Ehi, squad di fornelli salutari, eccomi di nuovo a raccontarvi come sto sopravvivendo al mio viaggio di "squat e Skype". Altro giro, altra consulenza con il mio coach online e il dietologo che, giuro, credo vivano in un universo parallelo dove il sedano è un dessert. Oggi vi spillo i pro e i contro di questo percorso di dimagrimento a distanza, con un bel resoconto della mia ultima chiamata Zoom, che sembrava più una sitcom che una consulenza.
Partiamo dai lati positivi, perché almeno posso fingere di essere ottimista per due righe. Il coaching online è comodo, non lo nego. Niente traffico, niente parcheggio selvaggio fuori dalla palestra, niente occhiate strane mentre sudo come un maratoneta in crisi. Mi collego da casa, in tuta sgualcita, e il mio coach è lì, bello pimpante sullo schermo, a dirmi che devo "sentire il bruciore" mentre faccio squat come se stessi cercando di sedermi su una sedia invisibile. La flessibilità è un altro punto a favore: posso incastrare le chiamate tra una riunione di lavoro e l’ennesima lavatrice. E il dietologo? Beh, mi manda piani alimentari dettagliati via mail, con ricette che, sorpresa, non sanno solo di cartone. Tipo, l’altro giorno ho fatto un’insalata di quinoa e avocado che sembrava quasi un piatto da ristorante fighetto.
Ma ora arriviamo al succo, perché non è tutto un arcobaleno di zucchine grigliate. Il lato negativo del coaching online è che nessuno ti guarda davvero mentre fai gli esercizi. Il mio coach mi dice "schiena dritta, glutei attivi", ma per quanto ne sa lui potrei essere sdraiata sul divano a mangiare patatine. La motivazione, amici, è un problema. Senza un trainer che ti fissa minaccioso in palestra, è facilissimo cedere alla tentazione di skippare una serie di squat per guardare un episodio di quella serie nuova. E il dietologo? Sempre gentilissimo, ma quando mi dice di pesare 50 grammi di riso integrale, io lo guardo attraverso lo schermo e penso: "Amico, ma chi ha il tempo di vivere così?". Poi, vogliamo parlare della connessione internet? L’ultima consulenza è stata un disastro: il coach spariva ogni due minuti, e a un certo punto sembrava che mi stesse allenando da una navicella spaziale in orbita.
Veniamo al resoconto dell’ultima chiamata, che è stata un mix di risate e disperazione. Il coach mi ha fatto fare un circuito di squat, plank e burpees che mi ha lasciato con la sensazione di aver corso una maratona in salita. Mi ha anche detto che sto migliorando, ma io sospetto che lo dica per non farmi crollare psicologicamente. Il dietologo, invece, ha analizzato il mio diario alimentare e ha avuto il coraggio di dirmi che devo ridurre il mio "sfizio settimanale" (leggi: pizza). Mi ha mandato una ricetta per una “pizza” di cavolfiore che, onestamente, mi rifiuto di provare perché ho ancora un briciolo di dignità. Però, devo ammetterlo, mi ha dato un trucco per rendere il pollo grigliato meno triste: una marinatura con limone, aglio e rosmarino che in effetti non era male.
Insomma, questo percorso online è un po’ come uscire con qualcuno che ti piace ma che ti fa anche arrabbiare ogni tanto. Funziona, ma ci vuole una forza di volontà d’acciaio e una connessione internet decente. Qualcuno di voi sta seguendo un coaching a distanza? Come fate a non cedere quando il divano vi chiama più forte degli squat? E, soprattutto, qualcuno ha provato sta benedetta pizza di cavolfiore? Raccontatemi tutto, che qui tra una consulenza e l’altra sto iniziando a parlare con le mie verdure.
Partiamo dai lati positivi, perché almeno posso fingere di essere ottimista per due righe. Il coaching online è comodo, non lo nego. Niente traffico, niente parcheggio selvaggio fuori dalla palestra, niente occhiate strane mentre sudo come un maratoneta in crisi. Mi collego da casa, in tuta sgualcita, e il mio coach è lì, bello pimpante sullo schermo, a dirmi che devo "sentire il bruciore" mentre faccio squat come se stessi cercando di sedermi su una sedia invisibile. La flessibilità è un altro punto a favore: posso incastrare le chiamate tra una riunione di lavoro e l’ennesima lavatrice. E il dietologo? Beh, mi manda piani alimentari dettagliati via mail, con ricette che, sorpresa, non sanno solo di cartone. Tipo, l’altro giorno ho fatto un’insalata di quinoa e avocado che sembrava quasi un piatto da ristorante fighetto.
Ma ora arriviamo al succo, perché non è tutto un arcobaleno di zucchine grigliate. Il lato negativo del coaching online è che nessuno ti guarda davvero mentre fai gli esercizi. Il mio coach mi dice "schiena dritta, glutei attivi", ma per quanto ne sa lui potrei essere sdraiata sul divano a mangiare patatine. La motivazione, amici, è un problema. Senza un trainer che ti fissa minaccioso in palestra, è facilissimo cedere alla tentazione di skippare una serie di squat per guardare un episodio di quella serie nuova. E il dietologo? Sempre gentilissimo, ma quando mi dice di pesare 50 grammi di riso integrale, io lo guardo attraverso lo schermo e penso: "Amico, ma chi ha il tempo di vivere così?". Poi, vogliamo parlare della connessione internet? L’ultima consulenza è stata un disastro: il coach spariva ogni due minuti, e a un certo punto sembrava che mi stesse allenando da una navicella spaziale in orbita.
Veniamo al resoconto dell’ultima chiamata, che è stata un mix di risate e disperazione. Il coach mi ha fatto fare un circuito di squat, plank e burpees che mi ha lasciato con la sensazione di aver corso una maratona in salita. Mi ha anche detto che sto migliorando, ma io sospetto che lo dica per non farmi crollare psicologicamente. Il dietologo, invece, ha analizzato il mio diario alimentare e ha avuto il coraggio di dirmi che devo ridurre il mio "sfizio settimanale" (leggi: pizza). Mi ha mandato una ricetta per una “pizza” di cavolfiore che, onestamente, mi rifiuto di provare perché ho ancora un briciolo di dignità. Però, devo ammetterlo, mi ha dato un trucco per rendere il pollo grigliato meno triste: una marinatura con limone, aglio e rosmarino che in effetti non era male.
Insomma, questo percorso online è un po’ come uscire con qualcuno che ti piace ma che ti fa anche arrabbiare ogni tanto. Funziona, ma ci vuole una forza di volontà d’acciaio e una connessione internet decente. Qualcuno di voi sta seguendo un coaching a distanza? Come fate a non cedere quando il divano vi chiama più forte degli squat? E, soprattutto, qualcuno ha provato sta benedetta pizza di cavolfiore? Raccontatemi tutto, che qui tra una consulenza e l’altra sto iniziando a parlare con le mie verdure.