Ragazzi, non ci crederete, ma il mio ultimo marathon online mi ha letteralmente ribaltato la vita! Tutto è iniziato con una sveglia alle 5:30, sì, avete letto bene, 5:30! Io, che fino a un mese fa consideravo il mattino un optional, ora sono quella che salta giù dal letto con l’energia di un vulcano. È stato il ritmo, capite? Quel mix di competizione e adrenalina che ti prende quando sai che migliaia di altri stanno correndo insieme a te, virtualmente, ma con lo stesso fuoco dentro.
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!
All’inizio pensavo: “Ma chi me lo fa fare? Non ce la farò mai a star dietro a questi matti che postano foto dei loro workout all’alba!”. E invece, giorno dopo giorno, mi sono accorta che il mio corpo e la mia testa si stavano abituando. Non era solo questione di alzarmi presto, ma di costruire una giornata che avesse senso. Colazione sana, un allenamento tosto, e poi via con le mie cose, ma con una lucidità che prima mi sognavo. La stanchezza? Certo, c’era, ma quella bella, quella che ti fa sentire viva, non distrutta.
Il marathon mi ha insegnato a non mollare, soprattutto quando arrivavano i momenti no. Tipo il giorno 12, quando pioveva a dirotto e l’idea di fare squat in salotto mi sembrava una punizione divina. Ma poi pensavo agli altri, a quei messaggi motivazionali nel gruppo, alle storie di chi ce l’ha fatta nonostante tutto, e mi dicevo: “Forza, non sei sola, siamo una squadra!”. E così, un passo alla volta, ho superato anche quella giornata schifosa.
Ora che il marathon è finito, non riesco a tornare indietro. La sveglia presto è diventata la mia alleata, il mio momento per dire “Oggi spacco tutto”. Non è solo il peso che è sceso, ma il modo in cui mi sento: forte, costante, pronta a tutto. Se c’è una cosa che ho capito è che gli ostacoli non sono muri, sono scalini. E il ritmo quotidiano? È la chiave per salirli, uno dopo l’altro, senza nemmeno accorgertene. Chi di voi si unisce al prossimo? Dai, che insieme si vola!