100 giorni senza zucchero: ne vale davvero la pena?

saurabh85

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6 Marzo 2025
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Ragazzi, eccomi qui, un po’ in bilico, a raccontarvi com’è andata finora con questo famoso “100 giorni senza zucchero”. Sono al giorno 47, quindi più o meno a metà strada, e devo dire che non so ancora se ne vale davvero la pena o se sto solo complicandomi la vita. Però qualcosa sta cambiando, e ve lo racconto.
Le prime due settimane sono state un inferno. Non scherzo. Ero nervoso, stanco, con una voglia matta di qualsiasi cosa dolce. Tipo, guardavo una mela e pensavo: “Ma perché non sei una ciambella?”. La dipendenza da zucchero è reale, ve lo giuro. Mi sentivo come se il mio corpo mi stesse implorando di cedere, e ogni volta che passavo davanti a una pasticceria era una lotta interiore. Non so nemmeno come ho fatto a resistere, forse solo per orgoglio.
Poi, piano piano, le cose hanno iniziato a cambiare. Intorno alla terza settimana ho notato che non avevo più quel bisogno disperato di dolce dopo ogni pasto. La testa era più lucida, meno nebbia mentale. E, sorpresa delle sorprese, ho iniziato a sentire i sapori in modo diverso. Tipo, un pomodoro crudo? Una bomba di gusto. Una mandorla? Sembra quasi un dessert. Non ci credevo nemmeno io, sembrava una di quelle cose che dicono i guru del benessere per venderti qualcosa. Eppure è vero, i sapori “veri” dei cibi sono usciti fuori come se prima fossero stati nascosti sotto una coperta di zucchero.
Però, ecco, non è tutto rose e fiori. A volte mi manca quella botta di energia che ti dà un biscotto o un pezzo di cioccolato. Soprattutto quando sono stanco o stressato, vorrei solo affogare i pensieri in qualcosa di dolce. E poi c’è la parte sociale: uscire con amici e dire no al tiramisù mentre tutti ti guardano strano non è proprio il massimo. Mi chiedo se sto davvero facendo qualcosa di utile per il mio corpo o se è solo una prova di forza con me stesso.
Sul peso non ho visto chissà quali miracoli, ma mi sento un po’ meno gonfio, più leggero in generale. Forse è solo suggestione, chi lo sa. La bilancia non è scesa tantissimo, ma i jeans sono un po’ più comodi, quindi qualcosa sta succedendo. Però, ripeto, non sono ancora convinto al 100%. Ogni tanto penso: “Ma chi me lo fa fare?”. Poi mi ricordo che ho promesso a me stesso di arrivare in fondo, e vado avanti.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha fatto una cosa simile? Com’è stato dopo? Sto solo passando per una fase o alla fine vedrò davvero la luce? Fatemi sapere, perché ogni tanto ho bisogno di un po’ di motivazione per non mollare.
 
Ehi, complimenti per essere arrivato a metà strada, non è roba da poco! Ti capisco benissimo, soprattutto sulla parte della lotta con le voglie e le occhiate strane degli amici davanti al tiramisù. Io sono uno che usa il “cheat meal” settimanale, e ti dico come la vedo. Un pasto libero, ben pianificato, può darti quella spinta mentale per non crollare, senza mandare all’aria i progressi. Sul metabolismo, specie con l’ipotiroidismo, aiuta a non far “addormentare” troppo il corpo, dando un piccolo shock che tiene il motore acceso. Non sto dicendo di buttarti su una torta intera, ma un piatto che ti piace, senza zucchero raffinato magari, può fare miracoli per la testa e per non sentirti in gabbia. Tu che dici, ti tenta l’idea o sei in modalità “o tutto o niente”?
 
Ciao a tutti,

mi butto in questa discussione perché eliminare lo zucchero per 100 giorni è un tema che si sposa benissimo con il metodo Montignac, che seguo da un po’. L’idea di base di Montignac non è solo tagliare calorie, ma scegliere alimenti che non facciano schizzare la glicemia. Lo zucchero, con il suo indice glicemico altissimo, è uno dei “cattivi” per eccellenza, quindi direi che questo challenge è un ottimo punto di partenza per chi vuole risultati veloci senza impazzire con diete restrittive.

Vi spiego: il metodo Montignac divide i carboidrati in “buoni” (indice glicemico basso, sotto 50) e “cattivi” (sopra 70). Lo zucchero da tavola, per esempio, sta a 70-80, quindi è un disastro per il nostro metabolismo: fa salire l’insulina, immagazziniamo grasso e dopo un’ora abbiamo di nuovo fame. Al contrario, alimenti come lenticchie (IG 30), quinoa (IG 53) o verdure verdi tengono la glicemia stabile, saziano di più e aiutano a bruciare i grassi senza quei picchi che ci fanno deragliare.

Rispetto al classico conteggio delle calorie, il vantaggio di Montignac è che non devi pesare ogni grammo di cibo o morire di fame. Si tratta di combinare gli alimenti giusti: per esempio, a pranzo carboidrati buoni con verdure e proteine magre, a cena meglio grassi sani (come olio d’oliva) con proteine e fibre. Eliminando lo zucchero, come propone questo challenge, sei già a metà strada, perché tagli un sacco di carboidrati cattivi. Però attenzione: non basta evitare lo zucchero bianco. Occhio a miele, sciroppi, succhi di frutta o cibi processati che sembrano innocui ma hanno un IG altissimo.

Ho fatto un piccolo esperimento personale: 3 mesi senza zucchero e seguendo Montignac. Risultato? Persi 7 kg senza sentirmi mai affamata, con più energia e meno voglia di schifezze. Con il conteggio calorico, invece, perdevo peso più lentamente e avevo sempre fame. Vi lascio una mini-tabella di alimenti che uso spesso:

Buoni (IG basso): lenticchie, ceci, mele, avocado, zucchine
Cattivi (IG alto): zucchero, pane bianco, patate fritte, riso bianco

Il challenge dei 100 giorni è una sfida perfetta per testare un approccio come questo. Non si tratta solo di willpower, ma di capire come il nostro corpo reagisce a ciò che mangiamo. Qualcuno di voi ha già provato a eliminare lo zucchero? Come vi sentite? E se vi va, posso condividere altre tabelle o idee di pasti!

A presto!
 
Ragazzi, eccomi qui, un po’ in bilico, a raccontarvi com’è andata finora con questo famoso “100 giorni senza zucchero”. Sono al giorno 47, quindi più o meno a metà strada, e devo dire che non so ancora se ne vale davvero la pena o se sto solo complicandomi la vita. Però qualcosa sta cambiando, e ve lo racconto.
Le prime due settimane sono state un inferno. Non scherzo. Ero nervoso, stanco, con una voglia matta di qualsiasi cosa dolce. Tipo, guardavo una mela e pensavo: “Ma perché non sei una ciambella?”. La dipendenza da zucchero è reale, ve lo giuro. Mi sentivo come se il mio corpo mi stesse implorando di cedere, e ogni volta che passavo davanti a una pasticceria era una lotta interiore. Non so nemmeno come ho fatto a resistere, forse solo per orgoglio.
Poi, piano piano, le cose hanno iniziato a cambiare. Intorno alla terza settimana ho notato che non avevo più quel bisogno disperato di dolce dopo ogni pasto. La testa era più lucida, meno nebbia mentale. E, sorpresa delle sorprese, ho iniziato a sentire i sapori in modo diverso. Tipo, un pomodoro crudo? Una bomba di gusto. Una mandorla? Sembra quasi un dessert. Non ci credevo nemmeno io, sembrava una di quelle cose che dicono i guru del benessere per venderti qualcosa. Eppure è vero, i sapori “veri” dei cibi sono usciti fuori come se prima fossero stati nascosti sotto una coperta di zucchero.
Però, ecco, non è tutto rose e fiori. A volte mi manca quella botta di energia che ti dà un biscotto o un pezzo di cioccolato. Soprattutto quando sono stanco o stressato, vorrei solo affogare i pensieri in qualcosa di dolce. E poi c’è la parte sociale: uscire con amici e dire no al tiramisù mentre tutti ti guardano strano non è proprio il massimo. Mi chiedo se sto davvero facendo qualcosa di utile per il mio corpo o se è solo una prova di forza con me stesso.
Sul peso non ho visto chissà quali miracoli, ma mi sento un po’ meno gonfio, più leggero in generale. Forse è solo suggestione, chi lo sa. La bilancia non è scesa tantissimo, ma i jeans sono un po’ più comodi, quindi qualcosa sta succedendo. Però, ripeto, non sono ancora convinto al 100%. Ogni tanto penso: “Ma chi me lo fa fare?”. Poi mi ricordo che ho promesso a me stesso di arrivare in fondo, e vado avanti.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha fatto una cosa simile? Com’è stato dopo? Sto solo passando per una fase o alla fine vedrò davvero la luce? Fatemi sapere, perché ogni tanto ho bisogno di un po’ di motivazione per non mollare.
Ehi, complimenti per essere arrivato a metà strada, davvero! Io sono uno di quelli che ha provato a buttarsi sulle diete low-carb, tipo Atkins e paleo, e ti capisco quando parli di quella voglia matta di zucchero che ti fa vedere ciambelle ovunque. La tua storia mi ha fatto ridere, ma anche riflettere, perché ci sono passato. Voglio condividere un po’ della mia esperienza, magari ti dà qualche spunto o un po’ di carica per andare avanti.

Parto col dire che eliminare lo zucchero è un po’ come scalare una montagna in inverno: all’inizio è freddo, duro, e ti chiedi perché non sei rimasto a casa sotto le coperte. Le prime settimane senza zuccheri sono uno shock per il corpo, e tu lo hai descritto alla perfezione. Quel nervoso, quella stanchezza, è il tuo metabolismo che si ribella perché lo stai costringendo a cambiare carburante. Io, quando ho iniziato con Atkins, avevo mal di testa e sognavo torte di notte. Ma sai una cosa? Passa. E quando passa, è come se il tuo corpo si resetta.

Quello che dici sui sapori che cambiano è verissimo. Dopo un mese senza zucchero, anche per me un pezzo di zucchina grigliata sembrava una prelibatezza. È come se il palato si ripulisse e tornasse a sentire i gusti veri. Questa è una delle cose che mi ha fatto amare le diete low-carb: ti fanno riscoprire il cibo, quello vero, non quella roba processata piena di sciroppo di glucosio. Però, amico, lasciati dire una cosa: se vuoi vedere risultati più concreti, tipo sul peso o sull’energia, lo zucchero è solo una parte dell’equazione. Io ho notato il vero cambiamento quando ho tagliato anche i carboidrati pesanti, tipo pane, pasta e patate. È lì che il corpo inizia a bruciare grassi come una stufa in inverno.

Sul peso che non scende tanto, ti capisco. Anche a me la bilancia all’inizio sembrava inchiodata. Ma quei jeans più comodi che dici? Non è suggestione, è il tuo corpo che si sgonfia e si rimodella. Le diete senza zuccheri e low-carb funzionano così: magari non perdi 10 chili in un mese, ma cambi composizione corporea. Io, dopo tre mesi di paleo, avevo perso solo 4 chili, ma sembravo un’altra persona. Più definito, meno gonfio, e con un’energia che non avevo da anni. La chiave è stata sostituire i cibi zuccherati con grassi sani: avocado, olio d’oliva, burro buono, carne grassa. All’inizio sembra strano, ma poi capisci che ti saziano e ti tengono stabile senza quei crolli che ti fanno desiderare un biscotto.

La parte sociale che dici, quella è tosta. Io ho risolto portando sempre con me qualcosa di low-carb quando esco: un po’ di noci, una barretta proteica fatta in casa, o anche solo un pezzo di formaggio stagionato. Così, mentre gli altri si strafogano di tiramisù, io non mi sento escluso. E poi, sai che c’è? Dopo un po’ smetti di invidiarli. Vedi quel dolce e pensi: “Ok, carino, ma so che dopo mi sentirei uno schifo”. È una conquista mentale, non solo fisica.

Sul “chi me lo fa fare”, ti dico una cosa: stai facendo un investimento. Non è solo per i 100 giorni, è per abituare il tuo corpo a non dipendere da una droga – perché sì, lo zucchero lo è. Io dopo sei mesi di low-carb mi sentivo come se avessi tolto una catena. Niente più cali di energia, niente più fame ogni due ore. E in inverno, quando tutti si lamentano di stanchezza e chili in più, io mi sento leggero e pieno di forza. Tu sei a metà strada, e se resisti vedrai che la luce arriva. Non è una gara di forza, è un regalo che fai a te stesso.

Un consiglio pratico: prova a buttarti su qualche ricetta low-carb che imita i dolci, tipo cheesecake con eritritolo o mousse di avocado e cacao amaro. Ti aiutano a non sentirti in prigione. E poi, continua a sperimentare con cibi veri: carne, pesce, verdure, uova. Sono il tuo carburante per l’inverno, altro che zuccheri. Dai, tieni duro, che stai andando alla grande. Racconta come va, che sono curioso!
 
Ragazzi, eccomi qui, un po’ in bilico, a raccontarvi com’è andata finora con questo famoso “100 giorni senza zucchero”. Sono al giorno 47, quindi più o meno a metà strada, e devo dire che non so ancora se ne vale davvero la pena o se sto solo complicandomi la vita. Però qualcosa sta cambiando, e ve lo racconto.
Le prime due settimane sono state un inferno. Non scherzo. Ero nervoso, stanco, con una voglia matta di qualsiasi cosa dolce. Tipo, guardavo una mela e pensavo: “Ma perché non sei una ciambella?”. La dipendenza da zucchero è reale, ve lo giuro. Mi sentivo come se il mio corpo mi stesse implorando di cedere, e ogni volta che passavo davanti a una pasticceria era una lotta interiore. Non so nemmeno come ho fatto a resistere, forse solo per orgoglio.
Poi, piano piano, le cose hanno iniziato a cambiare. Intorno alla terza settimana ho notato che non avevo più quel bisogno disperato di dolce dopo ogni pasto. La testa era più lucida, meno nebbia mentale. E, sorpresa delle sorprese, ho iniziato a sentire i sapori in modo diverso. Tipo, un pomodoro crudo? Una bomba di gusto. Una mandorla? Sembra quasi un dessert. Non ci credevo nemmeno io, sembrava una di quelle cose che dicono i guru del benessere per venderti qualcosa. Eppure è vero, i sapori “veri” dei cibi sono usciti fuori come se prima fossero stati nascosti sotto una coperta di zucchero.
Però, ecco, non è tutto rose e fiori. A volte mi manca quella botta di energia che ti dà un biscotto o un pezzo di cioccolato. Soprattutto quando sono stanco o stressato, vorrei solo affogare i pensieri in qualcosa di dolce. E poi c’è la parte sociale: uscire con amici e dire no al tiramisù mentre tutti ti guardano strano non è proprio il massimo. Mi chiedo se sto davvero facendo qualcosa di utile per il mio corpo o se è solo una prova di forza con me stesso.
Sul peso non ho visto chissà quali miracoli, ma mi sento un po’ meno gonfio, più leggero in generale. Forse è solo suggestione, chi lo sa. La bilancia non è scesa tantissimo, ma i jeans sono un po’ più comodi, quindi qualcosa sta succedendo. Però, ripeto, non sono ancora convinto al 100%. Ogni tanto penso: “Ma chi me lo fa fare?”. Poi mi ricordo che ho promesso a me stesso di arrivare in fondo, e vado avanti.
Voi che ne pensate? Qualcuno ha fatto una cosa simile? Com’è stato dopo? Sto solo passando per una fase o alla fine vedrò davvero la luce? Fatemi sapere, perché ogni tanto ho bisogno di un po’ di motivazione per non mollare.
Ehi, complimenti per essere arrivato a metà strada, che forza di volontà! Ti capisco benissimo, soprattutto quella voglia di dolce che sembra urlarti dal profondo. Io da un po’ faccio 1-2 giorni a settimana di scarico, tipo su kefir o verdure, e ti dico come mi aiuta con questa sfida dello zucchero. All’inizio è dura, il corpo sembra protestare, ma dopo un paio di giorni “leggeri” mi sento più energico e meno schiavo delle voglie. Non è proprio come la tua sfida, ma mi dà una spinta mentale: tipo, se riesco a controllare cosa mangio per un giorno, mi sento più forte per dire no a un dolce quando esco con amici. Sul peso non vedo miracoli, ma la sensazione di essere meno gonfio e più in controllo è reale. Secondo me stai già vedendo dei cambiamenti veri, continua così! Magari prova a integrare qualche giorno di scarico per spezzare la routine, potrebbe darti una marcia in più.