Un Italiano più sano: come l'allenamento mi sta salvando da diabete e ipertensione

lucas_PMW

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, sapete qual è la cosa più bella dell’Italia? Non solo la pasta e il vino, ma la forza di noi italiani di rialzarci e combattere per la nostra salute! Un anno fa il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Mario, se non cambi strada, il diabete e la pressione alta ti porteranno via troppo presto". È stato un pugno nello stomaco, ma anche una sveglia. Da quel giorno ho deciso che non mi sarei arreso, perché noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri.
Ho iniziato con una routine semplice: camminate veloci vicino casa, sotto il sole della mia Toscana. All’inizio facevo fatica a fare un chilometro senza fermarmi, con il fiatone e le gambe pesanti. Ma sapete una cosa? Ogni passo mi ricordava che lo stavo facendo per me, per la mia famiglia, per godermi ancora le domeniche a tavola con i miei. Poi ho aggiunto un po’ di pesi leggeri in casa – niente palestra, solo due bottiglie d’acqua all’inizio! – e qualche esercizio che ho trovato su internet. Niente di complicato, solo squat, flessioni e plank, roba che anche un tipo normale come me può fare.
I primi mesi sono stati duri, non lo nego. Ma dopo un po’ ho iniziato a sentirmi diverso. La stanchezza cronica che mi trascinavo dietro da anni? Sparita. La pressione che mi faceva girare la testa? Sotto controllo, parola del medico! E il rischio di diabete? Sta scendendo, passo dopo passo. Non è solo questione di numeri, è che mi sento vivo, come se avessi ripreso in mano la mia vita. Ora faccio 5 chilometri senza problemi, e quando mi guardo allo specchio vedo un uomo che non si arrende.
Non vi sto a dire che mangio solo insalata – sono italiano, il cibo è sacro! – ma ho tagliato le schifezze e cerco di bilanciare. Più verdura, meno fritti, e ogni tanto un bel piatto di spaghetti al pomodoro fresco, che è la mia medicina dell’anima. La mia routine di allenamento non è da atleta, ma è mia, e mi sta salvando. L’Italia è la terra della bellezza, e io voglio viverci a lungo, in salute, per godermela tutta. Forza, amici, se ce la faccio io, ce la potete fare anche voi!
 
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Ragazzi, sapete qual è la cosa più bella dell’Italia? Non solo la pasta e il vino, ma la forza di noi italiani di rialzarci e combattere per la nostra salute! Un anno fa il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Mario, se non cambi strada, il diabete e la pressione alta ti porteranno via troppo presto". È stato un pugno nello stomaco, ma anche una sveglia. Da quel giorno ho deciso che non mi sarei arreso, perché noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri.
Ho iniziato con una routine semplice: camminate veloci vicino casa, sotto il sole della mia Toscana. All’inizio facevo fatica a fare un chilometro senza fermarmi, con il fiatone e le gambe pesanti. Ma sapete una cosa? Ogni passo mi ricordava che lo stavo facendo per me, per la mia famiglia, per godermi ancora le domeniche a tavola con i miei. Poi ho aggiunto un po’ di pesi leggeri in casa – niente palestra, solo due bottiglie d’acqua all’inizio! – e qualche esercizio che ho trovato su internet. Niente di complicato, solo squat, flessioni e plank, roba che anche un tipo normale come me può fare.
I primi mesi sono stati duri, non lo nego. Ma dopo un po’ ho iniziato a sentirmi diverso. La stanchezza cronica che mi trascinavo dietro da anni? Sparita. La pressione che mi faceva girare la testa? Sotto controllo, parola del medico! E il rischio di diabete? Sta scendendo, passo dopo passo. Non è solo questione di numeri, è che mi sento vivo, come se avessi ripreso in mano la mia vita. Ora faccio 5 chilometri senza problemi, e quando mi guardo allo specchio vedo un uomo che non si arrende.
Non vi sto a dire che mangio solo insalata – sono italiano, il cibo è sacro! – ma ho tagliato le schifezze e cerco di bilanciare. Più verdura, meno fritti, e ogni tanto un bel piatto di spaghetti al pomodoro fresco, che è la mia medicina dell’anima. La mia routine di allenamento non è da atleta, ma è mia, e mi sta salvando. L’Italia è la terra della bellezza, e io voglio viverci a lungo, in salute, per godermela tutta. Forza, amici, se ce la faccio io, ce la potete fare anche voi!
Ciao guerrieri della salute! Mario, mi hai fatto quasi commuovere con quel "cuore di guerrieri" – e poi ridere pensando a me con due bottiglie d’acqua in mano, altro che palestra! Io, pensionato della Brianza, sto provando a scendere di peso per non dare al medico altre scuse per sgridarmi. Camminate? Sì, ma lente, che con l’età le ginocchia fanno i capricci. Però hai ragione: passo dopo passo, si cambia. Mangio ancora il mio risotto, ma ora con meno burro e più zucchine. Non sarò veloce come te in Toscana, ma piano piano anch’io mi sto salvando – e pure godendo un piatto di pasta senza sensi di colpa! Forza, italiani veri non mollano!
 
Ehi, Mario, che ispirazione! Io sono arrivato in Sicilia da poco, e ti giuro, questa umidità mi sta mettendo ko. Altro che camminate veloci, sudo già solo a pensare di uscire! Però mi sono adattato: faccio squat e plank in casa, con il ventilatore puntato addosso, e sto imparando a mangiare più leggero – meno arancini, più pomodori freschi. Grazie per il tuo racconto, mi dà la carica per non mollare! Forza, un passo alla volta, no?
 
Ragazzi, sapete qual è la cosa più bella dell’Italia? Non solo la pasta e il vino, ma la forza di noi italiani di rialzarci e combattere per la nostra salute! Un anno fa il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Mario, se non cambi strada, il diabete e la pressione alta ti porteranno via troppo presto". È stato un pugno nello stomaco, ma anche una sveglia. Da quel giorno ho deciso che non mi sarei arreso, perché noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri.
Ho iniziato con una routine semplice: camminate veloci vicino casa, sotto il sole della mia Toscana. All’inizio facevo fatica a fare un chilometro senza fermarmi, con il fiatone e le gambe pesanti. Ma sapete una cosa? Ogni passo mi ricordava che lo stavo facendo per me, per la mia famiglia, per godermi ancora le domeniche a tavola con i miei. Poi ho aggiunto un po’ di pesi leggeri in casa – niente palestra, solo due bottiglie d’acqua all’inizio! – e qualche esercizio che ho trovato su internet. Niente di complicato, solo squat, flessioni e plank, roba che anche un tipo normale come me può fare.
I primi mesi sono stati duri, non lo nego. Ma dopo un po’ ho iniziato a sentirmi diverso. La stanchezza cronica che mi trascinavo dietro da anni? Sparita. La pressione che mi faceva girare la testa? Sotto controllo, parola del medico! E il rischio di diabete? Sta scendendo, passo dopo passo. Non è solo questione di numeri, è che mi sento vivo, come se avessi ripreso in mano la mia vita. Ora faccio 5 chilometri senza problemi, e quando mi guardo allo specchio vedo un uomo che non si arrende.
Non vi sto a dire che mangio solo insalata – sono italiano, il cibo è sacro! – ma ho tagliato le schifezze e cerco di bilanciare. Più verdura, meno fritti, e ogni tanto un bel piatto di spaghetti al pomodoro fresco, che è la mia medicina dell’anima. La mia routine di allenamento non è da atleta, ma è mia, e mi sta salvando. L’Italia è la terra della bellezza, e io voglio viverci a lungo, in salute, per godermela tutta. Forza, amici, se ce la faccio io, ce la potete fare anche voi!
Ehi Mario, prima di tutto complimenti per il tuo percorso, davvero! Si sente la tua passione e la tua forza, e sono sicura che stai ispirando un sacco di persone qui sul forum. Però, permettimi di dirti una cosa, e spero che non la prenda nel modo sbagliato: non tutti hanno la stessa strada davanti, e non è solo una questione di volontà o di "cuore da guerrieri". A volte mi sembra che si dia troppo per scontato che basti impegnarsi e voilà, tutto si risolve. Ma la verità è che ognuno di noi parte da un punto diverso, e non parlo solo di chili in più o di pressione alta, ma proprio di come il nostro corpo funziona, di quello che ci portiamo dietro nel DNA.

Io, per esempio, sono vegana da anni, e ti assicuro che non è sempre facile bilanciare tutto, soprattutto quando vuoi perdere peso senza rinunciare ai tuoi principi. Non è che mi arrendo, anzi, combatto ogni giorno per trovare il mio equilibrio, ma a volte mi sento quasi "in colpa" quando leggo storie come la tua, perché sembra che se non ottengo gli stessi risultati, allora sto sbagliando qualcosa. Ma non è così semplice. La genetica gioca un ruolo enorme, e non lo dico per giustificarmi, ma perché è un dato di fatto. C’è chi ha un metabolismo che brucia tutto in un lampo e chi, come me, deve fare i salti mortali per perdere anche solo un chilo. E non è solo una questione di calorie o di allenamento, ma di come il nostro corpo risponde a quello che mangiamo e a come ci muoviamo.

Detto questo, voglio condividere qualcosa di positivo, perché credo che il tuo post possa essere uno spunto per tutti, indipendentemente dal punto di partenza. Io, per esempio, ho trovato un aiuto enorme nel pianificare i miei pasti vegani in modo strategico. Non mangio "solo insalata" – proprio come te, il cibo è sacro anche per me! – ma cerco di preparare piatti che siano gustosi, nutrienti e allo stesso tempo leggeri. Un esempio? Una delle mie cene preferite è un curry di ceci e spinaci, fatto con latte di cocco light, un sacco di spezie e servito con del riso integrale. È super saziante, pieno di proteine e fibre, e mi fa sentire bene senza appesantirmi. Oppure, per uno spuntino veloce, faccio delle polpette di lenticchie al forno: mescolo lenticchie cotte, un po’ di cipolla, aglio, cumino e pangrattato integrale, formo delle palline e le cuocio in forno. Zero olio, tanto gusto, e perfette per non cedere alla tentazione di snack poco sani.

Sul fronte dell’allenamento, ti capisco quando dici che i primi passi sono i più duri. Io non sono mai stata una tipa da palestra, ma ho scoperto che camminare, proprio come fai tu, è un modo fantastico per iniziare. Ora sto provando a integrare anche yoga, che mi aiuta non solo a muovermi, ma anche a gestire lo stress – che, tra l’altro, può influire tantissimo sul peso e sulla salute, e spesso non ce ne rendiamo conto.

Insomma, Mario, il tuo percorso è ammirevole, ma credo che sia importante ricordarci che ognuno ha il suo viaggio, con i suoi ostacoli e i suoi punti di forza. Non tutti possiamo correre 5 chilometri o vedere risultati veloci, ma questo non significa che non stiamo combattendo. Forse, più che dirci “se ce l’ho fatta io, ce la fate anche voi”, potremmo dirci “ognuno trovi la sua strada, e ogni piccolo passo conta”. Che ne pensi? E, a proposito, hai mai provato qualche ricetta vegana per variare un po’ la tua dieta? Magari potrei darti qualche idea che si sposa bene con la tua “medicina dell’anima” italiana!
 
Ciao Mario, innanzitutto chapeau per la tua storia, si vede che hai messo l’anima in questo cambiamento e mi fa piacere leggere che stai riprendendo in mano la tua vita! Però, sai, leggendo il tuo post mi è venuta una riflessione che vorrei condividere, senza girarci troppo intorno. È fantastico che tu abbia trovato la tua strada con camminate e spaghetti al pomodoro, ma non pensi che a volte si rischi di far passare il messaggio che sia tutto così lineare? Tipo: ti impegni, sudi un po’ e bum, salute ritrovata. Non è sempre così, no?

Io, per dire, sono anni che provo a perdere peso, e non è che mi manca la grinta o il "cuore di guerriera". Il mio campo di battaglia sono i fornelli: ho scelto di puntare sui supi di verdure leggeri come base della mia dieta. Zucchine, carote, sedano, un filo d’olio e via, un brodo caldo che mi riempie senza farmi impazzire con le calorie. Non è una passeggiata, perché il rischio è di annoiarsi o di sentirsi vuoti dopo due cucchiai. Eppure, ci sto provando, studiando modi per non morire di fame e tenere i nutrienti in equilibrio. Aggiungo un po’ di legumi, tipo lenticchie o ceci, per le proteine, o qualche seme di zucca per dare un twist. Funziona, ma i risultati? Lenti, lentissimi. E non è questione di volontà, ma di come il mio corpo reagisce. C’è chi dimagrisce guardandosi allo specchio, e chi come me deve fare i conti con un metabolismo che sembra in letargo.

Quello che voglio dire è che non basta dire “forza, ce la puoi fare”. Ognuno ha il suo maledetto percorso, e non è solo una questione di passi o di tagliare i fritti. La genetica, lo stress, persino il sonno incasinano tutto. Tu parli di 5 chilometri e di sentirti vivo, e io sono felice per te, davvero. Ma io dopo un’ora di camminata veloce sto ancora litigando col fiato corto, e non è perché non ci provo. È che partire da zero, con un corpo che non collabora, è un’altra storia. E non mi va di sentirmi meno "italiana" o meno combattiva solo perché i miei progressi sono microscopici.

Detto questo, il tuo post mi ha dato uno spunto. Sto cercando di rendere i miei supi più "vivi", come dici tu. Ultimamente ho provato un minestrone con cavolo nero e fagioli cannellini, un po’ di pepe e una crosta di parmigiano per insaporire senza esagerare. Oppure una crema di zucca con un pizzico di curcuma – leggera ma saziante. Non sarà un piatto da atleta, ma mi tiene in pista. E poi, come te, non rinuncio al gusto: un cucchiaio di pesto fatto in casa ogni tanto ci sta, perché sì, il cibo è sacro anche per me.

Forse, più che dire “se ce la faccio io, ce la fate tutti”, potremmo aiutarci a trovare chacun la sua via, no? Tipo, tu coi tuoi 5 chilometri, io coi miei supi che profumano di casa. Non è una gara, è sopravvivenza con stile. Che dici, ti va di provare un mio brodo di verdure e darmi un parere? Magari scambiamo qualche trucco per non mollare!
 
Ragazzi, sapete qual è la cosa più bella dell’Italia? Non solo la pasta e il vino, ma la forza di noi italiani di rialzarci e combattere per la nostra salute! Un anno fa il mio medico mi ha guardato negli occhi e mi ha detto: "Mario, se non cambi strada, il diabete e la pressione alta ti porteranno via troppo presto". È stato un pugno nello stomaco, ma anche una sveglia. Da quel giorno ho deciso che non mi sarei arreso, perché noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri.
Ho iniziato con una routine semplice: camminate veloci vicino casa, sotto il sole della mia Toscana. All’inizio facevo fatica a fare un chilometro senza fermarmi, con il fiatone e le gambe pesanti. Ma sapete una cosa? Ogni passo mi ricordava che lo stavo facendo per me, per la mia famiglia, per godermi ancora le domeniche a tavola con i miei. Poi ho aggiunto un po’ di pesi leggeri in casa – niente palestra, solo due bottiglie d’acqua all’inizio! – e qualche esercizio che ho trovato su internet. Niente di complicato, solo squat, flessioni e plank, roba che anche un tipo normale come me può fare.
I primi mesi sono stati duri, non lo nego. Ma dopo un po’ ho iniziato a sentirmi diverso. La stanchezza cronica che mi trascinavo dietro da anni? Sparita. La pressione che mi faceva girare la testa? Sotto controllo, parola del medico! E il rischio di diabete? Sta scendendo, passo dopo passo. Non è solo questione di numeri, è che mi sento vivo, come se avessi ripreso in mano la mia vita. Ora faccio 5 chilometri senza problemi, e quando mi guardo allo specchio vedo un uomo che non si arrende.
Non vi sto a dire che mangio solo insalata – sono italiano, il cibo è sacro! – ma ho tagliato le schifezze e cerco di bilanciare. Più verdura, meno fritti, e ogni tanto un bel piatto di spaghetti al pomodoro fresco, che è la mia medicina dell’anima. La mia routine di allenamento non è da atleta, ma è mia, e mi sta salvando. L’Italia è la terra della bellezza, e io voglio viverci a lungo, in salute, per godermela tutta. Forza, amici, se ce la faccio io, ce la potete fare anche voi!
Ehi, Mario, che storia! Mi hai fatto quasi commuovere con quel tuo “noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri”. È vero, sai? Abbiamo questa forza dentro che a volte dimentichiamo. La tua Toscana, le camminate, le bottiglie d’acqua come pesi… mi piace un sacco il tuo stile, semplice ma tosto.

Io sono uno di quelli che vuole farcela senza troppi drammi, niente diete assurde o ore in palestra – non ho né il tempo né la voglia. Però leggerti mi ha fatto pensare: magari anch’io posso iniziare con poco, tipo le tue camminate veloci. Vivo in città, quindi niente colline da cartolina, ma un giro intorno al quartiere lo posso fare. E quelle bottiglie d’acqua? Geniale, ce le ho già in casa, zero scuse!

Sul cibo, ti capisco alla grande. Rinunciare agli spaghetti? Mai! Però sto provando a mangiare porzioni più piccole, tipo metto nel piatto quello che mangerei di solito e poi tolgo un paio di cucchiai. Funziona, sai? Non mi sento a dieta, ma la bilancia scende lo stesso. E poi, come te, sto imparando ad ascoltare il mio corpo: se mi sento pieno, stop, non mi forzo solo perché “è buono”.

La tua energia mi ha dato una spinta, davvero. Non punto ai 5 chilometri subito, ma magari a un paio senza morire sul divano dopo. Forza a te, continua così, e grazie per ricordarmi che non serve strafare per stare meglio!
 
Ehi, Mario, che storia! Mi hai fatto quasi commuovere con quel tuo “noi italiani abbiamo il cuore di guerrieri”. È vero, sai? Abbiamo questa forza dentro che a volte dimentichiamo. La tua Toscana, le camminate, le bottiglie d’acqua come pesi… mi piace un sacco il tuo stile, semplice ma tosto.

Io sono uno di quelli che vuole farcela senza troppi drammi, niente diete assurde o ore in palestra – non ho né il tempo né la voglia. Però leggerti mi ha fatto pensare: magari anch’io posso iniziare con poco, tipo le tue camminate veloci. Vivo in città, quindi niente colline da cartolina, ma un giro intorno al quartiere lo posso fare. E quelle bottiglie d’acqua? Geniale, ce le ho già in casa, zero scuse!

Sul cibo, ti capisco alla grande. Rinunciare agli spaghetti? Mai! Però sto provando a mangiare porzioni più piccole, tipo metto nel piatto quello che mangerei di solito e poi tolgo un paio di cucchiai. Funziona, sai? Non mi sento a dieta, ma la bilancia scende lo stesso. E poi, come te, sto imparando ad ascoltare il mio corpo: se mi sento pieno, stop, non mi forzo solo perché “è buono”.

La tua energia mi ha dato una spinta, davvero. Non punto ai 5 chilometri subito, ma magari a un paio senza morire sul divano dopo. Forza a te, continua così, e grazie per ricordarmi che non serve strafare per stare meglio!
Ciao Mario, la tua storia mi ha colpito dritto al cuore, sai? Quel tuo modo di raccontare, con il sole della Toscana e il coraggio di chi non molla, mi ha fatto venire i brividi. Sei un esempio vero, senza filtri, e mi piace che non ti atteggi a supereroe: parti dal basso, con le bottiglie d’acqua e le camminate, e arrivi lontano. Io ti leggo e penso: “Cavolo, se ce la fa lui, forse ce la posso fare anch’io”.

Qui da me non c’è la campagna toscana, ma un cane che mi guarda con quegli occhi imploranti ogni santo giorno. È il mio personal trainer a quattro zampe! Prima lo portavo fuori giusto per sgranchirsi, due passi svogliati e via, ma dopo averti letto mi sono detto: “Perché non provare a fare sul serio?”. Ora le passeggiate sono diventate il mio momento: metto le cuffie, lascio il telefono a casa e via, io e lui. All’inizio arrancavo dopo dieci minuti, con il fiatone e la tentazione di tornare sul divano, ma il mio cane? Non molla mai, mi tira avanti, abbaia se mi fermo. È come se mi dicesse: “Muoviti, che la vita è fuori!”. E ha ragione.

Sai qual è il problema mio, però? Quando sono giù, il frigo diventa il mio migliore amico. Altro che spaghetti al pomodoro fresco, io attacco biscotti, patatine, qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Non è fame, è proprio un buco nello stomaco che cerco di riempire. Leggerti mi ha fatto accendere una lampadina: forse se cammino di più col cane, se mi stanco per bene, non ho tutta questa voglia di buttarmi sul cibo. È come se lui mi salvasse due volte: mi fa muovere e mi tiene lontano dalle schifezze.

Non sono ancora ai tuoi 5 chilometri – per ora arrivo a 2, e già mi sento un fenomeno! – ma sto cambiando. Il mio cane mi guarda come a dire “bravo”, e io mi sento meno appesantito, non solo nel corpo. La pressione la tengo d’occhio, il medico dice che sto andando nella direzione giusta, e pure il mio umore ringrazia. Non è una gara, hai ragione, è una cosa mia, e me la sto costruendo passo dopo passo, con le zampe del mio socio peloso a darmi il ritmo.

Grande Mario, continua a splendere sotto quel sole toscano! Io e il mio cane ti salutiamo, e magari un giorno ti scrivo che anch’io sono arrivato a 5 chilometri. Intanto, grazie per la carica – e per ricordarmi che anche con un piatto di pasta in meno e una passeggiata in più, resto comunque italiano fino al midollo!
 
Ehi, MrGypssy, mica male la tua storiella col cane e le passeggiate, ma parliamoci chiaro: iniziare è sempre un casino. Tu e il tuo “personal trainer peloso” siete lì a fare i fenomeni per due chilometri, e io sto ancora qua a fissare le scarpe da ginnastica come se fossero nemiche giurate. Vorrei tanto avere quella spinta, ma la verità è che la pigrizia mi frega nove volte su dieci. Il divano mi chiama, il telecomando pure, e addio buoni propositi.

Però, sai che c’è? Qualcosa la sto combinando anch’io, a modo mio. Tipo ieri: invece di strafogarmi di biscotti davanti alla tv, ho preso un piatto di pasta – sì, porzione normale, non da dieta da coniglio – e ho detto basta lì. Non è che ho rinunciato al gusto, eh, ma ho smesso di mangiare finché non mi scoppia la pancia. È già una vittoria, no? Poi oggi mi sono trascinato fuori, dieci minuti a piedi fino al bar all’angolo. Niente colline toscane o cani che abbaiano, solo io che borbotto contro me stesso, ma almeno ho mosso il culo.

Leggerti mi fa venir voglia di provarci, ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ma chi me lo fa fare?”. Forse è quello il punto: devo smetterla di aspettare il momento perfetto e buttarmi, come fai tu col tuo cane o Mario con le sue bottiglie. Non sogno i 5 chilometri, per ora mi basterebbe non crollare dopo mezzo. Forza, dai, continua a scrivere che magari mi contagio con un po’ di quell’energia – ma non chiedermi di rinunciare del tutto alla carbonara, che lì non ci sto!
 
Ehi, che bella la tua sincerità! Quel tuo borbottare mentre trascini i piedi fino al bar mi ha fatto proprio sorridere, perché, diciamocelo, chi non ha avuto un momento in cui le scarpe da ginnastica sembrano più un insulto che un invito? Però, sai, leggendo il tuo post mi è venuta in mente una cosa: il tuo piatto di pasta “normale” e quei dieci minuti a piedi non sono mica bruscolini. Sono come quei minerali che trovi nelle rocce, piccoli, nascosti, ma che fanno la differenza quando li metti insieme. Ogni passo, ogni scelta un po’ più consapevole, è come raccogliere un pezzettino di energia che piano piano ti trasforma.

Io, dopo la malattia, ero un disastro. Il peso che avevo preso in ospedale non era solo chili, era proprio un macigno sullo spirito. Mi sentivo come se il mio corpo fosse una montagna da scalare senza mappa. Eppure, iniziare con poco, come fai tu, è stato il mio salvagente. Tipo, all’inizio facevo solo il giro dell’isolato, con il cane che praticamente mi trascinava. Non era una maratona, ma era qualcosa. E sai qual è il trucco che mi ha aiutato? Non pensare al “grande obiettivo”. Niente “devo perdere tot chili” o “devo correre come un atleta”. Pensavo solo al giorno dopo: “Ok, domani esco di nuovo, anche solo per un quarto d’ora”. È come costruire una collana, un cristallo alla volta.

La tua carbonara? Tienitela stretta, amico! Non si tratta di rinunciare ai piaceri, ma di trovare un equilibrio. Io, per esempio, ho imparato a fare porzioni più piccole dei miei piatti preferiti e a godermeli senza sensi di colpa. Poi, magari, dopo cena faccio due passi, anche solo per digerire meglio. Non è una gara, è più come raccogliere minerali rari: ogni piccolo gesto conta, anche se non sembra. Tipo, ieri ho provato a fare qualche esercizio di stretching in casa, roba leggera per non stressare il corpo dopo tutto quello che ha passato. Niente di eroico, ma mi sono sentito un po’ più forte, un po’ più “me stesso”.

Il tuo “buttarti” è già iniziato, lo sai, vero? Quei dieci minuti al bar, quel piatto di pasta senza esagerare: sono i tuoi primi cristalli. Non serve il momento perfetto, perché non esiste. Esiste solo il momento in cui decidi di muovere un passo, anche se è piccolo. Io tifo per te, e se mai ti va, scrivimi com’è andata la prossima volta che vinci contro il richiamo del divano. Magari un giorno ci troviamo a ridere di quanto ci spaventavano quelle scarpe da ginnastica, mentre brindiamo con un caffè al bar all’angolo. Dai, continua così, che stai già scavando la tua miniera!