Un'estate più leggera: come ho perso peso e trovato equilibrio mentale

6 Marzo 2025
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Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve" a chi passa di qui per la prima volta! Mi presento: sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha detto addio a un bel po’ di chili e ha trovato, strada facendo, anche un equilibrio che non pensavo possibile. Oggi voglio raccontarvi com’è andata, perché l’estate per me non è solo una stagione, ma un simbolo di leggerezza, dentro e fuori.
Qualche anno fa, mi guardavo allo specchio e vedevo una versione di me che non mi piaceva più. Non era solo il peso – erano i pensieri pesanti, il senso di colpa dopo ogni gelato divorato sotto l’ombrellone, la stanchezza di sentirmi sempre fuori posto. Ho deciso di cambiare, ma non con una dieta lampo da spiaggia. No, ho puntato su qualcosa di più lento, reale, che mi facesse stare bene anche con la testa.
All’inizio ho provato a fare il furbo: insalatine tristi e promesse di palestra che duravano tre giorni. Non funzionava. Poi ho capito una cosa semplice: dovevo smettere di punirmi e iniziare a godermi il viaggio. L’estate è stata la mia alleata. Ho messo da parte i piatti pronti e ho iniziato a giocare con i sapori: zucchine grigliate con un filo d’olio extravergine, pomodori che sapevano di sole, pesce fresco che mi faceva sentire in vacanza anche a casa. Non era una dieta, era un modo di vivere. Camminavo tanto, non per bruciare calorie, ma per sentire il vento, il mare, la libertà.
Le difficoltà? Tante. La testa a volte mi remava contro: “Ma chi te lo fa fare? Goditi la vita!” mi dicevo davanti a una pizza fumante. E lì ho imparato un trucco: non si tratta di dire no a tutto, ma di scegliere cosa dire sì. Sì a una fetta, no a tutta la teglia. Sì al piacere, no al rimorso. Ho avuto giorni no, giorni in cui mi pesavo e il numero non si muoveva. Ma ho smesso di farmi ossessionare dalla bilancia: mi sono concentrato su come mi sentivo – più leggero, più energico, più me stesso.
Cosa mi ha aiutato davvero? La pazienza, prima di tutto. E poi le persone: amici che mi trascinavano a passeggiare, un gruppo online (un po’ come questo!) dove condividere successi e cadute. Ma soprattutto, ho capito che la salute mentale viene prima dei chili. Se la testa sta bene, il corpo segue. Meditavo cinque minuti al mattino, respiravo, mi davo il permesso di sbagliare. L’estate non era più una scadenza per “essere pronto”, ma un momento per essere felice.
Oggi sono qui, con un guardaroba nuovo e una mente più serena. Non vi dirò che è stato facile, ma vi dirò che ne è valsa la pena. Se state cercando il vostro equilibrio, provate a partire da quello che vi fa sorridere: un piatto colorat
 
Ehi, che bella storia la tua! Mi ci rivedo in tanti punti, anche se io sono ancora in mezzo al cammino. La tua estate piena di sapori e leggerezza mi ha fatto venire voglia di scriverti, perché anch’io sto cercando quel famoso equilibrio, ma la notte... beh, la notte è il mio tallone d’Achille.

Leggendo il tuo post, mi sono fermato a pensare a quanto hai detto sulla pazienza e sul goderti il viaggio. Io, invece, mi ritrovo spesso a combattere con me stesso dopo cena. Di giorno sono un drago: mangio bene, verdure fresche, proteine magre, bevo acqua come se fossi in missione. Ma quando cala il buio, è come se un interruttore nella mia testa si spegnesse. Il frigo mi chiama, i biscotti sembrano parlarmi, e prima che me ne accorga sono lì a sgranocchiare qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Non è fame, lo so. È più come un’abitudine, un modo per rilassarmi o forse per riempire un vuoto che non so nemmeno spiegare.

All’inizio pensavo fosse solo mancanza di forza di volontà. Mi dicevo: “Dai, resisti, non aprire quel cassetto!” Ma più mi forzavo, più ci cascavo. Poi, leggendo il tuo “sì a una fetta, no a tutta la teglia”, ho avuto un’illuminazione. Forse sto sbagliando approccio. Forse, invece di combattere la voglia di mangiare la sera, dovrei provare a cambiarla con qualcosa che mi fa stare bene senza sensi di colpa. Tipo, non so, prepararmi una tisana calda e godermela con calma, o magari spostare l’attenzione su un’attività che mi piace. Tu hai mai avuto momenti così? Come facevi a non cedere a quelle voglie serali?

Ultimamente sto provando a trasformare le mie serate. Invece di accendere la TV e lasciarmi andare, ho iniziato a fare una passeggiata dopo cena, anche solo venti minuti. Non per bruciare calorie, ma per respirare, come dici tu. Mi porto le cuffie, metto su un po’ di musica e cammino. Funziona, sai? Non sempre, ma spesso. E quando proprio voglio qualcosa da sgranocchiare, sto cercando di tenere in casa opzioni meno “pericolose”: tipo mandorle, un pezzetto di cioccolato fondente, o anche una mela tagliata a fettine con un po’ di cannella. Non è la stessa cosa di una ciotola di patatine, ma mi sta aiutando a sentirmi meno in guerra con me stesso.

Quello che mi colpisce di più della tua storia è il focus sulla testa, sull’equilibrio mentale. Io sto iniziando a capire che il mio problema notturno non è solo cibo, ma anche stress, noia, o forse il fatto che non mi ritaglio abbastanza momenti per me durante il giorno. Sto provando a fare come te, con quei cinque minuti di respiro al mattino. Non lo chiamo meditazione, perché mi sembra una parola troppo seria, ma mi siedo, chiudo gli occhi e provo a mettere in ordine i pensieri. È strano, ma mi dà una calma che poi mi porto dietro.

Non sono ancora al punto del “guardaroba nuovo”, ma sento che sto costruendo qualcosa. La bilancia non si muove tanto, ma mi sento più leggero, proprio come dici tu. E questo forum mi sta dando una spinta: leggere storie come la tua, condividere i miei alti e bassi, mi fa sentire meno solo. Grazie per aver raccontato il tuo percorso, mi ha dato un sacco di idee. Magari la mia estate non sarà ancora quella “più leggera”, ma sto imparando a godermi i piccoli passi. Tu che consigli daresti a uno come me, che la sera tende a perdersi?
 
Ciao a tutti, o forse meglio dire "salve" a chi passa di qui per la prima volta! Mi presento: sono uno che ce l’ha fatta, uno che ha detto addio a un bel po’ di chili e ha trovato, strada facendo, anche un equilibrio che non pensavo possibile. Oggi voglio raccontarvi com’è andata, perché l’estate per me non è solo una stagione, ma un simbolo di leggerezza, dentro e fuori.
Qualche anno fa, mi guardavo allo specchio e vedevo una versione di me che non mi piaceva più. Non era solo il peso – erano i pensieri pesanti, il senso di colpa dopo ogni gelato divorato sotto l’ombrellone, la stanchezza di sentirmi sempre fuori posto. Ho deciso di cambiare, ma non con una dieta lampo da spiaggia. No, ho puntato su qualcosa di più lento, reale, che mi facesse stare bene anche con la testa.
All’inizio ho provato a fare il furbo: insalatine tristi e promesse di palestra che duravano tre giorni. Non funzionava. Poi ho capito una cosa semplice: dovevo smettere di punirmi e iniziare a godermi il viaggio. L’estate è stata la mia alleata. Ho messo da parte i piatti pronti e ho iniziato a giocare con i sapori: zucchine grigliate con un filo d’olio extravergine, pomodori che sapevano di sole, pesce fresco che mi faceva sentire in vacanza anche a casa. Non era una dieta, era un modo di vivere. Camminavo tanto, non per bruciare calorie, ma per sentire il vento, il mare, la libertà.
Le difficoltà? Tante. La testa a volte mi remava contro: “Ma chi te lo fa fare? Goditi la vita!” mi dicevo davanti a una pizza fumante. E lì ho imparato un trucco: non si tratta di dire no a tutto, ma di scegliere cosa dire sì. Sì a una fetta, no a tutta la teglia. Sì al piacere, no al rimorso. Ho avuto giorni no, giorni in cui mi pesavo e il numero non si muoveva. Ma ho smesso di farmi ossessionare dalla bilancia: mi sono concentrato su come mi sentivo – più leggero, più energico, più me stesso.
Cosa mi ha aiutato davvero? La pazienza, prima di tutto. E poi le persone: amici che mi trascinavano a passeggiare, un gruppo online (un po’ come questo!) dove condividere successi e cadute. Ma soprattutto, ho capito che la salute mentale viene prima dei chili. Se la testa sta bene, il corpo segue. Meditavo cinque minuti al mattino, respiravo, mi davo il permesso di sbagliare. L’estate non era più una scadenza per “essere pronto”, ma un momento per essere felice.
Oggi sono qui, con un guardaroba nuovo e una mente più serena. Non vi dirò che è stato facile, ma vi dirò che ne è valsa la pena. Se state cercando il vostro equilibrio, provate a partire da quello che vi fa sorridere: un piatto colorat
Ehi, che bella storia la tua! Mi ha fatto venir voglia di raccontare un po’ del mio viaggio, perché anche io, come te, ho trovato nell’estate una specie di complice per alleggerirmi, dentro e fuori. La tua energia mi ha ispirato, quindi mi butto e condivido quello che per me ha fatto la differenza: mangiare con consapevolezza, soprattutto quando il sole tramonta e la giornata sembra chiedere un “premio” sotto forma di cibo.

Qualche anno fa, la sera era il mio tallone d’Achille. Dopo una giornata di lavoro, mi ritrovavo a divorare qualsiasi cosa mi capitasse sotto mano: patatine, biscotti, avanzi di pasta freddi dal frigo. Non era fame, era abitudine, noia, a volte anche un modo per spegnere i pensieri. Poi ho scoperto il “mindful eating”, e non esagero se dico che mi ha cambiato la vita. Non è una dieta, non è una regola rigida, è più un dialogo con me stesso, un modo per ascoltare davvero cosa vuole il mio corpo, anche a fine giornata.

La mia estate di svolta è iniziata con un piccolo rituale serale. Invece di buttarmi sul divano con uno snack qualsiasi, ho iniziato a preparare qualcosa di semplice ma pensato. Tipo una ciotola di yogurt greco con qualche fettina di pesca e una spolverata di cannella. Lo facevo con calma, scegliendo i colori, annusando il profumo della frutta. Poi mi sedevo, niente telefono, niente tivù, solo io e quel momento. Mangiavo lentamente, assaporando ogni cucchiaiata, chiedendomi: “Ho ancora fame? Mi piace davvero? Mi sta facendo bene?”. Sembra una sciocchezza, ma questo mi ha aiutato a distinguere la fame vera da quella “di testa”.

Non è stato sempre facile. Le serate estive sono piene di tentazioni: gelati che ti chiamano dalla vetrina, aperitivi con gli amici, pizze condivise sotto le stelle. All’inizio mi sentivo in colpa a dire di no, ma poi ho capito che non dovevo rinunciare, dovevo solo scegliere con intenzione. Una sera, invece di strafogarmi di patatine durante un aperitivo, ho preso una manciata di olive e le ho mangiate una a una, godendomi il sapore salato e l’atmosfera. Non mi sentivo privato di niente, anzi, mi sentivo in controllo, presente. E se qualche volta cedevo a un gelato, lo facevo senza rimorsi: lo gustavo piano, senza ingoiarlo in due morsi come facevo prima.

Un trucco che mi ha aiutato tanto è stato creare una sorta di “pausa” prima di mangiare la sera. Se avevo voglia di qualcosa, aspettavo cinque minuti. Respiravo, magari facevo due passi in balcone, guardavo il cielo. Spesso scoprivo che non era fame, ma solo la voglia di rilassarmi. E se invece la fame c’era, allora sceglievo qualcosa di leggero, che non mi appesantisse prima di dormire. Una tisana con qualche mandorla, una fettina di pane integrale con un velo di ricotta. Piccole cose, ma che mi facevano andare a letto soddisfatto, non pentito.

Il risultato? Non solo ho perso peso, ma ho guadagnato una calma che non avevo. La bilancia non è più il mio giudice: mi peso ogni tanto, ma quello che conta è come mi sento. Più leggero, sì, ma anche più in pace con me stesso. Le sere d’estate ora sono un momento per coccolarmi, non per sabotarmi. E quando mi capita di sgarrare, non mi flagello: mi chiedo cosa ho imparato e vado avanti.

Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha ricordato quanto sia bello questo percorso, con tutte le sue curve e le sue soste. Se qualcuno vuole provare, vi consiglio di iniziare con una sera, un piatto, un momento di attenzione. Mangiate piano, ascoltatevi, e vedrete che l’estate vi sembrerà ancora più luminosa.
 
Grande Dusan, che racconto ispirante! La tua storia mi ha fatto ripensare al mio percorso, e visto che parli di equilibrio, voglio condividere un pezzetto del mio: l’importanza di mangiare bene dopo una sessione di bodyflex.

Per me, il bodyflex è stato una svolta: quel mix di respirazione profonda e stretching mi fa sentire più forte e leggera, ma ho notato che ciò che mangio dopo fa davvero la differenza. Non parlo di diete complicate, ma di scelte semplici che danno energia senza appesantire. Di solito, dopo una sessione estiva, mi preparo qualcosa di fresco: un’insalata con feta, cetrioli e un po’ di noci, oppure uno smoothie con banana e spinaci. Non è solo cibo, è un modo per dire al mio corpo “grazie” dopo il lavoro fatto.

All’inizio sbagliavo: pensavo bastasse allenarsi e poi potevo mangiare qualsiasi cosa. Ma quando ho iniziato a scegliere con cura, ho visto i risultati, non solo sul giro vita, ma anche nell’umore. È come se il bodyflex e un buon piatto si completassero a vicenda, rendendo l’estate ancora più leggera.

Grazie per avermi fatto riflettere, continua così!
 
Che bella riflessione, e grazie per aver condiviso il tuo approccio con il bodyflex e l’alimentazione! Mi ha colpito il tuo modo di vedere il cibo come un alleato per il corpo, e vorrei aggiungere un tassello scientifico che si collega alla tua esperienza, parlando di un alimento semplice ma potente: la mela.

Le mele non sono solo uno spuntino pratico, ma hanno proprietà che supportano il dimagrimento e l’equilibrio metabolico. Contengono pectina, una fibra solubile che rallenta l’assorbimento degli zuccheri e aiuta a sentirsi sazi più a lungo, riducendo la voglia di snack fuori programma. Uno studio pubblicato sul “Journal of Functional Foods” ha mostrato che consumare una mela prima di un pasto può ridurre l’apporto calorico complessivo, perché la pectina agisce come un modulatore della glicemia. Inoltre, le mele sono ricche di polifenoli, che supportano il metabolismo e possono persino favorire la salute intestinale, un fattore chiave per il benessere generale e la gestione del peso.

Nel tuo caso, dopo una sessione di bodyflex, una mela potrebbe essere un’ottima scelta pre o post allenamento: dà energia senza appesantire e prepara il corpo a un pasto più strutturato come la tua insalata. Personalmente, le abbino a volte a un cucchiaino di burro di mandorle per un mix di fibre e grassi sani. Non è solo una questione di calorie, ma di come il corpo risponde a ciò che gli diamo.

Il tuo percorso mi ispira a ricordare quanto sia importante unire movimento, cibo e consapevolezza. Grazie per aver aperto questa riflessione!