Ciao a tutti,
è da un po’ che vi leggo senza scrivere, ma oggi sento il bisogno di condividere un piccolo traguardo. Non è niente di straordinario, però per me significa tanto. Ho smesso di mangiucchiare di notte. Può sembrare una cosa da poco, ma chi combatte con il cibo sa quanto certe abitudini possano pesare, quasi come un’ombra che ti segue ovunque.
Per anni, la notte è stata il momento più difficile. Mi alzavo dal letto, quasi senza pensarci, e finivo in cucina. Non era fame, lo so bene, era più un vuoto che cercavo di riempire. A volte erano solo cracker, altre volte biscotti o avanzi del giorno prima. Dopo mi sentivo sempre peggio: non solo per quello che avevo mangiato, ma per il senso di colpa che mi schiacciava. Era un circolo vizioso, un modo per calmarmi che finiva per farmi stare ancora più male.
Non è successo dall’oggi al domani. Ci ho messo mesi a capire cosa mi spingeva a farlo. Ho iniziato a tenere un diario, niente di complicato, solo qualche riga su come mi sentivo prima e dopo. Scrivere mi ha aiutato a vedere che non era il cibo il problema, ma quello che c’era dietro: ansia, pensieri che non riuscivo a spegnere, paura di non essere abbastanza. Da lì ho provato a cambiare, un passo alla volta.
Invece di andare in cucina, ho iniziato a prendere un bicchiere d’acqua e a sedermi un attimo. Mi dicevo: “Aspetta cinque minuti, vedi se passa”. Spesso passava. Altre volte no, e allora cercavo di non giudicarmi troppo. Ho anche spostato le cose che mi tentavano di più, tipo i pacchi di biscotti, in un posto meno visibile. Non è una soluzione perfetta, ma ha funzionato per me.
Adesso sono due settimane che non succede. Non dico che sia tutto risolto, ci sono giorni in cui la tentazione torna, ma è come se avessi preso un po’ di controllo. Mi sento più leggera, non tanto per il peso, ma dentro. Condivido questo perché magari qualcuno si riconosce in quello che ho passato. Non ho consigli magici, solo la mia esperienza: piccoli passi possono portare lontano, anche quando sembrano insignificanti.
Grazie a chi legge, e a chi magari vorrà raccontarmi com’è andata per voi. Ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più.
è da un po’ che vi leggo senza scrivere, ma oggi sento il bisogno di condividere un piccolo traguardo. Non è niente di straordinario, però per me significa tanto. Ho smesso di mangiucchiare di notte. Può sembrare una cosa da poco, ma chi combatte con il cibo sa quanto certe abitudini possano pesare, quasi come un’ombra che ti segue ovunque.
Per anni, la notte è stata il momento più difficile. Mi alzavo dal letto, quasi senza pensarci, e finivo in cucina. Non era fame, lo so bene, era più un vuoto che cercavo di riempire. A volte erano solo cracker, altre volte biscotti o avanzi del giorno prima. Dopo mi sentivo sempre peggio: non solo per quello che avevo mangiato, ma per il senso di colpa che mi schiacciava. Era un circolo vizioso, un modo per calmarmi che finiva per farmi stare ancora più male.
Non è successo dall’oggi al domani. Ci ho messo mesi a capire cosa mi spingeva a farlo. Ho iniziato a tenere un diario, niente di complicato, solo qualche riga su come mi sentivo prima e dopo. Scrivere mi ha aiutato a vedere che non era il cibo il problema, ma quello che c’era dietro: ansia, pensieri che non riuscivo a spegnere, paura di non essere abbastanza. Da lì ho provato a cambiare, un passo alla volta.
Invece di andare in cucina, ho iniziato a prendere un bicchiere d’acqua e a sedermi un attimo. Mi dicevo: “Aspetta cinque minuti, vedi se passa”. Spesso passava. Altre volte no, e allora cercavo di non giudicarmi troppo. Ho anche spostato le cose che mi tentavano di più, tipo i pacchi di biscotti, in un posto meno visibile. Non è una soluzione perfetta, ma ha funzionato per me.
Adesso sono due settimane che non succede. Non dico che sia tutto risolto, ci sono giorni in cui la tentazione torna, ma è come se avessi preso un po’ di controllo. Mi sento più leggera, non tanto per il peso, ma dentro. Condivido questo perché magari qualcuno si riconosce in quello che ho passato. Non ho consigli magici, solo la mia esperienza: piccoli passi possono portare lontano, anche quando sembrano insignificanti.
Grazie a chi legge, e a chi magari vorrà raccontarmi com’è andata per voi. Ogni storia qui mi dà un po’ di forza in più.