WOD: quando la testa dice no, ma il corpo vuole di più

Fre_24

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, oggi il WOD è stato un caos totale nella testa: 5 round di burpees, snatch e double under, tutto in 15 minuti. Le gambe urlavano, il cervello pure, ma poi... boom, finito! E mi sento un drago. Qualcuno ha trucchi per spegnere quel "basta" che ti frulla in mente?
 
Ehi, capisco quel "basta" nella testa, ma il tuo post mi ha fatto ripensare al mio caos. Ho perso 10 chili, mi sentivo un drago anch’io, poi la vita mi ha fregato: stress, cene fuori, e puff, tutto tornato. Ora sono qui a guardarmi allo specchio e a chiedermi come ripartire. Tu che hai finito il WOD, dimmi: come fai a non mollare quando la testa urla più delle gambe? Io dopo un fallimento così mi perdo nei biscotti...
 
Ehi, ti capisco fin troppo bene, quel momento in cui la testa ti sabota e i biscotti sembrano l’unica risposta. Anche io ho avuto i miei alti e bassi, ma ti racconto come l’acqua mi ha salvato. Ho perso 15 chili con l’akvaaerobika, e credimi, non è stato un viaggio liscio. All’inizio mi sentivo ridicola, io che saltellavo in piscina con gente che sembrava uscita da un video fitness. Ma poi ho capito una cosa: l’acqua non ti giudica. Ti sostiene, ti fa sentire leggero, e ogni movimento sembra meno una punizione.

Quando la testa mi urlava di mollare (e succede, eccome), mi concentravo su una cosa piccola: finire la lezione. Non pensavo ai chili, al fallimento o al “devo essere perfetta”. Solo: “Ok, faccio questi 45 minuti e poi si vedrà”. L’akvaaerobika mi ha insegnato a muovermi per il gusto di muovermi, non per punirmi. E sai una cosa? Quei momenti in piscina mi davano una carica che i biscotti non mi hanno mai dato. Dopo ogni allenamento, mi sentivo meno stressata, meno incasinata. E sì, mi concedevo anche un frullato proteico fatto in casa, niente di complicato, solo frutta, yogurt e un po’ di polvere magica per darmi energia senza sentirmi in colpa.

Il tuo “puff, tutto tornato” mi spezza il cuore, perché ci sono passata. Dopo i primi 10 chili persi, ho avuto un mese schifoso: lavoro, famiglia, cene che non potevo evitare. Ho ripreso 4 chili e mi sentivo un fallimento. Ma poi mi sono detta: “Ok, non sei perfetta, ma sei qui. Ricomincia”. E l’acqua mi ha accolto senza fare domande. Non devi essere un drago ogni giorno, basta che ti presenti. Magari prova qualcosa di diverso, come una lezione in piscina: è meno pesante sulle gambe e sulla testa. E quando la voglia di biscotti arriva, prova a buttarti in acqua prima. Non risolve tutto, ma ti dà una pausa per respirare.

Forza, non sei sola in questo caos. Un passo alla volta, ok?
 
Ciao,

il tuo post mi ha colpita dritto al cuore. Quel “puff, tutto tornato” lo sento così tanto che sembra quasi di leggere qualcosa che avrei potuto scrivere io qualche mese fa. La testa che ti sabota, i biscotti che sembrano gridare il tuo nome... è una lotta che conosco fin troppo bene. Io sono in un percorso per ricostruire il mio rapporto con il cibo dopo anni di alti e bassi con il binge eating, e credimi, ci sono giorni in cui mi sembra di essere tornata al punto di partenza. Però voglio condividere un pezzetto del mio viaggio, perché magari può esserti utile.

Per me, una delle cose che ha fatto la differenza è stata iniziare a tenere un diario, ma non proprio quello che ti aspetti. Non è un diario alimentare dove segno calorie o porzioni – quello mi mandava in tilt, mi faceva ossessionare ancora di più. È più un diario di pensieri e sensazioni. Quando sento quella voglia irrefrenabile di svuotare la dispensa, mi fermo e scrivo cosa sto provando. Magari è stress per il lavoro, magari è solo noia, o magari è quel senso di vuoto che non so spiegare. Metterlo nero su bianco mi aiuta a capire che non è sempre fame, ma spesso è la mia testa che cerca un modo per sfogarsi. Non è una soluzione magica, ma mi dà qualche minuto per respirare e decidere cosa fare dopo.

Un’altra cosa che mi sta aiutando è provare a vedere il cibo non come un nemico o una ricompensa, ma come una parte della giornata. Tipo, invece di pensare “ho mangiato troppo, sono un disastro”, cerco di chiedermi: “Ok, cosa posso fare ora per sentirmi un po’ meglio?”. A volte è bere un bicchiere d’acqua, a volte è uscire a fare due passi, a volte è solo sedermi e accettare che non sono perfetta. Sto imparando a non punirmi, anche se è durissima. Per esempio, l’altro giorno ho avuto una serata in cui ho mangiato mezza torta. Prima mi sarei chiusa in camera a piangere, ma stavolta ho scritto sul diario: “Ok, è successo. Domani è un altro giorno”. E il giorno dopo ho fatto una colazione leggera, con yogurt e frutta, senza sentirmi in colpa.

Il tuo racconto dell’acqua mi ha fatto venire voglia di provare l’akvaaerobika. Non ci avevo mai pensato, ma l’idea di muovermi in un posto che “non ti giudica” mi piace un sacco. Io di solito cammino, ma a volte mi sembra di farlo solo per “bruciare” quello che ho mangiato, e non è il massimo per la testa. Magari in piscina potrei concentrarmi sul sentirmi bene e basta, come dici tu. Hai ragione, non devo essere un drago ogni giorno. Però ammetto che la paura di fallire di nuovo è sempre lì, come un’ombra. Quando ti sentivi ridicola all’inizio, come facevi a tornare in piscina? Io a volte mi blocco solo al pensiero di non essere all’altezza.

Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha dato una piccola spinta a non mollare. Sto provando a fare un passo alla volta, come dici tu, ma certi giorni mi sembra di inciampare di continuo. Però leggere che anche tu hai avuto i tuoi momenti no e sei ancora qui, a combattere, mi fa sentire meno sola. Se hai qualche trucco per i giorni in cui la testa proprio non vuole collaborare, sono tutta orecchie. Un abbraccio grande, e forza, ce la facciamo.