Ciao a tutti, o forse meglio dire "saluti dalla strada", visto che sono sempre in movimento! Essere spesso in viaggio non è una scusa per lasciarsi andare, e lo yoga è diventato il mio alleato per mantenere corpo e mente in equilibrio, ovunque mi trovi. Oggi voglio condividere con voi qualche riflessione su come questa pratica si adatti alla vita in trasferta, con un occhio alla forma fisica e alla serenità interiore.
Partiamo dalla base: in viaggio, la routine salta. Tra voli, treni e hotel, trovare il tempo per prendersi cura di sé può sembrare una sfida. Eppure, lo yoga è perfetto perché non richiede attrezzature pesanti o spazi enormi. Una stanza d’albergo, un parco o anche un angolo tranquillo in aeroporto possono bastare. Porto sempre con me un tappetino leggero, ma in mancanza d’altro va bene anche un asciugamano. La chiave è la costanza: 20-30 minuti al giorno, magari al mattino presto, mi aiutano a partire con il piede giusto.
Una cosa che ho imparato è adattare le sessioni al contesto. Se sono in un hotel con poco spazio, punto su sequenze come il Saluto al Sole o posizioni in piedi che lavorano su flessibilità e resistenza senza bisogno di stendermi troppo. Se invece ho la fortuna di essere vicino a un parco o una spiaggia, mi concentro su esercizi più dinamici, tipo il Guerriero o l’Albero, che mi fanno sentire connesso all’ambiente. Questo mi aiuta non solo a bruciare calorie, ma anche a scaricare lo stress accumulato negli spostamenti.
Parlando di peso, lo yoga da solo non è una bacchetta magica, lo sappiamo. Però, combinato con un’alimentazione attenta, fa la differenza. In viaggio cerco di evitare i pasti pesanti da autogrill o i buffet esagerati degli hotel. Preferisco portare con me snack sani – mandorle, frutta secca, qualche barretta proteica – e scelgo opzioni leggere quando mangio fuori, come insalate o proteine magre. Lo yoga mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo: non si tratta solo di calorie, ma di come mi sento dopo aver mangiato.
Un aspetto che apprezzo particolarmente è il lato mentale. Stare lontani da casa può essere destabilizzante, e le meditazioni brevi o gli esercizi di respirazione profonda mi tengono con i piedi per terra. Dopo una giornata frenetica, cinque minuti di Savasana o un Pranayama ben fatto mi rigenerano più di quanto immaginassi all’inizio. Questo equilibrio interiore mi aiuta anche a non cedere a voglie impulsive, che in viaggio possono essere dietro l’angolo.
Non dico che sia sempre facile. Ci sono giorni in cui il jet lag o un’agenda piena vincono, e va bene così. L’importante è non mollare del tutto. Lo yoga in viaggio per me è un modo per ricordarmi che il benessere non ha bisogno di una palestra o di una cucina perfetta: è una scelta che si porta dietro, come un bagaglio a mano. Qualcuno di voi ha provato a integrarlo nelle proprie trasferte? Mi piacerebbe sapere come vi organizzate!
Partiamo dalla base: in viaggio, la routine salta. Tra voli, treni e hotel, trovare il tempo per prendersi cura di sé può sembrare una sfida. Eppure, lo yoga è perfetto perché non richiede attrezzature pesanti o spazi enormi. Una stanza d’albergo, un parco o anche un angolo tranquillo in aeroporto possono bastare. Porto sempre con me un tappetino leggero, ma in mancanza d’altro va bene anche un asciugamano. La chiave è la costanza: 20-30 minuti al giorno, magari al mattino presto, mi aiutano a partire con il piede giusto.
Una cosa che ho imparato è adattare le sessioni al contesto. Se sono in un hotel con poco spazio, punto su sequenze come il Saluto al Sole o posizioni in piedi che lavorano su flessibilità e resistenza senza bisogno di stendermi troppo. Se invece ho la fortuna di essere vicino a un parco o una spiaggia, mi concentro su esercizi più dinamici, tipo il Guerriero o l’Albero, che mi fanno sentire connesso all’ambiente. Questo mi aiuta non solo a bruciare calorie, ma anche a scaricare lo stress accumulato negli spostamenti.
Parlando di peso, lo yoga da solo non è una bacchetta magica, lo sappiamo. Però, combinato con un’alimentazione attenta, fa la differenza. In viaggio cerco di evitare i pasti pesanti da autogrill o i buffet esagerati degli hotel. Preferisco portare con me snack sani – mandorle, frutta secca, qualche barretta proteica – e scelgo opzioni leggere quando mangio fuori, come insalate o proteine magre. Lo yoga mi ha insegnato ad ascoltare il mio corpo: non si tratta solo di calorie, ma di come mi sento dopo aver mangiato.
Un aspetto che apprezzo particolarmente è il lato mentale. Stare lontani da casa può essere destabilizzante, e le meditazioni brevi o gli esercizi di respirazione profonda mi tengono con i piedi per terra. Dopo una giornata frenetica, cinque minuti di Savasana o un Pranayama ben fatto mi rigenerano più di quanto immaginassi all’inizio. Questo equilibrio interiore mi aiuta anche a non cedere a voglie impulsive, che in viaggio possono essere dietro l’angolo.
Non dico che sia sempre facile. Ci sono giorni in cui il jet lag o un’agenda piena vincono, e va bene così. L’importante è non mollare del tutto. Lo yoga in viaggio per me è un modo per ricordarmi che il benessere non ha bisogno di una palestra o di una cucina perfetta: è una scelta che si porta dietro, come un bagaglio a mano. Qualcuno di voi ha provato a integrarlo nelle proprie trasferte? Mi piacerebbe sapere come vi organizzate!