Un passo oltre la pigrizia: come trovo la forza di iniziare?

Radek_trz

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6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse no, magari è solo un "ehi" silenzioso a chi come me sta leggendo queste righe con un misto di speranza e stanchezza. “Come costringersi a iniziare?” È la domanda che mi ronza in testa da settimane, forse mesi. La voglia di cambiare c’è, ma poi arriva lei, la pigrizia, che mi sussurra di rimandare a domani, a lunedì, a un giorno che non arriva mai. Eppure, sapete, ogni tanto vinco io. Piccole battaglie, quasi insignificanti, ma per me enormi: ieri ho scelto di preparare una cena leggera, niente pasta pronta o schifezze, solo verdure grigliate e un po’ di pollo. Mi sono sentita... non so, potente, per una volta.
Ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ok, e ora? Come faccio a rendere questo un’abitudine e non solo un lampo di volontà?” La testa dice “muoviti”, il corpo risponde “domani”. È una guerra mentale, più che fisica. Mi chiedo se sia questione di trovare un motivo più profondo, qualcosa che vada oltre il semplice “voglio essere magra”. Forse è la paura di non farcela che mi blocca, o forse è solo che non so da dove partire. Quando devo scegliere tra un divano e una passeggiata, il divano vince 9 volte su 10. Però quella decima volta, quando esco e sento l’aria fresca, mi dico: “Ecco, è questo che voglio”.
Qualcuno di voi ha trovato la chiave? Non parlo di diete perfette o trucchi magici, ma di quel click nella testa che ti fa alzare e andare avanti. Io sto ancora cercando il mio. Intanto, oggi ho vinto di nuovo: niente cibo spazzatura a cena, solo una zuppa che ho fatto con le mie mani. È poco, ma è un passo. E voi, come fate a spingervi oltre quel muro di “non ora”?
 
Ciao a tutti, o forse no, magari è solo un "ehi" silenzioso a chi come me sta leggendo queste righe con un misto di speranza e stanchezza. “Come costringersi a iniziare?” È la domanda che mi ronza in testa da settimane, forse mesi. La voglia di cambiare c’è, ma poi arriva lei, la pigrizia, che mi sussurra di rimandare a domani, a lunedì, a un giorno che non arriva mai. Eppure, sapete, ogni tanto vinco io. Piccole battaglie, quasi insignificanti, ma per me enormi: ieri ho scelto di preparare una cena leggera, niente pasta pronta o schifezze, solo verdure grigliate e un po’ di pollo. Mi sono sentita... non so, potente, per una volta.
Ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ok, e ora? Come faccio a rendere questo un’abitudine e non solo un lampo di volontà?” La testa dice “muoviti”, il corpo risponde “domani”. È una guerra mentale, più che fisica. Mi chiedo se sia questione di trovare un motivo più profondo, qualcosa che vada oltre il semplice “voglio essere magra”. Forse è la paura di non farcela che mi blocca, o forse è solo che non so da dove partire. Quando devo scegliere tra un divano e una passeggiata, il divano vince 9 volte su 10. Però quella decima volta, quando esco e sento l’aria fresca, mi dico: “Ecco, è questo che voglio”.
Qualcuno di voi ha trovato la chiave? Non parlo di diete perfette o trucchi magici, ma di quel click nella testa che ti fa alzare e andare avanti. Io sto ancora cercando il mio. Intanto, oggi ho vinto di nuovo: niente cibo spazzatura a cena, solo una zuppa che ho fatto con le mie mani. È poco, ma è un passo. E voi, come fate a spingervi oltre quel muro di “non ora”?
Ehi, un saluto sottovoce a te che leggi, magari con quella stessa stanchezza mista a voglia di cambiare che riconosco fin troppo bene. Il tuo post mi ha colpita, sai? Quel tira e molla tra il “muoviti” della testa e il “riposa” del corpo è una lotta che vivo anch’io, ogni singolo giorno. Ti capisco quando parli di piccole vittorie che sembrano niente, ma per noi sono tutto: la tua cena leggera, la mia scelta di non cedere al take-away ieri sera. È come se ogni tanto riuscissimo a dimostrare a noi stessi che possiamo farcela, no?

Io sono qui, su questo forum, perché dopo un brutto infortunio ho visto il mio peso salire e la mia vita cambiare. Non potevo più muovermi come prima, e all’inizio mi sono lasciata andare: il divano era il mio migliore amico, e la pigrizia mi teneva compagnia. Ma poi ho deciso che non potevo continuare così. Non è stato un lampo di genio o un giorno speciale, tipo un lunedì perfetto. È stata più una stanchezza diversa: ero stufa di sentirmi ferma, di guardarmi allo specchio e non riconoscermi.

Per me il “click” non è arrivato tutto insieme, ma a pezzetti. Ho iniziato con cose piccole, perché dopo la trauma non potevo strafare. Niente palestra o corse impossibili: ho preso un tappetino e ho provato a fare qualche esercizio a casa, seduta o appoggiata a una sedia se serviva. All’inizio erano 10 minuti, e mi sentivo ridicola, ma poi quei 10 minuti sono diventati 20, e ora riesco a fare un’oretta di movimenti che mai avrei pensato possibili. Non è roba da atleti, ma per me è un miracolo. Sul cibo, ho fatto come te: ho iniziato a cucinare di più, a provare ricette semplici con quello che avevo in frigo. La zuppa di cui parli? La faccio anch’io, con zucchine e un po’ di spezie, e mi dà quella sensazione di “ok, sto facendo qualcosa di buono”.

Quel muro di “non ora” lo conosco bene. A volte lo scavalco immaginando come mi sentirò dopo: non più leggera nel senso di chili, ma più… libera, ecco. Dopo essermi mossa, anche solo un po’, mi sento meno prigioniera del mio corpo. Non sempre vinco, eh, il divano resta un avversario tosto. Ma sto imparando a non giudicarmi troppo quando perdo: se oggi non ce la faccio, domani è un altro giorno. Forse la chiave è questa: non cercare il motivo perfetto o il piano ideale, ma iniziare e basta, anche male, anche poco. Tu con la tua zuppa, io con i miei esercizi adattati… sono passi, no? Piccoli, incerti, ma nostri.

Come fai tu a non mollare dopo quelle vittorie? Io mi dico che ogni volta che scelgo me stessa invece della pigrizia, sto ricostruendo un pezzetto di quella che ero prima della trauma… e magari anche qualcosa di meglio. Dimmi, tu cosa ti racconti per andare avanti?
 
Ehi, un saluto sottovoce a te che leggi, magari con quella stessa stanchezza mista a voglia di cambiare che riconosco fin troppo bene. Il tuo post mi ha colpita, sai? Quel tira e molla tra il “muoviti” della testa e il “riposa” del corpo è una lotta che vivo anch’io, ogni singolo giorno. Ti capisco quando parli di piccole vittorie che sembrano niente, ma per noi sono tutto: la tua cena leggera, la mia scelta di non cedere al take-away ieri sera. È come se ogni tanto riuscissimo a dimostrare a noi stessi che possiamo farcela, no?

Io sono qui, su questo forum, perché dopo un brutto infortunio ho visto il mio peso salire e la mia vita cambiare. Non potevo più muovermi come prima, e all’inizio mi sono lasciata andare: il divano era il mio migliore amico, e la pigrizia mi teneva compagnia. Ma poi ho deciso che non potevo continuare così. Non è stato un lampo di genio o un giorno speciale, tipo un lunedì perfetto. È stata più una stanchezza diversa: ero stufa di sentirmi ferma, di guardarmi allo specchio e non riconoscermi.

Per me il “click” non è arrivato tutto insieme, ma a pezzetti. Ho iniziato con cose piccole, perché dopo la trauma non potevo strafare. Niente palestra o corse impossibili: ho preso un tappetino e ho provato a fare qualche esercizio a casa, seduta o appoggiata a una sedia se serviva. All’inizio erano 10 minuti, e mi sentivo ridicola, ma poi quei 10 minuti sono diventati 20, e ora riesco a fare un’oretta di movimenti che mai avrei pensato possibili. Non è roba da atleti, ma per me è un miracolo. Sul cibo, ho fatto come te: ho iniziato a cucinare di più, a provare ricette semplici con quello che avevo in frigo. La zuppa di cui parli? La faccio anch’io, con zucchine e un po’ di spezie, e mi dà quella sensazione di “ok, sto facendo qualcosa di buono”.

Quel muro di “non ora” lo conosco bene. A volte lo scavalco immaginando come mi sentirò dopo: non più leggera nel senso di chili, ma più… libera, ecco. Dopo essermi mossa, anche solo un po’, mi sento meno prigioniera del mio corpo. Non sempre vinco, eh, il divano resta un avversario tosto. Ma sto imparando a non giudicarmi troppo quando perdo: se oggi non ce la faccio, domani è un altro giorno. Forse la chiave è questa: non cercare il motivo perfetto o il piano ideale, ma iniziare e basta, anche male, anche poco. Tu con la tua zuppa, io con i miei esercizi adattati… sono passi, no? Piccoli, incerti, ma nostri.

Come fai tu a non mollare dopo quelle vittorie? Io mi dico che ogni volta che scelgo me stessa invece della pigrizia, sto ricostruendo un pezzetto di quella che ero prima della trauma… e magari anche qualcosa di meglio. Dimmi, tu cosa ti racconti per andare avanti?
Ehi, un sussurro complice a te che leggi, quasi come se fossimo seduti sullo stesso divano a chiacchierare di queste battaglie silenziose. Il tuo racconto mi ha fatto sorridere, sai? Quel mix di “ce la faccio” e “ma perché non sempre” è proprio il mio pane quotidiano. La tua zuppa e le verdure grigliate? Mi ci rivedo, perché anch’io sto provando a vincere contro quella vocina che dice “ordina una pizza e fine”. E quando vinci, anche solo per una cena, ti senti quasi invincibile, vero?

Io sono partita da zero, o forse da meno qualcosa, dopo un periodo in cui la vita mi ha tenuta ferma più del dovuto. Non potevo buttarmi in chissà quali imprese, così ho deciso di fare le cose con calma, un passetto alla volta. Tipo, all’inizio mi sono detta: “Ok, oggi bevo un po’ più d’acqua”. Niente di epico, solo una bottiglia in più sul tavolo. Poi il giorno dopo ho aggiunto una camminata corta, giusto fino al parco vicino casa. Non è una maratona, ma per me, che prima vedevo solo il soffitto sopra il divano, è stato un inizio. Ora sto provando a muovermi ogni giorno, magari con qualche esercizio semplice: un po’ di stretching, qualche movimento con le braccia mentre guardo una serie. Non è una palestra da Instagram, ma è il mio ritmo.

Sul cibo, sto imparando a non complicarmi la vita. Tipo, ieri ho fatto un piatto con quello che c’era: riso integrale, un po’ di ceci e verdure saltate. Niente chef stellati, ma mi sono sentita soddisfatta. È come se ogni scelta piccola mi desse una spinta per quella dopo. Non sempre funziona, eh: a volte il “non ora” vince ancora, e mi ritrovo con un pacchetto di biscotti in mano invece di una mela. Però sto cercando di non farmi la guerra. Se sgarro, pazienza, riparto il giorno dopo.

Quel click di cui parli, per me, non è stato un momento preciso. È più come un puzzle che si monta piano piano. Ogni giorno aggiungo un pezzetto: oggi mi muovo un po’ di più, domani magari provo a fare le scale invece di prendere l’ascensore. Non miro alla perfezione, solo a sentirmi un po’ meglio. E quando supero il muro della pigrizia, tipo uscendo a camminare anche solo per 15 minuti, mi dico: “Visto? Non era così terribile”. È una specie di patto con me stessa: non devo strafare, ma nemmeno fermarmi del tutto.

Tu come tieni viva quella scintilla dopo una vittoria come la tua zuppa? Io mi ripeto che ogni passo, anche minuscolo, è un regalo che faccio alla me di domani. Non so se sia profondo o banale, ma mi aiuta a non mollare. E tu, cosa ti spinge a rialzarti dal divano quella decima volta? Magari siamo più simili di quanto pensiamo, noi due, con i nostri piccoli trionfi e le nostre lotte contro il “domani lo faccio”. Raccontami, dai, che mi piace leggerti!
 
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Ciao, un saluto un po’ agitato a te che sei dall’altra parte dello schermo, magari con quella stessa frenesia che mi prende quando penso a tutto quello che vorrei cambiare! Il tuo post mi ha fatto quasi sobbalzare, sai? È come se avessi scritto quello che mi frulla in testa ogni giorno: quella lotta tra il “muoviti, dai!” e il “ma sto così bene qui sul divano”. Ti capisco da morire quando parli di piccole vittorie che sembrano sciocchezze agli altri, ma per noi sono montagne scalate. La tua zuppa di zucchine? La sento quasi mia, perché anch’io mi aggrappo a queste cose semplici per non crollare sotto il peso della pigrizia.

Io sono quella che si è ritrovata a dire “basta” dopo mesi di scuse. Non è stato un infortunio come il tuo, ma una specie di stanchezza infinita, che mi ha fatto lasciare che i chili si accumulassero piano piano. All’inizio non ci facevo caso, ma poi lo specchio ha iniziato a urlarmi contro, e il mio cane – sì, il mio cane! – mi guardava con quegli occhi come a dire “ehi, umana, che fine hai fatto?”. È stato lui a tirarmi fuori dal buco, te lo giuro. Una mattina mi sono alzata, nervosa come sempre, e invece di fissare il soffitto ho preso il guinzaglio. Siamo usciti, io con il fiatone dopo due passi, lui tutto contento a saltellare. Non è stata una passeggiata da record, ma quei 10 minuti mi hanno fatto sentire viva, capisci? Da lì ho iniziato a muovermi di più, sempre con lui che mi trascina fuori casa.

Non sono una da palestra, proprio no. Ma con il mio peloso faccio di tutto: camminate, corse dietro ai suoi scatti improvvisi, persino balletti ridicoli in salotto quando gli lancio la pallina! 😅 È lui che mi salva dal “non ora”. Senza di lui, giuro, sarei ancora lì a vegetare con un pacchetto di patatine in mano. Sul cibo, sto provando a fare pace con me stessa: niente diete assurde, solo cose semplici. Tipo, ieri ho buttato insieme del pollo, un po’ di verdure e un filo d’olio – niente di che, ma mi sono sentita fiera. Certo, poi ci sono giorni in cui cedo e ordino qualcosa, e mi mangio le mani (e pure la pizza!), ma sto imparando a non odiami troppo. Un passo alla volta, no?

Quel muro della pigrizia lo conosco fin troppo bene, e a volte è altissimo. Ma quando esco con il cane, anche solo per un giro corto, mi sento meno incastrata. È come se lui mi ricordasse che non serve essere perfetti, basta muoversi. E dopo, sai quella sensazione di “ce l’ho fatta”? È una botta di energia che mi tiene su. Non sempre vinco, eh: ci sono sere in cui il divano e Netflix mi catturano, e il guinzaglio resta appeso. Però il giorno dopo il mio cane mi fissa con quella faccia e mi sento in colpa – ma un colpa buono, che mi spinge a riprovare.

Come fai tu a non mollare dopo una vittoria come la tua cena leggera? Io mi attacco ai momenti con il mio cucciolo: ogni passeggiata è un pezzetto di me che torna a galla. Mi dico “ehi, l’hai fatto per lui, ma anche per te”. È un pensiero nervoso, quasi ansioso, perché ho paura di perdermi di nuovo, ma allo stesso tempo mi dà la carica. E tu, cosa ti racconti quando la pigrizia bussa più forte? Mi sa che siamo sulla stessa barca, noi due, con i nostri trucchi per non lasciarci andare. Dai, scrivimi, che leggerti mi fa sentire meno sola in questa corsa un po’ scoordinata! 🐾😊
 
Ehi, capisco quel nervoso che ti prende, ma sai una cosa? La pigrizia è una bestia schifosa, però si può fregare. Io ho detto basta ai chili di troppo con il crudo: verdure, frutta, semi, tutto così, semplice e vivo. Non serve strafare, tipo la tua cena col pollo: una manciata di zucchine crude grattugiate, un po’ di limone e via, ti senti leggero e incazzato con te stesso quel tanto che basta per non mollare. Il cane? Grande, ti tira fuori dal buco. Io mi tiro fuori coi miei piatti: ogni morso è una rivincita. Quando la voglia di crollare bussa, penso a quanto pesavo un anno fa e mi sale il sangue al cervello – non torno indietro, punto. Tu continua a muoverti, io continuo a mangiare vivo: siamo sulla stessa strada, no?
 
Ciao a tutti, o forse no, magari è solo un "ehi" silenzioso a chi come me sta leggendo queste righe con un misto di speranza e stanchezza. “Come costringersi a iniziare?” È la domanda che mi ronza in testa da settimane, forse mesi. La voglia di cambiare c’è, ma poi arriva lei, la pigrizia, che mi sussurra di rimandare a domani, a lunedì, a un giorno che non arriva mai. Eppure, sapete, ogni tanto vinco io. Piccole battaglie, quasi insignificanti, ma per me enormi: ieri ho scelto di preparare una cena leggera, niente pasta pronta o schifezze, solo verdure grigliate e un po’ di pollo. Mi sono sentita... non so, potente, per una volta.
Ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ok, e ora? Come faccio a rendere questo un’abitudine e non solo un lampo di volontà?” La testa dice “muoviti”, il corpo risponde “domani”. È una guerra mentale, più che fisica. Mi chiedo se sia questione di trovare un motivo più profondo, qualcosa che vada oltre il semplice “voglio essere magra”. Forse è la paura di non farcela che mi blocca, o forse è solo che non so da dove partire. Quando devo scegliere tra un divano e una passeggiata, il divano vince 9 volte su 10. Però quella decima volta, quando esco e sento l’aria fresca, mi dico: “Ecco, è questo che voglio”.
Qualcuno di voi ha trovato la chiave? Non parlo di diete perfette o trucchi magici, ma di quel click nella testa che ti fa alzare e andare avanti. Io sto ancora cercando il mio. Intanto, oggi ho vinto di nuovo: niente cibo spazzatura a cena, solo una zuppa che ho fatto con le mie mani. È poco, ma è un passo. E voi, come fate a spingervi oltre quel muro di “non ora”?
Ehi, capisco quel "domani" che ti tiene fermo, lo vivo anch’io tra un viaggio e l’altro. Sai cosa mi aiuta? Portarmi dietro qualcosa di sano, tipo noci o una mela, così quando la fame chiama a mezzanotte in qualche hotel sperduto, non cedo a schifezze. Non è una rivoluzione, ma è un modo per non sentirmi in balia del momento. Quel click che cerchi forse arriva facendo pace con i piccoli passi, tipo la tua zuppa. Io, tra un volo e una stanza d’albergo, ho imparato che iniziare è solo non darsi sempre la scusa del "dopo". Tu che dici, funziona?
 
Ciao a tutti, o forse no, magari è solo un "ehi" silenzioso a chi come me sta leggendo queste righe con un misto di speranza e stanchezza. “Come costringersi a iniziare?” È la domanda che mi ronza in testa da settimane, forse mesi. La voglia di cambiare c’è, ma poi arriva lei, la pigrizia, che mi sussurra di rimandare a domani, a lunedì, a un giorno che non arriva mai. Eppure, sapete, ogni tanto vinco io. Piccole battaglie, quasi insignificanti, ma per me enormi: ieri ho scelto di preparare una cena leggera, niente pasta pronta o schifezze, solo verdure grigliate e un po’ di pollo. Mi sono sentita... non so, potente, per una volta.
Ma poi mi guardo allo specchio e penso: “Ok, e ora? Come faccio a rendere questo un’abitudine e non solo un lampo di volontà?” La testa dice “muoviti”, il corpo risponde “domani”. È una guerra mentale, più che fisica. Mi chiedo se sia questione di trovare un motivo più profondo, qualcosa che vada oltre il semplice “voglio essere magra”. Forse è la paura di non farcela che mi blocca, o forse è solo che non so da dove partire. Quando devo scegliere tra un divano e una passeggiata, il divano vince 9 volte su 10. Però quella decima volta, quando esco e sento l’aria fresca, mi dico: “Ecco, è questo che voglio”.
Qualcuno di voi ha trovato la chiave? Non parlo di diete perfette o trucchi magici, ma di quel click nella testa che ti fa alzare e andare avanti. Io sto ancora cercando il mio. Intanto, oggi ho vinto di nuovo: niente cibo spazzatura a cena, solo una zuppa che ho fatto con le mie mani. È poco, ma è un passo. E voi, come fate a spingervi oltre quel muro di “non ora”?
Ehi, leggendo le tue parole mi sono vista un po’ allo specchio, sai? Quella lotta tra il “voglio” e il “ma non ora” è una battaglia che conosco fin troppo bene. Però, visto che parliamo di spinte per iniziare, ti racconto una cosa che sto provando ultimamente, tanto per dare una scossa al mio corpo e alla mia testa. Ho iniziato a sperimentare dei massaggi drenanti, di quelli che promettono di sgonfiarti e farti sentire più leggera. Non dico che sia la soluzione magica, eh, ma dopo una sessione mi sento come se avessi fatto pace col mio corpo, anche solo per un’ora. È come se mi dicesse “ok, ci stiamo provando”.

La verità? Non so se funzionano davvero per perdere peso. A volte penso che sia più un effetto placebo, ma quel rituale di prendermi cura di me stessa mi dà una piccola spinta. Tipo, se ho speso tempo e soldi per un massaggio, poi mi viene più voglia di bere una tisana depurativa invece di affogarmi in un bicchiere di vino o una bibita gassata. È un trucco mentale, forse, ma per ora mi aiuta a non cedere al divano ogni sera. Tu che dici, hai mai provato qualcosa del genere per darti una svegliata? Intanto, complimenti per la tua zuppa, è molto più di un passo, è una vittoria!