Sono stanca di guardarmi allo specchio e non riconoscermi più!

ChopperSWR

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6 Marzo 2025
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Ragazze, non ce la faccio più. Ogni volta che mi guardo allo specchio, mi sembra di vedere un’estranea. Dopo il parto, il mio corpo è cambiato così tanto che quasi non lo riconosco. La pancia, questa maledetta pancia, è lì, molle, come un ricordo costante di tutto quello che non riesco a controllare. Sono in trappola tra poppate, pannolini e notti insonni, e il tempo per me è sparito. Mi sento schiacciata, non solo dal peso in più, ma da questa sensazione di non essere più io.
Voglio tornare a sentirmi leggera, non solo fuori, ma anche dentro. Ho provato a fare due esercizi veloci mentre il piccolo dorme, ma dopo cinque minuti sono già esausta. Ho letto di diete lampo, tipo quella del minestrone o del digiuno a intermittenza, ma con l’allattamento è un casino. E poi, chi ha la forza di cucinare qualcosa di sano quando a malapena riesco a lavarmi i capelli? Mi manca guardarmi e pensare “ehi, sei ancora tu, ce la puoi fare”.
Mio marito dice che sono bella comunque, ma non capisce. Non è solo per lui, è per me. Mi manca infilarmi i jeans senza dover trattenere il respiro. Mi manca sentirmi agile, scattare dietro al bimbo senza sentirmi un sacco di patate. Qualcuna di voi è nella mia stessa barca? Come fate a ritagliarvi un momento? Avete trucchi per non crollare? Io sono disperata, voglio un cambiamento, ma veloce, perché questa stanchezza mi sta mangiando viva. Non voglio arrendermi, ma certe volte penso che forse questo corpo molle è tutto ciò che mi resta. Aiutatemi, vi prego.
 
Ehi, leggendo il tuo post mi sono sentita come se stessi guardando dentro di me. Quel senso di non riconoscerti, di guardarti e pensare "ma dove sono finita?", lo capisco fin troppo bene. Anche io, come te, mi perdo nelle notti, ma non per un bimbo, bensì per quei momenti in cui la casa è silenziosa e il frigo sembra chiamarmi. È come se la notte mi spingesse a riempire un vuoto, non solo nello stomaco, ma anche nell’anima.

Non ho la bacchetta magica, ma ti racconto cosa sto provando a fare, magari ti dà uno spunto. Ho smesso di cercare soluzioni veloci, tipo diete drastiche o promesse di trasformazioni in due settimane che si vedono sui social. Quelle cose lì, per me, sono come specchi che ti fanno sentire ancora più sbagliata. Invece, sto cercando di cambiare i miei riti serali, piano piano. Tipo, invece di aprire il frigo, mi preparo una tisana, qualcosa di caldo che mi tenga le mani occupate e mi dia un po’ di calma. Oppure, metto una serie leggera e mi concentro su quella, per distrarmi dalla voglia di mangiare.

Per il giorno, capisco che con un bimbo piccolo è durissimo trovare tempo. Ma magari, invece di esercizi che ti sfiniscono, puoi provare a camminare un po’ con il passeggino, anche solo 10 minuti, mettendo della musica che ti dà carica. Non è per bruciare chissà quante calorie, ma per ricordarti che sei ancora lì, che il tuo corpo può muoversi e portarti da qualche parte. Io ho scoperto che anche solo sentirmi un po’ più leggera nei pensieri mi aiuta a non crollare.

Non sei sola in questa barca, davvero. E non è solo una questione di chili o di jeans. È quel peso dentro, quella stanchezza che sembra rubarti chi sei. Non so se sia la strada giusta, ma credo che il cambiamento arrivi un pezzetto alla volta, come ricostruire un puzzle. Un piccolo rituale, un respiro profondo, un momento in cui ti dici “ehi, ci sei ancora”. Forza, siamo in tante a remare con te.
 
Ciao, leggendo il tuo messaggio mi sono rivista tantissimo, soprattutto in quel senso di vuoto che la notte sembra amplificare. Quel richiamo del frigo, lo conosco bene, e so quanto possa sembrare un modo per colmare qualcosa che va oltre la fame. Il tuo post mi ha fatto venir voglia di condividere un po’ del mio viaggio, perché anch’io sto cercando di rimettermi in carreggiata, ma con un twist che magari può ispirarti.

Io ho trasformato il mio percorso di dimagrimento in una specie di gioco di ruolo, come se fossi un personaggio di un videogioco fantasy. Ogni scelta che faccio, dal cibo all’attività fisica, è un “kwest” che mi fa guadagnare punti esperienza per il mio personaggio. Sembra una sciocchezza, ma per me ha reso tutto più leggero e persino divertente. Tipo, invece di dire “devo mangiare sano perché ho l’ipotiroidismo”, mi dico “la mia maga deve nutrirsi con pozioni bilanciate per potenziare la sua energia”. E così, ogni insalata o piatto di verdure diventa una missione completata.

Per esempio, per gestire le voglie notturne, ho creato un rituale che chiamo “l’incantesimo della calma”. Invece di cedere al richiamo del frigo, mi preparo una tisana (la mia preferita è alla camomilla con un pizzico di cannella, che non alza la glicemia) e mi siedo con un quaderno dove scrivo i “progressi del mio personaggio”. Magari segno cosa ho mangiato durante il giorno o come mi sono sentita dopo una passeggiata. Questo mi aiuta a distrarmi e a sentirmi in controllo, senza quel senso di colpa che arriva dopo uno spuntino notturno. È come se stessi scrivendo la storia del mio personaggio, e questo mi dà una spinta a non “rompere l’incantesimo”.

Per il giorno, capisco che con un bimbo piccolo il tempo è un lusso. Ma anche qui, io provo a inserire mini-kwest. Tipo, portare il passeggino in giro per 15 minuti diventa “esplorare il regno” con una colonna sonora epica nelle cuffie. Non serve strafare: anche pochi minuti di movimento contano, soprattutto per l’ipotiroidismo, che tende a rallentare tutto, metabolismo compreso. Io ho notato che camminare mi aiuta non solo fisicamente, ma anche a schiarirmi la testa, e questo è un bel punto esperienza per il morale.

Sul cibo, cerco di rendere i pasti un momento creativo. Per esempio, invece di vedere le restrizioni come un peso, le trasformo in una sfida: “come posso preparare un piatto da guerriero che sia gustoso ma anche amico della mia tiroide?”. Uso tante verdure, proteine magre come il pesce o il pollo, e carboidrati integrali, che non mi fanno sentire stanca o gonfia. Una ricetta che adoro è il salmone al forno con una crosticina di erbe e un contorno di quinoa e zucchine grigliate. È semplice, ma mi fa sentire come se stessi banchettando in una taverna fantasy.

Non fraintendermi, non è che ogni giorno sia una passeggiata. Ci sono momenti in cui il mio “personaggio” vorrebbe arrendersi e divorare un’intera tavoletta di cioccolato. Ma ho imparato che anche i piccoli passi contano. Ogni volta che scelgo una tisana invece di uno snack o che faccio quei 10 minuti di passeggiata, è come se guadagnassi un pezzetto di forza in più per il mio viaggio. E il bello è che, piano piano, inizi a vedere il tuo “livello” salire: magari un jeans che torna a chiudersi o una giornata in cui ti senti un po’ più energica.

Non so se questo approccio goliardico possa funzionare per te, ma magari prova a immaginare il tuo percorso come una storia in cui sei l’eroina. Ogni scelta, anche piccola, è un passo verso la tua vittoria. E ricorda che non sei sola: siamo un sacco di “avventurieri” qui, ognuno con il suo zaino di sfide, ma tutti con la voglia di riscoprire chi siamo davvero. Un passo alla volta, ce la facciamo.
 
Ehi, il tuo messaggio mi ha proprio colpita, sai? Quel modo di trasformare il percorso in un’avventura fantasy è geniale, mi ha fatto sorridere e riflettere. Mi riconosco tanto in quello che dici, soprattutto sul senso di colpa dopo uno spuntino notturno o sulla fatica di trovare tempo con una vita incasinata. Anch’io sono in questo viaggio, ma il mio ritmo è lento, tipo una tartaruga che avanza un passetto alla volta. Però, sai una cosa? Non mollo, e leggerti mi ha dato una bella spinta a condividere un po’ della mia esperienza, magari può essere utile a qualcuno.

Io sono una di quelle che perde peso con calma, tipo 1 kg al mese se tutto va bene. All’inizio mi arrabbiavo, vedevo gli altri che perdevano chili in un battibaleno e mi sentivo indietro. Poi ho capito che ognuno ha il suo ritmo, e il mio è questo: lento ma costante. Per me, la chiave è stata trovare piccoli trucchi per rendere il tutto meno pesante, senza sentirmi in punizione. Una cosa che mi sta aiutando tanto è inserire cibi semplici ma che mi fanno stare bene, tipo le mele. Non so se capita anche a te, ma io le trovo una specie di “ancora di salvezza”. Quando mi parte la voglia di sgranocchiare qualcosa, invece di buttarmi su patatine o biscotti, prendo una mela. È croccante, dolce al punto giusto e mi dà quella soddisfazione senza poi sentirmi appesantita. A volte la taglio a fettine e ci metto sopra un velo di burro di mandorle, e diventa quasi un dessert.

Per le voglie notturne, che sono il mio tallone d’Achille, ho iniziato a fare una cosa simile al tuo “incantesimo della calma”. Non ho un quaderno, ma mi preparo una tisana (adoro quella alla mela e cannella, mi dà un senso di coccola) e mi metto a guardare fuori dalla finestra o a fare due chiacchiere con mio marito. È come se distraessi la mente quel tanto che basta per non cedere al richiamo del frigo. Non sempre funziona, eh, ci sono sere in cui un pezzetto di cioccolato ci scappa, ma sto imparando a non farmene un dramma. È un percorso, no? Non una gara.

Sul movimento, con un lavoro sedentario e mille impegni, faccio quello che posso. Non sono una che va in palestra, ma cerco di camminare almeno 20 minuti al giorno, magari portando il cane a spasso o andando a piedi a fare la spesa. Mi piace immaginarmi come una contadina di un tempo, che si muove per raccogliere le sue mele in un frutteto. Sembra sciocco, ma mi aiuta a rendere quei momenti meno “obbligatori” e più piacevoli. E poi, come dici tu, anche poco movimento fa la differenza, soprattutto per il morale.

Per i pasti, sto cercando di semplificare. Non sono una chef, quindi punto su cose facili ma gustose. Una cosa che mi piace è fare una specie di insalata “rinforzata”: lattuga, fettine di mela, del tacchino grigliato e qualche noce. È veloce, mi riempie e non mi fa sentire a dieta. Oppure, quando ho più tempo, faccio una zuppa di verdure con un po’ di curry, che mi scalda il cuore. Le mele a volte le uso anche nei piatti caldi, tipo cuocendole con del pollo e un po’ di cannella: sembra strano, ma è una combo che mi fa sentire soddisfatta senza appesantirmi.

Non fraintendermi, ci sono giorni in cui mi guardo allo specchio e vorrei vedere risultati più veloci. Ma poi mi ricordo che quel chilo in meno, quella cintura che stringo un buco in più, sono vittorie. Piccole, ma mie. Il tuo approccio fantasy mi ha ispirata, magari proverò a immaginare il mio percorso come una raccolta di mele in un grande frutteto: ogni mela che scelgo con cura è un passo verso sentirmi meglio. Grazie per aver condiviso la tua storia, mi ha fatto sentire meno sola. E forza, siamo tutte eroine a modo nostro, no? Un passo alla volta, verso uno specchio che ci faccia sorridere.
 
Ehi, che bella la tua energia da tartaruga saggia che avanza un passo alla volta! Mi hai fatto ridere con l’immagine della contadina che raccoglie mele in un frutteto, e sai che c’è? Mi ci ritrovo un sacco. Il tuo post è come una chiacchierata tra amiche davanti a una tisana, e ora tocca a me raccontarti un po’ della mia “avventura” per sentirmi più leggera, con un twist danzante che magari ti strappa un sorriso.

Io sono quella che ha trasformato il dimagrimento in una specie di pista da ballo. Non fraintendermi, non sono una ballerina professionista, ma ho scoperto che muovermi a ritmo di musica è il mio trucco per far girare il motore del corpo senza annoiarmi. Tutto è iniziato per caso: un’amica mi ha trascinata a una lezione di salsa, e io, che mi sentivo un tronco di legno, ho finito per sudare e ridere come una matta. Da lì, ho capito che il movimento non doveva essere una punizione, ma una festa. Ora alterno salsa, hip-hop e, sì, persino qualche lezione di balletto (immaginami in tutù, sembro un fenicottero un po’ scoordinato). Ogni passo, ogni giravolta, è come dire al mio corpo: “Ehi, svegliati, facciamo qualcosa di divertente!” E il bello? Non mi sembra nemmeno di fare fatica, ma alla fine sono fradicia e soddisfatta.

La tua storia delle mele mi ha colpita, perché anche io ho i miei “salvavita” in cucina. Non sono una cuoca stellata, ma ho imparato a rendere i pasti una specie di coreografia semplice. Per esempio, la mattina mi preparo un frullato che sembra una pozione magica: banana, spinaci, un cucchiaio di burro di arachidi e un goccio di latte di mandorla. Lo frullo come se stessi mixando un beat da discoteca, e mi dà l’energia per affrontare la giornata. Per pranzo, spesso punto su verdure grigliate con un po’ di hummus e del pollo, che condisco con spezie come se fossi un DJ che dà sapore alla traccia. La cena è il mio momento “lento”: una zuppa di lenticchie o un’insalata colorata, magari con qualche fettina di avocado per dare quel tocco cremoso che mi fa sentire coccolata.

Le voglie notturne? Oh, quelle sono il mio boss finale, come in un videogioco. A volte cedo, lo ammetto, e un quadratino di cioccolato fondente finisce tra le mie mani. Ma ho trovato un trucco: quando sento il richiamo del frigo, metto su una canzone allegra e ballo in cucina per cinque minuti. È come se distraessi il mio cervello con un passo di danza invece di un biscotto. Non sempre funziona, ma quando ci riesco mi sento una rockstar. E poi, come dici tu, non è una gara: ogni piccola vittoria, come resistere a una ciambella o infilarmi in quei jeans che prima mi guardavano male, è un trofeo.

Sul movimento, capisco alla grande la tua vita incasinata. Io lavoro da casa, quindi il rischio di diventare una patata da divano è altissimo. Ma con le mie playlist e una mezz’oretta di danza, riesco a trasformare il salotto in una pista. Non serve essere perfetti, basta muoversi. A volte mi immagino come una diva degli anni ’80, con tanto di scaldamuscoli immaginari, e questo mi fa ridere mentre salto come una pazza. Il trucco è trovare qualcosa che ti fa sorridere, no? La tua passeggiata da contadina mi ha ispirata, magari proverò a immaginare le mie camminate come una coreografia per un musical.

Il mio ritmo, come il tuo, non è da Formula 1. Perdo peso lentamente, tipo un chilo ogni tanto, ma ogni passo avanti è come imparare un nuovo movimento di danza: all’inizio sei impacciata, poi ti viene naturale. E il corpo risponde, magari non come un razzo, ma con una costanza che mi fa sentire forte. Il tuo frutteto di mele è un’immagine bellissima, e io ci aggiungo una pista da ballo: ogni chilo in meno è un nuovo passo che imparo, ogni giorno che scelgo di muovermi è una coreografia che diventa mia.

Grazie per il tuo racconto, mi ha fatto sentire parte di una squadra di eroine che combattono con il sorriso. Magari prova a buttarti in una lezione di danza, anche solo su YouTube: non serve essere Shakira, basta lasciarsi andare. E continua con le tue mele e le tue zuppe, sei una forza! Forza, che siamo tutte ballerine e contadine a modo nostro, un passo (o un twirl) alla volta verso uno specchio che ci faccia dire: “Ehi, ma questa sono proprio io!”