Mangio i miei sentimenti... e poi il frigo: come smettere?

tomy92

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6 Marzo 2025
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Ehi, ciao a tutti, o meglio, salve al club di quelli che aprono il frigo come se fosse un terapeuta. Eccomi qui, ancora a combattere con la mia abitudine di affogare lo stress in un barattolo di gelato. Non so se questa sia una storia di successo o più una tragicommedia, ma ci provo a raccontarvela.
Insomma, la settimana scorsa è stata un disastro. Capo che urla, scadenze che mi inseguono come in un film horror, e io? Io che rispondo con una pizza intera e un pacchetto di biscotti. Non proprio il piano di dimagrimento che avevo in mente. Però, sapete, sto cercando di capirmi. Tipo, perché il mio cervello pensa che una ciambella possa risolvere i problemi meglio di una passeggiata o, non so, una chiacchierata con un amico? Spoiler: non li risolve. Anzi, dopo mi sento pure peggio, con quella vocina interna che mi dice "brava, hai proprio fatto un capolavoro stavolta".
Comunque, non sono qui solo per lamentarmi. Ho provato un paio di cosine per evitare di saccheggiare la dispensa ogni volta che la vita mi fa un dispetto. Tipo, ho iniziato a scrivere. Sì, sembra una roba da hippy, ma quando mi viene voglia di mangiarmi un pacco di patatine, prendo un quaderno e scarabocchio tutto quello che mi passa per la testa. Rabbia, ansia, frustrazione, tutto. Non è che risolva il problema, ma almeno non finisco con le briciole sul divano. E poi, sto provando a fare due passi quando mi sale il nervoso. Non proprio una maratona, eh, ma anche solo girare l’isolato mi fa sentire meno un caso disperato.
Il progresso? Beh, diciamo che non sto vincendo medaglie d’oro, ma ci sono momenti in cui riesco a fermarmi prima di aprire quel dannato frigo. Tipo ieri: invece di buttarmi su una tavoletta di cioccolato, ho bevuto un bicchiere d’acqua e mi sono messa a guardare un episodio di una serie. Non proprio una svolta epica, ma per me è già qualcosa.
Qualcuno di voi ha qualche trucco per non trasformare ogni emozione in un buffet? Perché, giuro, sono stufa di essere il mio peggior nemico. E magari, se avete voglia, raccontatemi com’è andata a voi. Non so, mi farebbe bene sapere che non sono l’unica a combattere con questa cosa.
 
Ehi, ciao a tutti, o meglio, salve al club di quelli che aprono il frigo come se fosse un terapeuta. Eccomi qui, ancora a combattere con la mia abitudine di affogare lo stress in un barattolo di gelato. Non so se questa sia una storia di successo o più una tragicommedia, ma ci provo a raccontarvela.
Insomma, la settimana scorsa è stata un disastro. Capo che urla, scadenze che mi inseguono come in un film horror, e io? Io che rispondo con una pizza intera e un pacchetto di biscotti. Non proprio il piano di dimagrimento che avevo in mente. Però, sapete, sto cercando di capirmi. Tipo, perché il mio cervello pensa che una ciambella possa risolvere i problemi meglio di una passeggiata o, non so, una chiacchierata con un amico? Spoiler: non li risolve. Anzi, dopo mi sento pure peggio, con quella vocina interna che mi dice "brava, hai proprio fatto un capolavoro stavolta".
Comunque, non sono qui solo per lamentarmi. Ho provato un paio di cosine per evitare di saccheggiare la dispensa ogni volta che la vita mi fa un dispetto. Tipo, ho iniziato a scrivere. Sì, sembra una roba da hippy, ma quando mi viene voglia di mangiarmi un pacco di patatine, prendo un quaderno e scarabocchio tutto quello che mi passa per la testa. Rabbia, ansia, frustrazione, tutto. Non è che risolva il problema, ma almeno non finisco con le briciole sul divano. E poi, sto provando a fare due passi quando mi sale il nervoso. Non proprio una maratona, eh, ma anche solo girare l’isolato mi fa sentire meno un caso disperato.
Il progresso? Beh, diciamo che non sto vincendo medaglie d’oro, ma ci sono momenti in cui riesco a fermarmi prima di aprire quel dannato frigo. Tipo ieri: invece di buttarmi su una tavoletta di cioccolato, ho bevuto un bicchiere d’acqua e mi sono messa a guardare un episodio di una serie. Non proprio una svolta epica, ma per me è già qualcosa.
Qualcuno di voi ha qualche trucco per non trasformare ogni emozione in un buffet? Perché, giuro, sono stufa di essere il mio peggior nemico. E magari, se avete voglia, raccontatemi com’è andata a voi. Non so, mi farebbe bene sapere che non sono l’unica a combattere con questa cosa.
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Ehi tomy92, che dire, il tuo post mi ha fatto quasi vedere me stessa qualche anno fa, quando ogni emozione finiva in un tête-à-tête col frigo! La tua storia è super onesta, e credimi, sei in buona compagnia. Quel momento in cui ti rendi conto che una ciambella non risolve il caos della giornata? È già un passo enorme.

Il trucco della scrittura è fantastico, continua così! Scarabocchiare i pensieri è un modo per mettere in pausa il pilota automatico che ti porta dritta alla dispensa. Anche la passeggiata è un’ottima idea: non serve essere maratoneti, basta muovere il corpo per far circolare un po’ di endorfine. Ti racconto un pezzetto di quello che ha funzionato per me. Quando sento quella voglia di “annegare” lo stress in un dolce, mi preparo un frullato super veloce: latte di mandorla, una banana, un cucchiaio di burro di arachidi e un pizzico di cannella. È nutriente, ti riempie e, non so, mi dà la sensazione di coccolarmi senza sensi di colpa. Non è proprio un dessert, ma il cervello lo accetta come un compromesso!

Un’altra cosa che mi ha aiutato è stata creare una piccola routine serale per scaricare la tensione. Tipo, cinque minuti di stretching leggero mentre ascolto una playlist che mi piace. Non solo mi distrae dal cibo, ma mi fa anche dormire meglio, e un buon sonno è un alleato pazzesco per non cedere alle voglie il giorno dopo. Magari prova a trovare un rituale che ti piace, anche solo mettere una candela profumata e respirare profondamente per un minuto.

Il fatto che tu abbia scelto l’acqua e una serie invece del cioccolato? È una vittoria, altroché! Non sottovalutarti. Ogni piccolo passo conta, e piano piano quei momenti di autocontrollo diventeranno più frequenti. Un consiglio: prova a tenere a portata di mano snack sani, tipo una manciata di mandorle o una mela già tagliata. Non risolvono lo stress, ma almeno non ti fanno sentire in guerra con te stessa.

Forza, sei sulla strada giusta! Raccontami come va, magari prova uno di questi trucchetti e fammi sapere. E tranquilla, non sei sola in questa battaglia, ci siamo tutti qui a fare il tifo per te.
 
Ehi, ciao a tutti, o meglio, salve al club di quelli che aprono il frigo come se fosse un terapeuta. Eccomi qui, ancora a combattere con la mia abitudine di affogare lo stress in un barattolo di gelato. Non so se questa sia una storia di successo o più una tragicommedia, ma ci provo a raccontarvela.
Insomma, la settimana scorsa è stata un disastro. Capo che urla, scadenze che mi inseguono come in un film horror, e io? Io che rispondo con una pizza intera e un pacchetto di biscotti. Non proprio il piano di dimagrimento che avevo in mente. Però, sapete, sto cercando di capirmi. Tipo, perché il mio cervello pensa che una ciambella possa risolvere i problemi meglio di una passeggiata o, non so, una chiacchierata con un amico? Spoiler: non li risolve. Anzi, dopo mi sento pure peggio, con quella vocina interna che mi dice "brava, hai proprio fatto un capolavoro stavolta".
Comunque, non sono qui solo per lamentarmi. Ho provato un paio di cosine per evitare di saccheggiare la dispensa ogni volta che la vita mi fa un dispetto. Tipo, ho iniziato a scrivere. Sì, sembra una roba da hippy, ma quando mi viene voglia di mangiarmi un pacco di patatine, prendo un quaderno e scarabocchio tutto quello che mi passa per la testa. Rabbia, ansia, frustrazione, tutto. Non è che risolva il problema, ma almeno non finisco con le briciole sul divano. E poi, sto provando a fare due passi quando mi sale il nervoso. Non proprio una maratona, eh, ma anche solo girare l’isolato mi fa sentire meno un caso disperato.
Il progresso? Beh, diciamo che non sto vincendo medaglie d’oro, ma ci sono momenti in cui riesco a fermarmi prima di aprire quel dannato frigo. Tipo ieri: invece di buttarmi su una tavoletta di cioccolato, ho bevuto un bicchiere d’acqua e mi sono messa a guardare un episodio di una serie. Non proprio una svolta epica, ma per me è già qualcosa.
Qualcuno di voi ha qualche trucco per non trasformare ogni emozione in un buffet? Perché, giuro, sono stufa di essere il mio peggior nemico. E magari, se avete voglia, raccontatemi com’è andata a voi. Non so, mi farebbe bene sapere che non sono l’unica a combattere con questa cosa.
Ehi, guerriera del frigo, la tua storia mi ha fatto sorridere e annuire allo stesso tempo! Quel momento in cui il gelato sembra l’unico amico fidato lo conosco fin troppo bene. Però, sai, il tuo racconto mi ha colpito: scrivere le emozioni e fare due passi sono già passi da gigante, altro che medaglie d’oro!

Io sono quella fissata coi “cheat meal”, quei momenti in cui mi concedo una pizza o un dolce senza sensi di colpa, ma solo una volta a settimana. Ti racconto come funziona per me. Pianifico il mio pasto “libero” come se fosse un appuntamento speciale: scelgo cosa mangiare, me lo gusto senza fretta e poi torno al mio piano. Questo mi aiuta un sacco a non vedere il cibo come una coperta per le emozioni, ma come un piacere da godermi con controllo. Sul metabolismo, ti dico, questi pasti “carichi” sembrano dare una svegliata al mio corpo, come se gli dicessero “ehi, non stai morendo di fame!”. Ma la vera magia è a livello mentale: sapere che quel momento di sfogo arriverà mi fa resistere meglio alle voglie impulsive durante la settimana.

Il tuo trucco di camminare mi piace un sacco, lo sai? Io lo faccio spesso quando sento lo stress che mi spinge verso la dispensa. Non serve strafare, basta uscire, respirare, magari ascoltare un po’ di musica. È come se il movimento sciogliesse i nodi nella testa. Ti consiglio di provare a unire il tuo giro dell’isolato con il mio approccio del cheat meal programmato. Magari, dopo una camminata, ti premi con un piccolo sfizio consapevole, non per forza un’intera pizza, ma qualcosa che ti fa felice senza deragliare.

Forza, continua così, non sei sola in questa battaglia! Raccontami come va, ok?