Un passo al giorno verso l’addio alla pancetta: oggi acqua, domani chissà!

Switek

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di lotta contro il rotolino dispettoso"! Oggi sono qui a fare il mio piccolo resoconto da maratoneta della tartaruga – non quella scolpita, eh, quella che si nasconde ancora sotto un velo di morbidezza. La mia strategia? Passi da formica, ma con la tenacia di un mulo. Ogni giorno aggiungo un mattoncino alla mia torre di buone abitudini, e vi giuro che funziona, anche se a volte mi sento come un bradipo che sogna di correre la maratona.
Oggi, per esempio, è il giorno dell’acqua. Non sto parlando di un sorsetto qua e là, ma di una vera e propria inondazione interna! Ho la bottiglia sempre a portata di mano, tipo un’arma segreta contro la ritenzione idrica e quel senso di gonfiore che ti fa dire “ma chi me l’ha fatto fare?”. Devo ammetterlo, all’inizio mi sembrava di trasformarmi in un acquario ambulante, ma ora ci sto prendendo gusto. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di andare in bagno ogni mezz’ora e pensare “ecco, sto buttando via il superfluo”?
Ieri invece ho resistito alla tentazione di poltrire sul divano dopo cena. Ho fatto una passeggiata – niente di eroico, solo un giretto per il quartiere – e mi sono sentita quasi una di quelle influencer fitness che postano tramonti con hashtag motivazionali. Quasi, eh, perché poi sono tornata a casa e ho ceduto a un quadratino di cioccolato. Ma piccolo, giuro! Domani, invece, mi sa che mi butto sulla carica mattutina: una decina di minuti di stretching o magari qualche saltello scoordinato in salotto. Niente di che, ma abbastanza per dire “ehi, corpo, svegliati, stiamo cambiando musica!”.
Il bello di questo approccio da lumaca è che non mi sembra di stravolgere la vita. Non sono quella che si massacra in palestra o che mangia solo insalata scondita con lo sguardo da martire. No, io sono quella che piano piano si sta conoscendo meglio, tra una risata e un “ops, forse quel biscotto era evitabile”. Il progresso c’è, lento ma costante, e ogni tanto mi guardo allo specchio e penso: “Dai, che prima o poi quel girovita capirà chi comanda”. Voi che ne dite, continuo così o mi lancio in qualcosa di più audace? Magari dopodomani provo a rinunciare al secondo caffè… ma non prometto niente!
 
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Ehi, salve a voi, guerrieri della linea ritrovata! Devo dire che leggerti mi ha fatto spuntare un sorriso, perché mi ci rivedo proprio in quel tuo modo di affrontare le cose: un passo alla volta, senza strafare, ma con quella determinazione che alla fine ti porta lontano. La tua “inondazione interna” con l’acqua mi ha fatto ridere, ma hai ragione, è una di quelle abitudini che sembrano niente e invece cambiano tutto. Anche io, sai, ho la mia bottiglia sempre vicina, e ormai è quasi un rituale: la riempio, la svuoto, e mi sento come se stessi lavando via un pezzetto di stanchezza ogni volta.

Le mie serate, invece, le dedico alle passeggiate. Non importa se fuori è fresco o se il cielo è già scuro, mi metto le scarpe e via, esco a fare i miei chilometri. Ieri, per esempio, ho deciso di allungare un po’ il giro: sono passata per quel parchetto vicino casa, quello con gli alberi che sembrano danzare mossi dal vento leggero. Camminare lì, con il rumore delle foglie e il silenzio della sera, mi dà una pace che non so spiegare. È come se ogni passo mi aiutasse a lasciare indietro non solo i chili, ma anche i pensieri pesanti della giornata. Non corro, eh, non sono ancora a quel punto, ma il ritmo costante dei miei piedi sull’asfalto mi fa sentire comunque viva, in movimento.

Il progresso? Lentissimo, ma c’è. La bilancia ogni tanto mi fa l’occhiolino, e i jeans della scorsa estate non sembrano più un sogno impossibile. Certo, non sono immune alle tentazioni: l’altro ieri, dopo la passeggiata, ho aperto il frigo e quel pezzetto di formaggio mi ha chiamata per nome. Ho ceduto, ma con moderazione, e poi mi sono detta “vabbè, domani si cammina di più”. Ed è andata proprio così: ieri sera ho aggiunto una salita al mio percorso, niente di che, ma abbastanza da farmi sentire le gambe un po’ più sveglie.

Il tuo approccio da lumaca mi piace, sai? È come ballare con il proprio corpo, senza forzarlo troppo, ma guidandolo piano piano verso qualcosa di meglio. Io continuo con le mie passeggiate serali, che ormai sono il mio momento sacro. Magari un giorno mi unisco al tuo stretching mattutino, ma per ora resto fedele al mio “passo dopo passo” sotto le stelle. Che dici, ci proviamo a resistere insieme al secondo caffè? O magari ci inventiamo un percorso nuovo, qualcosa che ci faccia sentire un po’ più leggere senza nemmeno accorgercene. Fammi sapere, eh, che qui la lotta alla pancetta è un lavoro di squadra!
 
Ciao, compagni di viaggio verso una versione più leggera di noi stessi! Leggerti mi ha fatto quasi venir voglia di alzarmi e fare due passi in più, ma poi ho pensato che forse è meglio raccontarti prima la mia storia. Anche io, come te, ho trovato il mio ritmo per dire addio alla pancetta, ma nel mio caso tutto è iniziato con il movimento che non ti aspetti: il ballo. Non parlo di diete ferree o di conteggi ossessivi delle calorie, ma di salsa, hip-hop e persino qualche passo di balletto che mi ha fatto scoprire quanto può essere bello sentirsi vivi nel proprio corpo.

All’inizio non era nemmeno un piano per dimagrire, sai? Mi sono iscritta a un corso di salsa per curiosità, pensando che sarebbe stato solo un modo per passare il tempo. Invece, dopo le prime lezioni, mi sono accorta che non vedevo l’ora di tornare in pista. Muovermi a tempo, sentire la musica che mi guidava, mi dava una soddisfazione che nessuna bilancia poteva eguagliare. Poi è arrivato l’hip-hop, con quel suo ritmo deciso che mi faceva sudare senza nemmeno rendermene conto, e infine il balletto, che mi ha insegnato a controllare il corpo in un modo che non credevo possibile. Passo dopo passo, o meglio, battuta dopo battuta, i chili hanno iniziato a scendere, quasi come un effetto collaterale di tutto quel divertimento.

Non fraintendermi, non è stato un cambiamento da un giorno all’altro. Ci sono stati momenti in cui la tentazione di restare sul divano era fortissima, soprattutto dopo una giornata lunga. Ma poi mi dicevo: “Dai, solo una canzone”, e quella canzone diventava un’ora di movimento. La chiave, per me, è stata trasformare il “devo” in “voglio”. Non mi sentivo mai affamata o privata di qualcosa, perché il ballo mi riempiva in un modo diverso. Certo, l’acqua è diventata mia alleata, proprio come per te: una bottiglia sempre a portata di mano, un sorso dopo ogni giravolta, e alla fine della serata mi sentivo leggera, non solo nel corpo ma anche nella testa.

Le tue passeggiate serali mi hanno fatto pensare a quanto sia simile il nostro approccio, anche se i nostri passi seguono ritmi diversi. Tu cammini sotto le stelle, io mi muovo in una sala con la musica a tutto volume, ma alla fine stiamo entrambe guidando il nostro corpo verso qualcosa di meglio, senza fretta. Anche io ho i miei momenti di cedimento, eh. L’altro giorno, dopo una lezione particolarmente intensa, sono tornata a casa e quel pezzo di cioccolato nel cassetto sembrava guardarmi con occhi imploranti. Ho preso un quadratino, me lo sono goduta, e il giorno dopo ho aggiunto una coreografia in più per bilanciare. Nessun dramma, solo un passo in più nella mia danza personale.

Mi piace il tuo invito a resistere insieme, magari inventandoci qualcosa di nuovo. Che ne dici se un giorno provassi a unire le nostre passioni? Una passeggiata fino a un posto tranquillo e poi qualche passo di salsa sotto le stelle, senza bisogno di una sala o di un maestro. Potrebbe essere il nostro modo di festeggiare i progressi, lenti ma reali, che stiamo facendo. Fammi sapere cosa ne pensi, perché hai ragione: questa lotta alla pancetta è più bella se la affrontiamo in squadra!
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve, compagni di lotta contro il rotolino dispettoso"! Oggi sono qui a fare il mio piccolo resoconto da maratoneta della tartaruga – non quella scolpita, eh, quella che si nasconde ancora sotto un velo di morbidezza. La mia strategia? Passi da formica, ma con la tenacia di un mulo. Ogni giorno aggiungo un mattoncino alla mia torre di buone abitudini, e vi giuro che funziona, anche se a volte mi sento come un bradipo che sogna di correre la maratona.
Oggi, per esempio, è il giorno dell’acqua. Non sto parlando di un sorsetto qua e là, ma di una vera e propria inondazione interna! Ho la bottiglia sempre a portata di mano, tipo un’arma segreta contro la ritenzione idrica e quel senso di gonfiore che ti fa dire “ma chi me l’ha fatto fare?”. Devo ammetterlo, all’inizio mi sembrava di trasformarmi in un acquario ambulante, ma ora ci sto prendendo gusto. E poi, vuoi mettere la soddisfazione di andare in bagno ogni mezz’ora e pensare “ecco, sto buttando via il superfluo”?
Ieri invece ho resistito alla tentazione di poltrire sul divano dopo cena. Ho fatto una passeggiata – niente di eroico, solo un giretto per il quartiere – e mi sono sentita quasi una di quelle influencer fitness che postano tramonti con hashtag motivazionali. Quasi, eh, perché poi sono tornata a casa e ho ceduto a un quadratino di cioccolato. Ma piccolo, giuro! Domani, invece, mi sa che mi butto sulla carica mattutina: una decina di minuti di stretching o magari qualche saltello scoordinato in salotto. Niente di che, ma abbastanza per dire “ehi, corpo, svegliati, stiamo cambiando musica!”.
Il bello di questo approccio da lumaca è che non mi sembra di stravolgere la vita. Non sono quella che si massacra in palestra o che mangia solo insalata scondita con lo sguardo da martire. No, io sono quella che piano piano si sta conoscendo meglio, tra una risata e un “ops, forse quel biscotto era evitabile”. Il progresso c’è, lento ma costante, e ogni tanto mi guardo allo specchio e penso: “Dai, che prima o poi quel girovita capirà chi comanda”. Voi che ne dite, continuo così o mi lancio in qualcosa di più audace? Magari dopodomani provo a rinunciare al secondo caffè… ma non prometto niente!
Ehi, maratoneta della tartaruga, mi hai fatto sghignazzare con quel “rotolino dispettoso”! 😄 Senti, io sono quello che ha mandato a quel paese i chili di troppo pedalando come un matto, quindi ti butto lì un po’ di esperienza, visto che sembri una tosta che non molla. Altro che bradipo, tu sei una che macina strada, anche se a passo di lumaca! 😉

Sul discorso acqua, hai centrato il bersaglio: è come carburante per il motore, no? Io quando esco in bici, ho sempre la borraccia che sembra una nave cisterna. Non solo ti tiene idratato, ma ti fa sentire pure un po’ più leggero, come se stessi scaricando zavorra. Tipo, pedali e pensi: “Via, fuori tutto il gonfiore, ciao ciao!”. E poi, vuoi mettere quel momento in cui ti fermi, bevi un sorso e ti senti un vichingo che ha conquistato il mare? 💪

Però, parlando di mare, ti dico come faccio io per non sclerare con la dieta e sta roba del “cambiare vita”. Non sono uno che si ammazza con le insalate – bleah, roba da conigli! – ma cerco di buttare dentro cose che mi fanno star bene senza sentirmi in galera. Tipo, l’altro giorno ho provato a grigliare del pesce, una cosa semplice, con un po’ di limone e spezie, che sembrava di stare in vacanza su una spiaggia. Non dico di diventare un pescatore, eh, ma due filetti di qualcosa di leggero, che so, un’orata o anche solo dei gamberi, ti riempiono senza appesantirti. E poi, dopo una pedalata, è come ricaricarti senza sensi di colpa. Altro che quadratino di cioccolato – che comunque, ci sta, mica siamo robot! 😜

Sul movimento, la tua passeggiata serale mi ha fatto pensare alle mie prime uscite in bici. All’inizio andavo piano, sembravo un pensionato che porta a spasso il cane, ma poi, giro dopo giro, ho iniziato a spingere. Non ti dico di comprarti una bici da corsa domani, eh, però magari prova a fare un giretto un po’ più lungo, tipo esplorare un parco o una strada nuova. È come dare un calcio alla noia e al divano. Io, per dire, ho una bici scassata che uso per andare al lavoro, e ogni volta che arrivo mi sento un supereroe, anche se sudo come un polipo! 🦑

Sul tuo stretching mattutino, daje, spacca! Anche solo dieci minuti di movimenti scoordinati – che poi, chi se ne frega se sembri un fenicottero ubriaco – ti svegliano il corpo. Io prima di montare in sella faccio sempre due stiramenti, sennò sembro un tronco. E se vuoi un consiglio da ciclista da strapazzo: metti una canzone che pompa, tipo rock o qualcosa che ti fa venir voglia di spaccare il mondo. Pedalare – o saltellare in salotto – con la musica giusta è un’altra storia.

Sul “lento ma costante”, sei un fenomeno. Non serve fare i matti, tipo digiuni estremi o robe da marines. Io ho perso peso perché ho smesso di pensare alla bilancia e ho iniziato a godermi il viaggio. Tipo, ogni pedalata è un pezzo di libertà, ogni piatto decente che mi preparo è un “vai così, campione”. Tu continua coi tuoi mattoncini, che la torre la costruisci eccome. E sul secondo caffè… beh, magari tienitelo, che la vita è già abbastanza cattiva! 😆

Se vuoi buttarti su qualcosa di più audace, prova a mixare: un giorno cammini, un giorno balli in casa, un giorno magari prendi una bici a noleggio e vedi come va. Ma senza stress, eh, che sennò diventa un lavoro. Dimmi tu, che ne pensi? E soprattutto, che pesce griglieresti dopo una giornata così? 🐟