piaceva l’idea di andare ovunque, asfalto o sterrato. L’importante è muoversi. Io ho iniziato con 20 minuti al giorno, poi sono passato a un’ora, e ora faccio giri di 50 km senza nemmeno pensarci. Il trucco? Trovate un percorso che vi piace, magari vicino a un fiume o in mezzo agli ulivi, e fate pace con la fatica. Perché la fatica è vostra amica, non il peso che vi tira giù.
Non vi sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui il vento ti sbatte in faccia, le gambe tremano e vorresti mollare tutto. Ma se molli, vince lui, il peso. E non parlo solo di chili, parlo di tutto quello che ti tiene fermo: la pigrizia, il fiatone, la vergogna di guardarti allo specchio. Io ho buttato via 25 kg in un anno e mezzo, e non è stato un miracolo, è stato sudore.
Integrarla nella vita? Semplice. La uso per andare al lavoro, per fare la spesa, per schiarirmi le idee quando sono incazzato. La bici non è un hobby, è una condanna a stare meglio. Scegliete un casco decente, un paio di pantaloncini imbottiti se non volete maledire ogni buca, e una borraccia per non morire disidratati. Non servono scuse, serve solo salire in sella.
Se non pedali, il peso ti schiaccia. Punto. Io l’ho capito sulla mia pelle, e ora sto bene, respiro, vivo. Tu che scusa hai per restartene fermo?
All’inizio è stato un inferno. Le gambe bruciavano, i polmoni urlavano, e ogni salita sembrava una montagna insormontabile. Ma sapete una cosa? Ogni pedalata era un pugno in faccia a quel peso che mi stava soffocando. Ho perso i primi chili quasi senza accorgermene, sudando sulle stradine di campagna vicino casa. Non era solo il grasso che se ne andava, era la sensazione di essere prigioniero della mia stessa vita.
La bici non è solo un mezzo, è una scelta. Non vi serve una roba da corsa super tecnologica, anche se poi ho preso una gravel perché mi piaceva l’idea di andare ovunque, asfalto o sterrato. L’importante è muoversi. Io ho iniziato con 20 minuti al giorno, poi sono passato a un’ora, e ora faccio giri di 50 km senza nemmeno pensarci. Il trucco? Trovate un percorso che vi piace, magari vicino a un fiume o in mezzo agli ulivi, e fate pace con la fatica. Perché la fatica è vostra amica, non il peso che vi tira giù.
Non vi sto dicendo che è facile. Ci sono giorni in cui il vento ti sbatte in faccia, le gambe tremano e vorresti mollare tutto. Ma se molli, vince lui, il peso. E non parlo solo di chili, parlo di tutto quello che ti tiene fermo: la pigrizia, il fiatone, la vergogna di guardarti allo specchio. Io ho buttato via 25 kg in un anno e mezzo, e non è stato un miracolo, è stato sudore.
Integrarla nella vita? Semplice. La uso per andare al lavoro, per fare la spesa, per schiarirmi le idee quando sono incazzato. La bici non è un hobby, è una condanna a stare meglio. Scegliete un casco decente, un paio di pantaloncini imbottiti se non volete maledire ogni buca, e una borraccia per non morire disidratati. Non servono scuse, serve solo salire in sella.
Se non pedali, il peso ti schiaccia. Punto. Io l’ho capito sulla mia pelle, e ora sto bene, respiro, vivo. Tu che scusa hai per restartene fermo?