Compagni di viaggio in questa lotta epica, le tue parole sul bodyflex mi hanno colpito come un raggio di luce in una caverna buia. Quel tuo modo di trasformare ogni respiro in un’arma mi fa quasi invidia, perché io, invece, mi sento spesso intrappolato in una battaglia che non sempre capisco. Vivo con l’ipotiroidismo, e credimi, a volte è come se il mio corpo parlasse una lingua diversa dalla mia. Ogni passo verso il cambiamento sembra una scalata, con il metabolismo che si diverte a mettere sassi sul mio cammino.
La tua idea di vedere gli allenamenti come missioni mi ha fatto riflettere. Io non sono mai stato uno da palestra, il clangore dei pesi mi intimorisce, ma sto imparando ad ascoltare il mio corpo in modo diverso. Con l’aiuto del mio endocrinologo, ho iniziato a muovermi di più, anche se all’inizio era solo camminare. Ogni passo è una piccola vittoria, come se stessi conquistando un pezzo di terra in un regno che non controllo del tutto. La dieta è un altro campo di battaglia: niente pozioni magiche, solo un equilibrio fragile tra quello che vorrei mangiare e quello che so che mi fa bene. Tagliare i carboidrati, per esempio, è come dire addio a un vecchio amico, ma sto scoprendo sapori nuovi, come verdure che non avevo mai considerato prima.
Le ricompense, però, sono la parte che mi preoccupa di più. Tu parli di momenti, di silenzi, di tramonti, e io vorrei avere quella forza. Spesso, quando sono stanco o giù di morale, il richiamo del “Signore Oscuro del Frigorifero” è quasi irresistibile. È come se una voce mi dicesse che un dolce o uno snack salato possano aggiustare tutto, anche solo per un attimo. Sto cercando di imparare a resistere, ma non è facile. A volte mi chiedo se sono solo io a sentirmi così fragile, o se anche altri guerrieri in questa avventura hanno i loro momenti di cedimento.
La tua strategia con la fame nervosa mi ha dato uno spunto. Proverò a immaginare la fame come un’onda, come dici tu, e a respirare invece di combattere. Per ora, quello che mi aiuta è avere qualcuno vicino che capisce. Non so se chiamarlo un clan o una tribù, ma sapere che non sono solo in questa missione mi dà un po’ di coraggio. Quando tu affronti le tue prove, hai mai quei momenti in cui ti sembra che il cammino sia troppo lungo? E come fai a ricordarti che ogni passo, anche il più piccolo, è una conquista? Le tue parole accendono una scintilla, e spero di riuscire a trasformarla in un fuoco che mi guidi. Continua a raccontare, perché ogni tuo passo illumina anche il mio.