Ciao a tutti, o forse meglio dire "sopravvissuti" come me! Oggi è stata una di quelle giornate in cui ti chiedi se il tuo corpo stia per cedere sotto il peso di tutto: sveglia all’alba con i bambini che urlano, corsa al lavoro con il caffè che si rovescia sulla camicia, e poi tornare a casa sapendo che i pesi mi aspettano in garage, silenziosi e implacabili. Eppure, eccomi qui, ancora in piedi, e voglio condividere con voi come faccio a non mollare, perché credetemi, ci sono momenti in cui vorrei solo buttarmi sul divano e lasciar perdere tutto.
La mia vita è un tetris impazzito: tra riunioni, panni da lavare e capricci a cena, trovare il tempo per allenarmi è come cercare un ago in un pagliaio. Ma ho imparato un trucco: la palestra non è solo quel quarto d’ora con i manubri, è ogni piccolo momento che rubo alla giornata. Ad esempio, mentre aspetto che l’acqua della pasta bolla, faccio squat con mio figlio piccolo in braccio – sì, è un caos, ma funziona! Oppure, quando porto i bimbi al parco, invece di stare ferma sulla panchina, faccio affondi avanti e indietro come se fossi una mamma ninja in missione. Non è elegante, ma il cuore pompa e i muscoli gridano, e questo mi basta.
Poi c’è la questione del mangiare: con i bambini che vogliono pizza e il capo che ti tiene in ufficio fino a tardi, è una guerra quotidiana. Io mi salvo con le "scorte di emergenza": preparo la domenica una tonnellata di pollo grigliato e verdure al forno, le infilo in contenitori e via, pronte per la settimana. Non sarà gourmet, ma mi tiene lontana dal crollo totale. E quando la tentazione di un dolce mi guarda negli occhi – perché sì, quei biscotti al cioccolato nel cassetto mi chiamano per nome – mi dico: "Non ora, non dopo tutto questo sbattimento". È una lotta, ma la vinco un giorno alla volta.
Gli allenamenti veri, quelli con i pesi, sono il mio momento di riscatto. Ho solo 20 minuti la sera, quando i bimbi finalmente dormono e mio marito è distratto dalla TV. Scendo in garage, accendo una lampadina che pende dal soffitto, e lì, tra il disordine delle bici e i giocattoli sparsi, sollevo. Non è una palestra fighetta con gli specchi, ma è il mio campo di battaglia. Faccio serie veloci, intense, senza pause: stacchi, panca, qualche rematore con un manubrio mezzo arrugginito. Sudo, ansimo, a volte impreco sottovoce perché il tempo non basta mai, ma quando finisco mi sento una leonessa. Stanca, sì, ma viva.
Il segreto? Non aspetto il momento perfetto, perché non arriverà mai. Tra figli e lavoro, il tempo non si trova, si strappa con le unghie. E sì, ci sono giorni in cui crollo, in cui il mio corpo urla "basta" e la bilancia sembra prendermi in giro. Ma poi mi guardo allo specchio e vedo che qualcosa sta cambiando: non solo i muscoli, ma anche la testa. Sopravvivere a tutto questo e riuscire comunque ad alzare quel bilanciere è la mia vittoria. Se ce la faccio io, con il mio caos quotidiano, ce la potete fare anche voi. Forza, non cediamo!
La mia vita è un tetris impazzito: tra riunioni, panni da lavare e capricci a cena, trovare il tempo per allenarmi è come cercare un ago in un pagliaio. Ma ho imparato un trucco: la palestra non è solo quel quarto d’ora con i manubri, è ogni piccolo momento che rubo alla giornata. Ad esempio, mentre aspetto che l’acqua della pasta bolla, faccio squat con mio figlio piccolo in braccio – sì, è un caos, ma funziona! Oppure, quando porto i bimbi al parco, invece di stare ferma sulla panchina, faccio affondi avanti e indietro come se fossi una mamma ninja in missione. Non è elegante, ma il cuore pompa e i muscoli gridano, e questo mi basta.
Poi c’è la questione del mangiare: con i bambini che vogliono pizza e il capo che ti tiene in ufficio fino a tardi, è una guerra quotidiana. Io mi salvo con le "scorte di emergenza": preparo la domenica una tonnellata di pollo grigliato e verdure al forno, le infilo in contenitori e via, pronte per la settimana. Non sarà gourmet, ma mi tiene lontana dal crollo totale. E quando la tentazione di un dolce mi guarda negli occhi – perché sì, quei biscotti al cioccolato nel cassetto mi chiamano per nome – mi dico: "Non ora, non dopo tutto questo sbattimento". È una lotta, ma la vinco un giorno alla volta.
Gli allenamenti veri, quelli con i pesi, sono il mio momento di riscatto. Ho solo 20 minuti la sera, quando i bimbi finalmente dormono e mio marito è distratto dalla TV. Scendo in garage, accendo una lampadina che pende dal soffitto, e lì, tra il disordine delle bici e i giocattoli sparsi, sollevo. Non è una palestra fighetta con gli specchi, ma è il mio campo di battaglia. Faccio serie veloci, intense, senza pause: stacchi, panca, qualche rematore con un manubrio mezzo arrugginito. Sudo, ansimo, a volte impreco sottovoce perché il tempo non basta mai, ma quando finisco mi sento una leonessa. Stanca, sì, ma viva.
Il segreto? Non aspetto il momento perfetto, perché non arriverà mai. Tra figli e lavoro, il tempo non si trova, si strappa con le unghie. E sì, ci sono giorni in cui crollo, in cui il mio corpo urla "basta" e la bilancia sembra prendermi in giro. Ma poi mi guardo allo specchio e vedo che qualcosa sta cambiando: non solo i muscoli, ma anche la testa. Sopravvivere a tutto questo e riuscire comunque ad alzare quel bilanciere è la mia vittoria. Se ce la faccio io, con il mio caos quotidiano, ce la potete fare anche voi. Forza, non cediamo!