Fratelli e sorelle di questo cammino, oggi mi inginocchio davanti alla mia anima per confessare una verità: la pigrizia è una tentazione che mi ha spesso avvolto come un’ombra. Ogni giorno mi ripeto: “Come faccio a iniziare? Come trovo la forza di muovere il primo passo verso la luce della disciplina?” Eppure, nello yoga, sto trovando una risposta, un soffio divino che mi guida.
La pratica dello yoga, per me, non è solo un esercizio del corpo, ma un dialogo con la mia volontà. Quando srotolo il tappetino, è come se preparassi un altare per la mia determinazione. Non sempre riesco a essere costante, lo ammetto. Ci sono giorni in cui la mente sussurra: “Domani, domani sarà meglio.” Ma ho imparato che anche una sola posizione, anche un semplice respiro profondo, è una vittoria. La settimana scorsa, per esempio, ho completato una sessione di 20 minuti di Surya Namaskar. Non è molto, direte, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono sentito più leggero, non solo nel corpo, ma nello spirito.
Lo yoga mi insegna a non contare solo le calorie, ma i momenti di presenza. Ogni asana è un’offerta: non penso a quante energie sto bruciando, ma a quanta forza sto donando a me stesso. Quando faccio la posizione del guerriero, mi immagino in lotta contro quella parte di me che vuole arrendersi. E sapete una cosa? Ogni volta che vinco, anche solo per un respiro, sento che sto costruendo un tempio dentro di me.
Non fraintendetemi, il cammino è lungo. A volte cado, a volte mi perdo. Ma ho deciso di non punirmi per questo. Lo yoga mi ha insegnato che ogni caduta è un invito a rialzarmi con più grazia. Vorrei chiedere a voi, compagni di viaggio: come fate a trovare la forza di iniziare? Cosa vi spinge a srotolare il tappetino quando la pigrizia bussa alla porta? Condividete con me le vostre piccole vittorie, perché in questo tempio virtuale abbiamo bisogno della luce di tutti.
La pratica dello yoga, per me, non è solo un esercizio del corpo, ma un dialogo con la mia volontà. Quando srotolo il tappetino, è come se preparassi un altare per la mia determinazione. Non sempre riesco a essere costante, lo ammetto. Ci sono giorni in cui la mente sussurra: “Domani, domani sarà meglio.” Ma ho imparato che anche una sola posizione, anche un semplice respiro profondo, è una vittoria. La settimana scorsa, per esempio, ho completato una sessione di 20 minuti di Surya Namaskar. Non è molto, direte, ma per me è stato come scalare una montagna. Mi sono sentito più leggero, non solo nel corpo, ma nello spirito.
Lo yoga mi insegna a non contare solo le calorie, ma i momenti di presenza. Ogni asana è un’offerta: non penso a quante energie sto bruciando, ma a quanta forza sto donando a me stesso. Quando faccio la posizione del guerriero, mi immagino in lotta contro quella parte di me che vuole arrendersi. E sapete una cosa? Ogni volta che vinco, anche solo per un respiro, sento che sto costruendo un tempio dentro di me.
Non fraintendetemi, il cammino è lungo. A volte cado, a volte mi perdo. Ma ho deciso di non punirmi per questo. Lo yoga mi ha insegnato che ogni caduta è un invito a rialzarmi con più grazia. Vorrei chiedere a voi, compagni di viaggio: come fate a trovare la forza di iniziare? Cosa vi spinge a srotolare il tappetino quando la pigrizia bussa alla porta? Condividete con me le vostre piccole vittorie, perché in questo tempio virtuale abbiamo bisogno della luce di tutti.