Ascoltare il corpo: un approccio gentile per ritrovare equilibrio e benessere

saurabh85

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti,
mi sono imbattuta in questo thread e ho pensato di condividere un po’ della mia esperienza, visto che si parla di ascoltare il corpo. Sono anni che provo a trovare un equilibrio con il mio peso, e devo dire che all’inizio ero completamente immersa nell’idea che servissero regole ferree: contare calorie, pesare ogni boccone, seguire diete che promettevano risultati in poche settimane. Ma, sinceramente, più mi sforzavo di controllarmi, più mi sentivo lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio dell’alimentazione intuitiva e, lo ammetto, all’inizio ero scettica. Pensavo: “Come può funzionare mangiare quello che voglio senza impazzire con bilance e numeri?”. Eppure, piano piano, ho iniziato a vedere le cose diversamente. Non si tratta di lasciarsi andare senza criterio, ma di imparare a capire davvero di cosa ha bisogno il mio corpo. Per esempio, ci sono giorni in cui sento il desiderio di qualcosa di leggero, magari una zuppa o della verdura, e altri in cui un piatto di pasta o un dolce mi fanno stare bene, senza sensi di colpa.
La parte più difficile, per me, è stata lavorare sulle mie abitudini mentali. Mi sono accorta che spesso mangiavo non per fame, ma per stress o perché mi sentivo in dovere di “finire tutto”. Lasciare da parte questi schemi non è stato facile, e non dico di essere perfetta adesso, ma sento di essere su una strada più gentile verso me stessa. Non ho bisogno di un dispositivo che mi dica quante calorie ho bruciato o quanti passi ho fatto: il mio corpo me lo fa capire da solo, se lo ascolto davvero.
Credo che superare gli ostacoli nel percorso verso il benessere non significhi per forza imporsi rigidi obiettivi numerici. A volte il vero ostacolo è proprio quella voce nella testa che ci giudica o ci spinge a fare di più, quando magari basterebbe fermarsi e chiedersi: “Come mi sento oggi? Di cosa ho davvero bisogno?”. È un approccio che richiede pazienza, ma per me sta funzionando. Qualcun altro ha provato qualcosa di simile? Mi piacerebbe sapere come vi siete trovati!
 
Ehi, ciao a tutti,
mi sono imbattuta in questo thread e ho pensato di condividere un po’ della mia esperienza, visto che si parla di ascoltare il corpo. Sono anni che provo a trovare un equilibrio con il mio peso, e devo dire che all’inizio ero completamente immersa nell’idea che servissero regole ferree: contare calorie, pesare ogni boccone, seguire diete che promettevano risultati in poche settimane. Ma, sinceramente, più mi sforzavo di controllarmi, più mi sentivo lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio dell’alimentazione intuitiva e, lo ammetto, all’inizio ero scettica. Pensavo: “Come può funzionare mangiare quello che voglio senza impazzire con bilance e numeri?”. Eppure, piano piano, ho iniziato a vedere le cose diversamente. Non si tratta di lasciarsi andare senza criterio, ma di imparare a capire davvero di cosa ha bisogno il mio corpo. Per esempio, ci sono giorni in cui sento il desiderio di qualcosa di leggero, magari una zuppa o della verdura, e altri in cui un piatto di pasta o un dolce mi fanno stare bene, senza sensi di colpa.
La parte più difficile, per me, è stata lavorare sulle mie abitudini mentali. Mi sono accorta che spesso mangiavo non per fame, ma per stress o perché mi sentivo in dovere di “finire tutto”. Lasciare da parte questi schemi non è stato facile, e non dico di essere perfetta adesso, ma sento di essere su una strada più gentile verso me stessa. Non ho bisogno di un dispositivo che mi dica quante calorie ho bruciato o quanti passi ho fatto: il mio corpo me lo fa capire da solo, se lo ascolto davvero.
Credo che superare gli ostacoli nel percorso verso il benessere non significhi per forza imporsi rigidi obiettivi numerici. A volte il vero ostacolo è proprio quella voce nella testa che ci giudica o ci spinge a fare di più, quando magari basterebbe fermarsi e chiedersi: “Come mi sento oggi? Di cosa ho davvero bisogno?”. È un approccio che richiede pazienza, ma per me sta funzionando. Qualcun altro ha provato qualcosa di simile? Mi piacerebbe sapere come vi siete trovati!
Ehi, ciao, che bella riflessione! Sai, io invece sono uno di quelli che dà una marcia in più al corpo con un bel po’ di fuoco nelle vene: peperoncino, zenzero, curcuma, tutto ciò che scalda e sveglia il metabolismo. Ascolto il mio corpo, sì, ma gli do una spinta con un piatto di spaghetti all’arrabbiata o una tisana allo zenzero che ti fa sudare solo a guardarla. Non peso niente, non conto nulla, ma sento quell’energia che si accende. Magari prova a mischiare il tuo approccio gentile con un tocco piccante, no? Fammi sapere se ti va di sperimentare!
 
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Ehi, ciao a tutti,
mi sono imbattuta in questo thread e ho pensato di condividere un po’ della mia esperienza, visto che si parla di ascoltare il corpo. Sono anni che provo a trovare un equilibrio con il mio peso, e devo dire che all’inizio ero completamente immersa nell’idea che servissero regole ferree: contare calorie, pesare ogni boccone, seguire diete che promettevano risultati in poche settimane. Ma, sinceramente, più mi sforzavo di controllarmi, più mi sentivo lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio dell’alimentazione intuitiva e, lo ammetto, all’inizio ero scettica. Pensavo: “Come può funzionare mangiare quello che voglio senza impazzire con bilance e numeri?”. Eppure, piano piano, ho iniziato a vedere le cose diversamente. Non si tratta di lasciarsi andare senza criterio, ma di imparare a capire davvero di cosa ha bisogno il mio corpo. Per esempio, ci sono giorni in cui sento il desiderio di qualcosa di leggero, magari una zuppa o della verdura, e altri in cui un piatto di pasta o un dolce mi fanno stare bene, senza sensi di colpa.
La parte più difficile, per me, è stata lavorare sulle mie abitudini mentali. Mi sono accorta che spesso mangiavo non per fame, ma per stress o perché mi sentivo in dovere di “finire tutto”. Lasciare da parte questi schemi non è stato facile, e non dico di essere perfetta adesso, ma sento di essere su una strada più gentile verso me stessa. Non ho bisogno di un dispositivo che mi dica quante calorie ho bruciato o quanti passi ho fatto: il mio corpo me lo fa capire da solo, se lo ascolto davvero.
Credo che superare gli ostacoli nel percorso verso il benessere non significhi per forza imporsi rigidi obiettivi numerici. A volte il vero ostacolo è proprio quella voce nella testa che ci giudica o ci spinge a fare di più, quando magari basterebbe fermarsi e chiedersi: “Come mi sento oggi? Di cosa ho davvero bisogno?”. È un approccio che richiede pazienza, ma per me sta funzionando. Qualcun altro ha provato qualcosa di simile? Mi piacerebbe sapere come vi siete trovati!
Ehi, pace a te e a tutti voi che camminate su questo sentiero di ricerca interiore,

la tua storia mi ha toccato il cuore, perché parla di un viaggio che non è solo del corpo, ma dell’anima. Anch’io, come te, ho passato anni a inseguire numeri e regole, quasi come se il mio valore dipendesse da ciò che la bilancia segnava o da quante calorie riuscivo a contare. Ma poi, per grazia, ho capito che il corpo non è un nemico da dominare, bensì un dono da custodire, un tempio che ci è stato affidato.

Da amante dei gadget, ti confesso che all’inizio mi affidavo ciecamente alla tecnologia: il mio fidato fitness tracker contava ogni passo, il battito del cuore, persino le ore di sonno. Le mie smart scale mi salutavano ogni mattina con un numero che decideva il mio umore per la giornata. Usavo app per segnare ogni boccone, come un confessore digitale che mi dava assoluzione o penitenza. E sì, tutto questo mi aiutava a vedere il progresso, a sentirmi in controllo, quasi come se stessi costruendo una fortezza di disciplina. Ma a volte mi chiedevo: sto davvero ascoltando il mio corpo o sto solo obbedendo a una macchina?

Poi, come un seme che germoglia dopo un lungo inverno, ho iniziato a cambiare prospettiva. Non ho abbandonato del tutto i miei strumenti – li vedo come lanterne che illuminano il cammino – ma ho smesso di farne i miei padroni. Ora, quando il sole splende e l’aria è tiepida, mi capita di uscire per una passeggiata non perché il tracker mi dica di fare 10.000 passi, ma perché sento il bisogno di muovermi, di respirare, di ringraziare per la forza che mi è stata data. Le mie bilance intelligenti ci sono ancora, ma non salgo più ogni giorno con il fiato sospeso: le uso solo per capire, non per giudicare.

Il tuo parlare di alimentazione intuitiva mi ha fatto riflettere su una verità più grande: c’è una saggezza nel nostro corpo che non ha bisogno di schermi o notifiche per farsi sentire. Quando mangio, provo a fermarmi e a pregare, in un certo senso, chiedendo: “Questo mi nutre davvero? Mi avvicina al benessere che cerco?”. A volte è una ciotola di frutta fresca, che mi ricorda i doni della terra in estate; altre volte è un piatto caldo che scalda l’anima, senza pesi sul cuore. La tecnologia mi aiuta a non perdermi, ma è la quiete interiore che mi guida.

La parte più dura, come dici tu, è stata lasciare andare quella voce che mi accusava, che mi diceva che non ero abbastanza. Ho dovuto imparare a perdonarmi, a vedere ogni giorno come un nuovo inizio, non come una prova da superare. Non sono perfetto – chi di noi lo è? – ma sento che sto trovando un equilibrio, un ritmo che non è fatto solo di dati, ma di pace. Uso ancora i miei gadget, sì, ma come compagni di viaggio, non come giudici. Mi piacerebbe sapere se qualcuno di voi ha trovato un modo per far convivere queste due cose: la tecnologia e l’ascolto profondo di sé. Che il vostro cammino sia benedetto!
 
Ehi, ciao a tutti,
mi sono imbattuta in questo thread e ho pensato di condividere un po’ della mia esperienza, visto che si parla di ascoltare il corpo. Sono anni che provo a trovare un equilibrio con il mio peso, e devo dire che all’inizio ero completamente immersa nell’idea che servissero regole ferree: contare calorie, pesare ogni boccone, seguire diete che promettevano risultati in poche settimane. Ma, sinceramente, più mi sforzavo di controllarmi, più mi sentivo lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio dell’alimentazione intuitiva e, lo ammetto, all’inizio ero scettica. Pensavo: “Come può funzionare mangiare quello che voglio senza impazzire con bilance e numeri?”. Eppure, piano piano, ho iniziato a vedere le cose diversamente. Non si tratta di lasciarsi andare senza criterio, ma di imparare a capire davvero di cosa ha bisogno il mio corpo. Per esempio, ci sono giorni in cui sento il desiderio di qualcosa di leggero, magari una zuppa o della verdura, e altri in cui un piatto di pasta o un dolce mi fanno stare bene, senza sensi di colpa.
La parte più difficile, per me, è stata lavorare sulle mie abitudini mentali. Mi sono accorta che spesso mangiavo non per fame, ma per stress o perché mi sentivo in dovere di “finire tutto”. Lasciare da parte questi schemi non è stato facile, e non dico di essere perfetta adesso, ma sento di essere su una strada più gentile verso me stessa. Non ho bisogno di un dispositivo che mi dica quante calorie ho bruciato o quanti passi ho fatto: il mio corpo me lo fa capire da solo, se lo ascolto davvero.
Credo che superare gli ostacoli nel percorso verso il benessere non significhi per forza imporsi rigidi obiettivi numerici. A volte il vero ostacolo è proprio quella voce nella testa che ci giudica o ci spinge a fare di più, quando magari basterebbe fermarsi e chiedersi: “Come mi sento oggi? Di cosa ho davvero bisogno?”. È un approccio che richiede pazienza, ma per me sta funzionando. Qualcun altro ha provato qualcosa di simile? Mi piacerebbe sapere come vi siete trovati!
Ciao, ti leggo e mi ritrovo un po’ nelle tue parole, anche se il mio percorso è diverso. Anch’io ho passato anni a inseguire numeri: bilance, calorie, obiettivi che sembravano sempre troppo lontani. Il tuo approccio gentile mi colpisce, perché io invece sono ancora in quella fase in cui i progressi lenti mi fanno sentire un po’ giù. Tipo, questo mese ho perso solo un chilo. Un chilo in trenta giorni! A volte penso che non sia abbastanza, che dovrei spingere di più, ma poi mi guardo indietro e vedo che, a modo mio, sto andando avanti. Non mollo, anche se la tentazione di tornare alle vecchie regole ferree c’è sempre.

L’idea di ascoltare il corpo mi incuriosisce, soprattutto ora che le giornate si accorciano e l’inverno sembra rendere tutto più pesante. Magari è proprio questo il momento per provare a cambiare prospettiva, no? Tipo capire se ho voglia di una minestra perché fa freddo o se sto solo cercando conforto in qualcosa di caldo. Però, come dici tu, la parte mentale è quella tosta. Io ancora fatico a non sentirmi in colpa se mangio qualcosa di “extra”, anche se sto imparando a non vedere il cibo come un nemico.

Mi piace quello che dici sul non aver bisogno di dispositivi o numeri. Io sono una di quelle che controllava ossessivamente i passi, e quando non arrivavo all’obiettivo mi sentivo un fallimento. Forse hai ragione, forse basterebbe chiedermi come sto davvero, senza tutta questa pressione. Non ho ancora provato l’alimentazione intuitiva, ma il tuo post mi ha fatto venire voglia di informarmi meglio. Intanto continuo con i miei piccoli passi, un chilo alla volta, e cerco di non abbattermi. Tu come hai fatto a tenere la pazienza all’inizio? Io a volte mi scoraggio proprio per la lentezza di tutto.
 
Ehi, ciao a tutti,
mi sono imbattuta in questo thread e ho pensato di condividere un po’ della mia esperienza, visto che si parla di ascoltare il corpo. Sono anni che provo a trovare un equilibrio con il mio peso, e devo dire che all’inizio ero completamente immersa nell’idea che servissero regole ferree: contare calorie, pesare ogni boccone, seguire diete che promettevano risultati in poche settimane. Ma, sinceramente, più mi sforzavo di controllarmi, più mi sentivo lontana da me stessa.
Poi ho scoperto l’approccio dell’alimentazione intuitiva e, lo ammetto, all’inizio ero scettica. Pensavo: “Come può funzionare mangiare quello che voglio senza impazzire con bilance e numeri?”. Eppure, piano piano, ho iniziato a vedere le cose diversamente. Non si tratta di lasciarsi andare senza criterio, ma di imparare a capire davvero di cosa ha bisogno il mio corpo. Per esempio, ci sono giorni in cui sento il desiderio di qualcosa di leggero, magari una zuppa o della verdura, e altri in cui un piatto di pasta o un dolce mi fanno stare bene, senza sensi di colpa.
La parte più difficile, per me, è stata lavorare sulle mie abitudini mentali. Mi sono accorta che spesso mangiavo non per fame, ma per stress o perché mi sentivo in dovere di “finire tutto”. Lasciare da parte questi schemi non è stato facile, e non dico di essere perfetta adesso, ma sento di essere su una strada più gentile verso me stessa. Non ho bisogno di un dispositivo che mi dica quante calorie ho bruciato o quanti passi ho fatto: il mio corpo me lo fa capire da solo, se lo ascolto davvero.
Credo che superare gli ostacoli nel percorso verso il benessere non significhi per forza imporsi rigidi obiettivi numerici. A volte il vero ostacolo è proprio quella voce nella testa che ci giudica o ci spinge a fare di più, quando magari basterebbe fermarsi e chiedersi: “Come mi sento oggi? Di cosa ho davvero bisogno?”. È un approccio che richiede pazienza, ma per me sta funzionando. Qualcun altro ha provato qualcosa di simile? Mi piacerebbe sapere come vi siete trovati!
Ciao,

la tua storia mi ha davvero colpito, soprattutto il passaggio sull’ascoltare il corpo invece di inseguire numeri. Io sono uno di quelli che perde peso lentissimo, tipo 1 kg al mese, ma non mollo. All’inizio mi pesavo ogni giorno, ossessionato dai progressi, ma ora sto provando a fare pace con i miei ritmi. Come te, sto imparando a capire cosa mi serve davvero: a volte è una passeggiata, a volte un piatto più abbondante senza sensi di colpa. Non è facile, ma sento che questo approccio più morbido mi sta aiutando a non vedere il percorso come una corsa. Grazie per aver condiviso, mi hai dato uno spunto in più!
 
Ciao,

la tua storia mi ha davvero colpito, soprattutto il passaggio sull’ascoltare il corpo invece di inseguire numeri. Io sono uno di quelli che perde peso lentissimo, tipo 1 kg al mese, ma non mollo. All’inizio mi pesavo ogni giorno, ossessionato dai progressi, ma ora sto provando a fare pace con i miei ritmi. Come te, sto imparando a capire cosa mi serve davvero: a volte è una passeggiata, a volte un piatto più abbondante senza sensi di colpa. Non è facile, ma sento che questo approccio più morbido mi sta aiutando a non vedere il percorso come una corsa. Grazie per aver condiviso, mi hai dato uno spunto in più!
Ehi, che bella riflessione! 🌿

Leggere il tuo post mi ha fatto proprio sorridere, perché mi ci rivedo tantissimo in quel bisogno di trovare un equilibrio senza regole ferree. Anch’io, come te, sono partito con l’idea che per dimagrire servissero bilance, numeri e tabelle, ma alla fine ho capito che il mio corpo sa dirmi molto di più di un’app o di un contapassi. E sai una cosa? Credo che il vero orgoglio sia proprio questo: imparare ad ascoltarsi e costruire un percorso che non ti fa rimbalzare su e giù con il peso come una pallina da ping-pong! 🇮🇹

Da un po’ di tempo ho preso l’abitudine di fare lunghe passeggiate serali, e non parlo solo di “bruciare calorie”. È proprio un momento mio, in cui mi riconnetto con me stesso. Ogni sera cerco di fare almeno 5-6 km, magari cambiando percorso per non annoiarmi: a volte passo lungo il fiume, altre attraverso il centro del mio paese con le sue luci e i profumi di cena che escono dalle case. 🏞️ Camminare mi dà una calma pazzesca, mi svuota la testa dallo stress e, senza nemmeno accorgermene, mi sta aiutando a perdere peso in modo costante. Da quando ho iniziato, ho detto addio a quei chili che tornavano sempre indietro, perché non sto seguendo una dieta lampo, ma un’abitudine che mi piace e che sento di poter portare avanti per sempre.

Come te, sto lavorando molto sulla mentalità. Prima mi sentivo in colpa se mangiavo una fetta di torta o se saltavo un giorno di attività, ma ora mi dico: “Ehi, il corpo non è una macchina, è vivo!”. Se un giorno ho bisogno di riposare o di godermi un piatto di lasagne, lo faccio senza drammi, perché so che la prossima passeggiata mi rimetterà in carreggiata. È come un dialogo con me stesso: “Di cosa hai bisogno stasera? Una camminata sotto le stelle o un po’ di relax?”. 🌙 Questo approccio mi sta tenendo lontano da quegli alti e bassi che mi hanno tormentato per anni, e mi sento fiero di costruire qualcosa di duraturo, non una soluzione temporanea.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza, mi ha fatto riflettere su quanto sia importante essere gentili con noi stessi. Qualcun altro qui ha trovato il suo “rito” per restare in equilibrio senza ossessioni? Magari un’attività o un’abitudine che vi fa sentire bene e vi aiuta a non ricadere nelle vecchie trappole? Raccontate, sono curioso! 😊

Forza, continuiamo a volerci bene e a costruire un percorso che ci faccia stare bene per davvero! 💪