Un passo alla volta verso l’estate: come supero la pigrizia

Incubus996

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a combattere insieme"?
Sono qui, come sempre, con il mio eterno desiderio di cambiare, di sentirmi più leggera, soprattutto ora che l’estate si avvicina e mi immagino già in spiaggia, senza quel peso che mi porto dietro – non solo fisico, ma anche mentale. Però, ammettiamolo, la pigrizia è una nemica subdola. Mi sussurra di rimandare, di restare sul divano, di dire "domani sarà il giorno giusto". E io, troppe volte, le do retta.
Ma sapete una cosa? Ogni tanto riesco a zittirla. Tipo ieri: invece di accendere la tv dopo cena, ho messo le scarpe da ginnastica e sono uscita a camminare. Niente di epico, solo mezz’ora intorno al quartiere, con il vento fresco che mi svegliava un po’. Eppure, quando sono tornata a casa, mi sono sentita... non so, viva. Come se avessi fatto pace con quella parte di me che vuole mollare. O l’altro giorno, quando ho scelto di mangiare una mela invece di aprire quel pacco di biscotti che mi guardava dallo scaffale. Piccole cose, lo so, ma per me sono come sassolini che metto uno sopra l’altro, sperando di costruire qualcosa di più grande.
Il problema è iniziare. Come si fa? Come si convince quel pezzo di cervello che preferisce la comodità a dire "ok, muoviti"? Io ci sto provando, a volte con trucchetti stupidi: mi dico "solo cinque minuti di stretching", e poi finisco per farne di più perché ormai sono in ballo. Oppure mi immagino come mi sentirò dopo, quando avrò finito e potrò dirmi "ce l’ho fatta". Ma non sempre funziona. Spesso mi ritrovo a fissare le scarpe da corsa e a pensare "magari domani".
Voi come fate? Avete quel segreto per dare il via? Perché io voglio arrivare a giugno e guardarmi allo specchio senza rimpianti, ma ho bisogno di una spinta. Qualcosa che mi faccia alzare e andare avanti, un passo alla volta. Intanto, mi tengo strette queste piccole vittorie, che magari non sono storie di successo da copertina, ma per me valgono tanto. Grazie a chi vorrà rispondermi, leggervi mi fa sempre sentire meno sola in questa lotta.
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a combattere insieme"?
Sono qui, come sempre, con il mio eterno desiderio di cambiare, di sentirmi più leggera, soprattutto ora che l’estate si avvicina e mi immagino già in spiaggia, senza quel peso che mi porto dietro – non solo fisico, ma anche mentale. Però, ammettiamolo, la pigrizia è una nemica subdola. Mi sussurra di rimandare, di restare sul divano, di dire "domani sarà il giorno giusto". E io, troppe volte, le do retta.
Ma sapete una cosa? Ogni tanto riesco a zittirla. Tipo ieri: invece di accendere la tv dopo cena, ho messo le scarpe da ginnastica e sono uscita a camminare. Niente di epico, solo mezz’ora intorno al quartiere, con il vento fresco che mi svegliava un po’. Eppure, quando sono tornata a casa, mi sono sentita... non so, viva. Come se avessi fatto pace con quella parte di me che vuole mollare. O l’altro giorno, quando ho scelto di mangiare una mela invece di aprire quel pacco di biscotti che mi guardava dallo scaffale. Piccole cose, lo so, ma per me sono come sassolini che metto uno sopra l’altro, sperando di costruire qualcosa di più grande.
Il problema è iniziare. Come si fa? Come si convince quel pezzo di cervello che preferisce la comodità a dire "ok, muoviti"? Io ci sto provando, a volte con trucchetti stupidi: mi dico "solo cinque minuti di stretching", e poi finisco per farne di più perché ormai sono in ballo. Oppure mi immagino come mi sentirò dopo, quando avrò finito e potrò dirmi "ce l’ho fatta". Ma non sempre funziona. Spesso mi ritrovo a fissare le scarpe da corsa e a pensare "magari domani".
Voi come fate? Avete quel segreto per dare il via? Perché io voglio arrivare a giugno e guardarmi allo specchio senza rimpianti, ma ho bisogno di una spinta. Qualcosa che mi faccia alzare e andare avanti, un passo alla volta. Intanto, mi tengo strette queste piccole vittorie, che magari non sono storie di successo da copertina, ma per me valgono tanto. Grazie a chi vorrà rispondermi, leggervi mi fa sempre sentire meno sola in questa lotta.
Ehi, combattenti della pigrizia, o forse solo compagni di questa eterna battaglia contro noi stessi?

Leggerti mi ha fatto un effetto strano, come guardarmi allo specchio e vedere riflessa quella stessa voglia di cambiare, ma anche quel peso che mi tira indietro. Anche io sogno l’estate, il mare, sentirmi leggera, eppure ogni sera mi ritrovo a combattere con la mia nemica peggiore: la fame notturna. Non so se capita anche a te, ma per me la giornata può andare benissimo, posso pure sentirmi fiera di aver mangiato sano o di essermi mossa un po’, e poi arriva la notte. È come se un interruttore si spegnesse nel cervello e tutto quello che voglio è aprire il frigo, o peggio, quella scatola di biscotti che sembra chiamarmi per nome.

Ieri, per esempio, ho resistito fino alle undici. Mi sono detta “brava, vai a letto e basta”, ma poi mi sono ritrovata in cucina, con una fetta di pane in mano e un senso di colpa che già mi pesava più del pane stesso. Non è solo il cibo, è quel momento in cui cedo, in cui la pigrizia mentale vince e io mi arrendo a me stessa. Però, come te, ho i miei sassolini. Tipo l’altra sera: invece di mangiare qualcosa, ho preso un libro e mi sono messa a leggere sul divano. Non è una passeggiata epica, ma mi ha tenuta lontana dal frigo per un’ora. Oppure quando riesco a bere una tisana e a convincermi che mi basta, che non ho bisogno di altro. Piccole cose, sì, ma per me sono come un respiro in più, un attimo in cui non mi odio.

Il problema, come dici tu, è iniziare. Ma per me è anche continuare. Perché ok, magari un giorno ce la faccio a zittire quella voce che mi dice “mangia, tanto ormai”, ma il giorno dopo è tutto da rifare. Mi immagino a giugno, sì, senza quel senso di pesantezza, ma poi mi guardo adesso e penso “e se non ci arrivassi mai?”. I trucchetti li provo anch’io: mi dico “solo un bicchiere d’acqua e aspetti cinque minuti”, oppure mi metto a lavare i piatti per tenere le mani occupate. A volte funziona, a volte no. Spesso finisco per fissare il buio della cucina e chiedermi perché non riesco a essere più forte.

Voi come fate a non crollare la sera? Avete qualcosa che vi salva da quel momento in cui la giornata sembra finita e l’unica cosa che resta è la voglia di riempire il vuoto? Io ci sto provando, davvero. Ogni tanto mi dico che queste piccole vittorie – una tisana al posto di un dolce, una serata senza abbuffate – sono un passo verso quella me che voglio essere. Ma poi la notte torna, e io sono di nuovo qui, a chiedermi se ce la farò mai. Leggervi mi dà un po’ di forza, sapere che non sono l’unica a lottare con queste cose. Quindi grazie, anche solo per farmi sentire meno persa.
 
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "pronti a combattere insieme"?
Sono qui, come sempre, con il mio eterno desiderio di cambiare, di sentirmi più leggera, soprattutto ora che l’estate si avvicina e mi immagino già in spiaggia, senza quel peso che mi porto dietro – non solo fisico, ma anche mentale. Però, ammettiamolo, la pigrizia è una nemica subdola. Mi sussurra di rimandare, di restare sul divano, di dire "domani sarà il giorno giusto". E io, troppe volte, le do retta.
Ma sapete una cosa? Ogni tanto riesco a zittirla. Tipo ieri: invece di accendere la tv dopo cena, ho messo le scarpe da ginnastica e sono uscita a camminare. Niente di epico, solo mezz’ora intorno al quartiere, con il vento fresco che mi svegliava un po’. Eppure, quando sono tornata a casa, mi sono sentita... non so, viva. Come se avessi fatto pace con quella parte di me che vuole mollare. O l’altro giorno, quando ho scelto di mangiare una mela invece di aprire quel pacco di biscotti che mi guardava dallo scaffale. Piccole cose, lo so, ma per me sono come sassolini che metto uno sopra l’altro, sperando di costruire qualcosa di più grande.
Il problema è iniziare. Come si fa? Come si convince quel pezzo di cervello che preferisce la comodità a dire "ok, muoviti"? Io ci sto provando, a volte con trucchetti stupidi: mi dico "solo cinque minuti di stretching", e poi finisco per farne di più perché ormai sono in ballo. Oppure mi immagino come mi sentirò dopo, quando avrò finito e potrò dirmi "ce l’ho fatta". Ma non sempre funziona. Spesso mi ritrovo a fissare le scarpe da corsa e a pensare "magari domani".
Voi come fate? Avete quel segreto per dare il via? Perché io voglio arrivare a giugno e guardarmi allo specchio senza rimpianti, ma ho bisogno di una spinta. Qualcosa che mi faccia alzare e andare avanti, un passo alla volta. Intanto, mi tengo strette queste piccole vittorie, che magari non sono storie di successo da copertina, ma per me valgono tanto. Grazie a chi vorrà rispondermi, leggervi mi fa sempre sentire meno sola in questa lotta.
Ehi, guerriera del divano, lo sai che ti capisco fin troppo bene? Quella pigrizia che ti parla all’orecchio la conosco, è una vecchia amica che ogni tanto torna a trovarmi, soprattutto quando il frigo è troppo vicino e Netflix troppo invitante. Però, sai, ti leggo e penso che stai già costruendo qualcosa di forte, anche se lo chiami solo “sassolini”. Quelle piccole vittorie non sono piccole per niente, sono il tuo modo di dire alla pigrizia che non comanda lei, non sempre almeno.

Io sono nel pieno del mio “100 giorni senza zucchero” – sì, proprio quel marafon che mi sono buttata a fare quasi per scommessa con me stessa. Le prime settimane? Un disastro. Sembravo una drogata in crisi d’astinenza: mal di testa, nervi a fior di pelle, e una voglia matta di buttarmi su una tavoletta di cioccolato. Ti giuro, sognavo torte di notte. Ma poi, piano piano, è cambiato tutto. Non so come spiegartelo, ma è come se il mio corpo avesse smesso di urlare e avesse iniziato ad ascoltare. Ora sento il sapore vero delle cose: una mela non è più solo una mela, è dolce in un modo che non immaginavo, e il caffè amaro? Una scoperta che mi fa quasi ridere di quanto zucchero ci mettevo prima.

Per iniziare, quello che mi ha salvato è stato non pensarci troppo. Tipo te con i tuoi cinque minuti di stretching: io mi dicevo “solo un giorno senza dolci, non muoio mica”. E poi un giorno è diventato due, tre, e ora sono a più di due mesi. Non è che ho un segreto magico, è più che mi sono stufata di sentirmi sempre stanca, molle, come se il mio corpo fosse un peso e non un alleato. E quando mi viene voglia di mollare – perché succede, eh – mi ricordo com’ero felice dopo una settimana senza quella nebbia zuccherosa in testa. O come la mia pelle abbia smesso di fare i capricci, o come mi sento leggera, non solo fuori ma proprio dentro.

Il tuo “mezzo’ora di camminata” è già un inizio, non sottovalutarlo. Io direi: prova a non darti scelta. Le scarpe? Le metti vicino alla porta, così ti guardano e ti sfidano. O magari trovati un compagno di lotta, anche solo virtuale, che ti scriva “allora, oggi ti muovi o no?”. A me ha aiutato avere un obiettivo chiaro: niente zucchero fino a cento giorni, punto. E ogni volta che supero un giorno in più, mi sento una che ha vinto qualcosa, anche solo contro me stessa.

Tu vuoi guardarti allo specchio a giugno senza rimpianti? Allora continua con i tuoi sassolini, ma magari aggiungi un gioco: un giorno senza schifezze, poi due, poi vedi quanto riesci a resistere. Non serve strafare, basta non fermarsi. E scrivici, perché leggere di te che vinci contro il divano mi dà una carica che non ti immagini. Forza, un passo alla volta, che l’estate non aspetta, ma nemmeno noi dobbiamo correre: dobbiamo solo muoverci.
 
Ehi Incubus996, leggerti è stato come guardarmi allo specchio, ma di quelli che ti fanno vedere anche le cose che vorresti ignorare. La tua lotta con la pigrizia, quel “magari domani” che ti sussurra di mollare… mi ci ritrovo così tanto che quasi mi viene da ridere, ma è un riso amaro. Perché, sai, anch’io sono in questa battaglia, e a volte mi sembra di combattere contro un muro. La tua mezz’ora di camminata mi ha fatto pensare alle mie serate, quando mi trascino fuori casa per fare quei chilometri che ormai sono diventati il mio rituale, ma non sempre è facile come sembra.

Sto provando a perdere peso, e la mia arma sono le passeggiate serali. Ogni sera, dopo cena, mi metto le cuffie, scelgo una playlist che mi dà un po’ di carica e via, esco. Cammino per almeno 5 chilometri, a volte di più se la testa è leggera. Il mio quartiere non è niente di che: strade tranquille, qualche albero, il rumore delle auto in lontananza. Ma c’è qualcosa in quel ritmo, nel mettere un piede davanti all’altro, che mi fa sentire… non so, in pace. Come se per un’ora il mondo smettesse di pesarmi addosso. E poi, quando torno a casa, mi sento meno gonfia, come se il mio corpo ringraziasse. Ho anche notato che respiro meglio, che il mio stomaco non sembra più un palloncino pronto a esplodere. Però, non fraintendermi, non è una passeggiata nel parco – scusa il gioco di parole.

Il punto è che, come te, lotto con quella spinta iniziale. Ci sono sere in cui fisso le scarpe e penso: “Ma chi me lo fa fare? Fa freddo, sono stanca, il divano è lì che mi chiama”. E troppe volte cedo. Tipo ieri: avevo mangiato un po’ troppo a pranzo, una di quelle giornate in cui ti giustifichi dicendo “vabbè, un piatto di pasta in più non cambia niente”. E la sera, invece di uscire, mi sono ritrovata a scorrere il telefono per due ore, sentendomi sempre più pesante, non solo di pancia ma proprio di umore. È frustrante, perché so che camminare mi fa stare bene, so che ogni passo è un modo per prendermi cura di me, per sentirmi meno “intrappolata” nel mio corpo. Eppure, a volte, è come se la mia testa vivesse in un vuoto, dove ogni buona intenzione sparisce.

Ho provato anche con quei trucchetti che dici tu, come dirmi “solo 10 minuti, poi torni”. A volte funziona, altre no. Una cosa che mi ha aiutato è scegliere percorsi nuovi: tipo, l’altro giorno ho deciso di andare verso il parco vicino casa, che di solito evito perché è un po’ più lontano. È stato bello, c’erano le luci della città che si accendevano, l’aria fresca che mi svegliava. Mi sono sentita viva, come dici tu. Ma poi ci sono giorni come oggi, in cui scrivo questo post e mi sento di nuovo in stallo. Vorrei che il mio stomaco fosse più piatto, che i miei vestiti non tirassero, ma sembra che ogni progresso sia troppo lento. E la pigrizia, quella maledetta, sa sempre dove colpire.

Però, leggendo di te e della tua mela al posto dei biscotti, mi sono detta che forse non sto facendo tutto sbagliato. Magari il segreto non è trovare la spinta perfetta, ma accettare che ci saranno giorni no. Io continuo con le mie passeggiate, anche se a volte sono più brevi di quanto vorrei. E sto provando a fare attenzione a come mi sento dentro, non solo fuori. Tipo, dopo una camminata lunga, mi accorgo che la mia pancia sembra meno tesa, che il mio corpo è più “mio”. Non è il “vacuum per la pancia” che fanno vedere su Instagram, con quei video di esercizi impossibili, ma è il mio modo di avvicinarmi a me stessa, passo dopo passo.

Tu che dici, ce la facciamo a zittire quella vocina che ci tiene ferme? Io ci voglio provare, anche se oggi sono un po’ giù. Magari stasera esco lo stesso, anche solo per 20 minuti, giusto per ricordarmi che posso farcela. E tu, continua con le tue piccole vittorie, perché sono tutto tranne che piccole. Scrivimi se trovi qualche trucco per fregare la pigrizia, che qui ogni idea è oro. Un passo alla volta, no? Anche se a volte sembra di camminare nel vuoto.