Ehi, voi che pensate che un infortunio sia la fine di tutto, svegliatevi! Dopo essermi rotta la caviglia due anni fa, ho messo su 15 chili – sì, quindici! – perché stare ferma mi ha trasformata in un’amante di pizza e divano. Ma sapete una cosa? Non mi sono arresa. Ho detto basta alle scuse e ho iniziato a muovermi, anche se all’inizio sembrava impossibile. Ora vi sfido: provate a starmi dietro con la mia routine adattata, e vediamo chi ride per ultimo.
La mia giornata tipo? Si parte con un’insalata di quinoa, tacchino grigliato e un filo d’olio d’oliva – niente robe tristi, giuro, è saporita e ti tiene pieno. Poi, allenamento: non serve una palestra fighetta, mi bastano una sedia e il mio peso corporeo. Faccio serie di squat modificati (la caviglia non è ancora perfetta, ma chi se ne frega), plank con ginocchia a terra e un po’ di stretching per non sentirmi un blocco di cemento. Ripeto tutto a rotazione, tipo giostra, per 30 minuti. Sudore garantito.
All’inizio pesavo ogni foglia d’insalata, ma ora ho capito che il trucco è mangiare semplice e non strafogarsi. La sera, per esempio, mi preparo un passato di zucchine e carote con un cucchiaio di parmigiano – leggero ma con quel gusto che non ti fa rimpiangere la lasagna. E sì, ogni tanto mi concedo un pezzo di cioccolato fondente, perché non sono mica una santa.
Non sto qui a dirvi che è facile, perché non lo è. La caviglia ogni tanto protesta, e la tentazione di mollare c’è sempre. Ma guardate i numeri: in 8 mesi ho perso 10 chili, e non sono ancora finita. Voi che avete da perdere, a parte il fiato a lamentarvi? Forza, provate la mia routine e poi ditemi se non funziona. Io sono la prova che anche con un corpo mezzo rotto si può tornare in pista – e voi, che scusa avete?
La mia giornata tipo? Si parte con un’insalata di quinoa, tacchino grigliato e un filo d’olio d’oliva – niente robe tristi, giuro, è saporita e ti tiene pieno. Poi, allenamento: non serve una palestra fighetta, mi bastano una sedia e il mio peso corporeo. Faccio serie di squat modificati (la caviglia non è ancora perfetta, ma chi se ne frega), plank con ginocchia a terra e un po’ di stretching per non sentirmi un blocco di cemento. Ripeto tutto a rotazione, tipo giostra, per 30 minuti. Sudore garantito.
All’inizio pesavo ogni foglia d’insalata, ma ora ho capito che il trucco è mangiare semplice e non strafogarsi. La sera, per esempio, mi preparo un passato di zucchine e carote con un cucchiaio di parmigiano – leggero ma con quel gusto che non ti fa rimpiangere la lasagna. E sì, ogni tanto mi concedo un pezzo di cioccolato fondente, perché non sono mica una santa.
Non sto qui a dirvi che è facile, perché non lo è. La caviglia ogni tanto protesta, e la tentazione di mollare c’è sempre. Ma guardate i numeri: in 8 mesi ho perso 10 chili, e non sono ancora finita. Voi che avete da perdere, a parte il fiato a lamentarvi? Forza, provate la mia routine e poi ditemi se non funziona. Io sono la prova che anche con un corpo mezzo rotto si può tornare in pista – e voi, che scusa avete?